domenica 1 maggio 2022

Resoconto Mensile Tringa - Aprile 2022

 

Viviamo nel mondo dei sogni. E’ il meccanismo di difesa che abbiamo adottato per difenderci dalla realtà. Una realtà che ci vede, smarriti e spauriti, perdere colpi quotidianamente. Una realtà in cui rischiamo di vederci per ciò che siamo, pur sempre unici e straordinari, ma al tempo stesso fragili, difettosi, imperfetti. Allora ci siamo inventati questo mondo parallelo dove non esistono gli specchi e la coscienza ed in cui siamo infallibili, convinti di esserlo e convinti di poter convincere tutti che lo siamo, mettendo alla gogna chiunque si azzardi ad insinuare il seppur minimo dubbio che il nostro mondo fantastico, in cui siamo perfetti, sia una creazione della nostra fervida immaginazione. Perché la realtà non conta nulla se possiamo continuare a vendere al nostro estasiato pubblico, a parole, il prodotto etereo della nostra convincente fantasia. Solo così potremo continuare a vivere, ad occhi chiusi, nella beata illusione, insinuandoci, se riteniamo opportuno, nei sogni degli altri. I sogni di quelli che si sono svegliati presto la mattina per provare a realizzarli. 

 

Famiglia di Fratini a Lignano Sabbiadoro (Ud) - Foto di Giosuè Cuccurullo

Perché quello di Giosuè, di Paolo e di Ilario (ma anche di Igor e dei compagni di merende senza nome) poteva sembrare davvero un sogno. Un sogno che nel 2021 aveva preso forma in modo inaspettato e rocambolesco (con la testimonianza di un altro compagno di merende, Paolo anche lui, https://tringa-fvg.blogspot.com/2021/08/resoconto-mensile-tringa-agosto-2021.html), ma che nel 2022 cercava di farsi strada a spallate in mezzo ad ostacoli, imprevisti e calamità. Il sogno di rivedere una specie affascinante, delicata, fin troppo confidente e forse (lasciatecelo dire) un tantino sfigatella, tornare a colonizzare un lembo di terra apparentemente insignificante, conquistato nel tempo da quell’espansionismo leggero e superficiale prettamente umano, assolutamente ignaro del drammatico disturbo che quotidianamente arrechiamo con la nostra semplice presenza (e la presenza dei nostri amati domestici amici) alle altre specie che convivono all’interno del microscopico giardino terreste. Potremmo trascorrere ore a raccontarvi il travagliato percorso che ha portato nel corso dell’ultimo anno alle vicende di questi giorni, ma chi le ha vissute intimamente conosce ogni singolo tassello di questa narrazione e non ha alcun interesse a trasformare il proprio impegno, le proprie (sofferte) aspettative e la propria passione in un messaggio propagandistico, perché sono le azioni concrete a fare la differenza. E portano alle emozioni che si provano davanti ad immagini come queste, sapendo quanti piccoli e grandi sacrifici (con un ringraziamento particolare, davvero, a Giosuè e Ilario) ci sono dietro questo risultato.

 

Fratino - Foto di Paolo Utmar

Fratino in cova nel recinto appositamente predisposto - Foto di Paolo Utmar

Famiglia di Fratini a Lignano Sabbiadoro (Ud) - Foto di Giosuè Cuccurullo

Famiglia di Fratini a Lignano Sabbiadoro (Ud) - Foto di Giosuè Cuccurullo

Primi passi del giovane Fratino - Foto di Giosuè Cuccurullo

Con la consapevolezza della fragilità di tutto il sistema che con coraggio è stato messo in piedi, dove la Natura gioca un ruolo imprevedibile, ma anche gli umani, con dei piccoli accorgimenti, possono dare il loro contributo. Questo il risultato. Tre coppie di FRATINI presenti all’interno del recinto realizzato a Punta Faro a Lignano Sabbiadoro (Ud). Una coppia con due pulcini (osservati per la prima volta il 25 aprile da Giosuè e Renato), una seconda coppia con la femmina in cova dalla prima settimana di aprile ed una terza coppia insediata proprio a fine mese. Chi ci ha creduto dall’inizio (le persone, le associazioni [con LIPU FVG a fare da capofila, a braccetto con Riserva naturale Foce del Tagliamento], le istituzioni) si merita un abbraccio ed un sorriso.

 

Compagni di merende sul campo di battaglia - Foto di Remo Peressin

Un ringraziamento particolare poi a Misha ed al signor Schoenhuber per le traduzioni in tedesco, a chi si prodiga anche altrove (in RNR Foce Isonzo ad esempio) per la tutela di questa creatura e a tutti coloro che, d’ora in avanti, daranno il loro concreto contributo perché questo progetto, che è solo all’inizio del suo percorso, prosegua nel migliore dei modi. Grazie davvero.

 

Trova le differenze - Cartello realizzato grazie al contributo di molti

Famiglia di Fratini in RNR Foce Isonzo - Foto di Matteo De Luca

Così, chiusa questa piccola parentesi nel mondo reale, possiamo tornare tranquillamente ai nostri sogni. Da quale vogliamo cominciare? Potremmo restare in tema di nidificazioni improbabili o imprevedibili, immaginandone una particolarmente ostica, lasciandoci cullare dalle parole di Paolo Utmar.

 

Gru nidificante - Disegno di Paolo Utmar 

Uno famoso disse ‘I have a dream’ ed anch'io ne ho uno da almeno una ventina d'anni: il ritorno della GRU come specie nidificante nelle zone umide costiere dell'alto Adriatico dove ha smesso di riprodursi circa un secolo fa. E' stata l'ultima delle specie carismatiche delle paludi a scomparire a causa delle bonifiche e della sottrazione di uova e pulli, i ‘gruati’ citati Da Arrigoni degli Oddi e messi in vendita nei mercati per diventare uccelli ornamentali nelle ville venete. Ora la specie è fortemente aumentata ed ha "avvicinato" il suo areale riproduttivo verso ovest e verso sud. Ricostruire un ambiente idoneo a questa specie ombrello sarebbe un'iniziativa di grande valore ambientale e non mancherebbero siti adatti anche di proprietà pubblica. Viodarin, dicono i friulani.”

Tutto questo mentre alcune GRU ancora si attardano a spasso per pianura e laguna…

 

Gru solitaria e tardiva

Coppia di Gru - Foto di Marta Trombetta

Coppia di Gru al pascolo con le Oche selvatiche - Foto di Paolo Utmar

E magari, vagando nel nostro sogno attraverso immensi spazi erbosi alla ricerca delle redivive GRU ma alle prese inevitabilmente con spumeggianti e baldanzosi FAGIANI COMUNI…

Baldanzosi Fagiani comuni

Fagiano comune


... potremmo immaginarci (se ci chiamiamo Sandro Marescutti) di incontrare all’improvviso una “misteriosa oca” dalle ali bianche che danza nell’aria di fronte a noi producendo un rumore davvero caratteristico

https://www.facebook.com/1244771180/videos/pcb.10220299975749925/645298736537200

… E svegliarci di soprassalto rendendoci conto che abbiamo appena incontrato una GALLINA PRATAIOLA (ps. Una regola non scritta del birdwatching dice che “Peggiore è la foto, più alta è la probabilità che chi viene dopo ritrovi l’animale”. Fatene tesoro)

 

Gallina prataiola - Foto di Pulotto

Gallina prataiola - Foto di Pulotto

https://youtu.be/Vl3qVgcjUvg (video di Pulotto)


Era già successo a Luca Rossi a giugno 2021 (https://tringa-fvg.blogspot.com/2021/06/resoconto-mensile-tringa-giugno-2021.html), ma in quell’occasione le successive ricerche dell’animale erano state vane, data la vastità dell’ambiente magredile in cui si era fatta notare. Stavolta questa straordinaria creatura si è concessa una breve pausa prima di scomparire, lasciandosi contemplare da pochi tempestivi e fortunati osservatori. Quando animali come questo (specie sensibili e particolarmente ambite ai vari livelli di disturbo concepibili dalla subdola e distorta mente umana) compaiono nei nostri sogni è davvero difficile e delicato capire come comportarci (a che livello condividere la nostra visione? con quale diffusione, precisione e dettaglio?). Argomento che merita una riflessione complessa e che spesso è fonte di scontro (non sempre per motivi di tutela della specie quanto piuttosto per motivazioni prettamente egoistiche) tra i sostenitori delle varie opzioni. Il nostro suggerimento è solo uno, quello di ricordarsi che siamo noi (noi, non gli altri) i primi a creare disturbo. Sempre. Tra un sogno e l’altro guardiamoci allo specchio (nel mondo reale in cui dovremmo avere una coscienza da esaminare), respiriamo a fondo, valutiamo in modo oggettivo le nostre azioni ed il nostro comportamento in ogni singola (simile) situazione ed alla fine continuiamo a sognare, perché l’importante è che tali creature esistano, che diano (sebbene sporadicamente e per via indiretta) una testimonianza della loro esistenza, che trovino (ovunque esso sia) un contesto reale idoneo alle loro esigenze e noi semplicemente sforziamoci per conservarlo e, nel frattempo, godiamoci quello che per molti di noi resta e resterà un sogno.

 

Gallina Prataiola - Foto di Juri Da Pieve

Ma i sogni di aprile non si esauriscono qui. Ce ne sono alcuni ricorrenti. Per esempio quello di far scorrere lo sguardo su distese di zolle di terra e pietre nella desolata vastità dei riordini fondiari del Medio Friuli aspettandosi da un momento all’altro di vedere i sassi che si animano e prendono vita. E’ un sogno. E nei sogni tutto può accadere. A volte i sassi si animano davvero e prendono la forma di un PIRO PIRO BOSCHERECCIO (magari accompagnato da  GAMBECCHI NANI) (Video di Paolo Zonta)

Piro piro boschereccio con Gambecchi nani - Foto di Paolo Utmar



... o di un COMBATTENTE (perdonate la foto, che sia solo  testimonianza per le antiche leggende tramandate oralmente dalla vecchia scuola: “Non ne vedrai mai uno in abito riproduttivo nelle nostre terre!”) 

Improbabile Combattente in abito nuziale nero

... oppure di uno smarrito PIVIERE DORATO (con il suo sottoala bianco candido immacolato). 

Piviere dorato - Foto della foto di Matteo Skodler

Ma nel sogno ricorrente quei sassi si trasformano in creature della terra, fantasmini invisibili e pittoreschi, che compaiono dal nulla a pochi metri infilandosi nei nostri occhi. Nel sogno si chiamano PIVIERI TORTOLINI. E noi con questo nome abbiamo imparato a chiamarli.

 

Pivieri tortolini sotto la pioggia

Pivieri tortolini sotto la pioggia

Pivieri tortolini in volo - Foto di Matteo De Luca


E questo sogno è talmente ricorrente che merita una digressione ed un piccolo aneddoto. Nel n° 36 (Anno 2021) di Quaderni di Birdwatching di EBN Italia nell’articolo “Il Magnetismo dell’ex Provincia di Udine” (pagg. 30-47) alcune voci narranti raccontano di misteriose località. Si inizia con Tommaso “Perché alcuni siti risultavano più attraenti per gli uccelli rari in migrazione rispetto ad altri all’apparenza simili ma che venivano regolarmente trascurati? […] Alcune strane linee indicate sulle mappe come curve di livello apparivano in zone totalmente pianeggianti […] come se tali tracce fossero un atavico retaggio di qualche sotterraneo solco fluviale. E proprio in corrispondenza di tali percorsi tendevano a localizzarsi i punti caldi della migrazione delle specie accidentali, come se una memoria storica tramandata da generazioni si conservasse nel loro magnetico subconscio nonostante la trasformazione del territorio… ” e si prosegue con Pulotto “All’inizio non volevo credere ai vaneggiamenti di Tommaso. Sapete, tra amici ogni tanto si straparla. Allora ho pensato di metterlo alla prova. Ho scelto il posto peggiore sul pianeta Terra. Quel piattume omogeneo e desolato che qui da noi chiamiamo “Riordino Fondiario”, dove le colture intensive senza soluzione di continuità prevalgono su qualsiasi altra cosa […]. Sono andato a cercare uno di questi enigmatici siti suggeriti dalla cartografia e mi sono seduto ad aspettare…”. Certo, queste parole profumano di sciamanesimo. Allora ve la racconterò con parole concrete e comprensibili aggiornate al 2022. A fine aprile Pulotto decide di andarsene in trasferta altrove (lo scopriremo più avanti) ma visto il periodo idoneo alla migrazione dei fantomatici PIVIERI TORTOLINI il 23 aprile gli chiedo di inviarmi le coordinate di tre di questi fatidici punti magnetici per andare a visitarli nel pomeriggio. Per un disguido tecnico automobilistico imprevedibile (aprile non è un buon periodo per le auto, per non parlare di quelli che appoggiano gli occhiali sul sedile e ci si siedono sopra… per le TESTUGGINI PALUSTRI appena appena meglio… più di qualcuno di noi è rimasto appiedato e lo è attualmente...)

 

Imprevisti del mestiere - Foto di Matteo Skodler

Imprevisti delle sterrate - Foto di Pulotto

Tentativi di porre rimedio agli imprevisti - Foto di Pulotto

Emys orbicularis alle prese con Dacia Sandero Stepway

Emys orbicularis vagabonda

Parto per i sopralluoghi in ritardo e mentre prendo la mira ci arriva la notizia che il PiZonta (con strategia autonoma) proprio in uno di questi tre punti magnetici ha trovato un PIVIERE TORTOLINO. Bene, un viaggio risparmiato, mi dirigo verso uno degli altri due punti. Arrivo poco prima del tramonto. Mi fermo e scendo dall’auto. Le RONDINI riempiono il cielo come non facevano da decenni. E questo elemento basta da solo a farmi capire che sono partecipe di un sogno. 

Il cielo delle Rondini


Sento un vocalizzo nell’aria. Lo riconosco. Lo imito. A pochi metri da me atterra una piccola creatura. Con non poche difficoltà riesco ad inquadrarla in mezzo alle pietre. E’ uno di quei sassi che si animano e che abbiamo deciso di chiamare PIVIERI TORTOLINI. E’ inquieto. Inizia a vocalizzare e a guardare verso il cielo. In mezzo ai desolati riordini veniamo sorvolati da un FALCO PESCATORE. In fondo, ve l’abbiamo detto all’inizio, viviamo in un sogno, difficile credere a queste parole anche di fronte ad una foto sfuocata come questa…

 

Piviere tortolino in uno dei punti magnetici Tringa

So che vi siete presi un piccolo appunto e siete pronti per domandare “Ma il Pulotto dov’era in tutto questo?”. Vedete, ad aprile ci sono quelli che sognano la migrazione sulle isole italiche, Lampedusa, Linosa, Ustica, Ventotene…

 

Luì verde - Foto di Marta Trombetta (sulla terra ferma)

E poi ci sono quelli che ci vanno davvero.

 

I Milanesi diretti a Ventotene - Foto di Pulotto

Ustica, in memoria della bestia di Satana  - Foto di Andrea Cusmano

E Pulotto si è infiltrato tra di loro. Con tanto di USIGNOLO D’AFRICA al seguito…

 

Monachella a Ventotene - Foto di Pulotto

Averla capirossa a Ventotene - Foto di Pulotto

Balia dal collare a Ventotene - Foto di Pulotto

Luì bianco sp. (con copritrici abrase?) a Ventotene - Foto di Pulotto

Luì piccolo e Beccafico sulle ferule a Ventotene - Foto di Pulotto

Usignolo d'Africa a Ventotene - Foto di Pulotto

Usignolo d'Africa a Ventotene - Foto di Pulotto

Usignolo d'Africa a Ventotene - Foto di Pulotto

Usignolo d'Africa a Ventotene - Foto di Pulotto

Usignolo d'Africa a Ventotene - Foto di Pulotto

Usignolo d'Africa a Ventotene - Foto di Pulotto

https://youtu.be/eox3poSvIUQ (video di Pulotto)

 

E allora noi la migrazione dobbiamo continuare a sognarcela quassù, in quelle scarse giornate di pioggia che ci riportano indietro nel tempo, quando i passeriformi non erano ancora estinti e nei cespugli o nelle pozze in mezzo ai campi potevi trovare qualche creatura saltellante, un raro PENDOLINO, un CALANDRO bagnato (mai che sia Maggiore), un CODIROSSONE maschio o un furtivo PETTAZZURRO…

 

Pendolino - Foto di Niccolò Fagotto

Calandro

Codirossone - Foto di Tommaso Zamò


Pettazzurro


Potevi cercare gli intrusi in mezzo alle BALIE NERE, dal PIGLIAMOSCHE alla BALIA DAL COLLARE (per le Caucasiche tocca impegnarsi di più)…

 

Balia nera - Foto di Pietro Zamò

Pigliamosche

Balia dal collare - Foto di Pietro Zamò

Balia dal collare - Foto di Luca Rossi

Potevi imbatterti in creature tinte di rosso, dal FANELLO alla PISPOLA GOLAROSSA e sognare di riuscire a fare delle foto come quelle di Bruno…

 

Fanello al bagno - Foto di Paolo Zonta

Fanello al bagno - Foto di Paolo Zonta

Pispola golarossa - Foto di Pietro Zamò

Pispole golarossa - Foto di Bruno Dentesani

O trovarti alle spalle un Orso dalle sembianze umane ed avere il coraggio di farti un Selfie con lui nelle vicinanze…

 

Selfie con Orso - Foto di Gabriele Zamò

Altrimenti, quando il cielo torna sereno, nel silenzio ostinato dei nostri risvegli, possiamo solo avvicinarci al mare, sognando che qualche creatura alata decida di fare rotta verso di noi, che sia un LABBO o uno STERCORARIO MEZZANO, una MORETTA CODONA o un EDREDONE, un’OCA COLLOROSSO o addirittura un CAPRIOLO a nuoto!

 

Labbo - Foto di Silvano Candotto

Stercorario mezzano - Foto di Pulotto

Moretta codona - Foto di Silvano Candotto

Edredone - Foto di Matteo De Luca

Paolo con Oca collorosso versione Tringa - Disegno di Marta Trombetta

Capriolo con strane idee in mezzo al mare - Foto di Luca Rossi

O appostarci nei pressi delle aree umide residue, dove qualcosa ancora si muove e colora la primavera di piccole sorprese…

 

Piovanello tridattilo - Foto di Matteo De Luca

Schiribilla - Foto di Luca Rossi

Voltolino - Foto di Paolo Utmar

Moretta tabaccata - Foto di Niccolò Fagotto

Spatole e Avocette - Foto di Paolo Utmar

Mignattai - Foto di Matteo De Luca

Mignattai e Oche selvatiche - Foto di Matteo De Luca


Cicogna bianca - Foto di Paolo Zonta

Gabbiano roseo - Foto di Pulotto

https://youtu.be/GN9t2PnSmoU (Video di Pulotto)

 

Nei dintorni nel frattempo gli Ardeidi iniziano (o proseguono) le loro indaffarate attività domestiche e riproduttive, con nuove garzaie che spuntano e crescono rapidamente (con un ringraziamento a Tiziano Abbà per averne localizzata una particolarmente interessante!)…

 

Airone bianco maggiore in modesti abiti (nuziali) - Foto di Marta Trombetta

Airone rosso boschivo - Foto doi Pietro Zamò

Tarabusino nascondino


Tarabuso gobbo - Foto di Paolo Utmar

Agli albori della nuova garzaia - Foto di Paolo Utmar

attirando ospiti (ahimè) meno graditi…

 

Ibis sacri in insediamento nella nuova garzaia mista

E non solo gli Ardeidi si danno da fare…

Smerghi maggiori


La pulizia del nido del Picchio rosso maggiore - Foto di Luciano Silei

A proposito di Picchi, piccola parentesi, dopo le 6 specie svernanti nello stesso chilometro quadrato nel parco del Torre a Udine, abbiamo realizzato un altro sogno, con 7 specie (potenzialmente) nidificanti (NERO, VERDE, CENERINO, ROSSO MINORE, MEZZANO, MAGGIORE e TORCICOLLO) nel Bosco Romagno (Ud), contattate nello stesso giorno in poche centinaia di metri quadrati…

 

Picchio rosso mezzano

Picchio cenerino

Torcicollo

E per finire, tornando ai sogni di aprile, quando ormai tutto sembra perduto, non ci resta che stenderci a terra, al sole, come LUCERTOLE CAMPESTRI

 

Lucertola campestre - Foto di Paolo Zonta

Lucertola campestre - Foto di Paolo Zonta

chiudere gli occhi ed immaginare che nel cielo sopra di noi prendano forma tutte le specie possibili di rapaci, dalla più piccola (quel GRILLAIO di cui poco alla volta stiamo imparando tutti i dettagli) alla più grande (quel GRIFONE che non perde l’abitudine di sorvolare le nostre abitazioni),

 

Grillaio - Foto di Luciano Silei

Grillaio

Grillaio

Grifone sopra casa - Foto di Marta Trombetta

passando per le ALBANELLE PALLIDE che ormai crescono sugli alberi, insieme alle POIANE, ai FALCHI PELLEGRINI disastrati che trovano qualche anima pia che riesce a recuperarli in tempo, ai FALCHI PESCATORI confidenti ed ingordi che non danno tempo ai pesci di smettere di sognare…

 

Albanella pallida sotto la pioggia

L'albero delle 8 Poiane - Foto di Paolo Zonta

Il pronto recupero del Falco pellegrino - Foto di Matteo Skodler

Falco pescatore ingordo


E a tutte le altre specie vagabonde, dal LODOLAIO al FALCO CUCULO, dal NIBBIO REALE al BIANCONE…

 

Lodolaio - Foto di Niccolò Fagotto

Falco cuculo - Foto di Paolo Utmar

Nibbio reale - Foto di Marta Trombetta

Biancone - Foto di Marta Trombetta

Per non parlare di quel nottambulo diurno del GUFO DI PALUDE che non si scorda mai di portarsi dietro un codazzo di CORNACCHIE…

 

Gufo di palude - Foto di Paolo Utmar

Gufo di palude - Foto di Paolo Zonta

Gufo di palude - Foto di Paolo Zonta

Gufo di palude inseguito da Cornacchia

Questo è quanto possiamo sognare ad aprile. E talvolta aprire gli occhi ed immaginare che sia tutto vero. Poi ci sarebbe un sogno tutto mio. Quello di svegliarmi ed accorgermi che gli esseri umani hanno rinunciato a quel loro inguaribile desiderio di prevalere sugli altri, liberandosi una volta per tutte della loro insanabile ed arrogante mania di controllo a scapito della serenità degli uomini e del Pianeta. Ma è un sogno vano ed utopico e le mie parole sono superflue e controproducenti. Sulla mia testa c’è da tempo una taglia, un cartello con una scritta esplicita, non fatevi peso anche voi di questo sofferto fardello, godetevi il sogno e fatelo durare il più a lungo possibile.

 

Pericolo di morte - Foto di Marta Trombetta

 

 

1 commento:

  1. come sempre ben pensato, ben scritto e soprattutto ricco di immagini e sorprese che aprono il cuore ad essere parti della Natura vera e viva. Grazie Matteo

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