mercoledì 31 maggio 2023

Resoconto Mensile Tringa - Maggio 2023

 

Ditemi voi, di che cosa vorreste che parlassimo stavolta? Quali argomenti ci sono rimasti ancora da affrontare? Volete forse parlare del Tempo, che scorre inesorabile tracciando solchi indelebili sui nostri volti, sui nostri corpi, nella nostra anima (che solo lui pare sapere dove si nasconda), su questa Terra sofferente, arida, riarsa e poi, in un solo istante, travolta da quell’altro Tempo (quello con la Meteo maiuscola) di cui spesso si parla al solo scopo di riempire i vuoti relazionali e comunicativi e che sarebbe invece tema da affrontare con estremo realismo ed intensa consapevolezza. O magari, per una volta, visto che questo dovrebbe essere un sito che tratta esplicitamente di Birdwatching in FVG, potremmo per una volta dedicarci a quello, anche perché difficilmente ormai, temo, di un simile argomento troverete traccia altrove. Che poi, possiamo tormentarci, resistere, combattere, raccogliere dati, realizzare progetti, difendere creature ed ecosistemi, tutto purché la nostra presenza resti invisibile, la nostra voce inascoltata, la nostra esistenza censurata, per non alterare i geologici e paradossali squilibri dell’ornitologia ufficiale. Tutto purché non si sappia che il Re è Nudo ed il Segreto di Pulcinella non venga alla luce…

Pulcinella di mare nel Golfo di Trieste - Foto di Paolo Utmar

E allora niente. Faremo finta che tutto quello che troverete in questo Post o, in generale, in questo Blog non esista realmente, in modo che nessuno si senta svilito dalle nostre parole, dalle nostre osservazioni, dalle nostre attività. In modo che nessuno possa pensare “Caxxo, se la gente sapesse tutto quello che fanno questi, noi ci faremmo la figura degli incapaci totali. Dobbiamo continuare a censurarli a tutti i costi” (salvo che poi magari qualcosa sfugge al controllo e finiamo per sbaglio sui canali pubblici, ma non era realmente nostra intenzione… se volete l'intero video basta chiedere...)

https://www.facebook.com/watch/?v=817366390041385

Pulotto!

Ecco allora, perché nessuno possa pensare o dire una cosa del genere, vi racconteremo tutto come se fosse una finzione, il semplice frutto della nostra immaginazione. A partire dal Segreto di PULCINELLA (DI MARE) appunto, emerso dalle acque del Golfo di Trieste il 26 maggio 2023, a distanza di otto anni (giorno più giorno meno) dall’ultima comparsa del 2015. Testimone in entrambi i casi il Prode Navigatore Paolo Utmar, unica differenza la strumentazione disponibile (e la distanza) nelle due occasioni. Trovatela voi una bestia simile in Alto Adriatico. Ah, dimenticavo, è tutta una nostra montatura.

Pulcinella di mare nel Golfo di Trieste - Foto di Paolo Utmar

Pulcinella di mare nel Golfo di Trieste - Foto di Paolo Utmar


Pulcinella di mare nel Golfo di Trieste nel 2015 - Foto di Paolo Utmar

Allora, a proposito di montature, ve ne mostriamo un altro paio, subito, così, senza pensarci due volte. La prima è una specie nuova per la Stagione Calda in Provincia di Udine (per quelli che sono formali diremo Ente di Decentramento Regionale di Udine, finché non cambierà nome un’altra volta). Ve la ricordate la Stagione Calda? No? Ve la ricordiamo noi (nella nostra finzione, ovvio, i canali ufficiali non vogliono che se ne parli. Per altro, tranquilli che faremo il possibile per aggiornarla in tempi brevi, ve lo racconteremo a tempo debito in uno dei futuri episodi di questa fantasiosa saga).

http://tringa-fvg.blogspot.com/2020/06/e-arrivata-la-stagione-calda.html

Dicevamo, specie nuova per la Stagione Calda. Ai suoi tempi l’avevamo inclusa tra le specie mancanti, quindi effettivamente ci aspettavamo di incontrarla, prima o poi, al momento giusto…

La Stagione Calda 2016-2019 - Tringa FVG

Ma le spigolature sono sempre dietro l’angolo. Ed incontri simili capitano sempre nel momento meno opportuno. Magari nel tardo pomeriggio di una giornata impegnativa quando sei già a farti un pisolo in pigiama, hai silenziato il telefono e il Pulotto che cerca di indentificare la creatura rimane con l’auto in panne con la batteria esausta ed è costretto a vagabondare altrove per ricaricarla. Ma soprattutto, capitano il 14 di Maggio, che per voi non significa niente, ma per i cultori della Stagione Calda significa che anche se schizzi fuori dal letto in pigiama e pantofole e ti fiondi a Terzo d’Aquileia per trovarti con Pulotto e Bruno Delbianco nel tentativo (efficace, nonostante la distanza siderale) di ricontattare la strana creatura, tutto questo sforzo non vale, perché siete comunque fuori periodo utile. A monte allora. Tutto da rifare. Ti tocca svegliarti il 15 Maggio prima dell’alba e tornare a piazzarti al margine di quell’unico campo allagato e sperare che il sole illumini tra tutte le improbabili presenze anche la sagoma dell’animaletto osservato la sera precedente. E, per stavolta, l’imponderabile si concretizza. E l’ospite straniero a poco a poco si avvicina abbastanza da essere il più confidente tra i limicoli zampettanti tra pozze, steli e zolle, neanche fosse davvero un PIOVANELLO PETTORALE.

Piovanello pettorale

Piovanello pettorale

Piovanello pettorale

Piovanello pettorale e Corrieri grossi

Potremmo fare un discorso simile (per astratto, ovviamente, nulla di reale) per la STROLAGA MINORE presente (per diversi giorni) fino al 14 Maggio al Lago di Cavazzo. Discorso simile in tutto e per tutto, se non fosse che, mannaggia a lei, il 15 Maggio e nei giorni successivi non si farà più trovare. Così, per il momento, dovrà restare inclusa in quel dannato elenco delle specie mancanti. 

Strolaga minore - Foto di Marta Trombetta (con video)



E, per restare in tema, ve ne piazziamo ancora un paio di queste nuove presenze per la Stagione Calda. Presenze che nonostante la nostra lungimiranza non avremmo in realtà immaginato (o immaginato nella realtà) di includere. O meglio, per una di queste l’anno scorso c’era stata una sorta di “visione presagio” durante l’Urban Bird Blitz a Udine.

http://tringa-fvg.blogspot.com/2022/05/tringa-urban-bird-blitz-2022.html

Ovvero la comparsa inaspettata a fine giornata di un minuscolo rapace posato a terra in un campo arato. Un minuscolo rapace che avrebbe già dovuto essersi trasferito al nord. Immortalato in uno scatto che non gli rendeva affatto merito. Quest’anno l’episodio si è ripetuto. La prestazione fotografica è leggermente migliorata. E soprattutto, stavolta, la fatidica data del 15 Maggio è stata superata. Di un giorno. Così, imprevedibilmente, anche lo SMERIGLIO è entrato a far parte della squadra volante della Stagione Calda.

Smeriglio

Smeriglio

Con lui, altri due ospiti, che definire “plastici” è forse un eufemismo. Se non fosse che per uno dei due, il CODONE DELLE BAHAMAS, approfondendo la ricerca, si scoprirà che ne esiste una popolazione apparentemente “naturalizzata” nel centro-nord Europa…

https://ibisurvey.uevora.pt/it/anas-bahamensis-5/

Codone delle Bahamas

E che l’altro, che ormai seguiamo da mesi, quel solitario IBIS SCARLATTO vagabondo della pianura orientale friulana, potrebbe aver messo in cantiere un insano progetto. Certo, anche questo è solo un altro fantasmagorico costrutto della nostro spensierato divagare.

Ibis scarlatto solitario su nido in garzaia - Foto di Davide Scridel

Perché anche quella storia di tenere d’occhio le Garzaie del FVG, diciamoci la verità, non è un’attività che stiamo realmente effettuando. E’ giusto così, per dire che ci sarebbe anche quella cosa da fare, ma pace, tanto alla fine sulla carta qualcosa verrà pur fuori comunque. Nessuno potrà mai confutarne la veridicità, o no?

Nido di Nitticora - Foto di Renato Castellani

Airone rosso con preda - Foto di Bruno Delbianco

Perché in fondo, queste cose funzionano esattamente al contrario, come se vivessimo riflessi in un mondo capovolto, in cui la realtà è l’esatto opposto dell’apparenza.

I riflessi del Tarabusino

E cosa dire allora della Spiaggia del Fratino? Anche lì, non è mica vero che ci sono sempre quelle due, tre, quattro vittime sacrificali costrette ad immolarsi, con trivella al seguito, per il bene della società tornando a piantare ad ogni mareggiata i pali scalzati (sempre di più) dalle avversità. O a spostare i recinti mobili perché quei dannati FRATINI continuano a produrre uova in siti insidiosi e vergognosamente accessibili. Noi ve lo raccontiamo, ma solo così, per passare il tempo. E nel frattempo ci crucciamo nella speranza che quelle fragili uova si schiudano davvero, sopperendo a tutte le frustrazioni patite fino adesso, tra predazioni, complotti ed alte maree, da questi graziosi passeggiatori della spiaggia.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=717890260337057&set=a.631412335651517

La Fratina AZD - Foto di Giosuè Cuccurullo

Ennesimo nido fuori recinto della Fratina AZD

Ennesimo nido fuori recinto dei Fratini senza nome

Che poi, non ci sono solo loro sulla spiaggia. Come sul palco di un teatro si alternano piccoli protagonisti, dai colori più o meno brillanti, dalle forme più o meno armoniose, dai caratteri più o meno socievoli e confidenti. Alcuni addirittura si allontanano dalla spiaggia, confidando di non essere notati…

Corriere grosso e Corriere piccolo - Foto di Paolo Grion

Gambecchi comuni - Foto di Paolo Grion

Piovanello pancianera - Foto di Paolo Grion

Piovanelli tridattili - Foto di Paolo Grion

Piovanelli tridattili - Foto di Paolo Grion

Pettegola sperduta nei magredi - Foto di Luca Rossi

Occhione nei riordini fondiari - Foto di Paolo Zonta (con video)


E così, scrutando in mezzo a loro da lontano, può capitarvi di immaginare di trovarci un intruso. Stavolta però non è ancora iniziata la Stagione Calda, quindi vale meno. E poi le foto sono davvero pessime. Se possibile peggiori di quelle che avete scattato ad Ottobre 2022 quando la stessa bestia (nel senso proprio del termine, visto che la distanza tra i due punti in cui l’avete osservata è di meno di due chilometri in linea d’aria) si è fatta notare sculettando lungo il limite della marea, mettendo in mostra il suo becco rivolto all’insù e le sue zampe arancio…

http://tringa-fvg.blogspot.com/2022/10/resoconto-mensile-tringa-ottobre-2022.html

Perché per qualche istante, il 5 Maggio, in uno di quei venerdì pomeriggio in cui Giulio Pasinetti vi scorta per qualche ora nelle vostre peregrinazioni, il PIRO PIRO DEL TEREK torna a farsi vedere. Giusto il tempo di inventarlo, a cannocchiale ed in un paio di scatti. Per poi scomparire prima che Pulotto e PiZonta vi raggiungano. A conferma del fatto che, anche stavolta, ci stiamo inventando tutto di sana pianta (in intimo accordo con Giulio). Se non fosse che almeno ci sforziamo di documentarlo, per quanto improba questa impresa si riveli.

Pixel di Piro piro del Terek con contorno vario

Pixel di Piro piro del Terek con contorno vario

Con il GAMBECCHIO FRULLINO, per lo meno, è tutto più facile.

Gambecchio frullino

Che poi, ovviamente, mica sempre è possibile farlo. Ma almeno provarci, cosa ne dite. Un piccolo sforzo, no? Ah, giusto, a cosa serve. Un “Visto bene”, un “Sono sicuro”, un “Identificato senza alcun dubbio”, un “Sentito in canto” valgono più di mille foto e registrazioni. Ingenuo io, chiedo scusa. Ma, così, tanto per parlare, perché anche per gli uccelli non inseriamo le stesse categorie che esistono per esempio per alcuni mammiferi? Tipo C1, C2, C3 a seconda del fatto che uno racconti di aver visto, o documenti malamente, oppure documenti efficacemente l’incontro. La categoria di quello che racconta di aver visto, senza documentazione, in genere non si prende nemmeno in considerazione (altro che inserirla in atlanti o annuari). O quasi. Come quel Pierino che grida sempre al LUPO al LUPO e poi la volta che il LUPO c’è davvero nessuno gli crede. Nemmeno se vi mostra le foto. Nemmeno se lo riprende in un video. Voglio dire, vuoi vedere che sono io, quel Pierino?

Al Lupo! Al Lupo!

Al Lupo! Al Lupo!


E niente, pazienza. Non è a me che dovete credere. In fondo quella che vi racconto è sempre e solo una storia. Una storia stravagante ed inverosimile, in cui strani personaggi compaiono quando non dovrebbero, fuori dallo spazio o fuori dal tempo. Di alcuni vi abbiamo già raccontato, ma ce ne sono altri, che potrebbero passare inosservati se non ci fossero esploratori superstiti e vagabondi dediti a quell’insana ricerca che è il birdwatching. Così, con un’OCA LOMBARDELLA qui, una STROLAGA MEZZANA laggiù o addirittura un GABBIANO REALE NORDICO sperduto in un campo, la Stagione Calda potrebbe darvi l’impressione di non essere ancora davvero iniziata.

Oca lombardella

Strolaga mezzana - Foto di Paolo Utmar

Gabbiano reale nordico - Foto di Marta Trombetta

Gabbiano reale nordico - Foto di Marta Trombetta

Da dove vengono, dove sono diretti, che percorso hanno seguito. Difficile dirlo. Per alcuni di loro una piccola traccia in realtà potremmo ritrovarla, perché si portano dietro un piccolo ciondolo, come un gioiello, che è in grado di narrarci la loro avventura (chi di voi ce la racconta?).

Mignattino comune U2 - Foto di Angelo Formentin

Oca selvatica HE45 - Foto di Angelo Formentin

Tra di loro, uno più grande di tutti riesce comunque a non farsi notare. Ha un anello. Ha un GPS. Eppure sfugge ripetutamente alle ricerche ed agli sguardi. Soprattutto se chi ne conosce la rotta in tempo reale si scorda di condividerla. In tempo reale intendo. Malauguratamente tuttavia, la nostra fantasia vuole che mosso da un inspiegabile fiuto, uno dei nostri segugi se lo trovi imprevedibilmente tra i piedi. Che poi non sia in grado di leggere le lettere stampate sull’anello presente tra i suoi, di piedi (ok, zampe), questa è un'altra storia. 

Avvoltoio monaco Tewes

Avvoltoio monaco Tewes


Ma che sia un AVVOLTOIO MONACO, almeno su questo i dubbi sono pochi (che poi si chiami TEWES ed arrivi dalla Bulgaria, questo ce lo potete raccontare voi, quando volete).

https://www.nordest24.it/alla-riserva-di-cornino-e-arrivato-tewes-grande-avvoltoio-monaco-dalla-bulgaria/

Di tutti gli altri viaggiatori invece, dobbiamo accontentarci di documentare il transito, vicini o lontani che siano, in cielo e mare.

Labbo - Foto di Paolo Utmar

Labbo - Foto di Paolo Utmar

Mignattino alibianche - Foto di Paolo Grion

Sterna comune - Foto di Bruno Delbianco

O semplicemente in quel magnetico luogo in cui compaiono puntualmente da anni. Tre per la precisione, ci racconta Bruno Delbianco, che li aspetta al varco. Ed al varco li incontra. Quel varco tra i campi che è una semplice strada sterrata. Sempre lì. Sempre loro. Gli ZIGOLI CAPINERI. Per un paio di giorni all’anno. E poi ciao. Via verso mille nuove avventure.

Zigoli capineri - Foto di Bruno Delbianco

Zigolo capinero - Foto di Bruno Delbianco

Zigolo capinero - Foto di Pulotto

Zigolo capinero - Foto di Pulotto


Un po’ come i rapaci, piccoli e grandi, che compaiono per singoli istanti oppure ostinatamente per giorni a testimoniare quella migrazione che sempre più tende a lasciarci a bocca asciutta. Ma noi, comunque, ci sforziamo, con la fantasia certo, a scovarli ed a riconoscerli (a volte con  l’insostituibile supporto di Andrè [il Corso] e del Giuss), che siano FALCHI CUCULI o GRILLAI, ALBANELLE MINORI, FALCHI DI PALUDE o FALCHI PELLEGRINI.

Falco cuculo - Foto di Paolo Zonta

Falchi cuculi - Foto di Niccolò Fagotto

Falco cuculo di vedetta

Grillaia insidiosa

Grillaia - Foto di Renato Castellani

Grillaio - Foto di Bruno Delbianco

Albanella minore - Foto di Bruno Delbianco

Falco di palude

Falco pellegrino


Decisamente più difficile invece intercettare altri vagabondi. Sempre più rari, sempre più straordinari, sempre più invisibili. Un paio di ORTOLANI (trovati da Ivano Candon), una CALANDRA (fotografata da Sandro Marescutti), qualche AVERLA CENERINA... e loschi infiltrati...

Ortolano - Foto di Pulotto

Ortolano - Foto di Pulotto

Calandra - Foto di Sandro Marescutti

Averla cenerina - Foto di Paolo Utmar

Averla cenerina


Ditemelo voi

Ecco, parlando di Averle, le CAPIROSSE invece sembrano essere in leggero aumento (almeno come comparse), sebbene non riescano a spodestare in confidenza le PICCOLE, che non si vergognano nemmeno di presentarsi all’appello spettinate con tanto di fili d’erba che spuntano bizzarri dal loro capo.

Averla capirossa - Foto di Luca Rossi

Averla piccola confidente e spettinata

Averla piccola confidente e spettinata

Anche per le GHIANDAIE MARINE potremmo essere fiduciosi (alcune sembrano promuovere i vincoli che tutelano i loro ambienti preferiti)… se non fosse che una di loro mostra i segni traumatici di esperienze conflittuali delle quali forse mai conosceremo la storia…

Ghiandaia marina

Ghiandaia marina & Life Magredi - Foto di Ivano Candon

Ghiandaia marina & Divieti - Foto di Luca Rossi

Ghiandaia marina & Menomazioni - Foto di Pulotto

Storie che riguardano la sopravvivenza su questo pianeta e quel momento intimo e complesso che è il periodo riproduttivo e la nidificazione. Interferire con questo processo è inevitabilmente umano. Testimoniarlo da lontano è il nostro obiettivo. A costo di restare impantanati lungo il percorso.

Pantanel - Foto e auto di Pulotto

A costo di mostrarvi solo immagini (più o meno) sfuocate di adulti e nuove generazioni intente ad affrontare la parte più difficile. Quella di sperimentare il mondo con occhi nuovi. Proteggere nuove vite. Vegliare su di loro. In cielo ed in terra.

Allocco degli Urali & Allocco - Foto di Renato Pontarini

Gufo reale

Gufo reale in miniatura - Foto di Renato Pontarini

Assiolo - Foto di Bruno Delbianco

Piccole volpi crescono

Piccole volpi crescono

Piccole volpi crescono


O attraverso le acque ferme o correnti, basse o profonde, dolci o salate che siano.

Volpoca - Foto di Paolo Utmar

Volpoca - Foto di Bruno Delbianco


Smergo maggiore

Piccoli e grandi Fistioni Turchi - Foto di Marta Trombetta

Piccolo Fistione turco - Foto di Marta Trombetta

Piccoli Fistioni Turchi - Foto di Marta Trombetta

Piccole e grandi Folaghe - Foto di Marta Trombetta

Piccoli e grandi Cigni reali - Foto di Stefano Sava

Non ci resta che incrociare le dita e confidare che le straordinarie creature che ci vivono accanto riescano a superare ogni nostro tentativo di annientarle e che portino a compimento con successo, nonostante tutti gli ostacoli, questa nuova ostile stagione riproduttiva.


Storno - Foto di Paolo Zonta

Storno - Foto di Paolo Zonta

Storno e Rondine - Foto di Paolo Zonta

Balestruccio - Foto di Paolo Zonta

Sterpazzola - Foto di Paolo Zonta

Pigliamosche - Foto di Niccolò Fagotto

Cutrettola - Foto di Paolo Grion

Beccamoschino - Foto di Bruno Delbianco

Starna - Foto di Paolo Zonta

Passero solitario - Foto di Paolo Utmar

Ho detto forse “straordinarie creature che ci vivono accanto”? Perdonatemi, prendetela come una grottesca esagerazione. L’Urban Bird Blitz 2023 non ci insegna nulla, come al solito, neanche a trovare un Fiorrancino (o due) in canto in pieno centro

http://tringa-fvg.blogspot.com/2023/05/tringa-urban-bird-blitz-2023.html

Fiorrancino dei centri abitati di pianura

Fiorrancino dei centri abitati di pianura

Anche se l’entusiasmo della squadra di Udine la porta a quota cento…

https://www.ebnitalia.it/it/news-294/urban-bird-blitz-2023.html

In fondo nessuno è davvero interessato a tutto questo. In fondo non esistono progetti rivolti ad approfondire le dinamiche, le problematiche, gli stravolgimenti nelle popolazioni degli affascinati volatili che resistono nonostante tutto nell’ambiente urbano in cui viviamo. No. Non ci sono. Quello che trovate nel link qui sotto è puro vaniloquio. 

https://cdnfiles2.biolovision.net/www.ornitho.it/pdffiles/news/Progetto_e_istruzioni-2583.pdf

O meglio. La parte sui passeri. La prossima volta che mi dovesse capitare di incontrare un tale Luca (referente del progetto) su una sperduta isola pseudo-deserta non perderò occasione per raccontargli le ore di tortura spese a girovagare per le vie cittadine alla ricerca di quei vociferi folletti che spuntano dalle grondaie. Non perderò occasione nemmeno per dirgli che queste creature sono una diversa dall’altra, con la testa marrone o grigia (e sospetto anche qualcuna con delle parziali macchie sulle guance, ma questa è un’altra storia che prima o poi ci inventeremo…). Però non ditemi che sono l’unico in Italia a vagabondare alla ricerca dei passeri. Luca confortami e smentiscimi, altrimenti ci rinuncio.

Passera europea 

Passere d'Italia con Passera mattugia

No, dai,  scherzo. Un passo alla volta. Rallentando il respiro. Il nostro viaggio istante dopo istante continuerà a farsi strada in mezzo alle insidie, a volte allo scoperto, a volte celandosi allo sguardo di chi non vuol vedere.

Emys orbicularis stradale

Algiroide magnifico allo scoperto - Foto di Paolo Utmar

Nascondino di Capriolo - Foto di Paolo Grion

Perché in fondo noi non siamo altro che il breve istante che la vita ci concede tra l’attimo in cui siamo seme e quello successivo in cui saremo soltanto ricordo. E, nel mezzo, se ci riusciamo, almeno per un fotogramma, un fiore.

 

Per fare tutto, ci vuole un fiore - Foto di Paolo Zonta

Alla fine, per quelli che non mollano mai, un quiz acustico. Non confidate in una risposta. Questo audio resta, al momento, un enigma irrisolto. Se qualcuno scopre a che mondo appartiene è il benvenuto.