mercoledì 30 giugno 2021

Resoconto Mensile Tringa - Giugno 2021


Diciamoci la verità, siamo tutti implacabili paladini dei nostri personali interessi. Ci proclamiamo intransigenti tutori di valori elevati ed eterni, che ne so, della Natura, trascurando tuttavia di rivelare al pubblico i nostri quotidiani meschini soprusi nei suoi confronti, destinati ad ottenere uno scatto migliore, una gratificazione sociale, una ricompensa economica, consapevoli che la folla acclamante volutamente ignara (e sommariamente somara) continuerà ad applaudire l’apparenza dei nostri mediocri successi, difendendoci dai patetici tentativi dei sostenitori della verità di metterci a nudo di fronte allo specchio della nostra ambigua coscienza. Costa troppo sacrificio e frustrazione ma soprattutto, onestamente, fa troppo caldo per insistere nel tentativo di suggerire la retta via. Soffocata dall’afa ed inascoltata una voce continuerà a ripetere inutilmente “Credetemi davvero, c’è una luce in fondo al tunnel, ma è dall’altra parte!”

E così, come al solito, schivando l’abominio dell’umana presunzione, non resta che trascinarsi solitari e spesso affranti lungo i sentieri di questo mese atroce per l’anima e per il clima, facendo scudo alle persistenti bordate del destino, nonostante le crepe nelle nostre difese. Travolti dagli eventi, immersi in un eterno sovrappensiero che ci aliena dalla consapevolezza dell’istante presente, rischiamo di imbatterci in creature mistiche e sconosciute alle quali non riusciamo a dare un nome.

Testuggine Aliena (verosimilmente Trachemys scripta melanica, tx Fabiolino e A. Berardi)

O meglio. Un nome anche riusciremmo a darglielo, ma voi poi ci credereste? Purtroppo il passato è costellato da simili episodi in cui gli eterni cialtroni ingannatori hanno abilmente frodato esperti e creduloni (e continuano a farlo), plasmando inevitabilmente la nostra indole allo scetticismo di massa per eludere i loro raggiri. Stavolta tuttavia la storia è diversa. Ve la racconto subito, prima di perdervi per strada. Si narra che un avventuriero dei nostri tempi, che per questa occasione chiameremo genericamente Luca Rossi, vagasse spaesato ad inizio mese addentrandosi nelle torride lande dei magredi dei fiumi Cellina e Meduna, in un anfratto prativo riarso tra i due greti, percorrendo sentieri dimenticati dagli uomini ma non dai carri-armati. Qui, tra un abbaglio del sole ed un involo alla sprovvista, a pochi passi da lui un animale di grossa taglia “come un robusto e scolorito fagiano senza coda su zampe alte con ali molto bianche” si prende la briga di stordirlo col suo rumoroso inconfondibile svolazzo, allontanandosi la distanza sufficiente per scomparire alla vista e non essere mai più ritrovato (nonostante i successivi ed ostinati sopralluoghi, contornati solo da riprovevoli COLOMBELLE nidificanti). 

Colombelle

Messa così, potreste considerarla la solita allucinazione estiva, la visione di un mistico alle prese con l’ignoto, a cui gli esperti dedicano un attimo, sorridendo, prima di dirottare la sua descrizione su qualcosa di più verosimile (tipo un banale OCCHIONE). 

Occhione - Foto di Paolo Zonta

Però poi il nostro Luca Rossi vi fa vedere gli scatti che è riuscito a realizzare in quella frazione di secondo. Ed allora qualcosa dentro di voi collassa. Perché è vero, quell’immagine sfuocata (paragonabile alle mie) potrebbe rappresentare qualsiasi cosa. Ma nella vostra mente quel qualsiasi cosa ha un nome preciso. Ed è lo stesso nome che le ha dato Luca Rossi quando vi ha descritto l’episodio. Quel nome è GALLINA PRATAIOLA, alla facciaccia vostra. Se poi però riuscite a darle un nome diverso, noi siamo qui ad ascoltarvi…

Gallina prataiola (o a voi la parola...) - Foto di Luca Rossi

E mentre la vostra mente si tormenta, cercando risposte alternative, provo ad accompagnarvi in un breve viaggio attraverso questo torrido mese, andando per fasce, dalle profondità marine alle vette alpine. Sebbene lontane anni luce dalle visioni che si sprecano in questi giorni nel mar Ligure e nel Tirreno (Albatri, Urie, Gazze marine…), in RNR Foce Isonzo Matteo (De Luca) e Silvano (Candotto) nelle loro esplorazioni costiere qualche piccola soddisfazione riescono a togliersela. Per il terzo anno di fila le SULE sono alle prese con i loro dubbi esistenziali e riproduttivi, tenute sotto stretta sorveglianza da una coppia di GABBIANI ROSEI, mentre una STROLAGA MINORE qui ed un ORCHETTO MARINO là si rassegnano alla propria pigrizia, scevra della necessaria frenesia migratoria che avrebbe dovuto portarli altrove ed un FRATINO si interroga sulle sue possibilità di sopravvivere ai padroni dei cani, ai curiosi ed a tutti coloro che (tenuti per contratto a tutelarlo) negano la sua presenza dove rischia di creare ripercussioni economiche e sociali. 

Sule - Foto di Matteo De Luca

Gabbiani rosei - Foto di Matteo De Luca

Strolaga minore - Foto di Matteo De Luca

Orchetto marino (e Smergo minore)- Foto di Matteo De Luca

Orchetto marino (e Marangone dal ciuffo) - Foto di Matteo De Luca

Fratino

Alcune decine di vagabonde ed indecise STERNE ZAMPENERE, verosimilmente reduci dal fallimento delle loro covate altrove (causa ratti ed altre calamità umane) mettono a dura prova i tentativi di Davide (Scridel) di approfondire le loro intenzioni (tra corteggiamenti e parate) e di tracciare gps-mente i loro spostamenti, in un progetto che lo vede in costante pellegrinaggio tra Puglia, Veneto, Friuli ed altrove. 

Sterne zampenere (in varia compagnia)

In laguna intanto, nidificanti superstiti (come il resiliente BASETTINO o il TARABUSINO capovolto) e nuove comparse (dal FENICOTTERO all’IBIS SACRO) rendono le escursioni in canoa di Paolo (Utmar) meno solitarie.

Basettino - Foto di Paolo Utmar

Tarabusino - Foto di Paolo Utmar

Ibis sacro (con malsane intenzioni) - Foto di Paolo Utmar

Fenicotteri - Foto di Paolo Utmar

Nel mezzo della pianura intanto proseguono inesorabili le grandi manovre della squadra Tringa FVG alle prese con gli Atlanti Comunali dei Nidificanti e della Stagione Calda.

Codirosso comune - Foto di Paolo Zonta

Codirosso comune - Foto di Paolo Zonta

Codirossi comuni - Foto di Paolo Zonta

Codirossi comuni - Foto di Paolo Zonta

Cuculo (in versione banderuola segnavento) - Foto di Paolo Zonta

Balestrucci - Foto di Paolo Zonta

Balestrucci - Foto di Paolo Zonta

Lo sforzo esasperato viene periodicamente gratificato, anche in comune di Udine, da insperate sorprese, siano i richiami di un giovane GUFO COMUNE o quelli inaspettati di un'intera famiglia di ALLOCCHI, l’allarme della femmina di ASTORE che reclama il cibo dal nido o la presenza sospetta di uno SMERGO MAGGIORE lungo il Torre, il canto di un TORDO BOTTACCIO, l’imbeccata di una TORDELA o quelle dannate CINCE BIGIE che, nel bel mezzo dell’estinzione globale delle cince, sotto il naso ti portano a spasso i loro pollastri.

Smergo maggiore

Cincia bigia (una delle nuove specie nidificanti in comune di Udine)

Questa la situazione comunale aggiornata al 15 di giugno.

N° specie nidificanti per km quadrato in comune di Udine - elaborazione di Pulotto e Marta Trombetta

Non vi proporremo anche stavolta la nauseante cartografia dello ZIGOLO NERO, che ormai è praticamente completa, confermandolo ubiquitario. Come promesso a suo tempo a Steven (Hueting) anticipiamo la mappa di distribuzione del SALTIMPALO. Poche, pochissime ostinate coppie. A differenza di altre specie di prato e coltivo ormai estinte. 

Saltimpalo, uno dei residui nidificanti in comune di Udine

Distribuzione delle coppie di Saltimpalo nidificanti in comune di Udine

Poi, giusto per la simpatia del video allegato, una specie a caso, il GERMANO REALE, che lungo le rogge del centro si mescola ad individui ibridi di origine domestica, nutriti da instancabili genitori adottivi umani, che allo stesso modo ed a tempo pieno sfamano e sostengono le colonie di PICCIONI DOMESTICI, CORNACCHIE GRIGIE nonché ratti (e nutrie) che ormai spopolano in ambito urbano, soppiantando i numeri e gli spazi della presunta biodiversità. 

Distribuzione delle coppie di Germano reale nidificanti in comune di Udine

Germani reali

Sempre per quella sommaria somaritudine che tanto è gradita ai cultori dell’apparenza e della conoscenza nozionistica superficiale. La condivisione della vera conoscenza, con la sua conseguente crescita, passa inevitabilmente per la necessità di svelare gli altarini privati, che una volta messi a nudo trasformano i presunti professionisti in semplici ciarlatani. E niente allora, continuiamo così, a vendere illusioni di un mondo che non conosciamo, che non è mai esistito, ma che ci piace raccontare come se ci appartenesse. Ed il grillo parlante della nostra coscienza continuiamo a darlo in pasto ai ROSPI che ci costringiamo a deglutire, comunque.

Rospo comune

Risalendo poi il corso del Tagliamento (dove ostinata l’AVERLA CAPIROSSA si è insediata silenziosamente nel territorio che le è caro), 

Averla capirossa - Foto di Pulotto

...prima di raggiungere la montagna ci fermiamo un attimo a respirare l’aria del lago di CAVAZZO (o meglio, dei Tre Comuni, per non scontentare nessuno), che negli ultimi anni qualche sorpresa l’ha riservata. Così, mentre per il secondo anno la femmina di MORIGLIONE porta a spasso per il canneto la sua numerosa covata, una nuova coppia di intrusi si districa tra controversi rituali di corteggiamento, con il FISTIONE TURCO maschio alle prese con le pretese della esigente compagna (in termini di rifornimento di alghe) e con i tormenti delle agguerrite FOLAGHE (video di Marta Trombetta)

Fistioni turchi - Foto di Marta Trombetta

Fistione turco




...mentre impassibili i PICCHI ROSSI MAGGIORI insegnano la vita ai loro giovani familiari… (Video di Luciano Silei, in versione ridotta).

Mentre un NIBBIO REALE ci sorvola (specie nuova per la Stagione Calda) saliamo poi attraverso quei boschi pullulanti quest’anno di minuti roditori, che per una volta sono, a loro spese, nostri complici, in una ricerca che si rivela a suo modo comunque fruttuosa (con un saluto ed un abbraccio ai Giussi).

Nibbio reale - Foto di Luca Giussani

Nibbio reale - Foto di Matteo Skodler

Tuttavia, più abile di noi nella ricerca sarà un altro degli innumerevoli Matteo a nostra disposizione, il Giraldi, che con un imprevisto colpo di mano (si può dire o c’è una “m” di troppo?) immortala la covata di innominabili CIVETTE CAPOGROSSO (e qui non mando i saluti a nessuno, altrimenti Marco non mi parla più).

Civetta capogrosso - Foto di Matteo Giraldi

Civetta capogrosso - Foto di Matteo Giraldi

Civette capogrosso - Foto di Matteo Giraldi

Ed il destino infine ci porta in quota, in mezzo ai MERLI DAL COLLARE, lassù dove il CODIROSSONE ci attende pazientemente sul suo posatoio (video di Luciano Silei), a raccontarci (spesso inascoltato) storie di un recente passato troppo rapidamente scomparso, con i protagonisti di queste vicende montane sempre più smarriti, silenziosi, solitari, sperduti e spesso assenti, o per lo meno presenti in numeri decisamente più esigui (di un paio di ordini di grandezza almeno) rispetto a quelli riportati nella recente letteratura…

Merlo dal collare - Foto di Luciano Silei

Codirossone

E’ una strada difficile e sempre in salita, quella che ci porta ad imparare la montagna, la vita, il rispetto reale per la Natura (e non quello di facciata e di copertura, dove la colpa è sempre degli altri quando invece siamo i primi a non muovere un dito). Qualcuno ce la dovrebbe insegnare. Dovremmo prendere esempio dal FRANCOLINO DI MONTE, che quella strada impervia la deve percorrere. O meglio, in questo caso, attraversare. Nonostante i divieti, gli inciampi (godetevi il video fino alla fine e capirete…) ed i giovani fardelli al seguito…

Francolino di monte

Francolino di monte

Francolino di monte

Francolino di monte

Francolino di monte



Questo il riassunto frammentario di una minima parte delle nostre avventure relative al mondo alato, ed alle sue varianti.

Libellula Fulva (tx Giuss) - Foto di Paolo Zonta (prima o poi impareremo anche le libellule...)

Libellula fulva - Foto di Paolo Zonta

Libellula fulva - Foto di Paolo Zonta

Ci sarebbero anche degli infiltrati pelosi che fanno capolino ogni tanto nelle nostre giornate, spuntando da dietro una pietra, come l’amena visione di un alieno VISONE lungo le acque del Degano a Forni Avoltri (video con il cellulare di un Matteo De Luca a pesca).

O l’ennesimo SCIACALLO (fototrappolato sempre da Matteo De Luca in provincia di Trieste) che oramai non sembra fare più notizia.

O i nuovi nati di questa amara stagione, pronti ad impegnarsi ingenuamente sulla strada della vita, confidando fiduciosi di non essere travolti dalla umana predisposizione a rovinare tutto. 

Volpe


Caprioli


Noi continueremo a seguirli nel loro viaggio, da lontano, perché se davvero desideriamo che la Natura sia ancora parte di noi (e noi di lei), dobbiamo concederle di essere libera di percorrere i suoi sentieri, svincolata dalle nostre egocentriche ambizioni personali, perché il suo respiro è più importante del nostro, qualunque avversità sia destinata a travolgerci.

Foto di e con Pulotto