domenica 22 novembre 2020

Atlanti Comunali Tringa FVG - Cosa Fare Quando COVID [La Stagione Fredda]

 

Siamo sotto assedio, protetti da fragili difese che resistono a stento al bombardamento nemico. Talvolta cedono, rendendoci ancor più vulnerabili, costretti a rintanarci all’interno di mura concrete e reali, isolandoci dal mondo, dagli affetti, dalla vita. Non importa quale sia il colore che dipinge le nostre attuali giornate, i nostri movimenti sono (e devono esserlo) necessariamente limitati e solitari, per concedere al futuro di conservare l’arcobaleno che comunque si merita. Ma questo non significa cedere senza combattere. C’è ancora un varco, uno spiraglio, dal quale un misero raggio di luce continua a trapelare. C’è quel briciolo residuo di energia che ci anima ancora. E come un diavoletto (o forse l’ultimo angelo sopravvissuto cavalcando il suo drago) ci sussurra all’orecchio la nuova strategia. Perché anche uno spazio infinitesimo, che sia l’affaccio da un balcone, il perimetro di un cortile o un misero frammento di territorio comunale, non dobbiamo rinunciare a lasciarci meravigliare. Proverò a raccontarvelo così allora, dicendovi che per questa Stagione Fredda, iniziata il 15 novembre, avevamo (noi compagni di merende Tringa) il chiaro sentore che non sarebbe stato possibile continuare a perlustrare liberamente le lande provinciali come avevamo fatto fino agli anni precedenti. Ancor prima di conoscere ufficialmente il nostro destino, avevamo ipotizzato di concentrarci sul territorio comunale, in particolare su quello di Udine. Il 15 novembre il colore Arancione ha confermato le nostre amare prospettive, esiliando i singoli avventurieri, senza tuttavia privarli della curiosità di esplorare. Così, ognuno a modo suo, stiamo realizzando i nostri Atlanti Comunali Tringa della Stagione Fredda 2020 - 2021 (15 novembre – 15 febbraio), raccogliendo i dati di presenza di tutte le specie nei singoli quadranti 1km x 1km. Non abbiamo alternative in fondo, eppure seguendo quell’invisibile Filo che collega ogni cosa, anche stavolta siamo riusciti, banalmente, a sorprenderci. Spero di riuscire a dimostrarvelo. Domenica mattina, oggi 22 novembre. Puntate il dito più o meno a caso lungo il confine nord del comune di Udine, in un quadrante che ne include solo qualche centinaio di metri quadrati. 

E andate a trascorrere lì i primi gelidi momenti della giornata. Perché non è solo un numero quello che il termometro indica sul cruscotto. E’ un’entità che travolge completamente il vostro corpo. 

Che poi il periodo è disarmante, non solo dal punto di vista umano. Buona parte dell’avifauna sembra essere stata annientata da una pandemia ancor più devastante. Passano i minuti, ne perdo il conto, forse un’ora, avanti e indietro in pochi metri, qualcosa compare, qualcosa vocalizza. Qualcosa batte su un tronco, ma il tronco è quello di una acacia rinsecchita e spoglia, priva di qualsiasi essere vivente appeso su di lei. Eppure qualcosa batte sul tronco. Sembra di sentire l’eco dei calci e pugni di Merry e Pipino intrappolati all’interno del Vecchio Uomo Salice. Sono sbalordito, non c’è nemmeno il vento che giustifichi il rumore di un ramo sbatacchiante. Poi mi accorgo che c’è una fessura tonda, scavata di fresco. Non faccio in tempo a pensare che sia la porta di accesso all’anima dell’acacia che lo spiritello misterioso si affaccia al suo balcone. 

Basterebbe questo incontro a meritare il premio meraviglia della giornata. Se non fosse che mentre ci contempliamo, il mio orecchio registra, altrove, un vocalizzo che credo di conoscere, ma che il mio inconscio preferisce catalogare come uno scricciolo sfegatato. Resto perplesso. Ascolto sul telefono il richiamo che penso di aver sentito. Corrisponde, ma non è verosimile. Ascolto i vocalizzi dello scricciolo. Dai, ci sta, mi sono sbagliato. E in risposta a questi vocalizzi, l’ignoto ospite dello striminzito lembo di terra in cui mi trovo replica con il suo verso. Non ci siamo proprio, non so perché lo infastidisca lo scricciolo, ma lui scricciolo non è. Resto immobile, più che altro perché sono congelato. Cerco di capire dove si nasconda. Mi guardo in giro. Per una frazione di secondo intravedo una gola bianca sotto una testa nera in un microscopico cespuglio. Aspetto. Mi accovaccio. Provo ad imitarlo. Niente. Nemmeno al richiamo ufficiale presta interesse. Poi, mentre ormai sono diventato parte integrante dei cristalli di ghiaccio e brina che ricoprono ogni cosa, spunta fuori su un arbusto più spoglio. E non posso continuare a far finta che non sia un OCCHIOCOTTO.

Devo fare una piccola digressione. Anzi due. La prima riguarda l’ambito fotografico. Ci sono persone in grado di realizzare foto meravigliose, dimostrando tutta la loro preparazione, bravura, impegno e dedizione. Queste foto sono testimonianze insostituibili della bellezza dell’universo che ci circonda. Ci fanno sognare, ci riempiono gli occhi e il cuore. Eppure. Eppure nella maggior parte dei casi sono scatti cercati, voluti, preparati, conquistati. In questo modo però annientano quell’unico istante in cui si manifesta e realizza l’emozione di una scoperta. Quell’emozione che un fotogramma rubato, sfuocato, scentrato invece riesce a conservare, restituendocela integra ogni volta che lo osserviamo, ed in grado di donarla immutata a tutti coloro che condividono il medesimo spirito di esplorazione ed hanno vissuto momenti simili. Certo, con specie meno banali dell’OCCHIOCOTTO. E qui la seconda digressione. No, dico, ma un OCCHIOCOTTO in comune di Udine a fine novembre? Ma se in anni ed anni di ricerche siamo riusciti a confermarne la presenza stabile in provincia di Udine solo sulle isole lagunari, e lui si fa trovare durante la raccolta dati per l’atlante comunale della Stagione Fredda? Capirete perché era necessario che gli scattassi una foto, qualunque foto fosse. Giusto per schivare anche per stavolta la nomea di mitomane (che spetta meritatamente ad altri, con i quali non intendo affatto competere). Se questo non basta a giustificare i pessimi scatti, in cui non riesco nemmeno a centrarlo, ricordate che le mie mani da circa un’ora erano infilate nello scomparto dei ghiaccioli.



Tutto qui. Volevo solo provare a condividere con voi questa esperienza, questa idea, questa iniziativa. Di non lasciarci travolgere. Di andare avanti. Un passo alla volta. Dal balcone. Dal giardino. Dal quartiere. Dal comune, se la libertà ci è concessa. Che poi anche dal balcone, volendo, i quadranti chilometrici accessibili possono essere più di uno. 

Pazienza se davvero anche l’avifauna sembra estinta, se nelle ore centrali della giornata sembra di essere diventati insensibili a suoni e colori (piuttosto che a gusti e odori), se gli unici passeriformi che ancora resistono, oltre a gazze e cornacchie, sono fringuelli, pettirossi e PASSERE SCOPAIOLE.

Ops. Forse ho sbagliato foto. Comunque, questo è il nuovo progetto Tringa. Gli Atlanti Comunali della Stagione Fredda. Almeno quello di Udine. E chiunque capiti volente o nolente in zona Udine (contattateci!) può fornire il suo contributo, purché il suo intento sia quello di partecipare umilmente, senza presunzione e senza arroganza (come già detto, no mitomani perditempo, grazie). Perché il nostro desiderio è sempre quello di accrescere la conoscenza e condividerla in tempo (quasi) reale. Così, giusto per darvi un’idea, nel comune di Udine, in una settimana di ricerca vincolata da impegni lavorativi, restrizioni nei movimenti più o meno forzate, condita da sensazioni e pensieri inevitabilmente opprimenti, siamo riusciti a coprire quasi l’80% dei quadranti, i dati raccolti sono già oltre 2000 e le specie contattate addirittura 80 (manca ancora il dannato Picchio muratore!), alcune delle quali potete osservarle qui sotto, prima della check list, in una carrellata di foto e video orribili ma che testimoniano l’istante esatto della scoperta. Così la COLOMBELLA e lo ZIGOLO MUCIATTO sono nascosti dal buio, l’AVERLA MAGGIORE è il profilo di una sagoma oscura, la FOLAGA e il MIGLIARINO DI PALUDE sono nascosti dai rami, lo ZIGOLO NERO è infrattato nell’erba, il CARDELLINO è di spalle, il TUFFETTO nasconde la testa sott’acqua come lo struzzo, il MARTIN PESCATORE è in trappola dietro un recinto, l’ASTORE è un puntino sciamato dalle CORNACCHIE, il FALCO PELLEGRINO è un crudele predatore su un riverberante traliccio, il REGOLO è appeso capovolto, il FIORRANCINO è un movimento tra le fronde, gli AIRONI GUARDABUOI sono scomposti, il PICCHIO ROSSO MINORE e la TOTTAVILLA guardano dalla parte sbagliata. Solo lo ZIGOLO GIALLO rimane immobile a pochi metri, in quel suo piumaggio ambiguo quasi da nero che rende “gli zigoli brutte persone” (cit.). Ma almeno nel video manifesta la sua originale vocalità. Io però mi auguro che apprezziate lo sforzo. E che siate dei nostri. Ovunque siate.




















  1. ALZAVOLA
  2. Germano reale
  3. Fagiano comune
  4. TUFFETTO
  5. Cormorano
  6. AIRONE GUARDABUOI
  7. Airone bianco maggiore
  8. Airone cenerino
  9. ASTORE
  10. Sparviere
  11. Poiana
  12. Gheppio
  13. SMERIGLIO
  14. Falco pellegrino
  15. Gallinella d’acqua
  16. FOLAGA
  17. BECCACCIA
  18. Gabbiano comune
  19. Gabbiano reale
  20. Piccione domestico
  21. COLOMBELLA
  22. Colombaccio
  23. Tortora dal collare
  24. Civetta
  25. GUFO COMUNE
  26. MARTIN PESCATORE
  27. Picchio verde
  28. Picchio rosso maggiore
  29. PICCHIO ROSSO MINORE
  30. Cappellaccia
  31. Tottavilla
  32. Allodola
  33. Pispola
  34. Spioncello
  35. Ballerina gialla
  36. Ballerina bianca
  37. Scricciolo
  38. Passera scopaiola
  39. Pettirosso
  40. Codirosso spazzacamino
  41. Saltimpalo
  42. Merlo
  43. Cesena
  44. Tordo bottaccio
  45. Tordo sassello
  46. Tordela
  47. Capinera
  48. OCCHIOCOTTO!!!
  49. Luì piccolo
  50. Regolo
  51. Fiorrancino
  52. Codibugnolo
  53. Cincia mora
  54. Cinciarella
  55. Cinciallegra
  56. Rampichino comune
  57. AVERLA MAGGIORE
  58. Ghiandaia
  59. Gazza
  60. Taccola
  61. Cornacchia nera
  62. Cornacchia grigia
  63. Storno
  64. “Passera d’Italia”
  65. Passera mattugia
  66. Fringuello
  67. Peppola
  68. Verzellino
  69. Verdone
  70. Cardellino
  71. Lucherino
  72. Fanello
  73. CIUFFOLOTTO (TROMBETTIERE)
  74. CROCIERE
  75. Frosone
  76. Zigolo giallo
  77. Zigolo nero
  78. Zigolo muciatto
  79. Migliarino di palude
  80. Strillozzo

 

 


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