Non
vorrei che adesso diventasse un’abitudine o, peggio, una tradizione, quella di
vagabondare per due settimane a settembre in giro per il FVG invece di
esplorare territori nuovi e sconosciuti (come continua a fare quel mattacchione
giramondo del Pulotto), ma visto che non sono stato in grado di crearmi
alternative plausibili, per pura e semplice pigrizia o per estrema ed
altrettanto disarmante pigrizia (mi auguro non accada anche ad ottobre, sarà
opportuno trovare esilio su una qualsiasi isola sperduta, cerco ufficialmente
asilo), il risultato anche quest’anno è stato il medesimo del 2022. Una sfida.
Quella di collezionare il maggior numero di specie e completare l’album delle
figurine ornitiche disponibili sul territorio regionale in questo ristretto
arco di tempo. Per stagionalità e biodiversità, il potenziale è estremamente
elevato, ma per raggiungere il traguardo ipotetico di quota 250 è necessario
sforzarsi per trovare tutte le specie banali, quelle rare, quelle accidentali ed
anche qualche mistica visione...
Spettro di Broken, o il mio? |
Vi spoilero subito il finale, senza
tenervi troppo sulle spine. No, il traguardo non è stato raggiunto. L’anno
scorso l’impresa era stata ostacolata da contrattempi automobilistici ed il
conteggio si era fermato alla cifra tonda (comunque di tutto rispetto) di 220.
http://tringa-fvg.blogspot.com/2022/09/due-settimane-in-ferie-ul.html
Quest’anno
la medesima vettura, prossima al traguardo dei 300000 km, non ha manifestato
gli stessi sintomatici capricci e, fatta eccezione per la giornata dedicata al
tagliando, ha fatto il possibile per raggiungere le destinazioni programmate,
salvo quando sul suo percorso si sono frapposti demoni imprevisti a sbarrarle
la strada (l’unica disponibile).
Tappa obbligata con lavaggio auto gratuito |
Il
resto delle mete è stato inevitabilmente guadagnato a piedi, come al solito,
nonostante le condizioni climatiche avverse, non tanto burrascose quanto
termicamente afose e soffocanti durante la maggior parte del giorno e dei
giorni o regolarmente nebulose ed impenetrabili sulla cima di tutte le vette
montuose raggiunte.
Un posto vale l'altro |
Ma
nulla di tutto questo ha frenato l’avventura, nemmeno lo smarrimento temporaneo
(ovviamente in una parte del territorio non coperta da rete di alcun tipo) e la
conseguente ricerca dello strumento telefonico che ormai accompagna ogni nostro
istante, sia per il puro senso illusorio di compagnia che ci concede quanto per
la comodità di registrare informazioni e documentazioni sonore a testimonianza
del nostro vagabondare.
Caccia al tesoro - Ultima tappa |
Perché
non si è trattato di una semplice sfida, fine a sé stessa, per raggiugere e
superare i propri limiti di conoscenza del territorio. E’ stato un allenamento,
un allenamento intensivo, fisico e mentale, ed allo stesso tempo una incessante
raccolta di dati (oltre 6000) sparsi grossomodo su tutto il territorio, con
inevitabili lacune nelle aree apparentemente meno proficue.
Viaggio in FVG (secondo Ornitho.it) |
Tutti
questi dati (condivisi e visibili in tempo reale) dovrebbero aiutarci a
comprendere i cambiamenti in corso (prima che sia tardi, se non lo è già).
Dovremmo semplicemente smetterla di farci la guerra, o meglio, smettere di
farla a chi si impegna costantemente e quotidianamente con sacrificio per
costruire la conoscenza in tempo reale, combattendo il cleptoparassitismo della
dormitologia ostinata, costellata ormai di ragnatele.
Le ragnatele della dormitologia |
Per
esempio ci accorgeremmo (senza sorprenderci) che le specie più facilmente
contattabili (tra parentesi quadra il numero di segnalazioni), ai primi 4 posti
rispettivamente nell’ordine sono la CORNACCHIA (grigia) [219], il COLOMBACCIO
[203], la GAZZA [160] e la TORTORA DAL COLLARE [154]. Tuttavia potrebbe
meravigliarci il fatto che la CINCIALLEGRA [142] resista al quinto posto (e che
in settembre canti più che durante l’estate, neanche avesse ulteriori
intenzioni riproduttive serie). Potrei chiedervi di indovinare la sesta specie
nell’elenco, ma sarebbe troppo facile puntare sul PICCIONE DOMESTICO [135] (il
SELVATICO in regione è ormai estinto, anche le falesie di Duino e la costiera
triestina ospitano soggetti dal piumaggio ambiguo). Invece, potrei darvi del
tempo per azzardare ipotesi sul settimo posto (POIANA)[123] (o magari sulle posizioni
fino alla decima [(MERLO)118, (GHEPPIO)118, (GABBIANO REALE)114], per i più temerari; seguono poi (PETTIROSSO) [109], (STORNO)[108] ed un inaspettato (BECCAMOSCHINO)[105]!). Le risposte tra una
settimana. Nel frattempo una seconda (agrodolce o meglio amara?) riflessione,
sul fatto che al raggiungimento della punteggio finale contribuiscono con una
percentuale di poco inferiore al 10% le specie che potremmo definire “di
plastica” ovvero le “aliene” “alloctone” “aufughe” “esotiche” invasive o meno,
incluse quelle introdotte a fini venatori oppure “ornamentali, didattici e
socio culturali” (ma perché noi esseri umani siamo così irrimediabilmente
ignoranti e storditi?). L’elenco è davvero lungo, nella check list finale le vedrete associate ad una (P) o, nei casi
“ambigui”, ad una (P?), dall’IBIS SACRO all’EREMITA passando per lo SCARLATTO, dalla
PERNICE ROSSA (ma perché no, anche Quaglia, Fagiano comune e Starna in fondo)
al “paperame” con le varie OCHE DEL CANADA, INDIANE, FACCIABIANCA, EGIZIANE e
gli anatidi “ambigui ma volanti” con MORETTA TABACCATA, FISTIONE TURCO e la new entry ANATRA MARMORIZZATA, che
effettivamente ha un anellino verde alla zampa destra (riuscite a vederlo?) che
se avesse delle cifre bianche stampate sopra rivelerebbe la sua origine
spagnola, ma in assenza di queste conferma la sua provenienza domestica. Eppur
si muove (e vola)! E chissà, forse come molte altre specie in precedenza
potrebbe trovare altri compagni di viaggio ed insediarsi da qualche parte.
La rapida invasione dell'Ibis sacro |
La flotta aerea dell'Ibis eremita |
Pernice rossa in versione "Cosa ci faccio qui?" |
Pernici rosse eternamente redivive |
La perplessità dell'Oca del Canada |
Le Oche egiziane fanno coppia fissa |
Il mistero irrisolto dei Fistioni turchi |
Anatra marmorizzata con contorno misto |
Per
esempio, dei fantomatici USIGNOLI DEL GIAPPONE (a loro modo meravigliosi)
abbiamo già parlato in più occasioni. Ormai la loro presenza è ben consolidata
nell’areale collinare a nord di Udine (no, non nelle Valli del Natisone,
mannaggia a chi diffonde queste insane leggende metropolitane). Chissà per
quanto tempo si sono fatti beffe del nostro orecchio e della nostra
consapevolezza (e della letteratura ufficiale).
Usignolo del Giappone, folletto delle colline |
Usignolo del Giappone, folletto delle colline |
E
chissà quante altre creature impreviste si nascondono nell’inesplorato, ma per
il momento mi rifiuto di inserire la giovane FARAONA che, fuoriuscita
involontariamente dalla recinzione, reclama a gran voce di poter tornare a
casa…
Faraona in fuga dall'Egitto |
Alcuni
di voi, invece, immagino che si scandalizzeranno trovando un pappagallo
palesemente aufugo nell’elenco ufficiale a fondo pagina. Ma c’è un motivo se è
stato incluso. Ce lo spiega il Pulotto con una semplice considerazione. Provate
a fare una ricerca su ornitho.it evidenziando
i dati di presenza di CALOPSITTA in regione comprendendo tutto il periodo
registrato nella banca dati. Scoprirete che le segnalazioni sono davvero poche,
ma che negli ultimi anni sono concentrate tra la metà di agosto e l’inizio di
settembre, con osservazioni puntiformi quasi nelle medesime date nelle località
più disparate.
La migrazione delle Calopsitte in FVG (secondo Ornitho.it) |
Ci
viene il sospetto che questi “graziosi” spettinati e rumorosi volatili
intraprendano una strana rotta migratoria fuori dalle loro gabbie per
raggiungere il FVG in questo periodo e soltanto nelle annate dispari. Ora, non
abbiamo idea di cosa significhi questo realmente, ma non si sa mai. E quindi la
figurina della CALOPSITTA la includiamo nell’album.
Calopsitta urlatrice |
Possiamo
anche fare una riflessione poi sulle specie che non compaiono nell’elenco. Tra
i nidificanti stanziali l’assenza del PICCHIO TRIDATTILO è la più pesante.
Nelle varie escursioni montane mirate alla sua ricerca in un paio di occasioni
si è palesato un picchio indeterminato che per carattere, dimensioni ed
elusività (intesa come assenza di manifestazioni sonore tranne il rumore
flebile del becco che esplora la corteccia) poteva tranquillamente essere lui,
ma la fugacità delle apparizioni non ne ha permesso l’efficace determinazione. Dobbiamo
accontentarci di tutti i suoi compari, che la mattina si svegliano presto e
trascorrono i primi minuti dopo l’alba ad asciugarsi e lisciarsi le piume,
compreso quel PICCHIO ROSSO MEZZANO che da qualche anno è presenza stabile
almeno nella parte orientale della regione.
Per
BASETTINO e MIGLIARINO DI PALUDE (per non parlare dell’estinto PENDOLINO),
considerato il numero di soggetti (singoli) nidificanti, la speranza di
contattarli dalla terraferma senza escursioni lagunari mirate in barca era
davvero effimera. L’unico vero passeriforme infestante è risultato il
PRISPOLONE (no, nessuna Pispola ancora e nemmeno nessuno Spioncello in pianura,
nonostante qualcuno continui a fare una gran confusione tra queste specie…).
Prispolone questo sconosciuto |
A
sorpresa poi, per il secondo anno di fila, anche il PETTAZZURRO si è fatto
notare un poco ovunque con almeno una dozzina di individui visti, intravisti,
sentiti, non solo in laguna ma anche nel bel mezzo dei desertici riordini
fondiari. Se però pensate che io sia stato in grado di immortalarne
decentemente uno vi sbagliate (vi ho mai detto che non sono fotografo?). Condivido
l’unico scatto in cui si intuisce che si tratta di un pettazzurro (ed i
vocalizzi di una creatura indeterminata registrata nei magredi del pordenonese
che potrebbe tranquillamente essere l’ennesimo rappresentante di questa
specie).
L'imbarazzo del Pettazzurro |
Per
rifarmi, vi mostro un video curioso, di una creatura che difficilmente ormai si fa
vedere in FVG, anzi due. Perché mentre cerco di riprendere una SALCIAIOLA che
si muove furtivamente nella rosa canina compare un secondo individuo molesto ed
esuberante che le ruba la scena…
E
si prosegue. Niente CICOGNA NERA, ma per il resto tra ardeidi (alcuni dei quali
addirittura ancora al nido a fine settembre!) ed uccelli marini (con BERTA
MINORE, LABBO e SULA) il conteggio comincia a salire.
Piccoli Aironi guardabuoi crescono (a fine settembre) |
Airone rosso - Prima |
Airone rosso - Dopo (anzi, Topo) |
Sula testa! |
Nessuna
soddisfazione invece dai GABBIANI, deludenti STERNE e MIGNATTINI, tocca
accontentarsi delle STERNE MAGGIORI, con i giovani che tormentano i genitori
reclamando ancora insistentemente cibo.
Sterne maggiori e limicoli vagabondi |
Qualche
lacuna anche tra i limicoli (PITTIMA REALE ed ALBASTRELLO in particolare), ma
in compenso un buon bottino complessivo, con soggetti schivi ed altri
particolarmente fotogenici e confidenti.
Piovanello tridattilo in Spiaggia del Fratino |
Piovanello tridattilo in Spiaggia del Fratino |
Voltapietre in Spiaggia del Fratino |
Voltapietre in Spiaggia del Fratino |
Il profilo del Gambecchio nano |
Beccaccino coraggioso |
L'ultimo Cavaliere d'Italia (e Beccaccino intimidito) |
Il miraggio del Chiurlo piccolo |
Gambecchio frullino sulla fiducia |
Alti
e bassi con i rapaci. Zero ALBANELLE, mancato il NIBBIO REALE e scomparsa per
l’occasione anche quest’anno l’AQUILA DI MARE. Per il resto, dal più grande al
più piccolo, un giorno dopo l’altro compaiono tutti quanti. Tanti FALCHI
PESCATORI, alcuni BIANCONI, diversi (inaspettati) FALCHI CUCULI e qualche
ASTORE di pianura e laguna, soprattutto giovinastri (non ci sarebbe niente di
strano nelle foto in cui bisticcia con il CORVO IMPERIALE, se non fosse che gli
scatti sono stati fatti sul lungomare di Grado…).
Falco pescatore di ritorno dal mercato del pesce |
Falco pescatore sazio |
Falco cuculo guardingo |
Schermaglie costiere tra Astore e Corvo imperiale |
Schermaglie costiere tra Astore e Corvo imperiale |
Schermaglie costiere tra Astore e Corvo imperiale |
Giusto
una parola sui FALCHI PECCHIAIOLI. Fino ad inizio mese la migrazione è ancora
visibile, poi ne resta solo la coda e la maggior parte dei (pochi, pochissimi)
soggetti che ancora si riescono ad intercettare è costituita da giovani (che
per piumaggio ricordano più qualche strana aquila e non una poiana). Questo per
dire che se vi capitasse, in FVG, a settembre inoltrato, di vedere in volteggio
(alto o basso) insieme diversi rapaci delle dimensioni di una Poiana (o di un
Pecchiaiolo) fate attenzione perché è probabile che siano davvero Poiane (non lasciatevi
ingannare dai numeri e, nel dubbio, fate qualche foto…).
Giovane Falco pecchiaiolo fuori fuoco |
Giovane Falco pecchiaiolo fuori fuoco |
Giovane Falco pecchiaiolo fuori fuoco, con Gheppio |
Sparite
anche le RONDINI ROSSICCE, al loro posto solo i nidi usati, integri ma oramai
vuoti. Si attardano ancora invece le GHIANDAIE MARINE, i CUCULI, i RIGOGOLI…
mentre le COLOMBELLE ormai sono diventate presenza fissa.
Giovane Ghiandaia marina ritardataria |
Cuculo versione splatter (nel video) |
Rigogolo di fine stagione, all'imbrunire |
Colombella di terra |
Ci
sarebbero poi le “creature indeterminate” (tipo il picchio presunto
tridattilo). Nella maggior parte dei casi si tratta di passeriformi. Uno in
particolare, in RNR Foce Isonzo (Go), dietro il recinto dei cavalli, piccolo e
marroncino, si invola lesto da una pozzanghera a terra facendo notare in modo
palese il disegno della coda con due triangoli bianchi sulle timoniere
laterali, che contrastano con la restante tonalità scura, prima di sparire tra
la vegetazione della boscaglia. Ora, è vero che di STIACCINI se ne possono
trovare ovunque, ma che si rintanino nella vegetazione arborea ed arbustiva e
che si rifiutino di manifestarsi e comparire nonostante la lunga ed ostinata
attesa, ecco, questa è la parte della vicenda che lascia perplessi. Settembre
non è il mese tipico per il PIGLIAMOSCHE PETTIROSSO, ma se dopo questa
estemporanea visione ne compare uno (fotografato) nel Delta del Po allora
qualche rammarico resta. Che poi, come detto, potrei tranquillamente aver visto
la coda di uno STIACCINO ARBORICOLO.
La coda dello Stiaccino |
A
proposito di richiami “PIGLIAPETTESCHI”, questa è la registrazione (fatta al
buio poco prima dell’alba) di un verso proveniente dagli arbusti lungo il
sentiero nei pressi di Malga Pramosio (sopra Paluzza, Ud). Anche questo temo
resterà indeterminato (con sottofondo di passera scopaiola e scricciolo, in
canto) a meno che qualcuno non riesca a dagli un nome proprio.
Ci
sarebbe anche questo richiamo, registrato ad Aquileia (Ud) che tuttavia nella
registrazione (con pettirosso che si sovrappone al suono complicandone
l’ascolto, cinciarella, beccamoschino, codibugnolo…) ricorda un pettirosso,
mentre dal vivo aveva una sonorità diversa, più schioccante, più o-scura…
E
poi, per non farci mancare nulla, c’è il solito argomento “caldo” degli
usignoli impostori. Questa è la registrazione di un soggetto “ignoto”
effettuata prima dell’alba a Palmanova (Ud). Non squilla come gli USIGNOLI
MAGGIORI che sono riuscito a vedere in questi anni, ma ha comunque qualcosa di
più acuto dell’USIGNOLO nostrano.
USIGNOLO
nostrano che quando vuole squilla anche lui (ormai me ne sono fatto una
ragione), ma sempre con una sonorità differente. Questo richiamava frustrato in
RNR Foce Isonzo (Go) e per alcuni istanti si è fatto osservare allo scoperto,
quindi della sua identità possiamo stare tranquilli.
E
poi c’è questo, che richiama allo stesso modo e che si è anche fatto filmare.
Ma che ad un primo sguardo mi ha fatto prendere un colpo. Perché scuro è scuro
mannaggia a lui. E squilla, a tratti, ma squilla. Però, per quanto scuro, ce lo
teniamo come USIGNOLO.
Usignolo scuro |
Usignolo scuro |
Visto
che ci siamo, potremmo continuare con la parte acustica. Perché ho ancora
qualche brano da farvi ascoltare. Cominciamo dalla BIGIARELLA. O meglio, da
quelle BIGIARELLE che in migrazione si prendono la libertà di emettere un
richiamo peculiare, totalmente differente da quello a cui siamo abituati (check, check – check… ma in fondo tutte
le bestie invisibili in tarda estate fanno check,
check-check) ma divaga con una modalità “cinciarellesca” o meglio con una
versione “rattle” del suo “call”. Due registrazioni (anzi tre). Un
soggetto registrato da Osoppo (con Pulotto) che alternava richiamo tipico (che
si sente all’inizio della prima registrazione) a quello insolito (prime due
registrazioni), l’altro in RNR Valle Grotari (Ud) (terza registrazione).
Il
Giuss mi ha suggerito di provare a documentare anche fotograficamente queste
creature (in particolare la coda e le timoniere esterne) per cercare di
determinarne la provenienza (Sottospecie particolari? Addirittura specie?).
Ecco, allora, facile in teoria. Perché quando vogliono le BIGIARELLE si mettono
in posa.
Bigiarella - Foto di Pulotto (a mia insaputa) |
Però
quando sono in gruppetto e devi capire quale emette il verso caratteristico
allora diventa un dramma, perché compaiono alternativamente e silenziose allo
scoperto e giocano a nascondino quando richiamano. Queste foto scattate ad
Osoppo potrebbero tranquillamente non riferirsi al soggetto incriminato. O
forse sì.
Una Bigiarella a caso |
Un'altra Bigiarella a caso |
Di
sicuro l’unica foto che sono riuscito a scattare a Marano Lagunare riprende
l’animale dal verso caratteristico, solo che è in fuga e sfuocata (altrimenti
la coda e le timoniere si vedrebbero pure…).
Bigiarella in fuga |
Pazienza,
ci abbiamo provato. E’ andata meglio con le registrazioni delle creature della
notte. Dalle fantomatiche STARNE alla CIVETTA NANA, al prestigioso ALLOCCO
DEGLI URALI…
Ops!
Su xenocanto si vede il punto preciso della registrazione dell’ALLOCCONE!
Allora, una volta per tutte, smettiamola con questa farsa ipocrita delle specie
sensibili. Non sono le specie ad essere sensibili, siamo noi ad essere
INSENSIBILI se continuiamo ad andare a stressarle di giorno con le casse ed i
richiami a tutto volume per vederle, fotografarle, tormentarle a puntino queste
creature (meravigliandoci poi magari se la specie non nidifica più da alcuni
anni sulle Prealpi). Invece, con un piccolo sforzo, senza spendere cifre esose,
imparate a riconoscere il canto anche da lontano (magari imparate ad imitarlo a
voce?) e poi andate a farvi una passeggiata nel Tarvisiano, di notte, nel
periodo adatto. Lo troverete. Da soli. Forse più di uno (la CIVETTA CAPOGROSSO
no, quella la troverete altrove per caso con un grosso colpo di Q). Certo, dovrete
impegnarvi un pochino. E non vi serviranno a nulla le coordinate di xeno-canto,
state tranquilli. Stesso discorso possiamo farlo valere per il FRANCOLINO DI
MONTE. O meglio, lui dovete andare a cercarlo di giorno (senza inventarvelo
perché vi manca la crocetta e sentite un fruscio nel bosco). Meglio all’alba?
Certo. Eppure questa registrazione è stata fatta alle 13.00.
E’
vero che con lui nove tentativi su dieci vanno a vuoto (qualcuno si ricorderà
gli episodi della famosa Saga del Francolino), eppure a volte decide di
concederci delle brevi apparizioni. Uno scatto rubato magari.
Francolino di monte, folletto dei boschi |
O
uno spettacolare video, che qualcuno di voi ha già visto. Vi assicuro che
merita.
Suvvia,
vi stavo scherzando. Figuratevi se quel dannato fantasmino si concede davvero
per qualche istante alle mie incapacità fotografiche? O magari sì? (Ecco,
questo merita davvero).
Che
poi in montagna non sono solo i tetraonidi ed i rapaci notturni (e il picchio
tridattilo) a rischiare di compromettere l’andamento dell’impresa. I vari
Turdidi vanno ricercati in posti mirati (le CESENE in particolare) anche se poi
alcuni di loro compaiono in mezzo alla strada in pianura o nelle località più
impensate.
Passero solitario arboricolo |
Il
PICCHIO MURAIOLO è diventato un fantasma quasi ovunque e, come lui, i sempre
più rari FRINGUELLI ALPINI, che giocano a nascondino nella nebbia delle più
elevate cime.
Fringuello alpino oltre la nebbia |
Conta i Fringuelli alpini |
Fringuelli alpini nella nebbia |
Agli
ORGANETTI, lo confesso, ci avevo praticamente rinunciato. Hanno voluto a tutti
i costi farsi trovare loro. Su un pendio roccioso ad oltre 2400m. Anche loro,
ovviamente, immersi in una coltre di nebbia.
Organetti a decinaia |
Siamo
quasi agli sgoccioli. Mancano da citare quelle primizie invernali che compaiono
alla fine di settembre. L’AVERLA MAGGIORE per esempio.
Irrigatore ad Averla maggiore |
O
le OCHE LOMBARDELLE, che magari con un singolo soggetto sono presenti da mesi
in RNR Foce Isonzo (Go) ma che quando tenti di fotografarlo si invola e poi,
nel riguardare le foto, ti accorgi che non era solo…
Ocaio e paperame misto |
Le Oche lombardelle sono due |
Resta
ancora soltanto un aneddoto da raccontare. Si intitola "La Maledizione del Piviere". Ce lo siamo tenuti per la fine. Per
quei temerari che hanno resistito fino a qui. Per quei temerari che tra fine
agosto e settembre ogni anno sono disposti a scalare impervie montagne alla ricerca
ostinata (e regolarmente infruttuosa) di quel fantastico animaletto che
trotterella tra i piedi degli escursionisti con una disarmante confidenza.
Quella creatura artica che fronteggia spavaldamente gli esseri umani con la sua
tenera sfrontatezza di limicolo impertinente. Quel PIVIERE TORTOLINO che più lo
cerchi e meno lo trovi. E che ti compare in mezzo ad un campo arato di pianura
(anzi, di laguna) quando meno te lo aspetti.
Pivieri tortolini di pianura |
Pivieri tortolini di pianura |
Pivieri tortolini di pianura |
No.
Non è questo l’aneddoto che volevo raccontarvi. Ma è solo una doverosa
premessa. Nel senso che l’inaspettato incontro con 7 PIVIERI TORTOLINI avvenuto
nei primi giorni di questa avventura sarebbe già da solo motivo di entusiasmo,
eppure c’è una seconda puntata di questa vicenda che in pochi conoscono e che
riguarda sempre un Piviere, ma stavolta è il PIVIERE DORATO. Nell’elenco delle
potenziali specie di settembre ho fatto l’insano errore di non inserirlo,
nonostante quest’anno un paio di individui abbiano cominciato a frequentare la
laguna già da metà agosto. Ad ogni modo li ho cercati per giorni senza riuscire
a stanarli ed ero quasi al punto di rinunciare quando… Bruno Delbianco, la sera
del 21 settembre, mi dice che dal 18 alcuni soggetti frequentano la famosa
“Piana dello Zigolo (delle Nevi)” di Aquileia. E pensare che per la piana ero
passato proprio in quei giorni, ma avevo trovato solo PAVONCELLE invisibili ed
una interminabile schiera di barbabietole…
Mi
resta poco tempo per cercare di intercettarli. Tra l’altro il 22 settembre è il
giorno del tagliando dell’auto, quindi devo scroccare un passaggio a Marta per
esplorare il territorio incriminato. Le barbabietole sono sparite, restano solo
le PAVONCELLE e tante, tantissime, immobili, zolle di terra. Inutile insistere.
Mentre desistiamo e torniamo verso casa incrociamo il suddetto Bruno in
bicicletta. Ci dice che andrà a fare un sopralluogo lui. Lo salutiamo e
puntiamo verso nord. Non passa molto che ci arriva un suo messaggio. I PIVIERI
DORATI, mannaggia, sono ancora al loro posto. E niente, per oggi è tardi. E
domani tocca andare a smantellare la Spiaggia del Fratino. Poi resta solo
domenica. Dannati PIVIERI. Ma non demordo. In Spiaggia Fratino ci mettiamo meno
tempo del previsto e dopo alcune peregrinazioni prima con Giulio, poi con
PiZonta e Fabiolino mi dirigo ostinato verso Aquileia. Fabiolino quando ci
salutiamo commenta dicendo “Tanto adesso che ce ne andiamo il Toller trova i
Pivieri tortolini”. Lo dice sempre, ovviamente. Prossimo ad Aquileia ricevo un
messaggio di Bruno che mi dice “Qui non vanno più via, adesso ce ne sono 2”.
Gli rispondo “Tienimeli lì che arrivo”. E lui replica “Parlavo delle Ghiandaie
marine, dai Pivieri sono passato prima e non li ho trovati ma sono passati i
Carabinieri in auto e se ne sono involati 12 dall’arato. Temo che non siano più
lì adesso”. Sono a dieci minuti dalla Piana dello Zigolo. E impreco. Ma ormai
sono quasi arrivato e pace. Trascorrerò un paio di ore fino al tramonto a
piangere seduto sul bordo dell’argine della laguna. Raggiungo la piana e
l’adiacente campo arato. Le PAVONCELLE, come loro solito, sono rintanate tra le
zolle. Nessuna traccia dei Pivieri. Spunta la prima lacrimuccia. Parcheggio
l’auto tra la piana e l’arato e aspetto, con la testa fuori dal finestrino. Due
CULBIANCHI, una CUTRETTOLA, tre FAGIANI spavaldi e una LEPRE. Passano i minuti.
Poi, con la coda dell’occhio, dal nulla vedo comparire in volo cinque sagome
silenziose che vanno a posarsi in mezzo alla piana. Un brivido leggero,
ma ne sono certo, i Pivieri sono arrivati! Li cerco a binocolo ma sono troppo
lontani. Li punto a cannocchiale. E qui accade l’imponderabile e, per
l’ennesima volta in questa vicenda, impreco. Credo si tratti di una prima
assoluta nella storia (a me nota) del birdwatching. La mia imprecazione
intendo. Non in senso assoluto, ma riferita al fatto che non credo che nessuno
prima di quel momento avesse mai osato imprecare inquadrando le sagome di
cinque PIVIERI TORTOLINI al pensiero “Porta sputazza, ce li ho già i Tortolini,
voglio i Pivieri dorati!”.
Dannati Pivieri tortolini |
Niente
da fare. Mando un messaggio sconcertato a Bruno (e un altro meno palesemente
sconfortato su birdalert con una foto sfuocata) e mi rassegno al fatto che il
fato mi è avverso. Bruno mi risponde che guarderà meglio le foto, che forse
anche i suoi 12 di oggi erano Tortolini (dei PIVIERI DORATI dei giorni
precedenti mi aveva già fatto avere le foto), ma poi controlla meglio, ed erano
davvero dorati. La conoscete la “Two Birds Theory”? La teoria che due
osservatori diversi nello stesso posto osservino tipo una bestia nello stesso
cespuglio e che la bestia risulti essere due bestie diverse? Per lunghi attimi
ho pensato di essere vittima di un dispettoso destino. Decido che farò finta di
allontanarmi e che poi girerò l’auto e tornerò a piazzarmi davanti all’arato,
ad aspettare ostinato. Mentre torno verso l’arato i TORTOLINI sono spariti o,
almeno, io non riesco più a vederli. Nell’arato le PAVONCELLE continuano a
poltrire tutte insieme. Però in un angolino in disparte ce ne sono due
solitarie. Decido di dedicarmi a loro e mentre le punto con il cannocchiale una
delle zolle vicino a loro si alza, si scrolla di dosso la terra, estrae una
testolina dal fango ed inizia a camminare. Uno, due, cinque, dieci piccoli
Golem dorati prendono forma tra le zolle.
Zolle a forma di Piviere dorato e Pavoncella |
Zolle a forma di Piviere dorato |
Zolle a forma di Piviere dorato e Pavoncella |
Nemmeno
un istante per gioire ed un FALCO DI PALUDE li fa involare tutti. Sono una
dozzina. Si tornano a posare poco distante. A questo punto decido di
controllarli ad uno ad uno perché non vorrei essere testimone della “Three
Birds Theory” ovvero che in mezzo a loro ci sia qualche strano intruso.
Ovviamente penso a qualche piviere raro. Resto oltremodo sbalordito quando mi
accorgo che tra loro effettivamente c’è un intruso più chiaro, più grande, più
robusto e dal becco più massiccio. Ecco il terzo uccello, la PIVIERESSA.
Zolle a forma di Piviere dorato e Pivieressa |
Comincia
a diventare buio. Sono sicuro che tra i dorati si nasconde qualche altro
intruso, ma accetto la sconfitta e sorrido. Concludo la mia avventura con 238
specie. Alcune si sono concesse solo per pochi istanti ed in una sola
occasione, altre sono state presenza costante nelle mie escursioni. Le trovate
elencate qui sotto. Ed in giro per il FVG, se avrete anche voi voglia di
esplorarlo...
1. Quaglia
(P?) *(*)
2. COTURNICE
*(*)
3. Pernice
rossa (P) *(*)
4. Fagiano
comune (P?)
5. STARNA
(P?) **
6. FRANCOLINO
DI MONTE **
7. PERNICE
BIANCA **
8. GALLO
CEDRONE (solo una penna) **(*)
9. FAGIANO
DI MONTE *
10. CIGNO
NERO (P) *(*)
11. Cigno
reale
12. OCA
FACCIABIANCA (P) **
13. OCA
DEL CANADA (P) *(*)
14. OCA
INDIANA (P) *(*)
15. Oca
selvatica
16. OCA
LOMBARDELLA **
17. EDREDONE
18. Smergo
maggiore
19. OCA
EGIZIANA (P) **
20. Volpoca
21. CASARCA
(P) *(*)
22. ANATRA
MARMORIZZATA (P) **
23. Fistione
turco (P?) *
24. Moriglione
25. MORETTA
TABACCATA (P) **
26. Moretta
27. Marzaiola
28. Mestolone
29. Canapiglia
30. Fischione
31. Germano
reale
32. Codone
33. Alzavola
34. Tuffetto
35. SVASSO
COLLOROSSO **
36. Svasso
maggiore
37. Svasso
piccolo
38. Fenicottero
39. Piccione
domestico
40. Colombella
*
41. Colombaccio
42. TORTORA
SELVATICA *(*)
43. Tortora
dal collare
44. SUCCIACAPRE
*(*)
45. Rondone
maggiore
46. RONDONE
PALLIDO *
47. Rondone
comune **
48. Cuculo
*
49. Porciglione
50. VOLTOLINO
*
51. SCHIRIBILLA
**
52. Gallinella
d’acqua
53. Folaga
54. BERTA
MINORE **
55. Cicogna
bianca
56. Spatola
**
57. Ibis
sacro (P)
58. MIGNATTAIO
**
59. IBIS
SCARLATTO (P) **
60. Ibis
eremita (P)
61. TARABUSINO
**
62. Nitticora
63. Sgarza
ciuffetto *
64. Airone
guardabuoi
65. Airone
cenerino
66. Airone
rosso
67. Airone
bianco maggiore
68. Garzetta
69. SULA
**
70. Marangone
minore
71. Marangone
dal ciuffo
72. Cormorano
73. OCCHIONE
*(*)
74. Beccaccia
di mare
75. Avocetta
76. Cavaliere
d’Italia *
77. Pivieressa
78. PIVIERE
DORATO **
79. PIVIERE
TORTOLINO **
80. Corriere
grosso
81. Corriere
piccolo
82. FRATINO
*
83. Pavoncella
84. Chiurlo
piccolo *(*)
85. Chiurlo
maggiore
86. PITTIMA
MINORE *(*)
87. VOLTAPIETRE
*
88. Piovanello
maggiore *
89. Combattente
90. GAMBECCHIO
FRULLINO **
91. Piovanello
comune
92. GAMBECCHIO
NANO *(*)
93. PIOVANELLO
TRIDATTILO *(*)
94. Piovanello
pancianera
95. Gambecchio
comune
96. Beccaccino
97. Piro
piro piccolo
98. Piro
piro culbianco
99. Totano
moro
100.
Pantana
101.
Pettegola
102.
Piro piro boschereccio
103.
Gabbiano comune
104.
Gabbiano corallino
105.
Gabbiano reale
106.
Fraticello
107.
STERNA MAGGIORE *
108.
Sterna comune
109.
Beccapesci
110.
LABBO *
111.
BARBAGIANNI *(*)
112.
CIVETTA NANA *
113.
Civetta
114.
CIVETTA CAPOGROSSO **(*)
115.
Assiolo
116.
GUFO COMUNE *(*)
117.
Allocco
118.
ALLOCCO DEGLI URALI *
119.
GUFO REALE
120.
FALCO PESCATORE
121.
Falco pecchiaiolo *(*)
122.
Biancone
123.
Grifone
124.
Aquila reale
125.
Falco di palude
126.
Sparviere
127.
Astore
128.
NIBBIO BRUNO **
129.
Poiana
130.
UPUPA *(*)
131.
Gruccione
132.
GHIANDAIA MARINA *(*)
133.
Martin pescatore
134.
TORCICOLLO *(*)
135.
Picchio cenerino
136.
Picchio verde
137.
Picchio nero
138.
PICCHIO ROSSO MEZZANO *
139.
Picchio rosso minore
140.
Picchio rosso maggiore
141.
Gheppio
142.
FALCO CUCULO *
143.
Lodolaio
144.
Falco pellegrino
145.
CALOPSITTA (P) ***
146.
RIGOGOLO *(*)
147.
Averla piccola
148.
AVERLA MAGGIORE *(*)
149.
Gracchio alpino
150.
Ghiandaia
151.
Gazza
152.
Nocciolaia
153.
Taccola
154.
Corvo imperiale
155.
Cornacchia grigia (154b. Cornacchia nera)
156.
Cincia mora
157.
Cincia dal ciuffo
158.
Cincia bigia
159.
Cincia alpestre
160.
Cinciarella
161.
Cinciallegra
162.
Tottavilla
163.
Allodola *
164.
Cappellaccia
165.
Beccamoschino
166.
Canapino maggiore *
167.
Forapaglie comune
168.
Cannaiola verdognola *
169.
Cannaiola comune
170.
Cannareccione *
171.
SALCIAIOLA **
172.
FORAPAGLIE MACCHIETTATO **
173.
Balestruccio
174.
Rondine
175.
Rondine montana
176.
Topino
177.
Luì verde
178.
Luì grosso
179.
Luì piccolo
180.
Usignolo di fiume
181.
Codibugnolo
182.
Capinera
183.
Beccafico
184.
Bigiarella
185.
Occhiocotto *
186.
Sterpazzola
187.
USIGNOLO DEL GIAPPONE (P)
188.
Rampichino comune
189.
Rampichino alpestre
190.
Picchio muratore
191.
PICCHIO MURAIOLO **
192.
Scricciolo
193.
Merlo acquaiolo
194.
Storno
195.
Tordela
196.
Tordo bottaccio
197.
Merlo
198.
CESENA *(*)
199.
MERLO DAL COLLARE *
200.
Pigliamosche
201.
Pettirosso
202.
PETTAZZURRO *
203.
Usignolo
204.
Balia nera
205.
Codirosso spazzacamino
206.
Codirosso
207.
Passero solitario *
208.
Stiaccino
209.
Saltimpalo
210.
Culbianco
211.
Regolo
212.
Fiorrancino
213.
Sordone
214.
Passera scopaiola
215.
Passera oltremontana
216.
Passera d’Italia
217.
Passera mattugia
218.
FRINGUELLO ALPINO **
219.
Prispolone
220.
Spioncello
221.
CALANDRO *(*)
222.
Cutrettola
223.
Ballerina gialla
224.
Ballerina bianca
225.
Fringuello
226.
Frosone
227.
Ciuffolotto
228.
Verdone
229.
Fanello
230.
ORGANETTO **(*)
231.
Crociere
232.
Cardellino
233.
Verzellino *
234.
Lucherino
235.
Strillozzo
236.
Zigolo muciatto
237.
Zigolo nero
238.
ZIGOLO GIALLO **
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