Dev’essere
il caldo, che svapora nel riverbero tutte le nostre convinzioni. Dev’essere la
consapevolezza che ogni torrida giornata accumulata lungo il percorso si
trasformerà inevitabilmente in un nuovo ed imprevedibile cataclisma a riempire
di destabilizzante incertezza le nostre quotidiane considerazioni. Dev’essere
questa condizione di instabile fragilità a trasformare il mese di agosto nel
regno dei fantasmi e delle allucinazioni, con evanescenti creature che si
materializzano solitarie ed inaspettate al limite dello sfocato orizzonte,
enigmi complessi ed a volte irrisolvibili che si insinuano nel nostro
subconscio e turbano, con la loro semplice comparsa, la nostra volontà di dare
un significato conclusivo e concreto ad ogni esperienza reale ed invece ci
costringe a sospendere il giudizio, fino a quando non troveremo uno strumento
adatto per focalizzarci sul vero obiettivo della nostra ricerca. Forse, in
fondo, dobbiamo solo cambiare macchina fotografica.
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Il fantasma dell'Usignolo maggiore |
Ecco.
Questa potrebbe essere già un’ottima soluzione. Ma vi racconteremo alcuni
aneddoti di questo mese per dimostrarvi che non sarebbe comunque sufficiente.
Partiamo proprio dalla creatura che nella precedente foto si vede e non si vede
(più la seconda affermazione che la prima). L’Usignolo lo conoscono tutti, di
nome almeno. Il rinomato canto dell’Usignolo è un tema letterario. Poi, in
realtà, le sue digressioni sonore possono piacere o meno, questo è un concetto
soggettivo, e ci sarebbe da capire quanti effettivamente l’hanno (consapevolmente)
mai sentito cantare. Ma un’altra è la domanda più interessante, quanti ne hanno
mai visto uno, considerata la sua ritrosia a manifestarsi palesemente allo
scoperto? E comunque, fin qui, non ci sarebbe nulla di straordinario, se non
fosse per quel piccolo particolare del suo “sosia”, quel dannato Usignolo
maggiore che oltre ad assomigliargli particolarmente, tende ad avere la sua
stessa predisposizione a schivare abilmente i luoghi esposti al pubblico e che
ad ogni stagione post riproduttiva tra agosto e settembre si prende la briga di
insinuarsi nei peggiori cespugli del nord-est (e sicuramente altrove) emettendo
vocalizzi al limite dell’emulazione del suo omonimo nostrano. Questo dunque il
primo enigma. Come possiamo riconoscere queste due creature senza riuscire in
alcun modo a vederle (e documentarle fotograficamente) ma solo attraverso la
registrazione dei loro vocalizzi tardo estivi (badate bene, non del canto, che
ad un orecchio allenato potrebbe mostrare elementi più evidenti utili al
riconoscimento)? Intanto, ci sforziamo di registrare tutte le sonorità
usignolesche che esulano dai richiami standard. Proviamo (con l’aiuto costante
del Giuss) a studiarne il sonogramma. Ci concentriamo su quegli elementi che ritornano
sistematicamente nelle documentazioni (la frequenza sopra i 4k hertz, la forma
e le caratteristiche della traccia…) e che apparentemente sono compatibili con i
vocalizzi disponibili di Usignolo maggiore piuttosto che con quelli di Usignolo. Ne trovate alcune qui, le prime registrate
tra il 4 ed il 5 agosto al confine tra Varmo e Codroipo (Ud).
https://xeno-canto.org/forum/topic/56902
https://xeno-canto.org/820581
https://xeno-canto.org/820580
le
successive documentate da Niccolò (Fagotto) e Aldo (Callegarin) presso il
laghetto di San Quirino (PN) la mattina del 20 agosto
https://xeno-canto.org/824135
https://xeno-canto.org/824228
Ma
più approfondiamo l’argomento e più ci rendiamo conto che la variabilità
rischia di compromettere le nostre (seppur accurate) valutazioni. Allora
cerchiamo di impegnarci ancora di più. E quando quel verso sibilato e
squillante compare di nuovo (mescolato agli sgraziati richiami delle cannaiole)
il 23 agosto in RNR Foce Isonzo (Go)
https://xeno-canto.org/824624
ci
adoperiamo in tutti i modi per documentare visivamente l’invisibile cantore. E
fortuitamente (nonostante la strumentazione e la scarsa destrezza) in qualche
modo ci riusciamo.
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Il fantasma dell'Usignolo maggiore |
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Il fantasma dell'Usignolo maggiore |
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Il fantasma dell'Usignolo maggiore |
Certo,
le immagini sono al limite inferiore della capacità documentative. Ma gli
elementi utili (il disegno della testa, i caratteri dell’occhio, la rima
buccale, le strie malari, il disegno del petto e la colorazione generale) sono
tutti percepibili. Con un piccolo sforzo potremmo anche inventarci di valutare
la lunghezza della prima primaria.
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Il fantasma dell'Usignolo maggiore |
Questo
ci consente una considerazione. E’ vero che ci sono creature che emettono
sonorità compatibili con l’Usignolo maggiore che non riusciamo a documentare
fotograficamente e che siamo costretti (almeno in alcuni casi) a tenere in
sospeso. Tuttavia, quando le medesime creature si lasciano documentare,
risultano ufficialmente Usignoli maggiori. Questo dovrebbe segnare un punto a
nostro favore. Ma preferiamo comunque muoverci in modo cauto in questa nostra
esplorazione perché puntualmente ci scontriamo con ulteriori enigmi, sempre in
relazione a questo medesimo argomento. Stesso giorno, stesso sito. Un Usignolo
decide di rompere il suo esilio tra i rovi e mostrarsi in tutta la sua
spavalderia.
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Usignolo esibizionista |
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Usignolo esibizionista |
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Usignolo esibizionista |
Qualche
scatto ed i dubbi che non si tratti di un Usignolo vengono rapidamente fugati. Colorazione
generale rosso mattone / ruggine senza contrasti tra corpo e coda, petto
camoscio / sabbia uniforme senza lunettature, anello perioculare marcato,
assenza di strie malari… Fenotipicamente nulla ci porterebbe a ritenerlo un
Usignolo maggiore. Le foto sono stranamente decenti, al punto che ci viene la
curiosità di andare a vedere se si riesce ad apprezzare la lunghezza della
prima primaria. E qui qualcosa ci lascia perplessi. Perché forse è solo una
nostra illusione, forse la prima primaria non si può vedere, forse è ben
nascosta, forse quello che vediamo è solo un miraggio. Ma se quello che vediamo
è la realtà, allora questa prima primaria (che compare tra la fine dell’alula e
le copritrici delle primarie) è corta ed il nostro Usignolo non dovrebbe averla
così.
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Ambiguità primarie |
Ottimo.
Il primo pensiero che ci percorre la mente è quello di eliminare queste foto.
Di fare in modo che questa creatura aberrante non esista. O per lo meno, il
fatto che ci metta un pochino in crisi non deve essere reso pubblico. Poi decidiamo
che non è vero, quella che vediamo non è la prima primaria, che nelle foto dal
vivo ad ala chiusa la prima primaria non si può valutare. E’ un Usignolo
normalissimo. Punto. Ma visto che le foto ci sono proviamo ad approfondire un
ulteriore dettaglio. Quante primarie si riescono a vedere nella proiezione
alare a partire dalle terziare. Che parolone difficili. Ad ogni modo, le guide
dicono che “di solito” nell’Usignolo se ne contano 7 e nell’Usignolo maggiore 8
(o 7). Bene. La casualità (davvero) vuole che esista una foto in cui questo
conteggio è davvero possibile (almeno sulla carta “fotografica”, non in mano,
badate bene). E qui si materializza il dramma cosmico. Possiamo raccontarci tutte
le storie che vogliamo, ma nella foto di questa demoniaca creatura (che
contingentemente ci mostra un sotto coda completamente candido, privo di
eventuali screziature da Usignolo maggiore), nell’ala sinistra si contano 7
primarie sporgenti, nell’ala destra se ne contano 8. Non che significhi nulla
tutto questo, Usignolo è ed Usignolo resta (o invece è un ibrido?), ma giusto
per dire che l’inganno dell’apparenza e dell’ambiguità è sempre dietro
l’angolo. Un pochino, è giusto confessarlo, ci viene da sorridere, perché
riusciamo comunque a farci deridere anche dalla documentazione che siamo
riusciti a raccogliere.
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Ambiguità primarie |
Probabilmente
siamo riusciti a tediare molti di voi con questa digressione, ma avevamo il
desiderio di condividere queste nostre debolezze. Ci faceva piacere che di
queste riflessioni e di questi destabilizzanti enigmi restasse una minima
traccia, per aiutarci ad affrontare la realtà con umiltà e curiosità (e meno
arroganza e superficialità) spingendoci ancora una volta a documentare tutto il
possibile pur consapevoli che il materiale disponibile potrebbe non essere
sufficiente a dare un nome preciso ai nostri avvistamenti (alla facciaccia
solita di chi non documenta nulla ma ha un nome certo per ogni creatura).
Perché se non fosse stato proprio per la documentazione raccolta e per la sua
tempestiva condivisione (e qui ringraziamo tutti quelli che hanno fornito
supporto in questo mese alle nostre continue richieste, dal Giuss ad Andrè, da
OJ a Mattia, da Giacomo ad Alex e a tutti gli altri) alcune osservazioni di
questo mese non avrebbero assunto il loro vero valore. E non parlo solo di quei
Gabbiani (reali pontici) che un poco alla volta ci alleniamo a riconoscere, ma
che se compaiono in piena estate rischiano di metterci in difficoltà.
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Gabbiano reale pontico estivo |
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Gabbiano reale pontico estivo |
Anzi,
visto che ci siamo vi propongo adesso il quiz di questo mese. La sagoma da
indovinare è addirittura inanellata. Diciamo che il quiz vero sarebbe quello di
riuscire a leggere l’anello (io non sono stato in grado di farlo). Ma ci
accontentiamo se indovinate la specie, entro sette giorni come al solito, poi
avrete la soluzione.
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Foto quiz |
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Soluzione Foto quiz - Sterna maggiore (davanti a Sterna comune) |
(Questo anello invece si legge e ci dice che questo Gabbiano comune ospite della Spiaggia del Fratino è stato inanellato in Ucraina a maggio del 2022)
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Gabbiano comune ucraino - Foto di Paolo Grion |
Dicevamo,
la documentazione. Per esempio, si fa presto a dire Labbo. Ma è davvero così?
Perché quando si prendono la libertà di tormentare sterne e gabbiani è più facile
che mettano in mostra comportamenti e caratteri che ci aiutano a determinarli,
ma quando nel loro vagabondaggio incrociano per qualche istante il nostro senza
mostrare particolari atteggiamenti bellicosi allora è meglio raccogliere tutti
gli elementi utili per comprendere quale sia la loro vera identità. E così,
Paolo (Utmar) e Davide (Scridel), già sorpresi di trovarsi al cospetto della
confidenza di una di queste creature, hanno potuto sorridere nel confermare uno
dopo l’altro i caratteri essenziali che hanno permesso di dare un nome
altisonante a questo soggetto. LABBO CODALUNGA!
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Labbo codalunga con Gabbiano reale - Foto di Paolo Utmar |
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Labbo codalunga con Gabbiano reale - Foto di Davide Scridel |
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Labbo codalunga con Gabbiano reale - Foto di Davide Scridel |
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Labbo codalunga - Foto di Davide Scridel |
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Labbo codalunga - Foto di Davide Scridel |
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Labbo codalunga che se ne va - Foto di Paolo Utmar |
Discorso
simile vale anche per i rapaci. Si fa presto a dire “Xe un falco”. Sarebbe
bello aprire una parentesi sui cultori di “Falchi e poiane”, quelli che sanno
per certo che “Questo è un falco, perché la poiana è più scura”, quelli che è
meglio se non mostri loro delle foto di Falco pecchiaiolo, di Biancone perchè chissà cosa si inventano...
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Falco pecchiaiolo - Foto di Bruno Delbianco |
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Biancone - Foto di Matteo De Luca |
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Biancone - Foto di Matteo De Luca |
Diurni
o notturni, il destino di questi rapaci non cambia, perchè di notte esistono solo gufi e
civette. Tutto il resto è pura fantasia.
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"Real" Civetta - Foto di Paolo Utmar |
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La notte Leoni, la mattina Assiol'oni - Foto di Giosuè Cuccurullo |
Insomma,
non ci vuole niente a determinare i rapaci, non importa che si tratti di un Falco
pellegrino o di un lodolaio, “se xe un falco, xe un falco”.
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Falco pellegrino - Foto di Stefano Sava |
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Lodolaio - Foto di Paolo Utmar |
Perché
qualcuno dovrebbe sforzarsi a fotografare quel rapace distante, non so, tipo
Aldo (Callegarin) (e prima di lui Sergio Vaccher), che sembra a tutti gli
effetti un Lodolaio, che per ambiente e periodo possiamo dare per scontato (Xe
un falco, per la miseria) ma che in fin dei conti non ti convince del tutto,
perché quel colorito aranciato non ti convince, quel disegno della testa,
quella struttura particolare…? E allora quelle foto, che per fortuna esistono,
vengono rapidamente condivise e quello strano lodolaio si trasforma in uno
strepitoso ed imprevisto FALCO DELLA REGINA.
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Falco della regina - Foto di Aldo Callegarin |
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Falco della regina - Foto di Aldo Callegarin |
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Falco della regina - Foto di Aldo Callegarin |
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Falco della regina - Foto di Aldo Callegarin |
Ricordiamoci
però che siamo in agosto, il mese dei fantasmi e delle allucinazioni, in cui
creature evanescenti compaiono e scompaiono nel giro di un istante. Si chiama
migrazione. Un tempo riempiva i cieli, le chiome degli alberi, i cespugli, i
prati. Ora i prati e i cespugli non esistono più, le chiome degli alberi sono
schiantate al suolo insieme alle loro radici e di ciò che riempie i cieli è
meglio non parlare. Dobbiamo accontentarci di singole creature che
saltellano smarrite nella vegetazione residua e cerchiamo di continuare a
chiamare migrazione queste elusive comparse.
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Rigogolo - Foto di Bruno Delbianco |
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Luì verde - Foto di Bruno Delbianco |
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Canapino maggiore - Foto di Bruno Delbianco |
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Beccafico - Foto di Bruno Delbianco |
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Sterpazzola - Foto di Paolo Zonta |
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Bigiarella - Foto di Daniele Barbera |
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Il salto della Quaglia - Foto di Bruno Delbianco |
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Il salto della Quaglia (particolare) - Foto di Bruno Delbianco
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Qualcosina
in più effettivamente possiamo ancora trovare dove sopravvive qualche residuale
ambiente umido (Video di Paolo Zonta).
Creature
grandi e piccole potrebbero gravitare attorno a questi microcosmi, per tempi
più o meno lunghi, con intenzioni più o meno stabili e stanziali.
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Sgattaiolante Tarabusino - Foto di Paolo Utmar
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Fenicottero timidone - Foto di Matteo De Luca
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L'asilo delle Folaghe - Foto di Paolo Utmar
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Marzaiole & Cinghiale (Colpo doppio) |
Altre,
di solito più minute, transitano per brevi istanti in questi luoghi, dal mare
alla montagna, prendendosi piccole pause nel loro eterno viaggio di limicoli
vagabondi.
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Gambecchio comune quasi costiero - Foto di Marta Trombetta |
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Piri piri boscherecci di pianura (con intruso) - Foto di Daniele Barbera |
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Piro piro boschereccio d'alta quota - Foto di Marta Trombetta |
Tra
loro, alcuni risultano più attraenti ma inevitabilmente evanescenti,
soprattutto per le consuete capacità documentative dell’osservatore. Passi per
il Piviere dorato fuori stagione che si nasconde tra le Pivieresse ma che
rivela inevitabilmente la sua identità per dimensioni, piumaggio e candido sottoala
(tradendo la nostra speranza che si riveli di un altro colore).
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Piviere dorato fuori stagione |
E
passi anche per il Gambecchio frullino (anzi, per i Gambecchi frullini, almeno
tre insieme, infrattati e pisolanti tra i Piovanelli pancianera) che, sebbene
sgranato, vi diamo la possibilità di determinare adeguatamente grazie a foto e
video.
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Gambecchio frullino (evanescente) con contorno misto |
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Gambecchio frullino (evanescente) con contorno misto |
Ma
cosa dobbiamo dire del Falaropo beccosottile? Tra i limicoli uno dei più
graziosi, spesso di una confidenza estrema mentre nuota nell’acqua bassa
librandosi sulla superficie come un piumino leggero, in grado di regalarci
emozioni e scatti memorabili. Cosa dobbiamo dire di lui quando ci si presenta
distante, oltre la capacità documentativa di qualsiasi strumento ottico, e
oltretutto decide di camminare sulla melmosa terraferma invece di danzare sul
pelo dell’acqua come sua consueta abitudine? Cosa dobbiamo dire di lui se non
che dovrete perdonarci per quanto troverete qui sotto e chiedendovi
anticipatamente perdono se vi sanguineranno gli occhi quando guarderete il
video che ci rimane a testimonianza della sua comparsa?
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Trova il Falaropo beccosottile (stilizzato) |
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Falaropo beccosottile con Pantana (stilizzati) |
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Falaropo beccosottile (stilizzato) |
Facciamo
così. Visto che di limicoli stiamo parlando, apriamo una piccola parentesi su
quelli che negli ultimi anni sono (fortunatamente) diventati meno evanescenti
in un sito sul quale alcuni (mannaggia a loro) non avrebbero puntato un
nichelino. Sito che (non tanto per come è iniziata, ma per come è proseguita la
stagione, che dal monitoraggio nazionale limitato al mese di maggio rischia di
fornire risultati sfalsati quanto meno sul successo riproduttivo della specie)
si è rivelato essere per il 2023 il più importante per la regione FVG proprio per quanto
concerne l’involo di nuovi nati. In fondo, se si chiama SPIAGGIA DEL FRATINO ci
sarà un motivo. Visto che il 30 agosto l’intera area, salvo un residuo
brandello, è finita interamente sott’acqua, possiamo tranquillamente fornirvi
in sintesi i risultati di questa altalenante annata.
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Spiaggia del Fratino sottacqua - Foto di Giosuè Cuccurullo |
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L'ultima spiaggia - Foto di Giosuè Cuccurullo |
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Fratino di scoglio - Foto di Paolo Grion |
La
notizia (di assoluto rilievo se considerate i desolanti decenni precedenti) è che per il
terzo anno di fila (dopo quel sottovalutato maggio 2021 seguito da un
miracoloso agosto e dalla straordinaria ed inaspettata stagione 2022, prima annata
di effettiva tutela) la specie si è riprodotta con successo in questo minuscolo
lembo di volubile terra emersa (si fa per dire). Ed il successo è stato ancora più sofferto e
gratificante perché le 5 (o meglio 6) coppie che si sono insediate in primavera
non hanno desistito nonostante i primi ripetuti insuccessi e le decine di uova andate perse (per mareggiate,
cornacchie, gabbiani, animali domestici ed ostilità umane di vario tipo ed a vario livello…) ed
hanno portato a termine le loro imprese, assistiti da un drappello davvero
sparuto di angeli custodi ai quali va il meritato plauso di non aver ceduto al
desiderio di mandare tutto e tutti, ma soprattutto alcuni, a “Fare delle grosse
Q”, ma hanno saputo resistere insieme ai loro piumati paladini, portando
all’involo ben 9 dei 13 pulcini nati, tutti documentati e ciascuno con una sua identità, dai 3 Citrullini all'ultimo Pulcinello. Qui le immagini del più ritardatario di
tutti, il nostro amico Pulcinello appunto, pronto proprio in questi giorni a spiccare il volo. (Video di Paolo & Chiara)
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Pulcinello mimetizzato con genitore e Gabbiano comune sonnacchioso |
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Pulcinello e genitore - Foto di Paolo Grion |
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Pulcinello - Foto di Paolo Grion |
Non
sappiamo ancora dirvi quale sarà il futuro di questo piccolo paradiso. Grazie allo
sforzo di pochi (e nonostante l’assenza di molti) un piccolo (ma consistente)
passo in questi due anni è stato fatto. Quanto dureranno le energie e le
risorse per conservare questo risultato non lo sappiamo. Intanto a inizio
settembre ci farebbe davvero piacere che qualcuno venisse a darci una mano a
rimuovere i pali e le reti. Non ci crederete ma l’ultima volta (l’ennesima di
questa stagione) che abbiamo dovuto risistemare la recinzione, in agosto, uno
di noi (quello che non beve e non mangia) ha rischiato di svenire. E di finire
in pasto ai nuovi ospiti del sito, i famigerati Granchi blu.
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Ospite alieno nella Spiaggia del Fratino |
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Ospite alieno pronto all'invasione - Foto di Paolo Utmar |
A
proposito di colore Blu, vi concediamo di rifarvi gli occhi con alcuni scatti
di una delle creature più affascinanti che ha deciso negli ultimi anni di
soggiornare regolarmente e sempre più diffusamente in FVG, quella GHIANDAIA
MARINA un tempo considerata presenza eccezionale e che oggi è possibile
incontrare con un minimo sforzo, al punto che potrebbe uscire a breve
dall’elenco delle specie che meritano l’allerta Birder.
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Ghiandaie marine - Foto di Matteo De Luca |
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Ghiandaie marine - Foto di Matteo De Luca |
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Ghiandaia marina - Foto di Matteo De Luca |
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Ghiandaia marina - Foto di Matteo De Luca |
A
proposito di Birder(s) e di allerte, la Stagione Calda 2023 si è conclusa,
mentre anche l’avventura dei nidificanti è ormai agli sgoccioli. E’ ora di
prendersi del tempo per sistemare i dati raccolti (e per riposare).
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Torrido agosto versione pisolino |
Ma
le esplorazioni della squadra Tringa continueranno, con i mezzi disponibili e nonostante
le avversità atmosferiche, via terra, via mare e tra i rami degli alberi. Lasciamo
alla vostra immaginazione la libertà di attribuire un’identità al fantomatico
individuo (farà davvero parte della squadra?) immortalato nell’ultima foto e la
possibilità di unirvi a noi (e a lui).
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Torrido agosto versione "La mia auto è Green" |
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Torrido agosto versione "Maldimare" - Foto di Marta Trombetta |
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Attenti al Gori-i-i-i-lla! (e al Gibbone) - Foto di Marta Trombetta |