lunedì 10 dicembre 2018

STROLAGA BECCOGIALLO (Gavia Adamsii)

Il ponte dell'Immacolata quest'anno ha dato modo a molti birdwatchers di giungere nella nostra regione F.V.G. per osservare una rarità: la Strolaga beccogiallo.
La specie in Italia è considerata accidentale e quindi la sua presenza è ritenuta di notevole interesse.
Giovedì 6 Dicembre 2018, sul litorale tra Duino e Villaggio del Pescatore in provincia di Trieste, è stata contattata da un gruppo di lombardi: Mirko Galuppi, Jacopo Barchiesi, Jacopo Ferrario, Lorenzo Laddaga, Silvia Pelti e Irene Vertua. Indipendentemente da loro, nella stessa giornata, viene individuata anche dal veneto Fabrizio Cimino. Da qui inizia il tam tam che rapido si propaga facendo suonare i cellulari di molti appassionati in tutta Italia e, avendo davanti un paio di giorni festivi a disposizione, molti di questi hanno pensato subito: "Si parte!!!".
La Strolaga beccogiallo è la più grande tra le strolaghe ma la caratteristica che la contraddistingue è il becco che in tutte le età è molto chiaro tendente dal camoscio al giallo.
E' una specie che nidifica nella Russia artica e sverna nel Mare di Bering, sulle coste della Norvegia e nel Pacifico settentrionale; per questi motivi è ritenuta una specie accidentale.
L'individuo è un giovane del primo anno.
La strolaga si è fatta osservare molto da vicino dato che frequentava le acque sotto riva, presso i porticcioli, nutrendosi oltre che di pesciolini anche di granchi e seppioline che possono digerire ingoiando piccole pietruzze che aiutano a macinare il nutrimento nello stomaco.



Il nome scientifico del genere, Gavia, è un termine latino usato in origine per indicare un uccello marino; il nome della specie, Adamsii, invece onora Edward Adams (1824-1856), un chirurgo navale e naturalista britannico che ha studiato numerose specie in diversi viaggi nell'Artico.
Le strolaghe sono note come provetti uccelli tuffatori: possono immergersi per cercare il cibo fino a 60 metri di profondità in virtu' non solo delle dita palmate e delle zampe poste verso la parte posteriore del corpo ma anche delle loro ossa che, a differenza della maggior parte degli uccelli in cui sono cave, nelle strolaghe sono compatte. Sono inoltre capaci di comprimere le piume del corpo e di espellere le bolle d'aria trattenute e perfino di regolare la capacità di galleggiamento (cit. Latino per birdwatcher - R.Lederer & C.Burr).
 
Il loro canto ricorda un "miagolio": canto della strolaga beccogiallo

Immaginando terre artiche lontane un pensiero va al lungo viaggio che di nuovo l'aspetta.
In questi giorni il suo pubblico eravamo noi...


...e chissà se tra il suo nuovo pubblico ci sarà anche qualche orso polare!

Zamo' Gabriele

























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