lunedì 29 aprile 2019

Un campo a Ventotene

Non voglio fare il solito report, spiegandovi per filo e per segno i miei 4 giorni con famiglia a Ventotene. Quest'isola in Aprile si trasforma in un'enorme zattera di salvataggio, o almeno così la intendiamo noi umani, che non riusciamo a capacitarci di come esseri piumati più leggeri di 10 grammi possano volare ininterrottamente dall'Africa al Nord Europa. Dall'alto sembra un punto (Santo Stefano) e una parentesi (Ventotene).  
Dal basso un piccolo scoglio allungato con pochissime spiagge e tantissimi orti, e ognuno può portare una rarità o comunque una meraviglia.
Ecco il punto. Noi birder siamo sempre alla ricerca del raro, del mai visto prima, dell'eccezione. Spesso sull'onda di quest'ansia rischiamo di perderci la bellezza che ogni giorno i nostri binocoli ci riservano, qualcosa alla quale assistiamo solo noi e che troppo spesso diamo per scontata. 
Insomma, non voglio farla troppo lunga, ma vi descrivo un'ora e mezza passata seduto in un campo di lenticchie a Ventotene. Potevo finalmente scorrazzare in solitudine, perchè "andare a Ventotene con la famiglia è come andare ad Amsterdam con Giovanardi" (...) ma ho deciso di fermarmi.
Un breve sentiero, un vigneto con Sterpazzole e Pettirossi, e prima di affacciarmi sul campo, decido di dare un'occhiata sulla destra, nascosto dietro una parete di cannucce. Solo come mai prima in mezzo al prato, come un'enorme bestia selvatica c'è un Tarabuso. 

Sembra appena arrivato, il prato è a sud, a picco sul mare. Mi vede e cerca la salvezza in un angolo con qualche canna (le ha trovate anche qui).


Sorpreso dalla visione percorro un breve sentierino per raggiungere il luogo dell'appostamento. Su un fico una Balia nera maschio mi guarda tranquilla. Mi siedo.


Prima di perlustrare il campo col cannocchiale, a binocolo vedo un Averla capirossa (una delle tantissime) che si pulisce tranquilla.


La osservo a cannocchiale. Poche cose danno più soddisfazione di osservare un animale selvatico senza disturbarlo, senza metterlo in allerta o farlo scappare. Ormai sono seduto, quasi invisibilmente, come un tarabuso...
Comincio a scandagliare il campo di lenticchie...qualche Culbianco (non molti), Stiaccini a volontà, due Luì grossi che saltano come molle all'inseguimento di insetti invisibili. In mezzo alle cutrettole c'è qualcosa che il mio cervello inizialmente cataloga come Bigiarella...poi per fortuna rinsavisco e mi chiedo cosa ci fa una Bigiarella per terra in un campo, come un motacillide qualsiasi...Ovviamente non è una Bigiarella, è una femmina di Cutrettola feldegg (e subito la mia mente corre agli amici Toller e Pulotto, noti detrattori delle sottospecie di cutrettole...Non mi avrete!). 
Pochi secondi e il fischio della Pispola Golarossa mi riporta alla realtà. Le cerco e le trovo, ma sono topolini in mezzo all'erba. Soffro per fotografarle e alla fine ce la faccio, solo perchè una si ferma a rassettarsi...non è la più rossa che c'è, ma mi accontento.



Un altro verso, ben più rauco, mi fa guardare in alto. Sono Nitticore e si avvicinano in volo alle mie spalle. Dal rumore che fanno sembrano tante...ma sono soltanto due. Mi sorvolano e se ne vanno verso Est.
Tutto si muove. L'isola è gonfia di uccelli. Pochi minuti e in volo dalle mie spalle arrivano nel campo tre Calandrelle (visione non comune per me). Anche stavolta peno per ottenere le foto, e decido di godermele a lungo col cannocchiale.


In tutto questo, un Rigogolo scorrazza sullo sfondo e una femmina di Stiaccino cattura un bruco, si allontana dal maschio, lo sbatte a terra e poi lo mangia. Arrivano i miei figli, non vedo l'ora di fargli vedere Calandrelle e Pispole golarossa (lifer per loro). La mania degli uccelli li ha contagiati di nuovo (gli era un po' passata), la magia di Ventotene fa miracoli. 
Potrei raccontarvi molto altro: le infinite Balie dal collare (una anche nel giardino di casa), la Rondine rossiccia avvistata da mio figlio Francesco (grazie!!) mentre sistemavo la giacca a Pietro. Le mie inutili ricerche della Monachella e del Codirossone, il pomeriggio di scirocco e pioggia passato in casa a soffrire (...), i versi notturni, malinconici e materni delle berte, il ritorno in nave scortati dai delfini, dalle rondini e da una tortora selvatica.
Alla fine non ho visto nulla di trascendentale (anche se il Tarabuso è la prima segnalazione su ornitho...e qui ritorna lo spirito del collezionista di rarità...), non ho fatto nessun lifer, ma quell'ora e mezza nel campo di lenticchie mi ha riconciliato col mondo.
P.s. Un saluto a Guido Condello, che ho conosciuto sull'isola e ai ragazzi che lavorano nella stazione di inanellamento.


Balia dal collare femmina
Luì verde
Giovane birder

Usignolo

Check List - Ventotene 19-23 Aprile 2019

Berta maggiore
Berta minore
Cormorano
Tarabuso (noto che lo stanno segnalando ancora, sarà sempre lui...trattatelo bene!)
Nitticora 
Garzetta
Airone guardabuoi
Nibbio bruno
Falco pecchiaiolo
Falco cuculo
Falco di palude
Gheppio
Falco pellegrino
Piro piro piccolo
Gabbiano reale
Piccione domestico (si può dire che il selvatico non c'è?...)
Tortora dal collare
Tortora selvatica
Cuculo
Assiolo
Rondone comune
Rondone maggiore
Rondine
Rondine rossiccia
Balestruccio
Topino
Upupa
Gruccione
Torcicollo
Calandrella
Prispolone
Pispola golarossa
Cutrettola 
Pettirosso
Usignolo
Codirosso comune
Culbianco 
Stiaccino
Tordo bottaccio
Tordela
Merlo
Beccafico
Sterpazzola
Occhiocotto
Sterpazzolina
Forapaglie comune
Cannareccione
Luì grosso
Luì verde
Luì piccolo
Pigliamosche
Balia nera
Balia dal collare
Averla capirossa
Cornacchia grigia
Rigogolo
Passera d'Italia
Passera mattugia
Cardellino
Verzellino



2 commenti:

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  2. Saluti a te, Tommaso, è stato un vero piacere conoscerti su un'isola che affratella i birdwatcher con la sua alata magia

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