lunedì 31 agosto 2020

Resoconto Mensile Tringa - Agosto 2020


Che poi c’è sempre quella vocina che ti sussurra all'orecchio “Perché insisti? Accontentati di valorizzare la superficie, l’apparenza, l’immagine. Rinuncia alla sostanza, alla concretezza, alla verità. Non vedi? Funziona da sempre, perché cambiare?”. E tu ascolti quella vocina, consapevole di non avere alternative, di non averne mai avute, e sorridi. Prendi l’ennesimo rospo che ti hanno dato in pasto, lo accarezzi, e lo riponi sotto una pietra, al fresco, affinché almeno lui, il tuo, sopravviva incolume ai succhi gastrici. Poi torni sui tuoi passi, a raccontare l’arcobaleno, memore della tempesta che lo ha generato, schiantando passione ed entusiasmo. “Non è vero, quelli non ci sono mai stati. Tu limitati a raccontare l’arcobaleno. Conta solo quello”.



Allora eccoci qua. A raccontarvi l’arcobaleno di questo mese. Cominciando da una piccola storia romantica, che qualcuno di voi già conosce, nella versione breve. Una di quelle storie che ci aiutano a capire che la lontananza non esiste. Non dico a livello del film “Le conseguenzedell’amore” (2004, P. Sorrentino; prendetevi qualche minuto di pausa…). Ma che riescono comunque a toccare il cuore, sempre che ancora ci sia, e a regalare un sorriso. E’ il 20 agosto, un giovedì. Siamo dentro l’osservatorio “Ignazio Zanutto” (ex Marinetta) della RNR Foce dell’Isonzo (Go). Solo due giorni prima,il 18 agosto, Silvano ha testimoniato la fugace apparizione di un PIRO PIRO TEREK (mancato da altri curiosi avventurieri solo per pochi minuti, come pare sia destino avvenga nell’ultimo periodo). 

Foto di Silvano Candotto

Mentre il cannocchiale scandaglia il territorio alla ricerca di accidentali intrusi, l’occhio si sofferma sulle zampe di un immaturo di CORRIERE GROSSO e scorge due anelli, all’apparenza entrambi color arancio. Subito il pensiero corre a Silvano, che da appassionato di anelli ovviamente al momento non si trova nei paraggi. Un SMS lo raggiunge per avvisarlo e la sua risposta è immediata “Arrivo appena possibile, tu intanto LEGGILO!”. Leggilo? Leggilo cosa? Ingenuamente l’osservatore, che quasi mai si sofferma sulle zampe degli animali che osserva, si era accontentato della constatazione che il corriere avesse due anelli colorati agli arti inferiori. Possibile che ci sia anche qualcosa da leggere? Ricomincia la ricerca della bestia che nel frattempo chissà dove è andata a nascondersi. E invece no. E’ proprio di fronte all’osservatorio. Ed effettivamente uno dei due anelli forse non è arancio. Forse è rosso. Forse ha una scritta bianca. Ma leggerlo? Sul serio? Stiamo scherzando? C’è anche un anello metallico più in alto, ci mancherebbe solo di dover leggere quello. Il cannocchiale scruta le zampe, ma i piedi sguazzano nel torbido, il riverbero incombe, la vista si annebbia. Provo a scattare qualche foto.



Silvano tarda. Ma l’animale è tranquillo, anzi, si avvicina. Si avvicina a tal punto che è la bestia più vicina all’osservatorio. Ancora qualche passo e potrebbe entrare dalla finestra. A questo punto il messaggio è palese. Vuole che io legga l’anello. Alza le zampe fuori dall’acqua. Si mette in posa. Fa tutto ciò che è in grado di fare per semplificarmi la vita. E io mi impegno. Sul serio. Ma sono negato. 


Forse c’è scritto AC qualcosa. Un altro SMS a Silvano, e lui mi chiama. Dice che probabilmente ci sono tre lettere, che sta arrivando, che è in centro visite, di non farglielo scappare. Io ci riprovo. AC qualcosa. Forse ACA. Non sono convinto. Il corriere mi guarda sconsolato e con disapprovazione. Si ferma nel punto più vicino e si mette di profilo in luce ottimale. ACA. ACA! ACA!!!!



L’ho letto. Il mio primo anello di corriere grosso (quasi l’unico per altro tra i limicoli e anche in generale, visto che non mi accorgo nemmeno se le bestie che osservo sono inanellate, di solito me lo deve far notare qualcun altro, anche quando scatto foto… tipo quella di questo GRIFONE sulle Alpi Carniche… magari voi l’anello riuscite a leggerlo). 


Comunque, ACA sia. SMS a Silvano. Alzo la testa e… E? Cosa diamine succede? Perché i piccoli limicoli scappano tutti? Ma che ca…? E proprio mentre lo SPARVIERE colpevolmente si allontana, la porta dell’osservatorio si apre e sento la voce di Silvano. Diciamo che non è proprio entusiasta del mio non aver rispettato gli accordi. Nelle foto comunque, interpretandola, la scritta si legge. Gli dico di mandare pure la comunicazione all’ISPRA per capire se per caso è uno di quelli inanellati da Pierfrancesco Micheloni (in primavera Silvano ne aveva visto uno con anelli simili, ma non era riuscito a leggerlo). E mentre ne parliamo mi viene in mente Jacopo, che di recente credo sia stato ad inanellare limicoli proprio alle Saline di Comacchio. Mi domando se per caso l’ha inanellato lui. Penso di scrivergli, ma mi trattengo. Mi pare un’ipotesi poco verosimile. E’ un sacco di tempo che non ci sentiamo, chissà dov’è e cosa sta facendo... Inserisco comunque il dato su ornitho.it con la lettura dell’anello in una nota. Poi i giorni passano. Silvano lo cerca nei ripristini senza successo, finché domenica non lo ritrova posato sugli isolotti della foce Isonzo, durante un giro in barca, e riesce a leggerlo anche lui. Tutto bene quel che finisce bene. O no? Perché martedì 25 nel pomeriggio ricevo un messaggio uozap da Jacopo con una foto. Questa.

Foto (della mano) di Jacopo Barchiesi

E’ del 6 agosto. Saline di Comacchio. La mano è sua. Il suo primo (forse unico?) CORRIERE GROSSO inanellato. Non serve che vi descriva la sensazione che si prova a ricevere un simile messaggio. Sorrido. Ogni tanto ci provo. Ne ho bisogno. E’ un sorriso sereno, mentre una vocina, che si alterna a quell’altra, sussurra “Non tutto è perduto”. Sorrido. E penso che il Filo che lega ogni cosa esiste ancora. Che bisogna solo saper leggere i segnali. I messaggi che manda. Gli anelli di congiunzione. E allora la vocina, quella solita, suggerisce “Guarda che sull’anello c’è scritto ACA, non vorrei che il messaggio fosse del tipo ‘Vai ACA ….’, non ti pare?”. Ecco. Per tutta onestà ve lo devo dire. E so che come al solito non mi crederete, ma non intendo stavolta mostrarvi le prove. Effettivamente per una settimana dal giorno dell’osservazione ho avuto problemi intestinali di quel tipo. Così. Giusto per chiudere in bellezza questa storia romantica.


Ma torniamo a noi. A questo agosto che ci ha visto quasi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. In ritardo di qualche minuto per il TEREK. O magari in anticipo di un giorno altrove… del tipo che mentre guidate in autostrada alle 6.40 di mattina a 130km all’ora vedete un grosso rapace in volteggio alto sul fiume Tagliamento, un grosso rapace che pare un GRIFONE ma che non vi convince come grifone, che però non potete fermarvi ad osservare, e qualche ora dopo mandate un vocale ai compagni di merende (solo per farli ridere, ma che diventa una vergognosa prova della vostra inettitudine) in cui narrate l’osservazione mattutina descrivendo l’animale come una possibile aquila anatraia o simile ma che farcite di insulti ed improperi perché resterà indeterminabile. E il giorno dopo, a neanche 5km in linea d’aria dallo stesso sito, in prossimità della RNR Lago di Cornino (Ud), viene filmata un’AQUILA DI MARE. Per due giorni di fila. Forse la stessa che in seguito Federico Mason si troverà in volteggio sopra la testa a Bertiolo il 26 agosto. 

Foto di Federico Mason

Foto di Federico Mason

Magari la stessa fotografata qualche settimana prima in RNR Foce Isonzo (Go) con foto davvero spettacolari. Per non parlare del fatto che proprio mentre siete in RNR Foce Isonzo (Go) intenti a leggere anelli di CORRIERE GROSSO qualcuno riesce a fotografare addirittura un AVVOLTOIO MONACO nel vostro territorio di competenza lavorativa. Niente da fare. La sincronia è andata persa. Ma quel che conta è riuscire comunque ad osservare le meraviglie del mondo, in tempo reale, attraverso gli occhi degli altri. Ovunque siano. Così l’incontro casuale con Nicola la sera dello stesso giorno in cui in cima ad una vetta Carnica si è trovato sul sentiero due PIVIERI TORTOLINI basterà a regalarvi un altro sorriso, nonostante tutti i tentativi a vuoto effettuati anche di recente per raggiungere un simile obiettivo (Video di Nicola Cesco).

E allora capirete che a volte, in periodi apparentemente ostili come questi, l’incontro più o meno casuale tra amici (o messaggeri di amici) è sufficiente a mantenere viva dentro di noi quella esile fiammella che ci spinge a resistere, a realizzare imprese, ad immaginare progetti sempre nuovi. Così, mentre Skody racconta, e parla, e parla (e  parla, fidatevi che parla), nella mente dei presenti prende forma un sogno, la loro idea di avventura. 

Foto (per mano di Pizonta) di Skodi, Pulotto e Marco Sozzi

Che sia quella di avventurarsi a mani nude nella foresta per abbracciare un orso (con un saluto a Zorro). 

Foto (di schiena) di Skody, con l'orso

O quella di mangiare un panino in cima ad una montagna circondati da uno stormo di libellule. 




O quella, davvero estrema, di una gestione forestale sostenibile, con il birdwatching da branda.


Anche perché ogni tanto è davvero il momento di prendersi una pausa e riposare. Tipo un giro in barca in laguna con i compagni di merende, come quello di Gianfranco con Renato e Glauco (non perdetevi il racconto della loro avventura). In fondo si è appena concluso il quinto anno della Stagione Calda, con nuove comparse finora mancate (dal CIUFFOLOTTO SCARLATTO all’AQUILA DI MARE, dal GABBIANO TRIDATTILO all’ORCHETTO MARINO…). Ed è il momento di recuperare le energie, consumate nel tentativo di realizzare un lavoro sempre più completo ed approfondito. Sforzo che porta ad ottenere questi risultati, dalle due STAGIONI FREDDE già realizzate alla prima edizione della STAGIONE CALDA. Vi invito a leggerle per intero, se già non l’avete fatto, dal retrocopertina ai titoli di coda. Vi avviso in anticipo che non ci troverete all’interno erudite pagine di letteratura sbiadita, ma solo la passione ed il sacrificio di chi le ha vissute come un’avventura. 

Le trovate tutte in questa pagina che il Pulotto ha appositamente realizzato per voi. 
Oppure scaricabili singolarmente ai seguenti link (cliccando sul titolo in grassetto sopra la copertina).

La Stagione Calda





Vi invito a domandarvi se ci sia qualcosa di male nel desiderare che vengano valorizzate e condivise, il prima possibile e gratuitamente ad un pubblico ampio. A questo proposito, per altro, approfitto per scusarmi, sinceramente e di cuore, a nome mio e di chi come me prova le stesse sensazioni, con tutte le persone che in questi anni si sono sentite inevitabilmente ferite in quanto trascurate, escluse o scavalcate. L’intento, unico, prioritario e dichiarato, nel realizzare questi lavori, è stato proprio quello di REALIZZARLI. Non quello di mancare di rispetto a qualcuno, ma di fare in modo che questi dati vedessero la luce, in tempo reale, invece di restare inevitabilmente ed immeritatamente ad appassire ed invecchiare in un cantuccio, per sottostare a quelle dinamiche sicuramente consolidate (e forse eterne) che tuttavia non sempre si sono rivelate efficaci e vincenti, trasformandosi in un muro insormontabile per nuove proposte e iniziative.

Non mi illudo che queste mie frasi vengano apprezzate. E nemmeno, semplicemente, accettate. Ma il percorso che ho (abbiamo) scelto di seguire è l’unico che rimane per conservare intatto quel briciolo di passione che ancora non è stata soffocata dalle pregresse reiterate esperienze personali. Quella passione che spinge alcuni di noi (in questo caso Renato in particolare) a seguire con sensibilità, apprensione e rispetto la nidificazione della (potenzialmente) unica coppia di ALBANELLA MINORE presente in regione che, a distanza di anni dall’ultimo successo riproduttivo del 2017, ha portato quest’anno due giovani all’involo.

Foto di Renato Castellani

La stessa passione e sensibilità che dovrebbe aiutarci ad essere di esempio (anziché promotori del comodo compromesso) in ogni situazione, mettendo un freno (e non valorizzando) quei comportamenti (messi in atto spesso e volentieri da professionisti) che possono comportare un rischio per la sopravvivenza ed il ciclo vitale di alcune specie (sensibili o meno che siano) pur di ottenere consensi di pubblico (a scapito dell’etica del comportamento), con le proprie azioni e/o fotografie ravvicinate, che tuttavia continuano ad essere entusiasticamente apprezzate (se non addirittura lautamente ricompensate). Così, per concludere, ora che la stagione riproduttiva è terminata per buona parte delle specie (ma non per tutte, fate attenzione, le MORETTE al lago di Cavazzo sono ancora a spasso con i pulli…), ci domandiamo che senso abbia tormentare a pochi centimetri dal nido animali meravigliosi come la GHIANDAIA MARINA che non hanno il minimo riguardo a posarsi indifferenti, da giovani o da adulti, a pochissima distanza mentre transitate in auto lungo le strade che il destino ha scelto per voi. 



La risposta è implicita nella natura dell’uomo, che pur di sopravvivere è disposto a sacrificare tutto e tutti, compresi i propri simili, per conservare un posto al sicuro sulla scialuppa con i viveri, nel tentativo di illudersi che la stessa non sia destinata inevitabilmente ad affondare. La cosa inquietante, tuttavia, è che se qualcuno decide di sacrificarsi, tuffandosi spontaneamente dalla barca, allontanandosi a nuoto con l’intento di dare ai naviganti la possibilità di sopravvivere più a lungo senza di lui, verrà additato e criticato ugualmente, perché avrà smesso di remare (in tondo) al loro posto. E niente allora. Da bambino un famoso Pierino domandava estatico “Papà, ma quanto è immenso l’Oceano?”. Ed il padre, autoritario ed insensibile, rispondeva “Pierino, taci e nuota”.






 

lunedì 24 agosto 2020

3 uomini in barca

di Gianfranco Colombo

Piovanello pancianera, tarso destro, anello bianco, lettura: V1V.

Tarso sinistro anello metallo, lettura: JT.. ST… POL…. Un probabile inanellamento polacco.

E’ uno dei 1.500 piovanelli pancianera presenti su una barena della laguna di Marano che con continui voli nervosi in stretta formazione d’attacco ma elastici nella loro cabrata, ci stanno sorvolando in continuazione, atterrando a pochi metri dalla nostra barca, dopo averci letteralmente levato il cappello dalla testa.

Ecco l'indagato

Uno spettacolo antico, arcaico, ripetuto da millenni da uccelli che nel loro movimento migratorio stagionale, transitano sui nostri cieli sulla via verso i luoghi dove trascorreranno la brutta stagione, dopo aver trascorso una breve estate nelle tundre artiche, riproducendosi e perpetuando la loro specie.

Gli uccelli solcavano i nostri cieli prima ancora che l’uomo calpestasse questo pianeta e senza interruzione hanno continuato a farlo, maturando esperienze aviarie e conoscenze geografiche che noi umani non abbiamo tuttora capito a fondo.

Per la verità moltissimi di loro sverneranno in questa laguna, dove muteranno la loro livrea perdendo il caratteristico piumaggio nero sul ventre, di cui il nome appioppato popolarmente, divenendo poi anonimi limicoli grigiastri, poco significanti e spesso confusi con i loro congeneri. 

 

Una vera ammucchiata

 

Siamo su una barchetta traballante, scossa dall’incessante transitare d’imbarcazioni stracolme di abbronzati vacanzieri agostani che, senza alcun interesse naturalistico, solcano senza meta le placide acque di questa magnifica laguna, provocando onde inusuali e inopportune.

A bordo un nocchiero d’eccezione, Glauco Vicario, (inutile chiederci chi sia), accompagnato dal valido “capitano in seconda” Renato Castellani, (idem come sopra) e dallo scrivente, Gianfranco Colombo, invitato d’occasione. (Per cortesia nessun riferimento al feroce cane Montmorency, del famoso romanzo di Jerome K. Jerome, di cui il soprariportato titolo).

Un abituale giro di ricognizione per un ricorrente controllo delle specie presenti in laguna: un’operazione periodica che Glauco e Renato, incalliti naturalisti, in ogni stagione, con qualsiasi tempo e temperatura, affrontano abitualmente navigando queste acque.

L’alta marea, stavolta piuttosto robusta, ci ha permesso di arrivare in punti della laguna solitamente inaccessibili anche a barche con ridottissimo pescaggio, dandoci la possibilità di avvicinarci a pochissimi metri dalle sponde e prossimi a tutti i volatili che su queste rive trovano ristoro e pace. 

 

Scoprite l’intruso - Piovanello comune fra i pancianera

I pancianera stanno mutando il piumaggio ma la maggior parte di loro mostra tuttora la tipica livrea nuziale, in molti casi ancora perfetta: un elegante pancino nero corvino che risalta a distanza, sia osservandoli quando posati a terra, sia nell’abituale volo rapido e saettante.

 
Piovanello comune

 
Occhio al becco - Piovanello comune fra i pancianera

Cerchiamo soggetti inanellati e non è lavoro facile visto il loro enorme numero, il loro continuo correre involandosi e il vizio di ammucchiarsi uno sull’altro ogniqualvolta atterrano.

Ci guardano incuriositi ma non sono per nulla spaventati dalla nostra presenza, tanto che non ci meraviglierebbe se alcuni di loro si posassero sul bordo della nostra instabile imbarcazione.

Si parlano fra loro: un vocio sommesso che diventa un assordante bisbiglìo quando emesso da migliaia di esemplari tutti insieme.

Abbiamo adocchiato diversi soggetti inanellati e sarà interessante studiarne la provenienza quando ritorneremo alla base, nella Riserva Naturale Regionale di Valle Canal Novo e Foce dello Stella, di cui Glauco è meritatamente responsabile.

Giornata notevole di osservazioni anche se siamo solo alla metà del mese di agosto, con alcuni avvistamenti che preludono quello che accadrà a breve, con l’arrivo di ondate di anatidi e limicoli dal profondo nord europeo e occidente asiatico.

Alcuni Piovanelli comuni risaltano bianchicci e sbiaditi fra questa marea di diavoletti neri. Seppure di dimensioni simili, si distinguono immediatamente dai congeneri, tanto più che ancora mostrano chiazze di rossastro aranciato sul petto, segno di quello che era una delle livree estive più colorate fra questi limicoli.

Non solo! Anche un magnifico Piovanello maggiore con tracce di livrea nuziale ancora ben visibile su gran parte del corpo. Un avvistamento improvviso, inaspettato, di pochi secondi ma sufficienti per immortalarlo con qualche rapido scatto.

 

Piovanello maggiore
 

Gambecchio comune in uno stormo di pancianera: un’identificazione non facile

La compagnia avicola su questo banco fangoso è notevole. Una quarantina di Beccacce di mare, timide e scontrose, si accompagnano ad uno stormo di Gabbiani corallini che, taciturni e intenti a strapparsi il pruriginoso piumino estivo, stanno definitivamente cambiando d’abito, togliendosi quel tipico cappuccio nero che hanno portato in testa per tutta l’estate.

 

Beccacce di mare

 

Non mancano alcuni Gabbiani comuni, dei reali, alcuni Corrieri piccoli e un isolato Gambecchio comune, trovato casualmente in mezzo a questa massa di volatili in fibrillazione.


Gabbiani corallini

I paletti di asciugamento delle reti sono gli appoggi ideali per 29 Voltapietre ed alcuni agitati Piro piro piccoli.

Incredibile la confidenza mostrata dai Voltapietre! A volte arriviamo tanto vicini da rendere impossibile uno scatto fotografico, in quanto a distanza inferiore alle focali dei nostri obiettivi.

Sono assolutamente disinteressati dalla nostra presenza e non mostrano alcuna intenzione di sloggiare dalle loro comode posizioni, non solo i giovani ma anche gli adulti, peraltro ancora in perfetta livrea. Vabbè che nidificano anche in aree dove l’umano non è ben conosciuto ma mostrano pur sempre un coraggio fin troppo spudorato verso un essere che potrebbe rivelarsi ben diverso dalle loro aspettative!

Anche una piccola banda di Chiurli piccoli ha scelto questi comodi sostegni appuntiti preferendoli alla più comoda terraferma ma, come si sa, ogni uccello ha le sue preferenze.

 

Chiurlo piccolo
 
Voltapietre
 
 

Tra l’altro, come un naufrago in mezzo al mare, posata anch’essa su questi improvvisati appoggi, scopriamo una giovane di Averla piccola che, diffidente come d’abitudine, non mostra quell’innata pazienza propria dei sunnominati voltapietre. 

In cielo alcuni rapidi e saltellanti Fraticelli, un paio di Sterne comuni nel loro eterno errare senza meta e Chiurli maggiori in numero spropositato. Davvero importante la loro presenza.

 

Piro piro piccolo

Stormi numerosissimi, in continuo spostamento dopo larghi giri sulla laguna ma subito pronti ad atterrare sulla parte opposta del terrapieno.

Pochi anatidi per lo più Germani, posati qua e là in laguna ed alcune famigliole di Cigni reali, enormi nelle loro proporzioni se proiettati su un orizzonte sgombro come quello di una placida laguna.

 

Marano ci attende

E’ giunta l’ora di rientrare in Riserva e completare il giro di rilevazione. Due ore di un sole rovente a perpendicolo sulle nostre teste, ci ha cotto letteralmente il cervello ed è piacevolissimo godere la frescura della velocità del rientro!

Alcuni Marangoni minori e qualche Cormorano semi affiorante dalle acque, alcuni Gabbiani reali che intersecano la nostra rotta e tanti cefali saettanti fuor d’acqua al nostro rumoroso passaggio.

Uno spettacolo unico nel suo genere ma è solo la prima parte di una giornata fantastica.

La valle interna della riserva è letteralmente un ribollire di vita! La superficie è completamente punteggiata di un bianco rosato, con concentrazioni di uccelli in certi angoli che lasciano stupiti.

Oltre mille Fenicotteri trombettanti come un’orchestra mal diretta, soverchiano ogni altra specie.

Glauco ci conferma che un tal numero è sicuramente sbalorditivo, sebbene la presenza di questi uccelli sia divenuta ormai sempre più frequente in queste valli lagunari.

 
Fenicotteri
 

Strani uccelli questi fenicotteri sempre più oggetto di attenzione e curiosità anche fra i visitatori più profani che frequentano questa riserva. D’altra parte fra tutti i volatili è difficile trovare soggetti cosiffatti e così buffi nei loro comportamenti, tanto più se osservati da così vicino, poiché molti di loro passeggiano indisturbati a pochi metri dall’osservatorio.

I telefonini per i turisti e le macchine fotografiche per gli appassionati cantano la loro musica contrapponendosi ai loro versi tanto sgraziati.

Uno stormo di eleganti Avocette frammiste a gruppetti di Pivieresse, tante Volpoche quasi irriconoscibili nella loro muta eclissale, Germani e Cavalieri d’Italia, Pettegole e Pittime, Aironi e Garzette, Alzavole e alcune Marzaiole, Totani moro e Falchi di palude allietano il panorama.

Quest’ultimo, ormai di casa e ben conosciuto da tutti gli abitanti della valle, volteggia elegantemente sui canneti in cerca di qualche piccola preda, lasciando imperturbata la maggioranza dei volatili che ormai non lo degnano più neppure di uno sguardo allarmato.

 

Cigno reale
 
Cormorano

Fraticello

 
Pettegola
 
 
Pivieressa
 
Volpoche
 

Tutt’altro comportamento è l’apparizione di un ramingo Falco pellegrino che, in volo alto e teso, ha sorvolato disinteressato tutto lo specchio d’acqua, creando quell’improvvisa baraonda e svolazzamento generale che ti dà la possibilità di capire appieno quanto sia consistente la presenza di volatili in questo specchio d’acqua. 

 

Sterna comune
 
Totano moro

Ma quanti saranno?

Il dilemma lo risolveremo contando i soggetti attraverso le foto panoramiche scattate all’uopo .… ma non è certo questa la più urgente delle necessità!

E’ ormai l’una e ci aspetta un’allettante e golosa pasta alla Bùsera che le cuoche della cucina del casone ci hanno preparato per l’occasione.

Siamo uomini forti e stoici e….“possiamo resistere a tutto, fuorché alle tentazioni” O. Wilde.

Mi sento fortunato e onorato di avere due amici del genere!

 

 

 3 uomini in barca


Checklist degli avvistamenti del 17 agosto 2020.

Laguna di Marano e Riserva Regionale Valle Canal Novo

  1. Airone bianco maggiore
  2. Airone cenerino
  3. Airone guardabuoi
  4. Albastrello
  5. Alzavola
  6. Averla piccola
  7. Avocetta
  8. Balia nera
  9. Ballerina bianca
  10. Beccaccia di mare
  11. Beccaccino
  12. Beccafico
  13. Beccamoschino
  14. Cannaiola comune
  15. Capinera
  16. Cardellino
  17. Cavaliere d'Italia
  18. Chiurlo maggiore
  19. Chiurlo piccolo
  20. Cigno reale
  21. Cinciallegra
  22. Colombaccio
  23. Combattente
  24. Cormorano
  25. Corriere piccolo
  26. Falco di palude
  27. Falco pellegrino
  28. Fenicottero
  29. Fraticello
  30. Gabbiano comune
  31. Gabbiano corallino
  32. Gabbiano reale
  33. Gallinella d'acqua
  34. Gambecchio comune
  35. Garzetta
  36. Germano reale
  37. Gheppio
  38. Marangone minore
  39. Martin pescatore
  40. Marzaiola
  41. Merlo
  42. Mestolone
  43. Mignattino comune
  44. Oca selvatica
  45. Passera d’Italia
  46. Passera mattugia
  47. Pavoncella
  48. Pettegola
  49. Pigliamosche
  50. Piovanello comune
  51. Piovanello maggiore
  52. Piovanello pancianera
  53. Piro piro boschereccio
  54. Piro piro culbianco
  55. Piro piro piccolo
  56. Pittima reale
  57. Pivieressa
  58. Rigogolo
  59. Rondine
  60. Sgarza ciuffetto
  61. Spatola
  62. Sterna zampenere
  63. Storno
  64. Tarabusino
  65. Tortora dal collare
  66. Totano moro
  67. Usignolo
  68. Usignolo di fiume
  69. Verdone
  70. Volpoca
  71. Voltapietre