Viviamo nel mondo dei sogni. E’
il meccanismo di difesa che abbiamo adottato per difenderci dalla realtà. Una
realtà che ci vede, smarriti e spauriti, perdere colpi quotidianamente. Una
realtà in cui rischiamo di vederci per ciò che siamo, pur sempre unici e
straordinari, ma al tempo stesso fragili, difettosi, imperfetti. Allora ci
siamo inventati questo mondo parallelo dove non esistono gli specchi e la
coscienza ed in cui siamo infallibili, convinti di esserlo e convinti di poter
convincere tutti che lo siamo, mettendo alla gogna chiunque si azzardi ad
insinuare il seppur minimo dubbio che il nostro mondo fantastico, in cui siamo
perfetti, sia una creazione della nostra fervida immaginazione. Perché la
realtà non conta nulla se possiamo continuare a vendere al nostro estasiato
pubblico, a parole, il prodotto etereo della nostra convincente fantasia. Solo
così potremo continuare a vivere, ad occhi chiusi, nella beata illusione, insinuandoci,
se riteniamo opportuno, nei sogni degli altri. I sogni di quelli che si sono
svegliati presto la mattina per provare a realizzarli.
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Famiglia di Fratini a Lignano Sabbiadoro (Ud) - Foto di Giosuè Cuccurullo |
Perché quello di Giosuè, di Paolo
e di Ilario (ma anche di Igor e dei compagni di merende senza nome) poteva
sembrare davvero un sogno. Un sogno che nel 2021 aveva preso forma in modo inaspettato
e rocambolesco (con la testimonianza di un altro compagno di merende, Paolo
anche lui, https://tringa-fvg.blogspot.com/2021/08/resoconto-mensile-tringa-agosto-2021.html),
ma che nel 2022 cercava di farsi strada a spallate in mezzo ad ostacoli,
imprevisti e calamità. Il sogno di rivedere una specie affascinante, delicata,
fin troppo confidente e forse (lasciatecelo dire) un tantino sfigatella,
tornare a colonizzare un lembo di terra apparentemente insignificante,
conquistato nel tempo da quell’espansionismo leggero e superficiale prettamente
umano, assolutamente ignaro del drammatico disturbo che quotidianamente
arrechiamo con la nostra semplice presenza (e la presenza dei nostri amati domestici amici)
alle altre specie che convivono all’interno del microscopico giardino terreste.
Potremmo trascorrere ore a raccontarvi il travagliato percorso che ha portato
nel corso dell’ultimo anno alle vicende di questi giorni, ma chi le ha vissute
intimamente conosce ogni singolo tassello di questa narrazione e non ha alcun
interesse a trasformare il proprio impegno, le proprie (sofferte) aspettative e
la propria passione in un messaggio propagandistico, perché sono le azioni
concrete a fare la differenza. E portano alle emozioni che si provano davanti
ad immagini come queste, sapendo quanti piccoli e grandi sacrifici (con un
ringraziamento particolare, davvero, a Giosuè e Ilario) ci sono dietro questo
risultato.
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Fratino - Foto di Paolo Utmar |
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Fratino in cova nel recinto appositamente predisposto - Foto di Paolo Utmar |
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Famiglia di Fratini a Lignano Sabbiadoro (Ud) - Foto di Giosuè Cuccurullo |
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Famiglia di Fratini a Lignano Sabbiadoro (Ud) - Foto di Giosuè Cuccurullo |
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Primi passi del giovane Fratino - Foto di Giosuè Cuccurullo |
Con la consapevolezza della
fragilità di tutto il sistema che con coraggio è stato messo in piedi, dove la
Natura gioca un ruolo imprevedibile, ma anche gli umani, con dei piccoli
accorgimenti, possono dare il loro contributo. Questo il risultato. Tre coppie
di FRATINI presenti all’interno del recinto realizzato a Punta Faro a Lignano
Sabbiadoro (Ud). Una coppia con due pulcini (osservati per la prima volta il 25
aprile da Giosuè e Renato), una seconda coppia con la femmina in cova dalla
prima settimana di aprile ed una terza coppia insediata proprio a fine mese. Chi
ci ha creduto dall’inizio (le persone, le associazioni [con LIPU FVG a fare da
capofila, a braccetto con Riserva naturale Foce del Tagliamento], le
istituzioni) si merita un abbraccio ed un sorriso.
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Compagni di merende sul campo di battaglia - Foto di Remo Peressin |
Un ringraziamento particolare poi
a Misha ed al signor Schoenhuber per le traduzioni in tedesco, a chi si prodiga
anche altrove (in RNR Foce Isonzo ad esempio) per la tutela di questa creatura
e a tutti coloro che, d’ora in avanti, daranno il loro concreto contributo
perché questo progetto, che è solo all’inizio del suo percorso, prosegua nel
migliore dei modi. Grazie davvero.
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Trova le differenze - Cartello realizzato grazie al contributo di molti |
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Famiglia di Fratini in RNR Foce Isonzo - Foto di Matteo De Luca |
Così, chiusa questa piccola
parentesi nel mondo reale, possiamo tornare tranquillamente ai nostri sogni. Da
quale vogliamo cominciare? Potremmo restare in tema di nidificazioni
improbabili o imprevedibili, immaginandone una particolarmente ostica,
lasciandoci cullare dalle parole di Paolo Utmar.
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Gru nidificante - Disegno di Paolo Utmar |
“Uno famoso disse ‘I have a
dream’ ed anch'io ne ho uno da almeno una ventina d'anni: il ritorno
della GRU come specie nidificante nelle zone umide costiere dell'alto Adriatico
dove ha smesso di riprodursi circa un secolo fa. E' stata l'ultima delle
specie carismatiche delle paludi a scomparire a causa delle bonifiche e
della sottrazione di uova e pulli, i ‘gruati’
citati Da Arrigoni degli Oddi e messi in vendita nei mercati per diventare
uccelli ornamentali nelle ville venete. Ora la specie è fortemente aumentata ed
ha "avvicinato" il suo areale riproduttivo verso ovest e verso
sud. Ricostruire un ambiente idoneo a questa specie ombrello sarebbe
un'iniziativa di grande valore ambientale e non mancherebbero siti adatti anche di
proprietà pubblica. Viodarin, dicono i friulani.”
Tutto questo mentre alcune GRU
ancora si attardano a spasso per pianura e laguna…
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Gru solitaria e tardiva |
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Coppia di Gru - Foto di Marta Trombetta |
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Coppia di Gru al pascolo con le Oche selvatiche - Foto di Paolo Utmar |
E magari, vagando nel nostro
sogno attraverso immensi spazi erbosi alla ricerca delle redivive GRU ma alle
prese inevitabilmente con spumeggianti e baldanzosi FAGIANI COMUNI…
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Baldanzosi Fagiani comuni |
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Fagiano comune |
... potremmo immaginarci (se ci
chiamiamo Sandro Marescutti) di incontrare all’improvviso una “misteriosa oca” dalle ali bianche che
danza nell’aria di fronte a noi producendo un rumore davvero caratteristico
https://www.facebook.com/1244771180/videos/pcb.10220299975749925/645298736537200
… E svegliarci di soprassalto rendendoci
conto che abbiamo appena incontrato una GALLINA PRATAIOLA (ps. Una regola non
scritta del birdwatching dice che “Peggiore è la foto, più alta è la
probabilità che chi viene dopo ritrovi l’animale”. Fatene tesoro)
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Gallina prataiola - Foto di Pulotto |
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Gallina prataiola - Foto di Pulotto |
https://youtu.be/Vl3qVgcjUvg (video di Pulotto)
Era già successo a Luca Rossi a
giugno 2021 (https://tringa-fvg.blogspot.com/2021/06/resoconto-mensile-tringa-giugno-2021.html),
ma in quell’occasione le successive ricerche dell’animale erano state vane,
data la vastità dell’ambiente magredile in cui si era fatta notare. Stavolta
questa straordinaria creatura si è concessa una breve pausa prima di
scomparire, lasciandosi contemplare da pochi tempestivi e fortunati
osservatori. Quando animali come questo (specie sensibili e particolarmente
ambite ai vari livelli di disturbo concepibili dalla subdola e distorta mente
umana) compaiono nei nostri sogni è davvero difficile e delicato capire come
comportarci (a che livello condividere la nostra visione? con quale diffusione,
precisione e dettaglio?). Argomento che merita una riflessione complessa e che
spesso è fonte di scontro (non sempre per motivi di tutela della specie quanto
piuttosto per motivazioni prettamente egoistiche) tra i sostenitori delle varie
opzioni. Il nostro suggerimento è solo uno, quello di ricordarsi che siamo noi
(noi, non gli altri) i primi a creare disturbo. Sempre. Tra un sogno e l’altro
guardiamoci allo specchio (nel mondo reale in cui dovremmo avere una coscienza
da esaminare), respiriamo a fondo, valutiamo in modo oggettivo le nostre azioni
ed il nostro comportamento in ogni singola (simile) situazione ed alla fine
continuiamo a sognare, perché l’importante è che tali creature esistano, che
diano (sebbene sporadicamente e per via indiretta) una testimonianza della loro
esistenza, che trovino (ovunque esso sia) un contesto reale idoneo alle loro
esigenze e noi semplicemente sforziamoci per conservarlo e, nel frattempo, godiamoci quello che
per molti di noi resta e resterà un sogno.
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Gallina Prataiola - Foto di Juri Da Pieve |
Ma i sogni di aprile non si
esauriscono qui. Ce ne sono alcuni ricorrenti. Per esempio quello di far
scorrere lo sguardo su distese di zolle di terra e pietre nella desolata
vastità dei riordini fondiari del Medio Friuli aspettandosi da un momento
all’altro di vedere i sassi che si animano e prendono vita. E’ un sogno. E nei
sogni tutto può accadere. A volte i sassi si animano davvero e prendono la
forma di un PIRO PIRO BOSCHERECCIO (magari accompagnato da GAMBECCHI NANI) (Video di Paolo Zonta)
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Piro piro boschereccio con Gambecchi nani - Foto di Paolo Utmar |
... o
di un COMBATTENTE (perdonate la foto, che sia solo testimonianza per le
antiche leggende tramandate oralmente dalla vecchia scuola: “Non ne vedrai mai uno in abito riproduttivo
nelle nostre terre!”)
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Improbabile Combattente in abito nuziale nero |
... oppure di uno smarrito PIVIERE DORATO (con il suo
sottoala bianco candido immacolato).
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Piviere dorato - Foto della foto di Matteo Skodler |
Ma nel sogno ricorrente quei sassi si
trasformano in creature della terra, fantasmini invisibili e pittoreschi, che
compaiono dal nulla a pochi metri infilandosi nei nostri occhi. Nel sogno si
chiamano PIVIERI TORTOLINI. E noi con questo nome abbiamo imparato a chiamarli.
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Pivieri tortolini sotto la pioggia |
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Pivieri tortolini sotto la pioggia |
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Pivieri tortolini in volo - Foto di Matteo De Luca |
E questo sogno è talmente
ricorrente che merita una digressione ed un piccolo aneddoto. Nel n° 36 (Anno
2021) di Quaderni di Birdwatching di EBN Italia nell’articolo “Il Magnetismo
dell’ex Provincia di Udine” (pagg. 30-47) alcune voci narranti raccontano di
misteriose località. Si inizia con Tommaso “Perché
alcuni siti risultavano più attraenti per gli uccelli rari in migrazione
rispetto ad altri all’apparenza simili ma che venivano regolarmente trascurati?
[…] Alcune strane linee indicate sulle mappe come curve di livello apparivano
in zone totalmente pianeggianti […] come se tali tracce fossero un atavico
retaggio di qualche sotterraneo solco fluviale. E proprio in corrispondenza di
tali percorsi tendevano a localizzarsi i punti caldi della migrazione delle
specie accidentali, come se una memoria storica tramandata da generazioni si
conservasse nel loro magnetico subconscio nonostante la trasformazione del
territorio… ” e si prosegue con Pulotto “All’inizio
non volevo credere ai vaneggiamenti di Tommaso. Sapete, tra amici ogni tanto si
straparla. Allora ho pensato di metterlo alla prova. Ho scelto il posto
peggiore sul pianeta Terra. Quel piattume omogeneo e desolato che qui da noi
chiamiamo “Riordino Fondiario”, dove le colture intensive senza soluzione di
continuità prevalgono su qualsiasi altra cosa […]. Sono andato a cercare uno di
questi enigmatici siti suggeriti dalla cartografia e mi sono seduto ad
aspettare…”. Certo, queste parole profumano di sciamanesimo. Allora ve la
racconterò con parole concrete e comprensibili aggiornate al 2022. A fine aprile Pulotto
decide di andarsene in trasferta altrove (lo scopriremo più avanti) ma visto il
periodo idoneo alla migrazione dei fantomatici PIVIERI TORTOLINI il 23 aprile
gli chiedo di inviarmi le coordinate di tre di questi fatidici punti magnetici
per andare a visitarli nel pomeriggio. Per un disguido tecnico automobilistico
imprevedibile (aprile non è un buon periodo per le auto, per non parlare di
quelli che appoggiano gli occhiali sul sedile e ci si siedono sopra… per le TESTUGGINI
PALUSTRI appena appena meglio… più di qualcuno di noi è rimasto appiedato e lo
è attualmente...)
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Imprevisti del mestiere - Foto di Matteo Skodler |
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Imprevisti delle sterrate - Foto di Pulotto |
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Tentativi di porre rimedio agli imprevisti - Foto di Pulotto |
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Emys orbicularis alle prese con Dacia Sandero Stepway |
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Emys orbicularis vagabonda |
Parto per i sopralluoghi in
ritardo e mentre prendo la mira ci arriva la notizia che il PiZonta (con
strategia autonoma) proprio in uno di questi tre punti magnetici ha trovato un
PIVIERE TORTOLINO. Bene, un viaggio risparmiato, mi dirigo verso uno degli
altri due punti. Arrivo poco prima del tramonto. Mi fermo e scendo dall’auto.
Le RONDINI riempiono il cielo come non facevano da decenni. E questo elemento
basta da solo a farmi capire che sono partecipe di un sogno.
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Il cielo delle Rondini |
Sento un vocalizzo nell’aria. Lo
riconosco. Lo imito. A pochi metri da me atterra una piccola creatura. Con non
poche difficoltà riesco ad inquadrarla in mezzo alle pietre. E’ uno di quei
sassi che si animano e che abbiamo deciso di chiamare PIVIERI TORTOLINI. E’
inquieto. Inizia a vocalizzare e a guardare verso il cielo. In mezzo ai desolati
riordini veniamo sorvolati da un FALCO PESCATORE. In fondo, ve l’abbiamo detto
all’inizio, viviamo in un sogno, difficile credere a queste parole anche di
fronte ad una foto sfuocata come questa…
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Piviere tortolino in uno dei punti magnetici Tringa |
So che vi siete presi un piccolo
appunto e siete pronti per domandare “Ma il Pulotto dov’era in tutto questo?”.
Vedete, ad aprile ci sono quelli che sognano la migrazione sulle isole
italiche, Lampedusa, Linosa, Ustica, Ventotene…
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Luì verde - Foto di Marta Trombetta (sulla terra ferma) |
E poi ci sono quelli che ci vanno
davvero.
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I Milanesi diretti a Ventotene - Foto di Pulotto |
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Ustica, in memoria della bestia di Satana - Foto di Andrea Cusmano |
E Pulotto si è infiltrato tra di
loro. Con tanto di USIGNOLO D’AFRICA al seguito…
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Monachella a Ventotene - Foto di Pulotto |
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Averla capirossa a Ventotene - Foto di Pulotto |
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Balia dal collare a Ventotene - Foto di Pulotto |
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Luì bianco sp. (con copritrici abrase?) a Ventotene - Foto di Pulotto |
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Luì piccolo e Beccafico sulle ferule a Ventotene - Foto di Pulotto |
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Usignolo d'Africa a Ventotene - Foto di Pulotto |
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Usignolo d'Africa a Ventotene - Foto di Pulotto |
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Usignolo d'Africa a Ventotene - Foto di Pulotto |
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Usignolo d'Africa a Ventotene - Foto di Pulotto |
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Usignolo d'Africa a Ventotene - Foto di Pulotto |
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Usignolo d'Africa a Ventotene - Foto di Pulotto |
https://youtu.be/eox3poSvIUQ (video di Pulotto)
E allora noi la migrazione
dobbiamo continuare a sognarcela quassù, in quelle scarse giornate di pioggia che
ci riportano indietro nel tempo, quando i passeriformi non erano ancora estinti
e nei cespugli o nelle pozze in mezzo ai campi potevi trovare qualche creatura
saltellante, un raro PENDOLINO, un CALANDRO bagnato
(mai che sia Maggiore), un CODIROSSONE maschio o un furtivo PETTAZZURRO…
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Pendolino - Foto di Niccolò Fagotto |
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Calandro |
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Codirossone - Foto di Tommaso Zamò |
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Pettazzurro |
Potevi cercare gli intrusi in
mezzo alle BALIE NERE, dal PIGLIAMOSCHE alla BALIA DAL COLLARE (per le
Caucasiche tocca impegnarsi di più)…
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Balia nera - Foto di Pietro Zamò |
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Pigliamosche |
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Balia dal collare - Foto di Pietro Zamò |
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Balia dal collare - Foto di Luca Rossi |
Potevi imbatterti in creature
tinte di rosso, dal FANELLO alla PISPOLA GOLAROSSA e sognare di riuscire a fare
delle foto come quelle di Bruno…
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Fanello al bagno - Foto di Paolo Zonta |
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Fanello al bagno - Foto di Paolo Zonta |
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Pispola golarossa - Foto di Pietro Zamò |
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Pispole golarossa - Foto di Bruno Dentesani |
O trovarti alle spalle un Orso dalle sembianze umane ed avere il coraggio di farti un Selfie con lui
nelle vicinanze…
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Selfie con Orso - Foto di Gabriele Zamò |
Altrimenti, quando il cielo torna
sereno, nel silenzio ostinato dei nostri risvegli, possiamo solo avvicinarci al
mare, sognando che qualche creatura alata decida di fare rotta verso di noi,
che sia un LABBO o uno STERCORARIO MEZZANO, una MORETTA CODONA o un EDREDONE, un’OCA
COLLOROSSO o addirittura un CAPRIOLO a nuoto!
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Labbo - Foto di Silvano Candotto |
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Stercorario mezzano - Foto di Pulotto |
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Moretta codona - Foto di Silvano Candotto |
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Edredone - Foto di Matteo De Luca |
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Paolo con Oca collorosso versione Tringa - Disegno di Marta Trombetta |
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Capriolo con strane idee in mezzo al mare - Foto di Luca Rossi |
O appostarci nei pressi delle
aree umide residue, dove qualcosa ancora si muove e colora la primavera di
piccole sorprese…
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Piovanello tridattilo - Foto di Matteo De Luca |
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Schiribilla - Foto di Luca Rossi |
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Voltolino - Foto di Paolo Utmar |
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Moretta tabaccata - Foto di Niccolò Fagotto |
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Spatole e Avocette - Foto di Paolo Utmar |
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Mignattai - Foto di Matteo De Luca |
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Mignattai e Oche selvatiche - Foto di Matteo De Luca |
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Cicogna bianca - Foto di Paolo Zonta |
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Gabbiano roseo - Foto di Pulotto |
https://youtu.be/GN9t2PnSmoU (Video di Pulotto)
Nei dintorni nel frattempo gli
Ardeidi iniziano (o proseguono) le loro indaffarate attività domestiche e
riproduttive, con nuove garzaie che spuntano e crescono rapidamente (con un
ringraziamento a Tiziano Abbà per averne localizzata una particolarmente
interessante!)…
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Airone bianco maggiore in modesti abiti (nuziali) - Foto di Marta Trombetta |
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Airone rosso boschivo - Foto doi Pietro Zamò |
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Tarabusino nascondino |
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Tarabuso gobbo - Foto di Paolo Utmar |
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Agli albori della nuova garzaia - Foto di Paolo Utmar |
attirando ospiti (ahimè) meno
graditi…
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Ibis sacri in insediamento nella nuova garzaia mista |
E non solo gli Ardeidi si danno
da fare…
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Smerghi maggiori |
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La pulizia del nido del Picchio rosso maggiore - Foto di Luciano Silei |
A proposito di Picchi, piccola
parentesi, dopo le 6 specie svernanti nello stesso chilometro quadrato nel
parco del Torre a Udine, abbiamo realizzato un altro sogno, con 7 specie
(potenzialmente) nidificanti (NERO, VERDE, CENERINO, ROSSO MINORE, MEZZANO,
MAGGIORE e TORCICOLLO) nel Bosco Romagno (Ud), contattate nello stesso giorno
in poche centinaia di metri quadrati…
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Picchio rosso mezzano |
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Picchio cenerino |
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Torcicollo |
E per finire, tornando ai sogni
di aprile, quando ormai tutto sembra perduto, non ci resta che stenderci a
terra, al sole, come LUCERTOLE CAMPESTRI
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Lucertola campestre - Foto di Paolo Zonta |
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Lucertola campestre - Foto di Paolo Zonta |
chiudere gli occhi ed immaginare
che nel cielo sopra di noi prendano forma tutte le specie possibili di rapaci,
dalla più piccola (quel GRILLAIO di cui poco alla volta stiamo imparando tutti
i dettagli) alla più grande (quel GRIFONE che non perde l’abitudine di
sorvolare le nostre abitazioni),
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Grillaio - Foto di Luciano Silei |
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Grillaio |
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Grillaio |
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Grifone sopra casa - Foto di Marta Trombetta |
passando per le ALBANELLE PALLIDE
che ormai crescono sugli alberi, insieme alle POIANE, ai FALCHI PELLEGRINI disastrati che trovano qualche anima pia che riesce a recuperarli in tempo, ai FALCHI PESCATORI
confidenti ed ingordi che non danno tempo ai pesci di smettere di sognare…
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Albanella pallida sotto la pioggia |
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L'albero delle 8 Poiane - Foto di Paolo Zonta |
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Il pronto recupero del Falco pellegrino - Foto di Matteo Skodler |
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Falco pescatore ingordo |
E a tutte le altre specie
vagabonde, dal LODOLAIO al FALCO CUCULO, dal NIBBIO REALE al BIANCONE…
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Lodolaio - Foto di Niccolò Fagotto |
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Falco cuculo - Foto di Paolo Utmar |
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Nibbio reale - Foto di Marta Trombetta |
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Biancone - Foto di Marta Trombetta |
Per non parlare di quel
nottambulo diurno del GUFO DI PALUDE che non si scorda mai di portarsi dietro
un codazzo di CORNACCHIE…
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Gufo di palude - Foto di Paolo Utmar |
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Gufo di palude - Foto di Paolo Zonta |
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Gufo di palude - Foto di Paolo Zonta |
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Gufo di palude inseguito da Cornacchia |
Questo è quanto possiamo sognare
ad aprile. E talvolta aprire gli occhi ed immaginare che sia tutto vero. Poi ci
sarebbe un sogno tutto mio. Quello di svegliarmi ed accorgermi che gli esseri
umani hanno rinunciato a quel loro inguaribile desiderio di prevalere sugli
altri, liberandosi una volta per tutte della loro insanabile ed arrogante mania
di controllo a scapito della serenità degli uomini e del Pianeta. Ma è un sogno
vano ed utopico e le mie parole sono superflue e controproducenti. Sulla mia
testa c’è da tempo una taglia, un cartello con una scritta esplicita, non
fatevi peso anche voi di questo sofferto fardello, godetevi il sogno e fatelo
durare il più a lungo possibile.
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Pericolo di morte - Foto di Marta Trombetta |
come sempre ben pensato, ben scritto e soprattutto ricco di immagini e sorprese che aprono il cuore ad essere parti della Natura vera e viva. Grazie Matteo
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