Pare che esista una legge del contrappasso. Si manifesta in quei giorni in cui, avventatamente, ti concedono la libertà di scorrazzare a piacimento su tutto il territorio disponibile, proprio quando su quel territorio tristemente desertico fanno la loro comparsa creature mistiche (Oche collorosso, Morette codone, Aquile di mare, Zigoli delle nevi… solo per restare nei paraggi). Esattamente in quei giorni in cui la tua schiena ricomincia ad urlare come non faceva da una quindicina d’anni, togliendoti ogni fugace dubbio sulla possibilità di girovagare almeno per il comune, o per il quartiere, o semplicemente di affacciarti al balcone. Niente, clausura volontaria in camera, nel letto, con movimenti al limite del consentito da un briciolo di ginnastica posturale. E allora facciamo così, vi riassumo in breve cos’è capitato prima che tutto ciò accadesse, in quest’ultimo mese di Stagione Fredda, dal 15 novembre al 15 dicembre, con Tringa FVG a spasso per il comune di Udine. Con l’ausilio dei dati elaborati da Pulotto (che vorrebbe rendere il lavoro quantitativo e non solo qualitativo, proveremo ad attrezzarci anche per questo) e delle mappe realizzate da Marta. Anche solo per stuzzicare qualcuno a fare altrettanto. Questa è la mappa, quadrato per quadrato, del numero di specie contattate e della loro distribuzione all’interno del comune.
La mappa è comunque già bugiarda, perché quel 45 che indica il quadrante di casa Skody si è già trasformato in un 47 e punta a competere con quel famigerato 54 lungo il Torre che annovera tra le altre Alzavola, Folaga, Tuffetto, Beccaccia, Picchio rosso minore, Picchio cenerino, Averla maggiore…
Il computo delle specie complessivamente contattate ha raggiunto quota 87, alle 80 già riportate in precedenza si sono aggiunte QUAGLIA (sigh!), ALBANELLA REALE, BECCACCINO, PIRO PIRO CULBIANCO, GAVINA, PICCHIO CENERINO e, grazie al contributo puntuale di Giorgio Avanzo, un temerario BECCAMOSCHINO, superstite invernale in uno dei territori che negli ultimi anni ha nuovamente colonizzato in periodo riproduttivo.
Una dozzina le specie per le quali la mappatura è già stata interamente completata, dal Pettirosso al Merlo, dal Colombaccio al Gabbiano reale.
Per altre invece restano singoli spazi vuoti nei quali la ricerca andrà effettuata in modo mirato, stanando la PASSERA SCOPAIOLA dalle siepi in cui si rintana in pieno centro abitato, o intercettando al volo qualche BALLERINA BIANCA dove non ci sono sufficienti spazi aperti per osservarle al pascolo.
Tra gli animali sorprendenti sicuramente una nota merita l’AIRONE GUARDABUOI, specie che non era nemmeno inclusa nella check list del comune di Udine pubblicata nel 2008 (Avifauna del Comune di Udine, Roberto Parodi, Pubblicazione n. 51 – Edizioni del Museo Friulano di Storia Naturale) e che invece negli ultimi anni (negli ultimi due in particolare) è diventata presenza regolare sia in migrazione che in svernamento. Quest’anno li si può trovare ovunque, in numeri consistenti di centinaia di individui al goffo pascolo nei campi o in sosta perplessi in mezzo agli arati.
Una riflessione simile merita anche lo ZIGOLO NERO, che nella medesima pubblicazione del 2008 risultava probabile nidificante in un solo quadrato chilometrico e negli anni successivi ha invece conquistato tutto il territorio a sua disposizione. Non vi inganni la cartina realizzata durante la stagione fredda, anche durante la stagione calda rischiate di trovarlo esattamente nei medesimi quadranti.
Premio per distribuzione imprevedibile a priori merita il FANELLO, per quanto presenza regolare in periferia, dubito che qualcuno avrebbe potuto prevedere una simile distribuzione, con gruppi di oltre un centinaio di individui che riescono ad infiltrarsi in piccole zone incolte in prossimità del centro abitato.
Ci sono poi quelle specie che si ritiene stentino a sopravvivere come svernanti alle nostre latitudini, ma che vi meravigliereste di trovare discretamente diffuse facendo una perlustrazione a tappeto come la nostra. Tra queste non manchereste di trovare TORDI BOTTACCI, CAPINERE e VERZELLINI per esempio. A volte addirittura in pieno canto.
Per non parlare della furtiva BECCACCIA, che disturbata nella sua diurna quiete, si invola occasionalmente dai suoi nascondigli talvolta in pieno centro urbano...
Infine le note dolenti. Scarsi i rapaci notturni, un solo GUFO COMUNE, niente Allocco, niente Barbagianni (no, grazie, non ci interessano segnalazioni di individui investiti altrove e trasferiti in modo fraudolento all'interno del comune). E soprattutto quel dannato PICCHIO MURATORE che nonostante le ricerche puntuali e tormentose nei siti utili, in cui si presentava regolarmente negli anni passati, non si è ancora fatto trovare, a differenza del suo amico RAMPICHINO COMUNE, che si mostra decisamente più disponibile, anche se in alcune occasioni si manifesta con dei versi che lascerebbero sospettare (ad un orecchio distratto e ad un occhio perverso) che si tratti del suo consimile ALPESTRE. Ma vari caratteri (unghia, becco, disegno ala) tradiscono la sua vera origine, nonostante il frammento audio registrato nel video (prima che la macchina fotografica si spegnesse per il freddo).
Mancano poi le rarità, o quelle bestie infide per quanto apparentemente regolari, come il GABBIANO REALE PONTICO, che per ora, a causa di pessimi scatti, conserviamo come probabile (nonostante lo sdegno di Skody, che ritengo per altro condivisibile, ma la mia incapacità ad essere efficace fotografo quando serve merita di essere punita).
Insomma, libertà di movimento (e soprattutto schiena permettendo) questo esercizio di approfondimento comunale si è rivelato comunque un’esperienza interessante, dandoci modo di conoscere improbabili frammenti sconosciuti talvolta animati da curiose presenze. Fino al 15 febbraio per altro c'è ancora tempo. Un grazie a tutti coloro hanno fornito (e forniranno) il loro supporto e le loro osservazioni, incluso chi vorrebbe partecipare ma a causa di perplessità ripetute su pregresse ed attuali osservazioni (non me ne voglia per questo, ho provato in più occasioni a mandare espliciti segnali, meritevole è sempre l’impegno, ma la perseveranza nella medesima direzione è per sua natura diabolica) ci costringerà a non prendere in considerazione il suo contributo. Grazie comunque, davvero. E che questo sia un motivo per aiutarci a crescere, tutti quanti. E ad aprire gli occhi, intorno a noi. Su chi indossa inevitabilmente delle maschere e chi invece non si preoccupa di essere semplicemente bruttino, antipatico e sinceramente rompiscatole. Eccomi!
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