Emozionarci.
E’ quella cosa che una volta ci permetteva di sentire la Vita, con la Vi
maiuscola, scorrere dentro di noi e trasformarsi in Luce, con la Elle maiuscola,
nei nostri occhi, illuminando il mondo al punto di trasformarlo. Siamo ancora in grado di farlo? Di emozionarci
intendo. Lo chiedo a voi perché in questo mio ruolo di ambasciatore di parole
io sono solo un traghettatore di pensieri e sensazioni. Lo chiedo a voi perché ogni
giorno affrontate come una sfida il presente gravido di aspettative ed
illusioni, resistendo all’amarezza delle delusioni con un sorriso che vi
portate dentro come un’eterna ricompensa. Lo chiedo a voi che ad ogni alba di
aprile vi svegliate facendo il tifo per la Primavera, con la Pi maiuscola, e
per la Migrazione, con la Emme maiuscola, percorrendo sentieri, superando
deserti, navigando mari, esplorando isole, attraversando foreste, scalando
montagne ed ogni sera vi ritrovate davanti allo specchio, di fronte ad un viso
stremato e sconfortato a domandarvi perché e per chi lo state facendo. Lo
chiedo a voi perché sono sicuro che se c’è un Filo, con la Effe maiuscola, che
possa accompagnarci verso un possibile Futuro, con la medesima Effe, lungo una
traccia labile ed impalpabile da seguire ininterrottamente per raggiungerlo,
ecco, sono sicuro che voi siete gli unici in grado ancora di vederlo, di
leggere i suoi segnali, di seguire le sue orme.
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Lasciare un'impronta - Foto di Matteo Skodler |
Una
volta vi avrei raccontato che sul vostro percorso avreste potuto incontrare una
Tartaruga saggia e che sarebbe stata lei a guidarvi lungo quell’invisibile Filo.
Non nego che possa ancora accadere, anche se questa storia fa parte di un Universo
che un pezzo alla volta lentamente scompare dalla memoria senza lasciare
traccia.
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L'ultima "Tartaruga" - Testuggine palustre - Foto di Luca Rossi |
Ora,
senza quella Tartaruga, sono costretto a dirvi che dovete affidarvi ad una
forza evanescente e tuttavia estremamente potente. Potete chiamarla Memoria
Storica, Retaggio Evolutivo, Magnetismo. Chiamatela come vi pare, ma è l’unica
in grado di spiegare il Mistero che abbiamo deciso di proporvi questo mese. E’
una storia che va raccontata, prendetevi un attimo di tempo. Immaginate di
essere in quell’irrecuperabile, semplificato e svilito contesto ambientale che
prende il nome di Riordino del Medio Friuli, una distesa senza soluzione di
continuità di campi inariditi dalle colture intensive, spogliati di ogni
traccia arborea ed arbustiva, solcati ad intervalli regolari da polverose strade
perpendicolari che ne delimitano i confini. Questo Universo Desolato, un tempo
a suo modo affascinante, si estende per chilometri e chilometri quadrati nella
fascia occidentale della pianura udinese. In questo monotono deserto, ogni
elemento, ogni zolla di terra, ogni pietra, ogni residuo di coltura è
esattamente identico a tutti gli altri, senza rimedio. Ai nostri occhi almeno.
Eppure. Eppure in un trascorso, dimenticato dall’uomo, antichi tracciati si
muovevano sinuosi attraverso questa terra, depositando indizi per gli
avventurieri del futuro. Ve li ricordate i Punti Magnetici Tringa? Ve ne
abbiamo parlato in più occasioni. Se volete ripassare l’argomento ne trovate un
piccolo riassunto proprio nel resoconto di aprile dell’anno scorso. Si parlava
di PIVIERI TORTOLINI.
http://tringa-fvg.blogspot.com/2022/05/resoconto-mensile-tringa-aprile-2022.html
No.
Non è questo il Mistero di cui volevo parlavi. L’abbiamo già affrontato. Ma i
protagonisti sono ancora loro. Vi parlerò della variante 2023. Si manifesta per
la prima volta il 1 aprile, neanche fosse uno scherzo, e si dimostra refrattaria
ad ogni tentativo di annientarla. Il primo a subirne le conseguenze è il
Pulotto. Esce di casa pensando che potrebbe essere ora di andare a cercare i
fantasmini e mentre si dirige verso uno di questi punti magnetici noti, a metà
strada (nei dintorni di Sedegliano) si trova di fronte ad un PIVIERE DORATO
praticamente in abito. Si ferma incuriosito ad osservarlo e si accorge di non
essere solo. Prima uno, poi due, poi otto. In breve viene circondato dai
PIVIERI TORTOLINI. Non sono particolarmente colorati ma pur sempre meravigliosi.
Resteranno tutto il pomeriggio a far compagnia a lui ed ai compagni di merende
tempestivamente sopraggiunti. La mattina dopo, nonostante un accurato
sopralluogo, non se ne troverà più alcuna traccia. Né qui, né altrove, per
diversi giorni.
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Conta i Fantasmini - Foto di Pulotto |
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Pivieri tortolini - Foto di Pulotto |
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Piviere tortolino - Foto di Pulotto |
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Pivieri tortolini - Foto di Pulotto |
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Piviere tortolino - Foto di Pulotto |
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Piviere tortolino - Foto di Pulotto |
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Pivieri tortolini - Foto di Pulotto |
Niente
di strano. La migrazione funziona così, giusto? Assolutamente d’accordo. Eppure
il 5 aprile si verifica una prima anomalia. Il Pulotto, sempre vagabondo per i
riordini del Medio Friuli alla vana ricerca dei fantasmini incontra Fabrizio
che gli comunica emozionato di avere appena visto i suoi primi PIVIERI
TORTOLINI proprio nel punto in cui li aveva segnalati il primo aprile. Pulotto
resta basito, perché da giorni quel campo era desolato. Stenta a crederci. Va a
controllare e quasi per caso si imbatte in un piccolo battaglione di questi
fantomatici limicoli. Sono sette. E sono praticamente tutti in abito. Difficile
che siano gli stessi di quattro giorni prima. E’ il tramonto quando li saluta.
Sono tranquilli. Potrebbero passare la notte lì. E invece. E invece la mattina
dopo Giulio troverà il campo nuovamente deserto. E’ la migrazione giusto?
Giusto. Allora spiegatemi perché nel tardo pomeriggio Luca (e Pulotto) li
troveranno tutti e sette esattamente al loro posto, tranquilli e mansueti
almeno fino al momento di prendere il volo inaspettatamente e puntare diretti
verso nord est (esattamente pochi minuti prima del mio arrivo, preceduto da una
sfilza di improperi irripetibili). Dicevamo, questa è la migrazione. Lo
sappiamo bene. Ma questo non ci impedirà di cercarli ancora, nello stesso campo
ed altrove, nei giorni successivi, senza successo, almeno fino a quando, due
giorni dopo, Luca ne trova quattro (altri quattro?) esattamente nel medesimo
campo. Come se questo campo fosse l’unica isola che emerge ai loro occhi in un
mare altrimenti inaffrontabile.
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Piviere tortolino |
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Piviere tortolino |
O meglio, quasi l’unica. Perché il giorno
successivo, mentre i nuovi quattro ospiti gironzolano tranquilli per il loro
campo, PiZonta dopo giorni di esplorazione a vuoto ne rintraccia altri sei (a
Codroipo) a pochi metri di distanza da dove li ha incontrati quasi regolarmente
negli ultimi anni, in un altro campo a caso in mezzo al nulla a diversi
chilometri di distanza dalla nuova isola trovata da Pulotto.
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Piviere tortolino - Foto di Paolo Zonta |
So che ci stiamo
perdendo per strada. E’ il 9 aprile. Ci sono 4 PIVIERI TORTOLINI su un’isola
(dove ne sono transitati altri 15 nei giorni precedenti) e 6 in una seconda. Passa
un’altra notte. Ed i PIVIERI diventano 12 sulla prima isola e 8 sulla seconda,
in compagnia di uno stinto PIVIERE DORATO che per un attimo ruba loro la scena,
almeno il tempo di controllare che il sotto l’ala il colore sia bianco.
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Pivieri a confronto |
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Piviere dorato sbiaditino |
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Sotto l'ala del Piviere dorato |
Tutti
su queste due isole e nessuno altrove. Passano le ore. Un’isola si svuota. Un’altra
notte. Un’isola resta deserta, nell’altra i TORTOLINI residui sono 6.
Continuate a chiamarla migrazione? D’accordo. Sarà per questo che il giorno
dopo (12 aprile) l’isola deserta si popola di altri 5 fantasmini mentre i 6
residui sull’altra diventano prima 8 e poi 10, ma contandoli meglio sono
addirittura 18 e per farli stare tutti insieme in una foto tocca mettere vicino
tre scatti, tanto si azzardano a venirti tra i piedi.
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Pivieri tortolini in arrivo - Foto di Paolo Zonta |
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Pivieri tortolini in arrivo - Foto di Paolo Zonta |
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Pivieri tortolini schierati - Foto di Paolo Zonta |
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Pivieri tortolini schierati - Foto di Paolo Zonta |
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Pivieri tortolini schierati - Foto di Paolo Zonta |
Se pensate che sia finita
eviterò di dirvi che due giorni dopo ci saranno 12 PIVIERI TORTOLINI su una
delle due isole e quattro giorni dopo altri 4 sull’altra. Compito per casa: Quanti
TORTOLINI sono atterrati in questi due siti magnetici nell’arco di una
quindicina di giorni? E quanti in tutto il resto dell’Universo conosciuto?
Rispondere alla seconda domanda è abbastanza facile, sulla prima invece siamo
in grossa difficoltà. Che poi, l’avete mai visto un PIVIERE TORTOLINO? E’ una
di quelle esperienze che si avvicina di più a quella cosa che abbiamo nominato
all’inizio. Quella cosa che chiamate “emozionarsi”.
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Piviere tortolino |
Prendiamoci
una pausa adesso, perché non esistono solo i fantasmini colorati. Tanti altri
limicoli in aprile meritano la nostra attenzione, da quelli COMUNI a quelli NANI
(GAMBECCHI), passando per quelli PICCOLI (CHIURLI), da quelli BOSCHERECCI (PIRI
PIRI) a quelli DI MARE (BECCACCE).
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Gambecchio comune - Foto di Marta Trombetta |
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Gambecchio nano - Foto di Niccolò Fagotto |
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Gambecchi nani - Foto di Silvano Candotto |
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Gambecchio nano - Foto di Silvano Candotto |
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Chiurlo piccolo scomposto |
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Chiurlo piccolo - Foto di Paolo Zonta |
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Piro piro boschereccio - Foto di Stefano Sava |
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Beccaccia di mare - Foto di Bruno Delbianco |
Su
quelli mimetici ci soffermiamo un attimo di più, perché lo scorso mese abbiamo
premiato Pompa DJ Pulotto per il miglior video Dance di Palude. Lui ci riprova anche
in aprile, partecipando al concorso “Fotografa lo Scolopacide” ma stavolta il FRULLINO
non gli basta per vincere il primo premio, perché il giovine Niccolò con il suo
CROCCOLONE (che a questo punto, ufficialmente, dobbiamo ammettere che esiste)
lo scalza dal gradino più alto del podio.
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Frullino - Foto di Pulotto |
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Croccolone - Foto di Niccolò Fagotto |
Vi
confesso che avevo deciso di partecipare anch’io al concorso, ma rintronato
come sono ho capito male le regole ed ho pensato che la categoria FRULLINI
includesse anche i GAMBECCHI. Allego, per i nostalgici, alcune delle mie migliori
foto della categoria “Sfuocature”, che sono state logicamente escluse dalla
competizione (da una giuria di PIOVANELLI PANCIANERA).
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Trova il Gambecchio frullino |
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Trova il Gambecchio frullino |
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Trova il Gambecchio frullino |
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Trova il Gambecchio frullino |
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La giuria di Piovanelli pancianera - Foto di Niccolò Fagotto |
Ultimo
ma non ultimo tra i limicoli, ritroviamo il nostro vecchio amico, il FRATINO.
Anzi, la sua SPIAGGIA, sempre che non sia finita interamente sott’acqua.
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Quel che resta della Spiaggia del Fratino - Foto di Paolo Utmar |
Già,
perché noi i pali e le reti li abbiamo sistemati, in più giornate. E
continuiamo a farlo. Perché periodicamente il mare si prende la briga di
farcele trovare scombinate e fuori posto, immerse tra grovigli di sabbia ed
alghe, lontano da dove le avevamo piantate. Lui, anzi, loro, i FRATINI, nel
frattempo non sono stati con le uova in mano. Le hanno depositate nel paniere,
chi dentro chi fuori (la nostra vecchia conoscenza AZD, proprio lei) tanto che
abbiamo dovuto inventarci dei nuovi recinti che includessero il suo nido,
piazzato sotto lo stesso cespuglio dell’anno scorso.
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Fratina AZD - Foto di Giosuà Cuccurullo |
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Il compagno di AZD davanti al primo nido |
Alcuni
si sono addirittura messi in associazione per deporre le uova nello stesso nido.
Ecco, se non vi era mai capitato di vedere un nido di FRATINO con cinque uova
deposte da due femmine, giusto a scopo didattico, ci concediamo la libertà di
mostrarvelo.
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Nido di Fratino con 5 uova - Foto di Giosuè Cuccurullo |
Con
l’amara consapevolezza che sia questo che quello di AZD sono andati persi. Cornacchie,
alta marea, complottisti, chissà. Eravamo partiti troppo entusiasti, ma siamo
ancora in tempo per rifarci. Ci sono già altri nidi pronti, altre coppie
intraprendenti, altre imprese riproduttive da portare a compimento.
https://www.spiaggiadelfratino.it/l/la-primavera-alla-spiaggia-del-fratino/
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La resilienza del Fratino - Foto di Giosuè Cuccurullo |
E
non solo tra i FRATINI. Ci sono anche le Garzaie da controllare. Giosuè ne ha
trovata una nuova. Se vi capita di intravedere movimenti sospetti di ardeidi in
qualche località poco frequentata dagli umani e dai birdwatchers (che non sempre rientrano nella categoria umana)
fateci un fischio. Ogni scusa è buona per andare a perlustrare il territorio.
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Tarabusino - Foto di Luca Rossi |
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Sgarza ciuffetto e Garzetta - Foto di Paolo Utmar |
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Airone rosso - Foto di Pulotto |
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Intimità tra Aironi Rossi - Foto di Matteo De Luca |
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La danza della Nitticora |
Perché
è vero che la Stagione Fredda è finita e che una parte degli ospiti invernali
ci ha già salutato, con qualcuno che ancora si attarda…
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Svasso collorosso - Foto di Paolo Utmar |
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Fischioni e Mestoloni - Foto di Matteo De Luca |
…
o addirittura sbaglia strada…
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Cigno reale in giro per i monti - Foto di Matteo Giraldi |
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Cigno reale in giro per i monti - Foto di Matteo Giraldi |
…
mentre i suoi consimili sono già intenti a mettere su famiglia, dietro l’angolo
della nostra immonda urbanità, a volte con una confidenza disarmante…
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La nuova casa del Cigno reale - Foto di Paolo Utmar |
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Edredone di scoglio - Foto di Paolo Utmar |
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La confidenza del Fistione turco - Foto di Marta Trombetta |
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Fistioni turchi in mensa - Foto di Pulotto |
Ma
è anche vero che la Stagione Calda è alle porte. Anzi, per alcuni, nonostante
il clima, è già iniziata. Dai giovani CORVI IMPERIALI che reclamano cibo
lontani dal nido alle TACCOLE che apparecchiano le finestre delle loro
abitazioni, ai PASSERI, EUROPEI o SOLITARI, pronti anche loro a dare inizio
alle sfrenate danze.
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Giovani corvi imperiali - Foto di Marta Trombetta |
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Giovani corvi imperiali - Foto di Marta Trombetta |
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La casa delle Taccole - Foto di Pulotto |
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Passera europea - Foto di Stefano Sava |
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Passero solitario - Foto di Paolo Utmar |
E
poi ci sono i migratori. Pochi. Sempre meno. Ma anche loro ci sono. Quanti si
fermeranno, quanti ci saluteranno soltanto per un istante? Non ci è dato di
saperlo, a meno che non si portino dietro un apposito zainetto…
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Folaga con collare GPS - Foto di Angelo Formentin |
Ma
ognuno di loro si merita la nostra ammirazione, nel tempo di una carrellata di
immagini del vari ospiti (intercalati tra gli STIACCINI), per l’impegno che ci mettono nel viaggio e nel difendere il loro
futuro.
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Cicogna nera - Foto di Paolo Zonta |
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Torcicollo - Foto di Luca Rossi |
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Stiaccino oltre la recinzione |
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Codirosso comune |
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Balia nera - Foto di Niccolò Fagotto |
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Calandro - Foto di Pulotto |
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Bigiarella - Foto di Marta Trombetta |
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Averla piccola - Foto di Marta Trombetta |
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Averla piccola - Foto di Niccolò Fagotto |
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Cutrettola contorsionista - Foto di Pulotto |
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Tortora selvatica - Foto di Pulotto |
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Stiaccino e Culbianco - Foto di Pulotto |
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Stiaccino - Foto di Paolo Utmar |
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Stiaccino - Foto di Paolo Utmar |
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Cannaiola comune - Foto di Luca Rossi |
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Stiaccino - Foto di Stefano Sava |
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Calandrella - Foto di Bruno Delbianco |
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Codirosso spazzacamino - Foto di Stefano Sava |
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Pettirosso - Foto di Stefano Sava |
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Luì verde - Foto di Bruno Delbianco |
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Upupa - Foto di Stefano Sava |
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Upupa - Foto di Paolo Zonta |
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Upupe - Foto di Pulotto |
Perché
c’è sempre qualcuno (dietro l’angolo nascosto tra le foglie o in mezzo all’erba)
pronto ad omaggiarli con qualche fregatura.
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Cuculo ingannatore - Foto di Pulotto |
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Cuculo ingannatore - Foto di Pulotto |
Per
non parlare di quelli che li cercano per motivi di vita o di morte.
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Biancone - Foto di Pulotto |
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Albanella minore - Foto di Luca Rossi |
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Falco cuculo - Foto di Bruno Delbianco |
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Falco cuculo - Foto di Bruno Delbianco |
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Falco cuculo - Foto di Bruno Delbianco |
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Falco cuculo - Foto di Bruno Delbianco |
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Gheppio - Foto di Marta Trombetta |
I
rapaci, questi sconosciuti. Noi facciamo del nostro meglio, davvero. Ma per
GRILLAI e ALBANELLE PALLIDE ci vuole spesso lo zampino di qualcuno (grazie
Andrè e grazie Giuss!) a confermare le nostre considerazioni o ad indirizzarci
sulla retta via…
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Grillaio - Foto di Paolo Zonta |
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Grillaio - Foto di Bruno Delbianco |
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Grillaio - Foto di Bruno Delbianco |
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Grillaio - Foto di Bruno Delbianco |
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Albanella pallida- Foto di Paolo Zonta |
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Albanella pallida- Foto di Luca Rossi |
Anche
per alcuni di loro è tempo di scaramucce amorose, a volte ambigue, a volte
confuse, tanto che nel mezzo del bisticcio finiscono coinvolti anche i terzi
incomodi.
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Falco cuculo e Gheppio - Foto di Paolo Zonta |
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Falchi di palude - Foto di Matteo De Luca |
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L'albanella contro il terzo intruso - Foto di Paolo Zonta |
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Le cornacchie contro il falco di palude e l'intruso - Foto di Pulotto |
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Le cornacchie contro il falco di palude e l'intruso - Foto di Pulotto |
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Le cornacchie contro l'intruso - Foto di Pulotto |
Tra
di loro, una creatura si è fatta ripetutamente notare, in modo più o meno
vistoso. Perché se è vero che i TORTOLINI hanno invaso due campi a caso
sperduti in mezzo alla pianura, è altrettanto vero che nei medesimi due campi
ed in altri innumerevoli luoghi nelle ultime settimane sono comparsi GUFI DI
PALUDE come se non esistesse altro (a differenza dei loro cugini BARBAGIANNI,
sempre più rari, nei Video di PiZonta).
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Gufo di Palude con gazze - Foto di Paolo Zonta |
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Gufo di Palude - Foto di Paolo Zonta |
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Gufo di Palude - Foto di Paolo Zonta |
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Gufo di Palude - Foto di Paolo Zonta |
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Ufo di Palude |
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Gufo di Palude |
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Gufo di Palude |
Che
poi, se non ci fossero stati questi Fantasmini ad allietare almeno in parte le
nostre giornate avremmo davvero dovuto accontentarci della "plastica", come già ci era capitato durante il mese di marzo
http://tringa-fvg.blogspot.com/2023/03/resconto-mensile-tringa-marzo-2023.html
Dove andremo a finire non ve lo sappiamo dire, pazienza per le PERNICI ROSSE, ma le OCHE COLLOROSSO libere di svolazzare in giro ci mettono in grossa difficoltà...
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Pernice rossa - Foto di Paolo Utmar |
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Oche selvatiche con Oca collorosso (di plastica) |
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Oca collorosso (di plastica) |
Altrimenti ci sono ancora le CORNACCHIE e i
GABBIANI. A proposito, non trascurateli del tutto, i GABBIANI. Potrebbero
sempre riservarvi qualche sorpresa. Tipo potreste scoprire che si nutrono di
polistirolo.
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Gabbiani reali mangia polistirolo - Foto di Paolo Utmar |
O
che in mezzo a loro si nasconde ancora un intruso proveniente dal profondo nord.
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Gabbiano reale nordico |
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Gabbiano reale nordico |
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Gabbiano reale nordico |
O
magari una creatura mistica completamente candida.
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Gabbiano comune completamente albino |
Ma
se possiamo premetterci di esprimere la nostra preferenza, allora se dobbiamo
dirla tutta, ai GABBIANI generalmente preferiamo le STERNE.
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Trova la Sterna maggiore - Foto di Matteo De Luca |
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Sterna comune - Foto di Bruno Delbianco |
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Il Mignattino alibianche e il Cigno Reale - Foto di Silvano Candotto |
Detto
questo, sono perfettamente consapevole che se siete arrivati fino a qui,
nonostante tutte le insidie che vi sono state tese lungo il percorso (schivando
gli SCIACALLI, pronti a moltiplicarsi in gran numero approfittando delle vostre
debolezze… o a quelli che vi vogliono incornare... o agli animali striscianti a sangue freddo che da
un momento all’altro possono pungervi, mordervi o semplicemente farvi
rabbrividire con la loro inaspettata bellezza…) (video di PiZonta).
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Sciacallo dorato in stato interessante - Foto di Matteo De Luca |
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Sciacallo dorato in stato interessante - Foto di Matteo De Luca |
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Caprioli pronti all'incornata - Foto di Matteo De Luca |
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Creatura dell'altro mondo - Foto di Stefano Sava |
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Saettone - Foto di Paolo Zonta |
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Lucertola muraiola - Foto di Paolo Zonta |
Dicevamo,
se siete arrivati integri fino a qui lo so che è stato solo per il FOTO QUIZ. E
va bene. Per questa volta vi concediamo un’immagine sola. E una settimana per
le risposte.
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Foto Quiz - Foto di Stefano Sava |
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Soluzione Foto Quiz - Stiaccino - Foto di Stefano Sava |
Ora
potete lasciarvi andare, stremati, in mezzo ad un nugolo di farfalle. E
buonanotte a tutto il resto.
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Zerynthia polyxena - Foto di Stefano Sava |
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Zerynthia polyxena - Foto di Matteo De Luca |
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E buonanotte a tutti |
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