mercoledì 5 settembre 2018

L'Usignolo del Giappone, ovvero un folletto alieno sulle colline udinesi

Si sa, gli alieni nella nostra immaginazione assumono le forme più svariate.
Talvolta altissimi e filiformi, alcuni con un testone enorme, altri con occhi incavati invisibili e profondi, per non parlare di quelli con abominevoli tentacoli e terrificanti fauci grondanti d'acido.
Se poi dovessimo suggerire un colore che li caratterizza, il verde tenderebbe a prevalere.
Magari verdastro, non proprio verde, talvolta con delle sfumature alternative, magari giallo arancio?
Ecco, sul colore quasi quasi anche ci saremmo.
Ma se ora vi proponessi l'immagine dell'alieno che ho in mente, qualcuno di voi potrebbe restare spiazzato, per l'eleganza e la vivacità dell'aspetto complessivo risultante.


 


Lo chiamano Usignolo del Giappone, ma i nomi italiani sono spesso fuorvianti.
Giappone o non Giappone comunque, l'Italia non è la sua terra d'origine.
Non posso dire "nativa", perché da anni in Italia ci nasce, in diverse regioni.
Eppure in Friuli, per lo meno in provincia di Udine, li si riteneva Visitors, più che degli Aliens.
La loro storia tuttavia fornirebbe anche un indizio profetico, frammisto alle altre rare e sporadiche osservazioni, nel lontano giugno 2009, quando, durante una passeggiata sotto la pioggia tra Nimis e Monteprato, l'impareggiabile BD riuscì a stanare una famigliola di questi graziosi folletti alle prese con l'allevamento della prole (B. Dentesani - Resoconto Ornitologico del Friuli Venezia Giulia, Anni 2006-2011, C. Guzzon et al., Ed. Museo Friulano di Storia Naturale, Comune di Udine, 2013).
Eppure, dopo quell'insolito, straordinario e solitario avvistamento, un silenzio inquietante pare calare sulla vicenda. Tanto che qualcuno, nei momenti di intimità, si permette di insinuare dubbi sull'effettiva esistenza degli alieni. Lo stesso BD, interrogato a posteriori, confesserà timoroso di non essere mai più tornato sui suoi passi da allora.
Occasionali ed inascoltate (talvolta pur anche inattendibili e mai verificate) giungono testimonianze di avvistamenti (o piuttosto investimenti) di singoli individui nelle adiacenze di località note per le manifestazioni ornitologiche da gabbia e voliera piuttosto che per le tipicità dell'avifauna selvatica locale. E così trascorrono ingenuamente gli anni, quasi una decina, mentre la comunità ornitologica ignara ignora il reale pericolo che incombe nella boscaglia subito alle spalle delle proprie dimore.
Poi, all'inizio 2017, dalla giurisdizione forestale di Tarcento giungono notizie di segnalazioni relative all'anno precedente della presenza di almeno un paio di individui nei dintorni della cittadina.
E stavolta, sfidando il caso e la fortuna, nel marzo 2017 appunto, qualcuno si prende la briga di avventurarsi nell'inospitale ed intricato territorio alieno con l'intenzione di raccogliere testimonianze certe di queste incredibili visioni.
Per la verità va precisato che durante questa prima esperienza l'escursione si svolge lungo un percorso tutt'altro che avverso, lungo una strada asfaltata ai confini di un borgo rurale.
La ricerca in lungo e in largo, apparentemente infruttuosa, anche considerato il fatto che l'esploratore non ha mai visto un esemplare di questa specie straniera e nemmeno ne conosce versi e richiami, dura almeno un'ora. Poi, nell'istante in cui viene aperta la portiera dell'auto per decretare la sconfitta e l'esito infausto della perlustrazione, un versaccio pappagallesco rianima lo spirito dello sconfortato viandante. E nell'intrico tra edera liane e rovi che circonda un enorme castagno compaiono le sagome allarmate di due baldanzosi e saltellanti folletti colorati. Da non crederci, davvero. Gli alieni esistono.



La notizia fa il giro del piccolo globo a disposizione.
Nuovi potenziali suggerimenti vengono forniti su territori da indagare.
Che sia Magnano in Riviera o che sia Montenars, ad ogni approfondimento corrisponde un dato reale di presenza. L'Usignolo del Giappone, indisturbato e inosservato negli anni, sembra davvero aver preso possesso della vegetazione arbustiva nel sottobosco dei castagneti misti dell'intero versante collinare che da Tarcento raggiunge Magnano in Riviera.

Una curiosità a questo punto punzecchia inevitabilmente gli esploratori: che fine avranno fatto gli spiritelli contattati dal nostro BD alle origini di tutto?
Non resta che ripercorre pedissequamente i suoi passi, svolta dopo svolta lungo il sentiero che si inerpica tra vigne, castagni e rovi, e proprio quando il dubbio su quale strada prendere ti assale, la risposta la trovi a portata di mano, anzi, d'orecchio. Uno, due, tre furfantelli in canto pieno.
Niente da dire, dovunque sia atterrata l'astronave, loro sono sbarcati ed hanno invaso efficacemente il territorio, indifferenti al contesto ornitologico che costantemente li snobba.
Considerata la distribuzione dell'ambiente apparentemente frequentato dalla specie, almeno nel mese di marzo, ovvero bosco misto di castagno, con edera, rovo, piante rampicanti e lianose su versante sud a quota 400m, i dati raccolti in una decina di giorni lasciano presagire che la specie sia molto più diffusa del previsto ed abbia colonizzato un territorio decisamente vasto sulle colline prospicenti i centri abitati subito a nord di Udine.




Memorizzato il canto, simile a quello di una capinera avariata ma più regolare, e il soprattutto il verso, molto pappagallesco e quasi inconfondibile se udito nei nostri boschi, l'esplorazione prosegue nelle stagioni 2017 e 2018 nei luoghi collinari idonei, sia nei mesi estivi che nei mesi invernali, con esito altalenante, non tanto per la diffidenza della specie, anzi, per quanto furtivi come animaletti risultano abbastanza ciarlieri quando si manifestano, sebbene non sempre confidenti e talvolta poco fotogenici. Tuttavia inevitabilmente dispettosi a volte restano celati alla vista e all'udito insensibili alle esortazioni e fingono di non essere in casa, per poi comparire di soppiatto e sorprendere alle spalle gli ignari avventurieri. E il risultato di tutto questo trambusto è una mappa dai labili confini in probabile rapida evoluzione che comprende un vasto territorio collinare che dal confine comunale di Gemona del Friuli a Ovest, attraversando i territori di Magnano in Riviera, Montenars, Artegna, Tarcento e Nimis raggiunge i confini comunali di Attimis, Faedis e Povoletto ad Est, con verosimili fughe a Nord verso Taipana e Lusevera, e a Sud verso Buja e Tricesimo, in particolare nei mesi invernali.




L'invasione aliena è dunque in atto e, a quanto pare, inarrestabile...
E voi, abitanti delle colline udinesi e delle immediate adiacenze, mi raccomando, chiudetevi in casa e sbarrate le finestre o correrete il rischio di incontrarli!
Ma se dovesse capitarvi di andare in cerca di castagne, un giorno o l'altro del prossimo autunno, tenete gli occhi e le orecchie aperte, che in mezzo ai cespugli potrebbe esserci il nostro folletto alieno che vi spia da vicino... (MT)

Mappa di distribuzione della specie nei due anni (2017-2018)












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