lunedì 1 maggio 2023

Resoconto Mensile Tringa - Aprile 2023

 

Emozionarci. E’ quella cosa che una volta ci permetteva di sentire la Vita, con la Vi maiuscola, scorrere dentro di noi e trasformarsi in Luce, con la Elle maiuscola, nei nostri occhi, illuminando il mondo al punto di trasformarlo.  Siamo ancora in grado di farlo? Di emozionarci intendo. Lo chiedo a voi perché in questo mio ruolo di ambasciatore di parole io sono solo un traghettatore di pensieri e sensazioni. Lo chiedo a voi perché ogni giorno affrontate come una sfida il presente gravido di aspettative ed illusioni, resistendo all’amarezza delle delusioni con un sorriso che vi portate dentro come un’eterna ricompensa. Lo chiedo a voi che ad ogni alba di aprile vi svegliate facendo il tifo per la Primavera, con la Pi maiuscola, e per la Migrazione, con la Emme maiuscola, percorrendo sentieri, superando deserti, navigando mari, esplorando isole, attraversando foreste, scalando montagne ed ogni sera vi ritrovate davanti allo specchio, di fronte ad un viso stremato e sconfortato a domandarvi perché e per chi lo state facendo. Lo chiedo a voi perché sono sicuro che se c’è un Filo, con la Effe maiuscola, che possa accompagnarci verso un possibile Futuro, con la medesima Effe, lungo una traccia labile ed impalpabile da seguire ininterrottamente per raggiungerlo, ecco, sono sicuro che voi siete gli unici in grado ancora di vederlo, di leggere i suoi segnali, di seguire le sue orme.

Lasciare un'impronta - Foto di Matteo Skodler

Una volta vi avrei raccontato che sul vostro percorso avreste potuto incontrare una Tartaruga saggia e che sarebbe stata lei a guidarvi lungo quell’invisibile Filo. Non nego che possa ancora accadere, anche se questa storia fa parte di un Universo che un pezzo alla volta lentamente scompare dalla memoria senza lasciare traccia.

L'ultima "Tartaruga" - Testuggine palustre - Foto di Luca Rossi

Ora, senza quella Tartaruga, sono costretto a dirvi che dovete affidarvi ad una forza evanescente e tuttavia estremamente potente. Potete chiamarla Memoria Storica, Retaggio Evolutivo, Magnetismo. Chiamatela come vi pare, ma è l’unica in grado di spiegare il Mistero che abbiamo deciso di proporvi questo mese. E’ una storia che va raccontata, prendetevi un attimo di tempo. Immaginate di essere in quell’irrecuperabile, semplificato e svilito contesto ambientale che prende il nome di Riordino del Medio Friuli, una distesa senza soluzione di continuità di campi inariditi dalle colture intensive, spogliati di ogni traccia arborea ed arbustiva, solcati ad intervalli regolari da polverose strade perpendicolari che ne delimitano i confini. Questo Universo Desolato, un tempo a suo modo affascinante, si estende per chilometri e chilometri quadrati nella fascia occidentale della pianura udinese. In questo monotono deserto, ogni elemento, ogni zolla di terra, ogni pietra, ogni residuo di coltura è esattamente identico a tutti gli altri, senza rimedio. Ai nostri occhi almeno. Eppure. Eppure in un trascorso, dimenticato dall’uomo, antichi tracciati si muovevano sinuosi attraverso questa terra, depositando indizi per gli avventurieri del futuro. Ve li ricordate i Punti Magnetici Tringa? Ve ne abbiamo parlato in più occasioni. Se volete ripassare l’argomento ne trovate un piccolo riassunto proprio nel resoconto di aprile dell’anno scorso. Si parlava di PIVIERI TORTOLINI.

http://tringa-fvg.blogspot.com/2022/05/resoconto-mensile-tringa-aprile-2022.html

No. Non è questo il Mistero di cui volevo parlavi. L’abbiamo già affrontato. Ma i protagonisti sono ancora loro. Vi parlerò della variante 2023. Si manifesta per la prima volta il 1 aprile, neanche fosse uno scherzo, e si dimostra refrattaria ad ogni tentativo di annientarla. Il primo a subirne le conseguenze è il Pulotto. Esce di casa pensando che potrebbe essere ora di andare a cercare i fantasmini e mentre si dirige verso uno di questi punti magnetici noti, a metà strada (nei dintorni di Sedegliano) si trova di fronte ad un PIVIERE DORATO praticamente in abito. Si ferma incuriosito ad osservarlo e si accorge di non essere solo. Prima uno, poi due, poi otto. In breve viene circondato dai PIVIERI TORTOLINI. Non sono particolarmente colorati ma pur sempre meravigliosi. Resteranno tutto il pomeriggio a far compagnia a lui ed ai compagni di merende tempestivamente sopraggiunti. La mattina dopo, nonostante un accurato sopralluogo, non se ne troverà più alcuna traccia. Né qui, né altrove, per diversi giorni.

Conta i Fantasmini - Foto di Pulotto

Pivieri tortolini - Foto di Pulotto

Piviere tortolino - Foto di Pulotto

Pivieri tortolini - Foto di Pulotto

Piviere tortolino - Foto di Pulotto

Piviere tortolino - Foto di Pulotto

Pivieri tortolini - Foto di Pulotto


Niente di strano. La migrazione funziona così, giusto? Assolutamente d’accordo. Eppure il 5 aprile si verifica una prima anomalia. Il Pulotto, sempre vagabondo per i riordini del Medio Friuli alla vana ricerca dei fantasmini incontra Fabrizio che gli comunica emozionato di avere appena visto i suoi primi PIVIERI TORTOLINI proprio nel punto in cui li aveva segnalati il primo aprile. Pulotto resta basito, perché da giorni quel campo era desolato. Stenta a crederci. Va a controllare e quasi per caso si imbatte in un piccolo battaglione di questi fantomatici limicoli. Sono sette. E sono praticamente tutti in abito. Difficile che siano gli stessi di quattro giorni prima. E’ il tramonto quando li saluta. Sono tranquilli. Potrebbero passare la notte lì. E invece. E invece la mattina dopo Giulio troverà il campo nuovamente deserto. E’ la migrazione giusto? Giusto. Allora spiegatemi perché nel tardo pomeriggio Luca (e Pulotto) li troveranno tutti e sette esattamente al loro posto, tranquilli e mansueti almeno fino al momento di prendere il volo inaspettatamente e puntare diretti verso nord est (esattamente pochi minuti prima del mio arrivo, preceduto da una sfilza di improperi irripetibili). Dicevamo, questa è la migrazione. Lo sappiamo bene. Ma questo non ci impedirà di cercarli ancora, nello stesso campo ed altrove, nei giorni successivi, senza successo, almeno fino a quando, due giorni dopo, Luca ne trova quattro (altri quattro?) esattamente nel medesimo campo. Come se questo campo fosse l’unica isola che emerge ai loro occhi in un mare altrimenti inaffrontabile. 

Piviere tortolino

Piviere tortolino

O meglio, quasi l’unica. Perché il giorno successivo, mentre i nuovi quattro ospiti gironzolano tranquilli per il loro campo, PiZonta dopo giorni di esplorazione a vuoto ne rintraccia altri sei (a Codroipo) a pochi metri di distanza da dove li ha incontrati quasi regolarmente negli ultimi anni, in un altro campo a caso in mezzo al nulla a diversi chilometri di distanza dalla nuova isola trovata da Pulotto. 

Piviere tortolino - Foto di Paolo Zonta

So che ci stiamo perdendo per strada. E’ il 9 aprile. Ci sono 4 PIVIERI TORTOLINI su un’isola (dove ne sono transitati altri 15 nei giorni precedenti) e 6 in una seconda. Passa un’altra notte. Ed i PIVIERI diventano 12 sulla prima isola e 8 sulla seconda, in compagnia di uno stinto PIVIERE DORATO che per un attimo ruba loro la scena, almeno il tempo di controllare che il sotto l’ala il colore sia bianco.

Pivieri a confronto

Piviere dorato sbiaditino

Sotto l'ala del Piviere dorato

Tutti su queste due isole e nessuno altrove. Passano le ore. Un’isola si svuota. Un’altra notte. Un’isola resta deserta, nell’altra i TORTOLINI residui sono 6. Continuate a chiamarla migrazione? D’accordo. Sarà per questo che il giorno dopo (12 aprile) l’isola deserta si popola di altri 5 fantasmini mentre i 6 residui sull’altra diventano prima 8 e poi 10, ma contandoli meglio sono addirittura 18 e per farli stare tutti insieme in una foto tocca mettere vicino tre scatti, tanto si azzardano a venirti tra i piedi. 

Pivieri tortolini in arrivo - Foto di Paolo Zonta

Pivieri tortolini in arrivo - Foto di Paolo Zonta

Pivieri tortolini schierati - Foto di Paolo Zonta

Pivieri tortolini schierati - Foto di Paolo Zonta

Pivieri tortolini schierati - Foto di Paolo Zonta

Se pensate che sia finita eviterò di dirvi che due giorni dopo ci saranno 12 PIVIERI TORTOLINI su una delle due isole e quattro giorni dopo altri 4 sull’altra. Compito per casa: Quanti TORTOLINI sono atterrati in questi due siti magnetici nell’arco di una quindicina di giorni? E quanti in tutto il resto dell’Universo conosciuto? Rispondere alla seconda domanda è abbastanza facile, sulla prima invece siamo in grossa difficoltà. Che poi, l’avete mai visto un PIVIERE TORTOLINO? E’ una di quelle esperienze che si avvicina di più a quella cosa che abbiamo nominato all’inizio. Quella cosa che chiamate “emozionarsi”.

Piviere tortolino

Prendiamoci una pausa adesso, perché non esistono solo i fantasmini colorati. Tanti altri limicoli in aprile meritano la nostra attenzione, da quelli COMUNI a quelli NANI (GAMBECCHI), passando per quelli PICCOLI (CHIURLI), da quelli BOSCHERECCI (PIRI PIRI) a quelli DI MARE (BECCACCE).

Gambecchio comune - Foto di Marta Trombetta

Gambecchio nano - Foto di Niccolò Fagotto

Gambecchi nani - Foto di Silvano Candotto

Gambecchio nano - Foto di Silvano Candotto

Chiurlo piccolo scomposto

Chiurlo piccolo - Foto di Paolo Zonta

Piro piro boschereccio - Foto di Stefano Sava

Beccaccia di mare - Foto di Bruno Delbianco


Su quelli mimetici ci soffermiamo un attimo di più, perché lo scorso mese abbiamo premiato Pompa DJ Pulotto per il miglior video Dance di Palude. Lui ci riprova anche in aprile, partecipando al concorso “Fotografa lo Scolopacide” ma stavolta il FRULLINO non gli basta per vincere il primo premio, perché il giovine Niccolò con il suo CROCCOLONE (che a questo punto, ufficialmente, dobbiamo ammettere che esiste) lo scalza dal gradino più alto del podio.

Frullino - Foto di Pulotto

Croccolone - Foto di Niccolò Fagotto

Vi confesso che avevo deciso di partecipare anch’io al concorso, ma rintronato come sono ho capito male le regole ed ho pensato che la categoria FRULLINI includesse anche i GAMBECCHI. Allego, per i nostalgici, alcune delle mie migliori foto della categoria “Sfuocature”, che sono state logicamente escluse dalla competizione (da una giuria di PIOVANELLI PANCIANERA).

Trova il Gambecchio frullino

Trova il Gambecchio frullino

Trova il Gambecchio frullino

Trova il Gambecchio frullino

La giuria di Piovanelli pancianera - Foto di Niccolò Fagotto

Ultimo ma non ultimo tra i limicoli, ritroviamo il nostro vecchio amico, il FRATINO. Anzi, la sua SPIAGGIA, sempre che non sia finita interamente sott’acqua.

Quel che resta della Spiaggia del Fratino - Foto di Paolo Utmar

Già, perché noi i pali e le reti li abbiamo sistemati, in più giornate. E continuiamo a farlo. Perché periodicamente il mare si prende la briga di farcele trovare scombinate e fuori posto, immerse tra grovigli di sabbia ed alghe, lontano da dove le avevamo piantate. Lui, anzi, loro, i FRATINI, nel frattempo non sono stati con le uova in mano. Le hanno depositate nel paniere, chi dentro chi fuori (la nostra vecchia conoscenza AZD, proprio lei) tanto che abbiamo dovuto inventarci dei nuovi recinti che includessero il suo nido, piazzato sotto lo stesso cespuglio dell’anno scorso.

Fratina AZD - Foto di Giosuà Cuccurullo

Il compagno di AZD davanti al primo nido


Alcuni si sono addirittura messi in associazione per deporre le uova nello stesso nido. Ecco, se non vi era mai capitato di vedere un nido di FRATINO con cinque uova deposte da due femmine, giusto a scopo didattico, ci concediamo la libertà di mostrarvelo.

Nido di Fratino con 5 uova - Foto di Giosuè Cuccurullo

Con l’amara consapevolezza che sia questo che quello di AZD sono andati persi. Cornacchie, alta marea, complottisti, chissà. Eravamo partiti troppo entusiasti, ma siamo ancora in tempo per rifarci. Ci sono già altri nidi pronti, altre coppie intraprendenti, altre imprese riproduttive da portare a compimento.

https://www.spiaggiadelfratino.it/l/la-primavera-alla-spiaggia-del-fratino/

La resilienza del Fratino - Foto di Giosuè Cuccurullo

E non solo tra i FRATINI. Ci sono anche le Garzaie da controllare. Giosuè ne ha trovata una nuova. Se vi capita di intravedere movimenti sospetti di ardeidi in qualche località poco frequentata dagli umani e dai birdwatchers (che non sempre rientrano nella categoria umana) fateci un fischio. Ogni scusa è buona per andare a perlustrare il territorio.

Tarabusino - Foto di Luca Rossi

Sgarza ciuffetto e Garzetta - Foto di Paolo Utmar

Airone rosso - Foto di Pulotto

Intimità tra Aironi Rossi - Foto di Matteo De Luca

La danza della Nitticora



Perché è vero che la Stagione Fredda è finita e che una parte degli ospiti invernali ci ha già salutato, con qualcuno che ancora si attarda…

Svasso collorosso - Foto di Paolo Utmar

Fischioni e Mestoloni - Foto di Matteo De Luca

… o addirittura sbaglia strada…

Cigno reale in giro per i monti - Foto di Matteo Giraldi

Cigno reale in giro per i monti - Foto di Matteo Giraldi

… mentre i suoi consimili sono già intenti a mettere su famiglia, dietro l’angolo della nostra immonda urbanità, a volte con una confidenza disarmante…

La nuova casa del Cigno reale - Foto di Paolo Utmar

Edredone di scoglio - Foto di Paolo Utmar

La confidenza del Fistione turco - Foto di Marta Trombetta

Fistioni turchi in mensa - Foto di Pulotto

Ma è anche vero che la Stagione Calda è alle porte. Anzi, per alcuni, nonostante il clima, è già iniziata. Dai giovani CORVI IMPERIALI che reclamano cibo lontani dal nido alle TACCOLE che apparecchiano le finestre delle loro abitazioni, ai PASSERI, EUROPEI o SOLITARI, pronti anche loro a dare inizio alle sfrenate danze.

Giovani corvi imperiali - Foto di Marta Trombetta

Giovani corvi imperiali - Foto di Marta Trombetta

La casa delle Taccole - Foto di Pulotto

Passera europea - Foto di Stefano Sava

Passero solitario - Foto di Paolo Utmar

E poi ci sono i migratori. Pochi. Sempre meno. Ma anche loro ci sono. Quanti si fermeranno, quanti ci saluteranno soltanto per un istante? Non ci è dato di saperlo, a meno che non si portino dietro un apposito zainetto…

Folaga con collare GPS - Foto di Angelo Formentin

Ma ognuno di loro si merita la nostra ammirazione, nel tempo di una carrellata di immagini del vari ospiti (intercalati tra gli STIACCINI), per l’impegno che ci mettono nel viaggio e nel difendere il loro futuro.

Cicogna nera - Foto di Paolo Zonta

Torcicollo - Foto di Luca Rossi

Stiaccino oltre la recinzione

Codirosso comune

Balia nera - Foto di Niccolò Fagotto

Calandro - Foto di Pulotto

Bigiarella - Foto di Marta Trombetta

Averla piccola - Foto di Marta Trombetta

Averla piccola - Foto di Niccolò Fagotto

Cutrettola contorsionista - Foto di Pulotto

Tortora selvatica - Foto di Pulotto

Stiaccino e Culbianco - Foto di Pulotto

Stiaccino - Foto di Paolo Utmar

Stiaccino - Foto di Paolo Utmar

Cannaiola comune - Foto di Luca Rossi

Stiaccino - Foto di Stefano Sava

Calandrella - Foto di Bruno Delbianco

Codirosso spazzacamino - Foto di Stefano Sava

Pettirosso - Foto di Stefano Sava

Luì verde - Foto di Bruno Delbianco

Upupa - Foto di Stefano Sava

Upupa - Foto di Paolo Zonta

Upupe - Foto di Pulotto

Perché c’è sempre qualcuno (dietro l’angolo nascosto tra le foglie o in mezzo all’erba) pronto ad omaggiarli con qualche fregatura.

Cuculo ingannatore - Foto di Pulotto

Cuculo ingannatore - Foto di Pulotto

Per non parlare di quelli che li cercano per motivi di vita o di morte.

Biancone - Foto di Pulotto

Albanella minore - Foto di Luca Rossi

Falco cuculo - Foto di Bruno Delbianco

Falco cuculo - Foto di Bruno Delbianco

Falco cuculo - Foto di Bruno Delbianco

Falco cuculo - Foto di Bruno Delbianco

Gheppio - Foto di Marta Trombetta

I rapaci, questi sconosciuti. Noi facciamo del nostro meglio, davvero. Ma per GRILLAI e ALBANELLE PALLIDE ci vuole spesso lo zampino di qualcuno (grazie Andrè e grazie Giuss!) a confermare le nostre considerazioni o ad indirizzarci sulla retta via…

Grillaio - Foto di Paolo Zonta

Grillaio - Foto di Bruno Delbianco

Grillaio - Foto di Bruno Delbianco

Grillaio - Foto di Bruno Delbianco

Albanella pallida- Foto di Paolo Zonta

Albanella pallida- Foto di Luca Rossi

Anche per alcuni di loro è tempo di scaramucce amorose, a volte ambigue, a volte confuse, tanto che nel mezzo del bisticcio finiscono coinvolti anche i terzi incomodi.

Falco cuculo e Gheppio - Foto di Paolo Zonta

Falchi di palude - Foto di Matteo De Luca

L'albanella contro il terzo intruso - Foto di Paolo Zonta

Le cornacchie contro il falco di palude e l'intruso - Foto di Pulotto

Le cornacchie contro il falco di palude e l'intruso - Foto di Pulotto

Le cornacchie contro l'intruso - Foto di Pulotto

Tra di loro, una creatura si è fatta ripetutamente notare, in modo più o meno vistoso. Perché se è vero che i TORTOLINI hanno invaso due campi a caso sperduti in mezzo alla pianura, è altrettanto vero che nei medesimi due campi ed in altri innumerevoli luoghi nelle ultime settimane sono comparsi GUFI DI PALUDE come se non esistesse altro (a differenza dei loro cugini BARBAGIANNI, sempre più rari, nei Video di PiZonta).

Gufo di Palude con gazze - Foto di Paolo Zonta

Gufo di Palude - Foto di Paolo Zonta

Gufo di Palude - Foto di Paolo Zonta

Gufo di Palude - Foto di Paolo Zonta

Ufo di Palude

Gufo di Palude

Gufo di Palude



Che poi, se non ci fossero stati questi Fantasmini ad allietare almeno in parte le nostre giornate avremmo davvero dovuto accontentarci della "plastica", come già ci era capitato durante il mese di marzo

http://tringa-fvg.blogspot.com/2023/03/resconto-mensile-tringa-marzo-2023.html

Dove andremo a finire non ve lo sappiamo dire, pazienza per le PERNICI ROSSE, ma le OCHE COLLOROSSO libere di svolazzare in giro ci mettono in grossa difficoltà...

Pernice rossa - Foto di Paolo Utmar

Oche selvatiche con Oca collorosso (di plastica)

Oca collorosso (di plastica)

Altrimenti ci sono ancora le CORNACCHIE e i GABBIANI. A proposito, non trascurateli del tutto, i GABBIANI. Potrebbero sempre riservarvi qualche sorpresa. Tipo potreste scoprire che si nutrono di polistirolo.

Gabbiani reali mangia polistirolo - Foto di Paolo Utmar

O che in mezzo a loro si nasconde ancora un intruso proveniente dal profondo nord.

Gabbiano reale nordico

Gabbiano reale nordico

Gabbiano reale nordico

O magari una creatura mistica completamente candida.

Gabbiano comune completamente albino

Ma se possiamo premetterci di esprimere la nostra preferenza, allora se dobbiamo dirla tutta, ai GABBIANI generalmente preferiamo le STERNE.

Trova la Sterna maggiore - Foto di Matteo De Luca

Sterna comune - Foto di Bruno Delbianco

Il Mignattino alibianche e il Cigno Reale - Foto di Silvano Candotto

Detto questo, sono perfettamente consapevole che se siete arrivati fino a qui, nonostante tutte le insidie che vi sono state tese lungo il percorso (schivando gli SCIACALLI, pronti a moltiplicarsi in gran numero approfittando delle vostre debolezze… o a quelli che vi vogliono incornare... o agli animali striscianti a sangue freddo che da un momento all’altro possono pungervi, mordervi o semplicemente farvi rabbrividire con la loro inaspettata bellezza…) (video di PiZonta).

Sciacallo dorato in stato interessante - Foto di Matteo De Luca

Sciacallo dorato in stato interessante - Foto di Matteo De Luca

Caprioli pronti all'incornata - Foto di Matteo De Luca

Creatura dell'altro mondo - Foto di Stefano Sava

Saettone - Foto di Paolo Zonta

Lucertola muraiola - Foto di Paolo Zonta

Dicevamo, se siete arrivati integri fino a qui lo so che è stato solo per il FOTO QUIZ. E va bene. Per questa volta vi concediamo un’immagine sola. E una settimana per le risposte.

Foto Quiz - Foto di Stefano Sava

Soluzione Foto Quiz - Stiaccino - Foto di Stefano Sava


Ora potete lasciarvi andare, stremati, in mezzo ad un nugolo di farfalle. E buonanotte a tutto il resto.

Zerynthia polyxena - Foto di Stefano Sava

Zerynthia polyxena - Foto di Matteo De Luca

E buonanotte a tutti


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