A volte mi lascio avvolgere dalla malinconia. Sarà questo clima umido, piovoso, quasi freddo, dopo mesi di arida e desolante siccità. Sarà questa sensazione di sgretolamento costante, di questo fragile presente dai piedi di riarsa argilla che si frantuma e si scioglie rapido sotto gli sferzanti colpi dei sempre più inquietanti, drammatici ed idiocratici ( https://it.wikipedia.org/wiki/Idiocracy ) eventi antroposferici. Sarà questa percezione di precipitare rapidamente verso l’inevitabile collasso del nostro insostenibile consumistico sistema socio-ambientale che non lascia prospettive alla sopravvivenza ed alla resilienza di una sana ed equilibrata biodiversità, vanamente vegliata nei secoli da vetusti condottieri indolenti, frustrati e rancorosi. Sarà questo vaniloquente ed onnisciente vaneggiamento social-culturale, infarcito da onnipresenti sprazzi di disarmante ignoranza, che riesce a mortificare e svilire ogni sensato tentativo di evoluzione della conoscenza condivisa. Mi lascio lentamente annientare da questa consapevolezza ma, esattamente un attimo prima di soccombere rassegnato, sorrido. Sorrido perché esiste un universo di innocenza che sta prendendo forma e che disegnerà nuovi ruoli nel mondo per le creature viventi, dando loro un aspetto diverso da quello al quale fino ad ora ci siamo abituati. E sorridendo chiudo gli occhi, immaginando un Pianeta popolato da una nuova generazione di creature ornitomorfiche, svincolata dall’arrogante egocentrismo umano, intenta a progettare il miraggio della Vita spensierata e serena, riesumandola dai reconditi archivi dei nostri più intimi e letterari ricordi.
La Saggezza - Disegno di Elia Cristoforetti La Cultura - Disegno di Elia Cristoforetti
E’ un pensiero ricorrente quello di farsi da parte, di lasciare spazio alla Vita ed al Futuro. E’ un pensiero positivo, gravido di energia creatrice, che tuttavia stenta a farsi strada nell’inflessibile mente dei più accaniti sostenitori del proprio incommensurabile ed inappagabile ego, a scapito di qualsiasi illuminante innovazione. Pazienza, continueremo (appassionatamente) a percorrere i sentieri sempre più desolati fino a raggiungere l’orizzonte delle nostre possibilità, trasportando sulle spalle (o sul tetto) gli esili germogli della residua speranza.
Le nuove leve scrutano il cielo
A proposito di trasporti, questo mese non ci siamo lasciati mancare nulla. Sulla comparsa di precoci allarmanti spie natalizie trovate altrove la narrazione (https://tringa-fvg.blogspot.com/2022/09/due-settimane-in-ferie-ul.html ), tuttavia vi siete persi l’ennesimo tentativo di boicottaggio, a inizio mese, dei nostri rocamboleschi viaggi.
Che poi, rocamboleschi viaggi. Parliamone. Al solito va in scena l’antropocentrismo. Neanche fossimo davvero dei migratori alati, allora sì che avremmo diritto di parola, almeno fintanto che qualcuno di loro continuerà sporadicamente a comparire nelle nostre sempre più inospitali lande. Ambienti adatti e nascondigli per le loro tappe ne trovano sempre meno. I più piccoli tentano di nascondersi tra i rami disadorni dei pochi cespugli residui, ma è come “tentare di non essere visti” nell’episodio 42 della saga dei Monty Python (https://www.youtube.com/watch?v=5JMwnatgkgg ).
Balia nera Luì grosso - Foto di Paolo Zonta Regolo di laguna - Foto di Marta Trombetta
Tuttavia qualcuno di loro trova uno stratagemma adatto. Rintanarsi nel fitto delle nuove intricate giungle di piante aliene più o meno invasive. Uno di questi, in un angolo del torrente Ellero a Moimacco (Ud) si è scelto una tana davvero efficace, tanto da conservare la sua denominazione di “passeriforme indeterminato” per diversi giorni. Ed è per questo che, malauguratamente stavolta, non ne avete avuto notizia in tempo reale. Godetevi un paio dei suoi siparietti e provate ad immaginarvi il suo aspetto.
Vi propongo addirittura un Fotoquiz (stavolta avrete la soluzione scorrendo le prossime righe…). Trovate l’intruso che si nasconde in questo intrico (fidatevi, è presente in entrambe le foto). Vi chiedo solo di individuarlo, non di determinarlo. E’ già stata un impresa ritrovarlo in questi scatti…
Aguzza lo sguardo 1 Aguzza lo sguardo 2
Poi, grazie soprattutto alle analisi di sonogrammi e frequenze dei suoi vocalizzi (grazie Giuss!), mettendo insieme i singoli tasselli, dalla fenologia all’area geografica, dalle registrazioni alle immagini, dalle consulenze (grazie ad Andrea, OJ e Mattia) alle considerazioni sul campo (che da sole e senza documentazione, torniamo a dirlo per l’ennesima volta, non bastano nel caso di specie rare, accidentali e/o fuori ambiente e fuori periodo)… ci siamo decisi a dare un nome a questo tipetto. E l’abbiamo chiamato USIGNOLO MAGGIORE. Certo, un anno fa era stato tutto più facile ( https://tringa-fvg.blogspot.com/2021/09/resoconto-mensile-tringa-settembre-2021.html ), ma ci si accontenta. Qui sotto, nei ritagli delle immagini del FOTOQUIZ, due “pregevoli” ingrandimenti della sua sagoma nel folto intrico verde.
Usignolo maggiore (si fa per dire) Usignolo maggiore (si fa per dire)
A volte, appostandosi pazientemente al margine di questi inaccessibili grovigli, al sorgere o al tramontare del sole, può capitare che qualcosa compaia, scodinzolando sul limitare degli spazi aperti, concedendosi per qualche istante al nostro sguardo. Dei dannati Pettazzurri abbiamo già narrato le vicende altrove, stavolta ci soffermiamo giusto per un attimo su SCHIRIBILLE e VOLTOLINI, solo il tempo per una corsetta all’aperto e poi via! fuori dall’inquadratura.
Schiribilla - Foto di Luciano Silei Voltolino a centro campo Voltolino in fuga
In altri casi, i nostri amici alati stentano a trovare un nascondiglio adatto e l’unica strategia che possono adottare per sfuggire alle nostre malsane intenzioni è quella di starsene a sufficiente distanza per apparire sfuocati, come il tempo che resta loro da trascorrere nei territori settentrionali prima di partire verso il caldo sud, siano GHIANDAIE MARINE o AIRONI ROSSI.
Ghiandaia marina sbiadita Airone rosso - Foto di Paolo Utmar
Qualcuno cerca comunque di nascondersi in mezzo alla folla, ma ha sbagliato il colore dell’abbigliamento. E così, in mezzo a diverse migliaia di STORNI, il suo vestitino chiaro color sabbia risalta come un pugno in un occhio. Che poi l’effetto sull’osservatore è quello, perché ritrovarsi sopra la testa un giovane STORNO ROSEO a settembre è tra le opzioni meno probabili messe in preventivo.
Storno roseo intruso tra gli Storni Storno roseo intruso tra gli Storni Storno roseo
E poi ci sono quelli che rinunciano proprio a nascondersi e si mettono in mostra, su posatoi illuminati per attirare la nostra attenzione.
Culbianco - Foto di Marta Trombetta
Talvolta come per dichiarare “Guardate che noi siamo già arrivati! Magari un pochino in anticipo rispetto al solito, ma siamo già in perlustrazione delle vostre desolate lande”. Questo sembrano dirci lo SMERIGLIO e la STROLAGA MEZZANA.
Smeriglio - Foto di Marta Trombetta Strolaga mezzana - Foto di Bruno Delbianco
I rapaci più grandi invece vagano già da qualche tempo, instancabili, alla ricerca di punti di osservazione adatti a comprendere cosa stia davvero succedendo intorno a loro, nei prati sempre più deserti o nella laguna affollata di limicoli.
Falco di palude sui prati di Osoppo - Foto di Luciano Silei Falco pescatore guardiano di Barbana e dei Chiurli maggiori - Foto di Paolo Utmar
Perché settembre è un mese buono per i limicoli, vicini e lontani, comuni, rari ed accidentali.
Beccacce di mare con intrusi (misto mare) - Foto di Paolo Utmar Pittime minori, Pivieresse e Piovanelli pancianera - Foto di Paolo Utmar Corriere grosso - Foto di Paolo Utmar Piro piro piccolo - Foto di Paolo Utmar Piovanello tridattilo
Tra loro, ad esempio, in mancanza dell’omonimo Tortolino, può comparire un precoce PIVIERE DORATO.
Piviere dorato - Foto di Bruno Delbianco
Oppure, a cercare bene tra le piccole sagome sempre in movimento, l’occhio esperto di Silvano Candotto può stanare l’ennesimo GAMBECCHIO FRULLINO della RNR Foce Isonzo (Go).
Gambecchio frullino e Beccaccino Gambecchio frullino
Ma può anche capitare di individuare, tra le loro zampe, la presenza di qualche gingillo colorato, che non sarà affatto facile da leggere (e qualora ci riuscissimo, forniremo senza dubbio in modo tempestivo il dato alla banca dati italiana deputata a raccogliere queste informazioni, augurandoci tuttavia che la stessa riprenda a funzionare efficacemente svolgendo il suo ruolo attivo di interscambio di informazioni con gli utenti, considerato che nell’era della tecnologia, come accade altrove, potrebbe essere funzionale la realizzazione di un dispositivo che restituisca la conoscenza in tempo reale, con un incoraggiamento a chi sta lavorando per realizzare tutto questo. O almeno noi lo speriamo).
Gambecchio comune con anelli colorati - Foto di Angelo Formentin |
A proposito di gingilli, bandierine ed anelli, dal 23 settembre è iniziata una nuova avventura di inanellamento scientifico degli amici Fulvio Barbarino, Cristina Comuzzo e di tutta la squadra del Progetto Alpi a Malga Confin (Venzone, Ud) all’interno del Parco Naturale delle Prealpi Giulie (https://www.facebook.com/watch/?v=1078019856215954&ref=sharing ). Un forte abbraccio a tutti loro ed a coloro che li raggiungeranno nel prossimo mese per dare voce, concretezza, forma e colore a questa realtà.
Coturnice, simbolo del PN Prealpi Giulie, inanellata a Settembre 2022
Anche perché tocca confidare nei migratori, visto che la stagione riproduttiva non è stata delle migliori per buona parte delle specie, con qualche eccezione (ci azzarderemmo ad essere entusiasti per esempio su quella del Fratino, di cui più volte vi abbiamo raccontato, confidando su un futuro che ci permetta di tutelarlo nel migliore dei modi). In alcuni casi tuttavia, singoli individui, magari tra gli anatidi, hanno trovato le condizioni adatte attardandosi nel tempo. I giovani FISTIONI TURCHI (complessivamente 16, da due covate di 11 e 5 esemplari ciascuna) del Lago dei Tre Comuni (Ud) continuano a gironzolare nei dintorni del sito in cui sono nati.
Fistione turco - Foto di Luciano Silei
Paolo Utmar invece ci racconta la storia di una famiglia di ALZAVOLE. “Il 12 agosto in una delle zone umide più frequentate della regione osservavo uno strano "trenino di alzavole" con il primo soggetto leggermente più grande e gli altri tre in fila dietro. Questi ultimi avevano il classico gradino tra il dorso e il sopracoda, che indica la mancanza delle remiganti. Dopo una breve comparsa s'inoltravano nel canneto. Il 7 settembre, data della foto, osservavo nello stesso sito una femmina con 2 "pulloni" che durante la cura del piumaggio mostravano i calami delle primarie in crescita ed anche lo specchio alare "corto" perché composto da penne incomplete. Mentre scrivo echeggia il canto del colombaccio, nei canali i cigni reali sono ancora seguiti dalla prole, in gran parte non volante e da qualche parte ci sarà un beccamoschino (ed una rondine rossiccia, NDR) che imbecca i suoi pulli...”
Alzavole - Foto di Paolo Utmar
Anche questo è un segnale dei tempi che cambiano, del clima, delle condizioni meteo, del contesto ambientale in cui, da un giorno all’altro ormai, ci troveremo a vivere.
Il libero deflusso delle acque - Foto di Tommaso Zamò Il libero deflusso delle acque - Foto di Tommaso Zamò Il libero deflusso delle acque - Foto di Tommaso Zamò
Se l’USIGNOLO MAGGIORE si nasconde nella giungla di specie aliene invasive vegetali non dobbiamo meravigliarci che nelle canalette spoglie e sguarnite, dilaniate dagli interventi dei potenti mezzi deputati a migliorare il deflusso delle acque (a che scopo tuttavia annientare la vegetazione esterna all’argine se lo scopo è favorire il decorso all’interno dell’alveo? Qualcuno ce lo dovrebbe spiegare. Un disastro ambientale senza giustificazioni e senza margini, ad annientare la biodiversità e le possibilità di sopravvivenza di innumerevoli specie, tranne quello di “Fare pulizia. E’ bello vedere tutto pulito!” Pace, siamo esseri umani e questo è il progresso a cui dobbiamo abituarci, convivendo con una sana idiozia di base)… dicevamo, non dobbiamo meravigliarsi che in simili oscenità ambientali compaiano specie aliene di dubbia provenienza. Un IBIS SCARLATTO ci fa la sua porca (nel senso di rosa) figura. Giosuè ci conferma che al Parco Zoo Punta Verde di Lignano (Ud) non ne mancano al conteggio, che sia sfuggito allo stesso distratto proprietario che a suo tempo deteneva (e forse detiene ancora) il PELLICANO? (https://tringa-fvg.blogspot.com/2019/08/resoconto-mensile-tringa-agosto-2019.html )
Ibis scarlatto con Garzetta - Foto di Bruno Delbianco
Se ci comparisse sotto il naso anche un VERZELLINO FRONTEROSSA a questo punto non ci meraviglieremmo affatto.
Verzellino fronterossa - Foto (non in FVG) di Pulotto
Ma cosa dire delle notizie che ci giungono da Trieste, dove pare che sia comparsa da inizio mese addirittura (almeno) una MAINA COMUNE a gironzolare per l’area prossima al porto? Una piccola parentesi su questo animale, noto ai più come “Merlo indiano”. Sappiate che dal 2006 (così dice Ispra) sono state sospese le importazioni e dal 2019 ne è vietata la detenzione e la riproduzione in cattività in quanto specie inclusa tra le Aliene Invasive di Importanza Unionale (così come Ibis sacro, Oca egiziana, Gobbo della Giamaica, Cornacchia delle case… Scoiattolo grigio… Tartarughe dalle orecchie gialle e rosse o meglio Testuggini palustri americane… https://www.lifeasap.eu/index.php/it/specie-aliene-invasive/rilevanzaunionale ). Ve lo dico perché sono sicuro che molti non lo sanno ancora e spesso capitano (sui Social) messaggi a dir poco ingenui di qualcuno che regala o vende alcuni di questi animali. No, non avete capito. Non potete farlo. Non potete nemmeno tenerli in casa (o all’interno di ipotetici giardini zoologici non autorizzati o di fittizie riserve ed oasi sprovviste delle adeguate autorizzazioni… poi non meravigliatevi se queste realtà sono costrette a chiudere…). E, soprattutto, non potete liberarli in natura. E’ esattamente la cosa peggiore da fare. Con la consapevolezza che non ci siano alternative (che la normativa italiana al momento non prevede) sappiate che l’unica cosa da fare è contattare il recupero fauna o il Corpo Forestale Regionale comunicando di aver trovato l’individuo (o gli individui) e di chiedere loro l’intervento per il recupero e la successiva gestione. Chiusa la parentesi educativa.
Maina comune documentata a Trieste a Settembre 2022
Che poi, come accennato nell’elenco, non parliamo solo di uccelli, ma anche di mammiferi. Probabilmente molti di voi (e di noi) non sanno che anche in FVG a quanto pare si è “naturalizzata” una piccola popolazione di Scoiattolo grigio che al momento è oggetto di attenta vigilanza e controllo. Fa bene il nostro SCOIATTOLO a nascondersi e tenersi salde le sue noci…
Scoiattolo timoroso - Foto di Marta Trombetta Scoiattolo previdente - Foto di Marta Trombetta
In fondo, la biodiversità faunistica del FVG è nota e rinomata, dagli invertebrati microscopici agli sproporzionati cetacei marini. Ci dispiacerebbe contribuire con la nostra superficiale negligenza alla sua traumatica depauperazione.
Ortottero pronto al balzo - Foto di Paolo Zonta Lucertola campestre - Foto di Paolo Zonta Lucertola campestre - Foto di Paolo Zonta Tursiopi emergenti (e Marangone dal ciuffo) - Foto di Paolo Utmar
E’ talmente rinomata che nuove specie, attratte da questa disponibilità di “prede”, compaiono all’orizzonte (o direttamente dal cielo, visto che nel solito contesto “Idiocratico”, ad alimentare una globalizzata ignoranza, c’è sempre qualcuno che sostiene che siano state introdotte, meglio di tutto, lanciate dall’elicottero). Che poi, voglio dire, un lupo lanciato da un elicottero. Neanche nei cartoni animati. Ad ogni modo, ci sono anche loro in giro per il FVG. E possono comparirvi a pochi metri senza darvi la possibilità di fotografare il loro passaggio. Quindi stavolta vi mostriamo la foto del paesaggio e la testimonianza di Matteo De Luca, che documenta la sua emozione al loro cospetto. “Questo il racconto della mia prima osservazione di lupi in Friuli fatta ieri mentre mi trovavo sotto la XXXX di XXXXXXX. 7 esemplari, 3 adulti e 4 cuccioloni alle 9 di mattina. Ci siamo incrociati sul crinale, il primo individuo mi è sbucato a 2 metri… Non sono riuscito a fare un video perché avevo le mani tremanti, bagnate di rugiada e non partiva il telefonino…Uno spettacolo. Ci siamo guardati negli occhi…”
Il posto dei Lupi - Foto di Matteo De Luca
Guardare negli occhi la Natura. Questo continueremo a fare. Dal balcone di casa o a pochi metri dal campo di battaglia. E così, per concludere, a grande richiesta, un altro video del combattivo siparietto dei due agguerriti USIGNOLI DI FIUME della RNR Foce Isonzo (Go). Buona alzata di spalluccia ed ascella a tutti.