venerdì 31 gennaio 2020

Resoconto Mensile Tringa - Gennaio 2020




So che per molti di voi questa foto non sarà una novità. Per correttezza comunque la contestualizzo. Osoppo (Ud), gennaio 2020, sommità di un palo in legno che funge da recinzione intorno ad un edificio rurale nei pressi dell'aviosuperficie AVRO. Territorio scelto come dimora di svernamento dall'AVERLA BRUNA trovata a dicembre da Marta. Questa foto è la testimonianza di quanto gli esseri umani abbiano a cuore i propri interessi personali a discapito di qualsiasi altra creatura. E vi confesserò che mi ha turbato. Non mi concederò a futili ed ipocriti moralismi. Nessuna vana polemica. Perché il problema siamo noi, non gli altri. L'elemento principale che stona in questa abbozzata mangiatoia è uno solo. Il chiodo. Quel chiodo fisso che nella nostra testa ci spinge a voler essere, no scusate, a voler apparire, "I" migliori a tutti i costi, soprattutto quando non lo siamo, non lo siamo mai stati, o non lo siamo più. Quella stessa "I" che tradotta in inglese riassume il nostro ego-centrismo, ego-ismo, ego-IO. Quella stessa "I" che in senso figurato, ma non troppo, assomiglia proprio a quel chiodo, a quello spillo che infilza tutti gli altri pur di concederci di essere "I" migliori, nella foto, nello scatto, nell'osservazione, nella cattura. Nell'idiozia. Perché basta davvero rimuovere quel chiodo, quel misero chiodino, quel perfido spillo. E tutto cambia. La mangiatoia diventa, per quanto ad alcuni possa ancora apparire comunque cruda e cruenta, semplicemente una mangiatoia. Il grillo non più infilzato perde il suo significato. Il nostro proposito senza "I" diventa quello di "essere migliori". Non c'è nulla di male, anzi, nel fare il possibile per "essere migliori". Nessun desiderio di prevalere, usurpare, prevaricare, mortificare. Diventa semplicemente stimolo, entusiasmo, passione, desiderio di condivisione. Togliamoci dalla testa quel chiodo, e saremo liberi. Quell'ego-centrico "I". Sempre "I". Solo "I". Scusate il francese, ma vaffanculo tu e il tuo "I". Anzi, ti dirò di più, lascio che sia la stessa AVERLA BRUNA ad esprimere il suo pensiero nei tuoi confronti. Ai secondi 18-20 del video. Avvicinati ancora un pochino in modo che il suo messaggio ti arrivi dritto in faccia.

 
Lei fortunatamente appare sempre più tranquilla. E' rimasta praticamente l'unico ospite alato della fattoria. Ed in assenza di esseri umani intorno nei dintorni a turbarla (come faccio a saperlo? ormai dovreste rassegnarvi ad accettare la mia essenza di fantasma alieno...) si muove con discreta familiarità perlustrando angolo dopo angolo il suo territorio, in attesa del segnale che la catapulti nuovamente dall'altro lato del pianeta.
 


 
Intanto ci concede la sua compagnia, a distanza di sicurezza dalle nostre brame. E se le foto sono solo documentative e sfuocate, davvero, meglio così. Le apprezziamo di più.
 
 
 
Per il resto, il mese di gennaio è stato una sorta di Dejavu. A dicembre avevamo dato fondo alle risorse prelibate del territorio, era esagerato pretendere che il mese successivo ne sfornasse di nuove. Ci siamo accontentati di ripetere passo passo le tappe precedenti. Ricalcandole ad una ad una, e qualche volta moltiplicandole.
 
Disegno di Stefano Sava
Tipo i LUI' DI HUME, specie con la quale si inizia l'anno nuovo (in realtà la prima specie dell'anno per alcuni di noi è un camperista di Bergamo, il LUI' è la seconda).
 


 
Poi, per una serie di improbabili coincidenze, il 22 gennaio si trasforma nella "Giornata Nazionale del LUI' DI HUME" con tre diversi esemplari contattati nello stesso giorno in tre località differenti della provincia di Udine, a Terzo d'Aquileia, Torviscosa e Carlino. 
 
22 gennaio 2020, ore 13.40, Terzo d'Aquileia (Ud)
22 gennaio 2020, ore 15.55, Torviscosa (Ud)

22 gennaio 2020, ore 16.50, Carlino (Ud)
Ancora un grazie in particolare a Bruno Delbianco e agli altri scopritori; a questo link trovate tutti i dettagli disponibili sulla prima osservazione dell'esemplare di Torviscosa.
 
Disegno di Stefano Sava
Curiosa la disposizione dei 3 individui sul territorio, praticamente tutti dislocati sullo stesso "parallelo" (in una fascia latitudinale larga un paio di chilometri).
 
 
Prolungando la linea verso Est si intercetta Duino (Ts), sito della quarta osservazione di questo inverno. La squadra Tringa ha esplorato in varie occasioni gli anfratti reconditi di quello strano parallelo in altre località propizie, ma senza il successo sperato. Per stavolta ci accontentiamo di 3 ospiti noti, e di un'ipotesi migratoria farlocca e fantasiosa.
 
Foto di Bruno Dentesani

 
I territori tra il golfo di Trieste e le RNR Foce Isonzo e RNR Valle Cavanata (Go), sorvegliati speciali di Paolo (U), Davide e Skody da un lato e Silvano e Matteo (DL) dall'altro, continuano a riservare perle e rarità, dall'AQUILA DI MARE che regolarmente compare lungo il litorale tra Marina Julia, Punta Barene e Punta Spigolo
 
Foto di Matteo de Luca

Foto di Matteo de Luca
(dove un esercito di un centinaio di PIVIERI DORATI presidia invisibile gli ultimi lembi di terra che si affacciano sul mare)
 
Foto di Matteo de Luca
risalendo occasionalmente l'Isonzo,
 
Foto di Matteo de Luca
agli ospiti marini del golfo di Panzano, con SVASSI CORNUTI e COLLOROSSO
 
Foto di Matteo de Luca, Cornuto vs Piccolo

Foto di Matteo de Luca
a contendersi con ORCHI e ORCHETTI MARINI le posizioni d'onore sul podio come specie più attraenti.
 
Foto di Matteo de Luca

Foto di Matteo de Luca

Foto di Matteo de Luca
Solo i CIGNI MINORI (DELLA TUNDRA) si allontanano dal loro abitudinario sito decembrino per ricomparire in laguna di Marano, intercettati periodicamente da Glauco, Renato ed Angelo tra la RNR Valle Canal Novo (Ud) e i campi limitrofi.
 
 
Negli stessi campi in cui ingannevoli sagome di poderosi FALCHI PELLEGRINI di origine nordica (grazie ad Andrea Corso per la conferma) attirano l'attenzione incuriosita dei passanti.
 
Foto di Renato Castellani

Foto di Renato Castellani

Foto di Renato Castellani
Poco distante, sempre in laguna di Marano (Ud), ricompare anche il PIOVANELLO COMUNE già osservato a dicembre, primo caso di svernamento testimoniato e condiviso per il FVG.
 
 
Per i miscredenti un video al rallentatore in cui si vede il groppone.
 
 
Rari i casi realmente confermati in Italia, per altro alcuni dei dati presenti su Ornitho, talvolta con foto, andrebbero forse opportunamente rideterminati, il rischio di confusione con individui ambigui di piovanello pancianera è davvero elevato.
 

E anche il NIBBIO BRUNO osservato da Paolo (U) a dicembre torna a farsi vedere nei dintorni di Aquileia (Ud) a inizio del mese, ma non sperate di riconoscerlo dalla foto.
 
 
Per quelli che invece apprezzano il "Plastic", ma quello volante, uno scatto, anzi due (compreso il suo, quello in cui "scatta" fuori dalla foto, volando), del maschio di ANATRA MANDARINA presente a Cervignano a metà mese.
 


Pochi sprazzi di primavera "invernale" si manifestano casualmente nei posti più improbabili, con la smania di un PICCHIO ROSSO MINORE in frenetico allenamento, pronto a metter su casa e a difenderla dalla curiosità eccessiva dei PICCHI MURATORI.
 
 
Nel video, dal 20", un particolare che non avevo mai notato. Attivate l'audio, scoprirete che il picchio non tambureggia solo con il becco, ma anche con la coda...


Per il resto, purtroppo, ci stiamo gradualmente abituando al silenzio. Le montagne e i boschi sono desolati. Ore e ore di cammino a piedi, dislivelli di centinaia e migliaia di metri conditi dalla monotonia dei propri insulsi pensieri. Campi, incolti, greti dei corsi d'acqua, tutti comunicano lo stesso messaggio. Siamo soli, sempre più soli, nel nostro vagabondaggio. Anche perché lungo il percorso alcuni dei nostri compagni di viaggio li abbiamo irrimediabilmente persi. E il dolore della loro assenza ci pesa. Infinitamente. Alcuni sono solo a pochi metri da noi, si sono presi una temporanea pausa, e li aspetteremo. Con il sorriso, le braccia aperte e una rarità in tasca. Per altri invece ormai siamo invisibili, come se non esistessimo più. Sempre per quella storia dei chiodi che ci ficchiamo i testa, conservati con rabbia per difenderci e per aggredire. Poco importa quanti sacrifici abbiamo fatto, negli anni, senza chiedere nulla in cambio. Per loro, la nostra assenza (conseguenza di una sofferta rinuncia) resta incomprensibile, un affronto irreparabile alle insane logiche della sottomissione che regolano gli atavici ed instabili equilibri dei rapporti umani. Avremmo dovuto continuare ad ingoiare l'amaro e mortificante rospo, sorridendo, e dire che era buono. Pace. Davvero. E un sincero augurio di serenità futura. Soprattutto quando siamo costretti ad accettare che sono altri i compagni di viaggio che ci abbandonano. Quelli veri. E siamo noi ad accorgerci di quanto ci siano stati vicini. Negli anni. Di quante esperienze abbiamo condiviso con loro. Di quanto amore c'era nella loro presenza. E quanta intensità e passione nel nostro vivere accanto a loro. Con quella comprensione che spesso agli esseri umani, superbi, arroganti e presuntuosi, sfugge proprio. E allora buon viaggio Tai, un abbraccio luminoso a te (ed uno forte forte a Skody) da tutti i Tringa.
 
Foto di Skody

Foto di Skody
 


lunedì 27 gennaio 2020

SconSula Tey Riflessioni


Ne abbiamo già discusso in altre occasioni. La maggior parte della costa adriatica italiana è stata collocata sul lato sbagliato. E questo è un dato di fatto. Ora, premesso che porvi rimedio geograficamente parlando è alquanto arduo, come unica alternativa, qualora abbiate la necessità inderogabile di posizionarvi all'alba sulla costa per una sessione di seawatching, dovrete prendere opportuni accordi con il malcapitato astro che vi sorgerà in fronte, all'ora convenuta. Converrete tuttavia con me che il suggerimento di non presentarsi all'appello risulterebbe alquanto poco elegante e conseguentemente la strategia di proporgli un vago camuffamento fatto di nuvole potrebbe risultare la migliore. E dunque, ci risiamo. Domenica 26 gennaio 2020. Ebn Italia, capitanata per l'occasione da Davide Valenti, organizza il Sula Day, alla ricerca di Sule e altri uccelli pelagici e marini. Dalle 8 alle 9 tutti in spiaggia ad osservare il mare. Nel guazzabuglio di imprevisti concomitanti (tipo un turno lavorativo pomeridiano che mi manda a dormire ben oltre l'orario tipico usuale a cui sono abituato dalla gallina che c'è in me) ci prova anche Tringa. Una squadra in Foce al Tagliamento, un'altra in Foce all'Isonzo. Sveglia alle 5.30 per essere pronti e pimpanti all'alba. Ma devi ricordarti di dare conferma quando selezioni l'orario. Così alle 6.10 quando guardi il telefono domandandoti perché la sveglia non ha suonato capisci che la giornata comincia a mandare i suoi segnali premonitori. Perché, oltre al ritardo, fuori dalla finestra, dopo oltre un mese di siccità, con una breve brevissima parentesi il giorno prima, piove. Davvero intendo. Piove. Ma non importa. Anche dovesse piovere sulla costa pazienza, troveremo un riparo e sonderemo l'orizzonte alla ricerca di qualsiasi cosa si muova! Quindi, in ritardo, con la pioggia, ma si parte lo stesso. E in Foce al Tagliamento si arriva praticamente all'alba, comunque.
 
 
Alba che, come da accordi, non si manifesta. Il Sole è incappato in una coltre nebulosa. Non solo lui. Anche quell'orizzonte che avremmo dovuto scandagliare. Si è trasferito molto ma molto più vicino alla spiaggia di quanto non lo ricordassi nelle ultime occasioni. 
 


 
E adesso non posso nemmeno tuffarmi in acqua sbraitando nel tentativo di intimorirlo allo scopo di allontanarlo. Non ci provo neanche. Mi rassegno a tenermelo vicino. Confidando che qualche ospite incauto vista l'alta marea si approssimi ugualmente alla riva. Ah, dimenticavo. Nel frattempo smette di piovere. Il disintegratore di nuvole funziona, ma per la nebbia (e per il vento) come detto non sono stato fornito di strumentazione idonea. Non ho neppure fatto il corso di abilitazione. Il vento, per lo meno, latita. Cerco un posto adatto al mio temporaneo bivacco.
 
 
Scruto i dintorni nei pochi minuti che mi separano dall'orario pattuito. E sono già le 8. Riesco a intercettare la STROLAGA MINORE prima che scompaia risalendo il Tagliamento.
 
 
SVASSI PICCOLI e SVASSI MAGGIORI nuotano e volano al limite della visibilità. A decine. Impossibile essere precisi nei conteggi. I GABBIANI REALI sono gli unici vociferi confusionari. Poi comincia la saga dei CORMORANI. Prima meno di una decina.
 
 
Poi si radunano dai dintorni, nuotando insieme. Una trentina forse. Ce ne sono 8 in volo che si allontanano dall'alto mare dirigendosi verso la terra ferma. Verso di me. Non so neanche se contarli. Li inquadro per scrupolo a binocolo. Che strani CORMORANI. Assolutamente silenziosi, con corpo grigiastro, ali lunghe con sottoala scuro in modo apparentemente omogeneo, collo lungo e scuro, testa relativamente piccola, becco scuro... nel senso che non è per nulla tozzo e neppure arancio brillante. Proprio per niente. Il primo pensiero che mi passa per la mente è "E adesso chi mi crede che mi stanno sorvolando 8 OCHE GRANAIOLE?". E il secondo pensiero è "Ma le OCHE GRANAIOLE svernanti che fine hanno fatto?". Poi il terzo "Ottuso babbeo perché non tiri fuori la macchina fotografica e provi almeno a fotografarle?". Ecco. Considerata la nebbia che non consente al mio obbiettivo di inquadrare e mettere a fuoco i soggetti, sommato alle mie note capacità artistiche, questo è il risultato.
 
 
Sono perfettamente consapevole che non farà che assecondare il vostro pensiero che io sia un allucinato visionario. Concordo perfettamente con voi, più passa il tempo e meno credo alle panzane che racconto. Sconfortato dalla mia irrimediabile imperizia torno ad osservare il mare. Che ricordavo, se non azzurro, quantomeno grigio. Ma lo ritrovo nero. Un mare fatto di CORMORANI.


 Comparsi dal nulla, invisibili, in numeri sempre maggiori. Proverò a spiegarvi questo fenomeno con le testuali parole reperite dal mio informatore e suggeritore professionista Paolo "i nasi nei abisi ! e i vien suso per magnarne i pesi" (traduco approssimativamente: "vengono generati dagli (o negli) abissi ed affiorano inesplicabilmente in superficie per carpirne inopinatamente il patrimonio ittico di nostra appartenenza al fine di estinguerlo"). Provo a contarli. Quattrocento.


Ottocento.


Mille.


Distolgo lo sguardo e scopro che la chiazza scura più vicina è solo una di quelle che stanno comparendo a galla nei dintorni. Un'altra visibile ma più distante pare quasi altrettanto ampia e numerosa.


Mille e ottocento. Il resto è avvolto dalla nebbia. Alquanto prolifici questi abissi. Mi resta giusto il tempo per osservare l'unico anatide posato in mare, uno sprovveduto maschio di GERMANO REALE. Pare spaesato, non è per nulla il suo posto. Chissà quali vicende l'hanno portato a trovarsi ramingo in questo luogo. Poi, una quindicina di FISCHIONI che percorrono quello striminzito orizzonte che li separa tra l'essere visti e il nulla. E infine 5 VOLPOCHE che cercano di restituire un poco di colore al paesaggio. Con esito incerto. Tutto qui. Sono le 9. E puntualissima (avrei dovuto fotografare le gocce sul telefono per testimoniarlo) torna la pioggia. Mentre la nebbia si infittisce. Rinuncio ad ulteriori masochismi e abbandono la postazione con il mio inquietante bottino.


Foce Tagliamento

OCA GRANAIOLA 8
Volpoca 5
Germano reale 1
Fischione 14
STROLAGA MINORE 1
Svasso maggiore 170 (stima)
Svasso piccolo 50 (stima)
CORMORANO 1800 (stima)
Garzetta 1
Gabbiano reale 60 (stima)
Gabbiano comune 2

Dalla Foce dell'Isonzo mi giunge la voce di Renato, attutita dalla nebbia. La sua avventura è confortata solo dal numero di specie osservate, ma il potenziale in un giorno diversamente nebuloso (nella forma politicamente corretta della definizione) avrebbe concesso ben altre soddisfazioni. Non è sempre domenica. Neanche di domenica.

Foce Isonzo (Renato Castellani) [alcune specie presenti "non contate" causa nebbia]

Cigno reale 380
Oca selvatica 1
Volpoca 2
Fischione (non contati)
Canapiglia (non contati)
Germano reale (non contati)
Edredone 28
Smergo minore 1
Cormorano 10
Marangone minore 70
Garzetta 4
Airone bianco maggiore 3
Airone cenerino 2
Svasso maggiore 10
Svasso piccolo 8
Falco di palude 2
Albanella reale 3
Porciglione 2
Gallinella d'acqua 1
Folaga (non contati)
Pivieressa 180
Piovanello pancianera 600
Beccaccino 3
Chiurlo maggiore 150
Gabbiano comune (non contati)
Gabbiano reale (non contati)

Nella fitta nebbia poi la giornata Tringa prosegue alla ricerca (infruttuosa) di altri improbabili (quanto mai "humidi" in una simile giornata) piccoli ospiti asiatici. E con l'immagine di un nostro bersagliere allo sbaraglio, vi saluto.