lunedì 28 febbraio 2022

Resoconto Mensile Tringa - Febbraio 2022

 

E’ successo di nuovo. Che siamo rimasti di nuovo spiazzati. Era già capitato due anni fa. Ci eravamo venuti a trovare in una condizione del tutto nuova, alla quale non eravamo preparati, che ci ha sorpreso e sconcertato e dalla quale siamo riusciti a riprenderci (forse) con non poche difficoltà. Ed ora, a distanza di così poco tempo, è successo di nuovo. Ancora una volta ci troviamo a fare i conti con un’intrusione nel nostro privilegiato ed abitudinario Universo, tanto da mettere in crisi le nostre certezze, le nostre convinzioni, il nostro ordine mentale, psicologico e sociale. E se due anni fa il tutto aveva preso forma in un campo ai più poco noto (https://tringa-fvg.blogspot.com/2020/04/resoconto-mensile-tringa-aprile-2020.html), stavolta la SULA è entrata direttamente nei ripristini della Cona (RNR Foce Isonzo – Go)! [Perché, a cosa stavate pensando?]

 

Sula in volo su Oche lombardelle e selvatiche - Foto di Silvano Candotto

Suvvia, è Carnevale, concedeteci di cercare in mezzo al grigiore un insano spiraglio per un’ultima burla, almeno fintanto che i rami spogli della desolata vegetazione non consentono alla Colomba della Pace di nascondersi del tutto, anche se quella pare ormai la sua vera intenzione. Sempre che non sia semplicemente un suo inefficace sosia, un Colombaccio albino, e lei ormai sia migrata altrove da tempo.

 

Il Fantasma della Pace

Il Fantasma della Pace

Che poi, migrare, cosa migra più? D’accordo, non è corretto generalizzare. Il fascino della migrazione (che resiste) continua a coinvolgerci tutti, soprattutto quando si parla di stormi vocianti e numerosi, come le migliaia di GRU che le vedette della laguna (Paolo Utmar, Bruno Delbianco e molti altri) hanno visto transitare tra la seconda e la terza decade del mese. Questa la testimonianza di Paolo.

“Sabato 19 sera mi telefona il prof. N. di Fiumicello che, come già in altre stagioni, mi avverte del passaggio delle gru. Mi dice: sono in golena verso sud. E' tardi ma vado sull'argine e le sento vociare in lontananza forse celate dalla bruma serale. Il mattino seguente sono sull'argine e guidato dai richiami le trovo sul greto dell'Isonzo mentre altre si sono già trasferite nei campi adiacenti il fiume. Dopo poco partono verso est.”

Gru - Foto di Paolo Utmar

Gru in volo sulla RNR Foce Isonzo (Go) - Foto di Silvano Candotto

Gru in volo verso le Alpi - Foto di Marta Trombetta

Le Gru ci controllano dall'alto


Partono. Intanto loro partono. Che siano GRU o CIGNI REALI, loro intanto partono, verso nord est. Cosa incontreranno in questo loro viaggio? Strani volatili metallici con e senza ali spinti da propulsori infuocati ed esplosivi? Non era forse meglio restarsene qui, dove qualcuno pare apprezzare la loro presenza fino ad ingozzarli?

 

Cigno reale con anello BPZ (Sloveno) che si ingozza

Cigno reale con anello BPZ (Sloveno) con ingozzatore

Ma anche semplicemente restarsene posati tranquilli e beati in mezzo ad un campo in mezzo alle oche, neanche fossero Cigni minori, illudendo per un attimo l’osservatore.

 

Cigni reali immaturi nei campi con le Oche lombardelle - Foto di Paolo Utmar

E queste oche, anche loro in partenza (tutte insieme nello scatto fantomatico del mago Silvano, che riesce a catturare LOMBARDELLA MINORE ed OCA GRANAIOLA nella stessa inquadratura), che compaiono poi sperdute negli stagni segreti dell’alta pianura, non li leggono i giornali? Non si informano sulle ultime notizie?

 

Oca lombardella minore e granaiola insieme alle lombardelle - Foto di Silvano Candotto

Oca selvatica smarrita nella media pianura - Foto di Luciano Silei

E anche tu, graziosa MORETTA CODONA, perché non ti soffermi con noi ancora un po’, invece di fremere all’idea di tornare verso nord?

 

Moretta codona - Foto di Marta Trombetta

Moretta codona pronti...

Moretta codona via!

Intanto qui la terra già trema, le pareti vibrano tutto il dannato giorno, le ruspe avanzano ovunque la Natura presidiava le sue roccaforti residue, per l’umano bisogno di soffocarle e sostituirle con il desolante nulla o il venerato cemento. Aprite la finestra e lo vedrete.

 

L'orizzonte che scompare

Sulle barricate e sulle mura che si sgretolano resistono stoici (ed insensati) i superstiti (mascherati) di un mondo in frantumi, a combattere testardi le loro battaglie, mentre alle loro calcagna si muovono astuti approfittatori pronti ad insinuarsi tra i litiganti (li potete vedere nel video, nei panni delle Cornacchie grigie).

 

Coppia di fagiani comuni sulle crepe del muro di casa



Allargando la visuale sul campo di battaglia, ecco però comparire le schiere degli opportunisti della prima ora, con i gabbiani a farla da padroni, che siano multiformi GAVINE (impareremo mai a riconoscere le sfumature delle sottospecie?), o GABBIANI COMUNI che nascondono i loro intimi segreti dietro una zolla di terra, o brutti bruttissimi orrendiformi (e temiamo sfortunati) GABBIANI REALI…

 

Decinaia e decinaia di Gavine, con qualche intruso - Foto di Paolo Zonta

Gabbiano comune con anello YHS e lettera nascosta

Gabbiano reale orribiliformus

… o quelli dell’ultimo minuto ma ormai invasivi. A centinaia ad attendere il treno giusto. Per poi papparselo al volo.

 

 Aironi guardabuoi in paziente attesa - Foto di Paolo Zonta

L'Airone guardabuoi e l'areoplanino - Foto di Paolo Zonta

Dagli AIRONI GUARDABUOI agli IBIS SACRI, il passo è breve e la filosofia la stessa.

 

Ibis sacri - Foto di Paolo Zonta

L'ingordigia fatta Ibis Sacro - Foto di Paolo Utmar

Per fortuna ogni tanto in mezzo a loro, come un brutto meraviglioso anatroccolo, compare un solitario MIGNATTAIO, a gratificare le peripezie del PiZonta tra Risorgive dello Stella e confini comunali di Codroipo (Ud).

 

Un Mignattaio alla conquista delle risorgive dello Stella - Foto di Paolo Zonta

Un Mignattaio alla conquista delle risorgive dello Stella - Foto di Paolo Zonta

A proposito di confini comunali, non ci siamo dimenticati dell’Atlante dei Nidificanti (e della Stagione Calda) del comune di Udine 2021, anzi. La squadra Tringa è al lavoro per dargli una forma definitiva, cercando di mettere tutte le componenti al posto giusto, nel nuovo ordine universale e sistematico. Ma almeno sul fanalino di coda, lo ZIGOLO NERO, siamo tutti d’accordo.

 

Atlanti comunali - Udine - I Nidificanti e la Stagione Calda 2021

Che poi, per quanto si faccia il possibile per essere tempestivi ed aggiornati, non passa giorno che non tocca fare i conti con qualche novità (ad ulteriore testimonianza che simili lavori devono essere realizzati e condivisi in tempo reale, altrimenti perdono di valore e significato). E così, visto che febbraio è mese buono per i picchi (grazie a Marta, attendiamo a breve sul sito Feisbuc della Regione FVG un contributo Tringa su questo argomento https://www.facebook.com/regione.fvg.it/ ), con i più piccoli PICCHI ROSSI MINORI già pronti a cercarsi casa (che siano a Udine, o lungo il Venchiaruzzo (PN) pedinati da Niccolò o ad Osoppo, dove li trova Luciano a contendersi i rami sommitali con degli sperduti e spaesati CROCIERI), ed i PICCHI ROSSI MAGGIORI che riflettono perplessi sul loro futuro, attirati apparentemente dai cavi più che dalle cavità…

 

Picchio rosso minore - Foto di Luciano Silei

Crociere in vacanza ad Osoppo - Foto di Luciano Silei

Picchio rosso maggiore su trespolo metallico

… nel bosco golenale del Torre a Udine si materializza la sorpresa che ci costringe ad aggiornare in diretta la check list comunale. E più il nuovo ospite tenta di nascondersi (ce la mette davvero tutta), più attira la nostra attenzione. Le testimonianze fotografiche non gli concedono scampo. Benvenuto PICCHIO ROSSO MEZZANO, ti aspettavamo con trepidazione!

 

Picchio rosso mezzano che tenta di passare inosservato 

Picchio rosso mezzano che tenta di passare inosservato 

Picchio rosso mezzano che tenta di passare inosservato 

Picchio rosso mezzano che tenta di passare inosservato 

Benvenuto Picchio rosso mezzano 


Restando in tema di Picchi, ma variando sul tema, ci soffermiamo su una spigolatura, in questo mondo di inganni e di apparenze. Perché siamo tutti consapevoli che nel mondo animale, in particolare tra i pennuti, esistono degli abili imitatori. Certo lo Storno, la Ghiandaia, la Cannaiola verdognola, come no. E poi ci sono quelli che hanno vocalizzi tra loro simili e che ci ingannano inevitabilmente, per quanto ci illudiamo di saperli riconoscere. Così il Forapaglie castagnolo diventa una Cannaiola, lo Spioncello una Pispola (e viceversa), il Fanello uno Zigolo della Lapponia e la Ballerina bianca un Luì di Hume (per i curiosi, potete cercare su ornitho.it alcune registrazioni di “quest’ultima specie” [non tra i dati del FVG] ed ascoltandole attentamente vi accorgerete che “quest’ultima specie” forse non è quella registrata…). Poi però ce ne sono altri, in grado di emettere dei richiami vari ed avariati, soprattutto avariati. Prenderne atto dovrebbe aiutarci ad avere consapevolezza che i nostri sensi sono davvero limitati e che lo è anche la nostra conoscenza delle potenzialità degli esseri viventi. Tutto questo per aiutarci ad essere umili, ad evitare di commettere errori e di sbilanciarci soprattutto nella determinazione di specie rare quando gli elementi a disposizione non sono “univoci”, anche se noi siamo convinti che lo siano. So che qualcuno di noi su questo fronte è ormai irrecuperabile, ma io ci provo lo stesso, con questo esempio. Tra le specie che emettono regolarmente versi vari (e talvolta avariati) c’è il PICCHIO MURATORE.

 

Picchio muratore 


Stavolta però l’inganno è un danno collaterale. Avrei voluto proporvelo come quiz acustico di questo mese, ma vi risparmio il tormento consegnandovi direttamente la soluzione. Però ve la contestualizzo. Immaginatevi di trovarvi in un incolto, con un unico cespuglio di rovo fitto. E di sentir provenire dall’interno del cespuglio il verso che trovate al prossimo link senza riuscire a vedere chi lo emette. La registrazione non è delle migliori, ve lo concedo, ma ascoltanda ad occhi chiusi il vostro orecchio (non imbrogliate!) suggerirebbe un’unica univoca risposta. PICCHIO MURATORE. Uno dei suoi tanti richiami, certo, non il più rappresentativo, ma di sicuro lui. L’ambiente non è assolutamente il suo, ma le bestie sono imprevedibili. Quando poi l’animale compare sulla cima del cespuglio, continuando ad emettere il suo richiamo, i vostri occhi per un attimo cercano di vedere quello che il vostro cervello sta chiedendo loro di vedere, ma non ci riescono. La risposta è un’altra, dovete rassegnarvi.

https://www.ornitho.it/index.php?m_id=54&id=20741427

Tutto questo per dire che non siamo infallibili. E che anche se ci mettiamo tutta la nostra buona volontà, ci sarà qualcosa che farà il possibile per mettere in dubbio le nostre certezze. Non ci resta che continuare comunque a dare il buon esempio, in un mondo arrogante ed ostile che non sembra concedere spazio nemmeno ai sotterfugi del GATTO (SELVATICO) e della VOLPE.

 

Gatto selvatico (annegato a pochi metri dalla Volpe) 

Volpe (annegata a pochi metri dal Gatto selvatico) 

Sembra. A meno di non riuscire a percepire gli sporadici segnali di vita che la Natura ancora ci lancia, prima di essere travolti definitivamente da orde di bruti ed irsuti invasori (e dalla pestilenza  suina che si portano appresso).

 

La folle avanzata a testa bassa dei Cinghiali - Foto di Paolo Utmar

Cinghiale travestito da canneto


Piccoli segnali della vita che resiste, sopravvive, si risveglia, si insinua lungo i sentieri della notte (nella RNR Foce Isonzo più che altrove… con in ordine di comparsa: Puzzola, Tasso, Gatto Selvatico, Sciacallo dorato…Video di Matteo De Luca)

 







Piccoli segnali. Talvolta piccolissimi. Percepirli. Allertare tutti i nostri sensi. Ed essere pronti a cogliere l’attimo. Con un inaspettato e spettacolare balzo. Verso la primavera?

Gatto selvatico - Foto di Matteo De Luca (con lo zampino di Matteo Skodler)