A volte ho la sensazione di essere come una voce che grida nel deserto. Poi fortunatamente prendo consapevolezza che non sto affatto gridando. Il deserto tuttavia è reale. Un deserto assoluto e annichilente. Anzi, nemmeno un deserto, proprio un vuoto cosmico. E così torniamo alla prima frase. Perché forse inconsciamente sto davvero gridando, ma le mie parole non raggiungono nessuno, perché attraverso il vuoto i suoni non si propagano. Forse anche gli uccelli allora stanno gridando. Stanno gridando la loro totale assenza. Ma in questo vuoto che ci circonda non riusciamo a percepire la loro assordante richiesta d’aiuto. Che poi, loro ce la stanno mettendo davvero tutta. Forse vi ricorderete che già ad ottobre sospettavamo che la loro intenzione fosse quella di attirare la nostra attenzione, che in qualche modo ci stessero venendo a cercare, comparendo silenziosamente nei nostri giardini, come se conoscessero la nostra situazione e sospettassero che non avremmo potuto allontanarci da casa. A novembre, nel loro piccolo, anzi piccolissimo, si sono spinti oltre. Ci sono entrati in casa, come questo REGOLO da Stefano a Trieste.
Foto di Stefano Sava |
E noi, nel nostro piccolo, anzi piccolissimo, abbiamo fatto comunque il possibile per accoglierli. Chi più, chi meno, come il mese scorso. Perché il nostro prode Paolo (Utmar) continuando a perlustrare i confini estremi del suo local patch domestico (che, vi ricordo, annovera per quest’anno LUI’ DI HUME, NIBBIO BIANCO, AQUILA DI MARE e un TUFFETTO con un Caschetto Bianco per muoversi in tutta sicurezza, viste le sue abitudini a lanciarsi a capofitto a testa bassa…)
Foto di Paolo Utmar |
è riuscito stavolta a stanare addirittura una MORETTA CODONA, risalita lungo il fiume Isonzo per arrivare a pochi passi dalla sua porta di casa. Le foto sono di Silvano che nei giorni successivi è riuscito a ritrovarla.
Foto di Silvano Candotto |
Foto di Silvano Candotto |
Lo stesso Silvano che nei primi giorni del mese si è trovato il NIBBIO BIANCO all’ingresso della sua dimora adottiva, quella Riserva Naturale Regionale Foce Isonzo, per noi ora irraggiungibile, ma che continua a regalare meraviglie attraverso i suoi occhi. Così come il giardino di Skody. Perché se in FVG quest’anno i LUI’ FORESTIERI hanno deciso farsi notare in qualche modo, il luogo prescelto è proprio quello. Prima ad ottobre, poi a inizio novembre. Manifestandosi solo a lui e a LUI’ soltanto. Ed hai suoi binoscopici scatti. Che stavolta assomigliano ai miei.
Foto di Matteo Skodler |
Foto di Matteo Skodler |
Così, per compensare l’astrattismo, gli abbiamo concesso di dedicarsi, rigorosamente da casa, a soggetti meno accidentali e soprattutto meno frenetici.
Foto di Matteo Skodler |
Foto di Matteo Skodler |
Scommetto che continuate a dubitare che in questo anno di restrizioni l’avifauna residua (mai così dannatamente scarsa) insista a tentare in tutti i modi di raggiungerci. Volete ancora delle prove. Dell’OCCHIOCOTTO a Udine vi ho già raccontato, e so che non vi basta. Quindi immagino che non vi accontenterete nemmeno di un’altra straordinaria sorpresa. Uno SVASSO COLLOROSSO, in centro a Pordenone, nel lago della Burida, trovato da Paolo (Grion).
Foto di Paolo Grion |
Foto di Paolo Grion |
Davvero, non riesco ad immaginare cos’altro possiate aspettarvi. Che un PICCHIO MURAIOLO si arrampichi sulle pareti della vostra casa?
Foto di Luciano Silei |
Foto di Luciano Silei |
No, non fraintendetemi. Queste immagini sono ormai lontano ricordo di quando ad inizio mese potevamo allontanarci. Di quando inaspettatamente nei dintorni della laguna ancora circolava (o meglio pisolava) un immaturo di CICOGNA NERA, osservato il 12 novembre dai colleghi del Corpo Forestale Regionale della stazione di Cervignano del Friuli.
Foto di Giulia Lena CFR |
Foto di Giulia Lena CFR |
Il giorno dopo era ancora lì. E la sua reazione nel vedermi diciamo che era decisamente scontata e prevedibile.
Sarà ancora in zona? Non ci è dato di saperlo. Come non abbiamo modo di conoscere il destino delle GRU che non sono transitate abbastanza a nord della pianura per degnarci del loro saluto.
Dobbiamo imparare ad accontentarci. A muoverci lungo quel fragile confine che esiste tra la libertà e la responsabilità, cercando costantemente di conservare l’equilibrio, come una BALLERINA sul ghiaccio.
Oppure potremmo oltrepassare il limite, azzardando rarità solo per passare il tempo.
Ma anche no. Davvero. Non fa per noi. Ci limiteremo a percorrere quel Filo invisibile che traccia il confine tra la realtà e le nostre speranze, tra il nostro comune e l’universo altrove. E sorrideremo per quel piccolo, anzi piccolissimo, sorriso che il destino vorrà donarci. Con o senza uno stecchino in bocca.
Decisamente lo strano si sente
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