L’argomento oltremodo originale di cui ci è gradito trattare
in questo mese è “La Natura
si riprende i suoi spazi”. Scommetto che nelle ultime settimane nessuno di voi
ha avuto l’ardire di affrontare una simile scottante tematica. E’ una
considerazione talmente innovativa che ci troviamo quasi in imbarazzo a
proporvela così, senza preavviso. Ed è una valutazione dal fondamento così
solido che ci si prospetta inevitabilmente, se non un futuro, quanto meno un
presente a dir poco Roseo.
Foto di Bruno Dentesani |
Concedeteci tuttavia la libertà di affrontare il discorso al
solito modo. Il nostro. Cominciando da questo mostro alieno. Lo conoscete?
Si chiama IBIS SACRO. Fino ad una decina di anni fa non era
nemmeno incluso nelle varie Check-list del FVG. Non se ne prendeva in
considerazione minimamente l’esistenza. La Comunità Europea
lo include nell’elenco delle specie aliene da eradicare (salvo che poi manchi
concretamente il programma attuativo, almeno in Italia, per farlo davvero). E
lui, arrogantemente, sentitosi chiamato in causa, prima conquista e poi invade
il territorio. Si riprende il suo spazio. Che suo non è mai stato. Ma che come
al solito l’uomo ha contribuito a creargli. Uno spazio ideale talmente ottimale
che nel giro di un paio d’anni gli consente di raggiungere in avanscoperta
senza ritegno le garzaie di ardeidi, marangoni e cormorani distribuite lungo la
laguna, con Paolo Utmar sentinella del territorio che lo intercetta a inizio
maggio piazzato comodamente in quella che potrebbe diventare una delle sue
nuove case, su un’isola lagunare di Grado (Go), ma pare non disdegni nemmeno
gli alloggi prossimi alla RNR Foce Stella (Ud).
Foto di Paolo Utmar |
Eccola, la Natura che si riprende i
suoi spazi. O forse ho sbagliato esempio? Mi state dicendo che in questo caso è
l’uomo che interferisce al solito a suo modo con la Natura ? Concedetemi di
riprovarci, faccio un altro tentativo. Lasciatemi continuare sul Filo delle peripezie del nostro
Paolo, che nelle sue esplorazioni territoriali intercetta a Torviscosa (Ud),
verosimilmente prima segnalazione documentata per la provincia di Udine, un
altro ospite assolutamente inusuale per la stagione. La riconoscete questa?
Foto di Paolo Utmar |
Foto di Paolo Utmar |
Compare negli ultimi anni con una certa regolarità in
inverno in RNR Foce Isonzo (Go), di solito scovata da Silvano e pare prendere il
nome di OCA LOMBARDELLA MINORE per alcuni di quei caratteri che nella foto si
percepiscono (per quanto nell’allerta di tirare il collo si renda meno graziosa
di quanto non sia di solito per atteggiamento e sembianze, cosa che, in modo
particolarmente politicamente scorretto, me l’ha fatta definire “esteticamente brutta
e mezzosangue”, ma senza cattiveria alcuna). A inizio maggio però. In compagnia
promiscua di un’Oca selvatica. Questa natura che si riprende i suoi spazi,
fuori tempo e fuori luogo. Priva di anelli di qualsiasi tipo e di qualunque
altro documento di riconoscimento, non sappiamo assolutamente da dove provenga,
quali siano le sue origini e i suoi genitori, quale sia il suo pedigree (sempre
che ne abbia uno). E non sappiamo nemmeno che fine abbia fatto. Volatilizzata.
Chissà se anche lei si è ripresa uno spazio che era suo. O che invece non lo
era mai stato. Vediamo se con il prossimo mi avvicino alla meta. Sempre
lungo quel Filo che porta a spasso il nostro erratico Paolo arriviamo a quell’Aquila
che era cara a Fabio Perco, ritrovata nell’origine etimologica di Aquileia e
che decisamente prossima a questo sito fa la sua comparsa, anche lei in un
periodo bizzarro. Sempre Paolo, sempre Torviscosa (Ud), AQUILA DI MARE a inizio
maggio.
Foto di Paolo Utmar |
Foto di Paolo Utmar |
Che voglia davvero riconquistare le terre ai cui nomi ha dato i Natali?
O forse rimpinzarsi delle prelibatezze che le fornisce il territorio di nuova
acquisizione, sdegnando le prede abituali per dedicarsi alle nutrienti Nutrie?
Ah, questa natura che si riprende i suoi spazi! Ah no? Perché, non sono forse
autoctone le Nutrie? Almeno l’Aquila sarà contenta. Ed altrettanto chi se la
ritrova a gironzolare sopra la testa, a fine mese, in RNR Foce Stella (Ud).
Tuttavia non demordiamo. Proviamo con una storia quantomeno
commuovente. Ripeschiamo il tema scottante dell’estate 2019. Ve lo ricordate?
Si chiamava FRATINO.
Quel grazioso confidente batuffolino che trotterella tra i
piedi dei bagnanti. E che in FVG è quasi scomparso. Sicuramente estinto dalle
spiagge di Lignano Sabbiadoro (Ud) ai tempi delle invasioni balneari. O meglio.
Era estinto. Perché stavolta davvero si è trovato un alleato virale, il COVID,
che ha chiuso l’accesso alle spiagge alla specie umana (e canina) per un paio
di mesi. E lui cosa ha deciso di fare? Tornare a riappropriarsi di quell’unico
sito che poteva ospitarlo. Eccola finalmente la Natura che si riprende i
suoi spazi! O meglio, fintanto che l’altra natura, quella umana (e canina) non
decida di espropriarglieli. Ovvero dalla seconda metà di maggio in poi, quando
gli esploratori umani inconsapevoli di questo miracolo trascinano pensierosi i
loro incauti piedi (e cani) alla riscoperta di un territorio dimenticato. E
ciao ciao Fratino. Eccola, la vera Natura (umana e canina) che si riprende i
suoi spazi.
Non siete stufi? Se volete insisto. Provo con la storia
della STROLAGA MEZZANA, quella spettacolare creatura che indossando l’abito
estivo occasionalmente decide di farci compagnia anche durante la stagione
calda. Magari a Duino (TS). Concedendosi alle osservazioni di Paolo, Davide e
Skodi in più occasioni.
Foto di Matteo Skodler |
Foto di Paolo Utmar |
Anche lei pronta a riconquistarsi il suo spazio. Uno
spazio nuovo tutto suo. Quello dell’ENPA di Trieste, dopo essere stata
recuperata spiaggiata, ferita e massacrata dalle cornacchie. Forse non era
proprio lo spazio che voleva riprendersi. Insomma, questo presente è davvero così roseo? Dalle segnalazioni
ripetute che riceviamo sembrerebbe tuttavia di sì. STORNI ROSEI ovunque. In
particolare con Skodi a Porto Piccolo (Ts), dove sfrecciano come proiettili,
diretti chissà dove.
Foto di Matteo Skodler |
Foto di Matteo Skodler |
Foto di Matteo Skodler |
Perché questa pare sia la loro prerogativa di quest’anno.
Sfrecciare come proiettili passandoti davanti al naso e scomparire. Qualcuno
riesce ad ingannarli fingendosi ramo (Video di PiZonta) ed attirandoli con l’inganno
sullo stesso albero su cui la
Natura umana li aveva portati a riprendersi le loro ciliegie.
Oppure devi invocare il karma e trovarteli davanti alla
finestra dell’ufficio, come Pulotto a Pordenone.
Foto di Pulotto |
A questo proposito vi
racconterò un aneddoto, che riguarda la Natura esoterica che si riprende i suoi spazi. Il
giorno della prima segnalazione in FVG (Paolo Grion nei magredi di Cordenons, sabato
23 maggio) iniziano le mie peregrinazioni personali. Poco dopo l’osservazione
di Paolo arrivo al biotopo del Magredi di San Canciano, a Campoformido (Ud),
poco distante da casa, dove sono convinto di trovarli. Mentre spulcio a
cannocchiale il gruppo di storni presente nell’aviosuperficie, dietro di loro
in linea d’aria a qualche centinaio di metri sfreccia uno stormo di proiettili
delle dimensioni di uno storno e dai colori contrastati. Li seguo per tre
secondi netti e li perdo. A parte le imprecazioni di rito mi convinco che la
suggestione ed il riverbero possono avermi ingannato. Tra i compagni di merende
allora si sbilancia Tommaso a confortarmi con un “Tranquillo, li ritroverai,
parola di [omissis]”. Ecco. Per una settimana ho percorso tutte le strade della
provincia di Udine, sfiorando in anticipo o ritardo il loro roseo arrivo. So che
non ci crederete, ma chiedete a Bruno se domenica 24 per caso non ha visto
forse 4 Rosei proprio lungo la ciclabile che costeggia il biotopo di
Campoformido. Tutti gli altri siti non ve li nomino. Vi dico solo che giovedì notte
ho un cedimento e chiedo a Tommaso di sfatare l’anatema. Lui mi risponde con
queste testuali parole “Col potere conferitomi dall’orbettino in testa
pronuncio questa frase: che lo storno non ti storni ma che torni e ritorni”. Venerdì
mattina sull’onda dell’entusiasmo di questa litania esco di casa e punto dritto
verso il biotopo di Campoformido (dove sono passato inutilmente comunque quasi
tutti i giorni precedenti). Non serve nemmeno che lo raggiunga. All’altezza del
cimitero che precede il biotopo un nugolo di una ventina di proiettili rosaneri
mi attraversa la strada ad un paio di metri dal parabrezza. Grazie Tommaso! Ci
voleva tanto? Ah, questa misteriosa natura stregonesca che si riprende i suoi
spazi.
Foto della Foto di Bruno Dentesani |
E non siamo per caso contenti di incontrarla? Specie quando
è proprio lei a dircelo. “Pleased to meet you. Pleased to meet you. Pleased to
meet you”. Non so se avete presente l’effetto che fa sentirlo per la prima
volta dal vivo e riconoscerlo subito sporgendo la testa dal finestrino dell’auto.
“Pleased to meet you”. Trovalo tu. “Pleased to meet you”.
Una ciliegina rossa su un pino! Che CIUFFOLOTTO SCARLATTO cordiale e disponibile. Solo per dirci che era contento di vederci, in questo roseo, roseissimo presente.
Foto di Marta Trombetta |
Foto di Marta Trombetta |
Foto di Marta Trombetta |
Dovremmo forse dubitarne? Solo perché alcune specie i propri
spazi non sembrano riprenderseli più, siano ALBANELLE MINORI o AVERLE CENERINE,
che i loro territori in provincia di Udine paiono averli smarriti per sempre.
Foto di Paolo Zonta |
Magari al loro posto quest’anno faranno capolino quelle AVERLE CAPIROSSE che
almeno in migrazione si sono fatte abbastanza notare.
Foto di Marta Trombetta |
Cerchiamo di essere ottimisti. In fondo la RONDINE ROSSICCIA
si è ripresa anche quest’anno il suo spazio. O il suo sasso.
Disegno e Foto di Stefano Sava |
Mentre la sua omonima vanitosa, la RONDINE , ha conquistato un
territorio nuovo. Lo specchio!
Foto di Paolo Zonta |
Foto di Paolo Zonta |
Così come le diversamente Rondini di Mare, STERNE ZAMPENERE
riconquistano lo specchio d’acqua in RNR Foce Isonzo (Go), dopo aver vagato
come loro solito sui campi nei dintorni di casa di Paolo Utmar.
Anche le GHIANDAIE MARINE sono tornate ad alloggiare dove
erano state amabilmente accolte negli anni precedenti.
Foto di Paolo Utmar |
Ok, d’accordo che il
distanziamento sociale vale per tutti, ma concediamo loro un poca di
intimità comunque.
PAVONCELLE e CAVALIERI D’ITALIA difendono strenuamente lo
spazio (terreno ed aereo) che si sono conquistati nel tempo e vogliono saldamente conservare anche
in questa nuova Stagione Calda, in barba ai FALCHI DI PALUDE e agli altri famelici predatori.
Foto di Paolo Zonta |
Foto di Paolo Utmar |
Foto di Paolo Utmar |
E poi ci sono quelle situazioni promiscue, in cui si formano
delle strane alleanze, tipo tra SALTIMPALO e STRILLOZZO per difendere il
proprio futuro dalle intromissioni del CUCULO.
Foto di Marta Trombetta |
Foto di Marta Trombetta |
Foto di Marta Trombetta |
Insomma, non so se la natura si sta riprendendo i suoi
spazi, ma di sicuro ci osserva da vicino.
Lei, o chi per lei.
Foto di Matteo Skodler |
Foto di Matteo Skodler |
E non solo l’avifauna si interroga perplessa su come
affronteremo il futuro, ora che potremmo aver imparato una lezione nuova.
Quella che riguarda la conservazione degli spazi, dei territori, delle libertà,
dei valori. Se davvero l’abbiamo imparata, saremo in grado di ricordarla?
Foto di Matteo Skodler |
Per concludere, visto che la Natura riconquista i suoi
spazi, come avieri Pivieri (magari Tortolini sulle cime dei monti, mentre di
altri assai più rari ed orientali vi racconteranno meritatamente i
protagonisti), io oggi ho lavato la macchina. E di Natura che si riprende i
suoi spazi ne è venuta fuori un sacco. Soprattutto Golem e Spaventosi Mostri di
Terra ancora vivi. E visto che ci siamo, ecco cosa succede quando la Natura si prende i propri spazi mentre state fotografando il panorama in laguna. Sotto forma di Dittero Alieno. E ve ne accorgete a casa.