Vorrei potervi osservare negli occhi seduto comodamente su questo cumulo di nembi ed assicurarvi che Maggio ha mantenuto le flebili promesse di Aprile. Vorrei davvero poterlo fare. Con tutto quel deforme ciondolo che mi porto dentro e che mi ostino a chiamare cuore. Ma sareste i primi voi ad accorgervi che mento.
Sul nostro personale calendario, il quarto anno della Stagione Calda ha messo il suo timbro da due settimane. Ma è andato a nascondersi, tra uno scroscio e l'altro, in qualche sperduto anfratto tra i nevai residui sui versanti dimenticati dalle evoluzioni termiche di qualsiasi diagramma statistico.
Avifauna della Provincia di Udine - La Stagione Calda (2016-2018), elaborazione dati Pulotto e Anna Rossi |
Infilandosi tra le piume dei GALLI CEDRONI (facendone impazzire qualcuno, ma salvaguardandone altri...), in ritardo di una Luna. Lasciandoci meravigliati dai segnali che, come smarrite sagome in un confuso cielo, le creature dell'Azzurro Universo continuano ad indirizzarci.
Foto di Gabriele Zamò |
Cosi, lo sguardo perplesso di Skody si lascia sopraffare da una coppia di CIGNI REALI in volo sopra Udine in direzione Sud il 18 maggio. Ora? Perché? Dove andate? E come in un inarrestabile contagio lo stesso sguardo passa di viso in viso fino a raggiungere quello di Gabriele quando, verso il tramonto, una quarantina di spaesate OCHE SELVATICHE il 24 maggio sorvola Ipplis (Ud) dirette con scarsa convinzione verso Est, dopo aver girovagato probabilmente per ore sulla medio alta pianura friulana, se è vero che le stesse si trovavano un'ora prima solo ad una decina di km di distanza, sempre in volo, sopra Ribis (Ud), in compagnia del mio naso rivolto a loro. Siamo a fine maggio, ma davvero? E cosa domandare ai 25 AIRONI GUARDABUOI che il 27 maggio in squadriglia compatta con volo ballonzolante sopra Osoppo si dirigono verso Sud Ovest? Cosa diamine fate qui? E dove state andando? E i vostri compari TARABUSI che nella seconda metà di maggio si attardano ancora nei pressi dei loro nascondigli a forma di canneto, avranno una sana intenzione di trasformarli in dimora familiare?
...magari in compagnia di una sorniona coppia di FALCHI PESCATORI che, se solo avessero a disposizione qualche stecco in più nel posto giusto, il nido l'avrebbero anche già piazzato, visto che sono convolati a nozze da tempo, uno dei due almeno, con l'anello nuziale alla zampa (avete idea di come si possa a leggere?)
E tu, TORDO BOTTACCIO, che migri di notte a Mereto di Tomba (Ud) il 23 maggio sopra la testa attonita di Pulotto, sei forse lo stesso che il 18 cantava da un filare di alberi al limite della laguna di Marano, o sei solo un suo simile, mentre il tuo smarrito compagno ha deciso di accasarsi spavaldo nei residui boschi planiziali? Un pochino come tutti questi CULBIANCHI a fine mese ancora smarriti tra le pietraie in mezzo ai campi arati? E questi improbabili drappelli di CINCE MORE che risalgono il greto del fiume Tagliamento, tra Gemona del Friuli e Venzone (Ud), in mezzo a salici e arbusti magredili, una dozzina qui, mezza dozzina più a valle, che programmi hanno? Da dove spuntate e dove siete dirette? Ziu Zui Ziu Zui, Gjovedì Gjovedì andate forse in Mexico Mexico? O siete dirette sui monti a fare compagnia a quella sospettosa BECCACCIA che si invola a pochi metri dai piedi di Bruno, svelandoci forse le sue reali intenzioni? Che cosa ne è stato di tutto ciò che avevamo imparato a conoscere? Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Niente da fare. Tutto alla ribalta. Il mondo si trasforma e ci scivola tra le dita.
Allora fermiamoci, a mettere una spunta su ciò che resta. Un sospiro breve ad ogni conferma.
E dunque, a FORAPAGLIE MACCHIETTATI come siamo? Un paio qui, insieme a Pulotto, a San Vito di Fagagna (Ud) tra il 5 e il 6 maggio, un altro a Udine insieme a Bruno nei giorni successivi. Alzate la mano e dite "Presenti!"
Foto di Pulotto |
Vediamo poi, restiamo nell'ambito dei suonatori dismelodici, tipo, cosa mi dite dei RE DI QUAGLIE? Ecco, qui ad alzare la mano tra quelli che ce l'hanno in giardino stavolta sono Skodi (ancora una volta a Udine, in un sito nuovo) e Pulotto (che a Mereto di Tomba (Ud) li colleziona, non si accontenta di uno, si lascia circondare ormai da una mezza dozzina). Ma con un briciolo di grinta anche Gabriele stavolta ne conquista uno a Orzano (Ud) non troppo distante da casa. E come lui anche Renato. E Bruno. Non ve li mostreremo in foto. Conserveremo per voi il loro gracidio nelle nostre orecchie.
Poi vediamo, e le tanto bistrattate CICOGNE NERE? Neanche fossero brutti anatroccoli! Noi, fortunatamente, ci rallegriamo ancora nel trovarle, inaspettate, sul nostro sentiero. Marta di sicuro. E confidiamo che non le spaventi l'idea di prendere dimora anche nel nostro territorio, se è vero, come si vocifera, che lungo il confine, e altrove, non le si degni più nemmeno di uno sguardo...
Foto di Marta Trombetta |
Anche sulle GHIANDAIE MARINE siamo preparati. Non vi diremo dove, non vi diremo come (o meglio, ve lo diremo vagamente, perché sono meravigliosamente tormentabili, lo sappiamo bene, senza bisogno di essere sculacciati da nessuno), ma al momento giusto anche loro compaiono. E al momento giusto fanno il loro dovere. Meravigliandoci sempre. Che io sia Paolo, o Davide, o Renato, o Bruno, o Marta...
Foto di Marta Trombetta |
Ed all'appuntamento, puntualissimi, compaiono anche i GAMBECCHI FRULLINI. Basta sedersi ad aspettarli mentre la marea si alza. Due ciascuno, a seconda di quanti spettatori abbiano a disposizione. Così, in compagnia di Pulotto, il 17 maggio a Pertegada (Ud), sotto gli occhi di una STERNA MAGGIORE, sono in quattro minuscoli topolini zampettanti ad infreddolirsi le zampine nell'acqua alta e a scodinzolare tra i PIOVANELLI PANCIANERA.
Sulle PISPOLE GOLAROSSA, per quanto sbiadite, ormai abbiamo affinato l'udito. E Gabriele, il nostro tecnico del suono, non si lascia ingannare facilmente dall'apparenza.
Sugli stercoraridi poi, facciamo finta di essere diventati addirittura esperti! Anche se tra un paio di sperduti STERCORARI MEZZANI sono sostanzialmente i LABBI a farla da padroni, sbruffoni al solito, prendendosela quasi sempre coi più deboli, neanche fossero tutti remissivi FRATICELLI. Che poi riuscire a centrarli (noi, non loro) in un video, seppure rallentato appositamente per l'occasione, è pur sempre impresa decisamente ardua. Accontentatevi.
Fino a qui, queste residue briciole della migrazione che abbiamo imparato a conoscere almeno in parte ci confortano, o quanto meno ci alleviano quella sensazione di abbandono che il silenzio stampa di alcune specie e di numerosi cantori concede ormai quotidianamente alle nostre giornate... E saremmo quasi tentati di avvilirci, ad uno ad uno, se non ci fossero dei lampi, come inaspettati balzi di FRULLINO in mezzo all'erba davanti agli occhi sorpresi di Tommaso, a regalare in omeopatiche dosi gocce di rivitalizzante luce, per tenere in vita la nostra ostinata curiosità.
Che sia un GABBIANO TRIDATTILO contornato da 6 STERNE ZAMPENERE in RNR Foce Isonzo (Go) il 17 maggio ad allietare la navigazione di Silvano e Matteo (mentre il 18 prosegue il rapporto privilegiato a Marano tra "Angeli e Aquile [Minori]")...
Foto di Matteo De Luca |
... o uno STORNO ROSEO che si permette di suonare la sveglia a casa di Bruno il 23 maggio posandosi spavaldo sull'antenna sopra casa sua a Udine (quella Udine che si dimostra sempre più, nonostante tutto, culla della Biodiversità residua anche se solo per un Blitz)...
Foto di Bruno Dentesani |
... o quello ZIGOLO CAPINERO bramato e trovato da Gabriele a Orzano (Ud) esattamente nel punto in cui nottetempo canterà il suo RE DI QUAGLIE...
Foto di Gabriele Zamò |
E allora qui ci permettiamo una breve digressione (lasceremo la parola, ci auguriamo, ad una approfondita riflessione sul tema da parte del prof. Tommaso) sui punti magnetici disposti lungo il corso degli invisibili fiumi sotterranei che segnano le imprescindibili tappe del percorso migratorio dei viandanti del cielo. Inconfutabile che sia così, per quanto questi percorsi compaiano come indecifrabili tratteggi in tutte le nostre mappe, ignoti al nostro occhio distratto, ma svelati da imprevedibili intuizioni... Non elencherò ora tutte le accidentali comparse a conferma della tesi su questi complicati tracciati, mi auguro sarà argomento di future trattazioni. Giusto una doverosa considerazione su queste Baudelairiane "Corrispondenze", quando a Povoletto (Ud) su quei medesimi "Fiori del Male" di un arbusto a fianco di un vigneto compare il 26 maggio un'AVERLA CAPIROSSA (una delle rare segnalate in provincia di Udine) alla distanza esatta di tre anni e pochi giorni dalla sua (o di una identica compagna) precedente testimoniata sosta. A pochi metri dal punto in cui il giorno precedente si pavoneggiava una GHIANDAIA MARINA.
"Un tempio è la Natura ove pilastri viventi lasciano sfuggire a tratti confuse parole..." (cit. C. Baudelaire) A noi, ottusi profani, l'arduo compito di comprenderle. Prima che sia troppo tardi.