venerdì 30 aprile 2021

Resoconto Mensile Tringa - Aprile 2021

Potrei scrivere parole a caso. Pescarle ad occhi chiusi da un cappello dopo averle opportunamente mescolate e farle scivolare sullo schermo fino a riempire la pagina di macchioline indecifrabili ed illeggibili scarabocchi. In fondo, non è questo che faccio di solito? Cerco invano di seguire un Filo invisibile per allinearle tutte, creando una storia improbabile che assuma credibilità lungo il percorso, ma prima della fine ogni volta inevitabilmente mi perdo. Allora tanto vale chiudere gli occhi, smarrire le parole ed ascoltare il cuore. Sempre che questa silenziosa primavera riesca a risvegliarlo. Anche se gli uomini sembrano aver dimenticato tutto questo. Che “l’essenziale è invisibile agli occhi” (Cit. Saint Exupery). Parola della Volpe.

Foto di Marta Trombetta

Stavolta allora, prima di perdermi, cercherò di concentrarmi subito sulle cose utili e concrete, per poi dedicarmi liberamente ai soliti vaneggiamenti. E dunque, senza perdere tempo, parto da una nota positiva in questi tempi cupi ed approfitto per fare i complimenti all’associazione A.St.O.R.E FVG (ASP) che, con la collaborazione del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine, ha pubblicato fresco di stampa in questi giorni l’”ATLANTE DEGLI UCCELLI NIDIFICANTI IN FRIULI VENEZIA GIULIA”!

https://www.astorefvg.org/news/69/33/Atlante-degli-Uccelli-nidificanti-in-Friuli-Venezia-Giulia.html

Un’opera fondamentale nel campo della letteratura ornitologica e degli studi avifaunistici regionali che diventerà un punto di riferimento insostituibile per qualsiasi altro lavoro, consentendo fin da subito, in un presente in continua e fin troppo rapida evoluzione, un raffronto diretto tra quanto testimoniato negli anni della raccolta dati e la realtà presente. Sarà interessante per esempio vedere, comparando le cartografie, come (e se) sono già cambiate le presenze e la distribuzione delle specie nella provincia di Udine, confrontando i dati dell’atlante regionale con quelli della Stagione Calda di Tringa FVG raccolti negli anni più recenti, individuando le specie già scomparse, quelle più a rischio, quelle in espansione ed eventuali acquisizioni recenti. Non ho ancora avuto modo di sfogliarlo, ma in piena fiducia sono sicuro della qualità della pubblicazione e mi permetto di congratularmi con il consiglio direttivo che in tutti questi anni si è adoperato per realizzare un simile obiettivo, che non avrebbe altrimenti visto la luce in questo tormentato 2021. Un plauso ai curatori che si sono dedicati alla correzione dei testi, all’impaginazione ed alla rielaborazione dei dati, in particolare al presidente Pier Luigi Taiariol, che ha vissuto in prima persona (si può dire sulla propria pelle e nella propria anima) tutte le sofferte tappe di questa impegnativa avventura. Grazie a tutti coloro che hanno elaborato i testi delle singole specie, valorizzando ove possibile il lavoro sul campo, senza limitarsi ad una fredda elaborazione della letteratura disponibile. Quel lavoro sul campo che ha visto coinvolti innumerevoli osservatori, senza i quali questo traguardo non sarebbe mai stato raggiunto. Ed il nostro grazie più sentito allora va proprio a loro, in particolare a quello sparuto manipolo di impavidi appassionati che tra il 2008 e il 2013 ha dedicato con sacrificio ed abnegazione ogni istante libero in primavera ed estate per esplorare l’intero territorio regionale, percorrendo migliaia di chilometri, inerpicandosi per sentieri che altrimenti nessun altro avrebbe raggiunto, affinché ogni singolo lembo di terra avesse il suo tributo, a costo di perdersi per strada e non fare più ritorno… pur di conservare l’entusiasmo di conoscere, condividere, respirare liberamente i colori della Natura.

Foto di Paolo Utmar

Ed ora possiamo divagare, svincolandoci dai ricordi e dalle testimonianze del passato, tornando a quella quotidianità che purtroppo non smette di turbarci, in questo aprile migratorio del quale a stento riusciamo a salvare un paio di giornate. Formidabili per altro queste ultime, in cui davvero qualsiasi creatura, almeno per un istante, sembrava poter comparire ovunque, tipo settanta MIGNATTINI ALIBIANCHE al lago di Ragogna. 

Foto di Pulotto


O almeno così in molti mi hanno raccontato. Con sta cosa di tenere gli occhi chiusi perché l’essenziale è invisibile etc. etc. forse mi sto perdendo la migrazione. O forse devo solo cambiare binocolo. Comunque, senza perdersi in chiacchiere, partiamo dalle prime avvisaglie migratorie, con quelle tonde e goffe sagome che compaiono sempre più precocemente ad aprile in mezzo ai campi… 

Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta

No, non stavo parlando delle STARNE e delle PERNICI ROSSE, di ambigua origine ed infausto destino. E nemmeno di quei buffi minuscoli polletti che chiamate VOLTOLINI. 

Foto di Marta Trombetta

Foto di Marta Trombetta

Ma dei più baldanzosi tra PIVIERI. 

Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta

Eddai, mi avete frainteso di nuovo. Non parlavo dei PIVIERI DORATI (che poi, in abito, le leggende metropolitane narravano che era improbabile osservarli da noi… sarebbe ora di aggiornarle queste leggende… anche per i COMBATTENTI col collare piumato… ma pace). Parlavo di quelli che trotterellano. I trottolini. No, scusate, i TORTOLINI.

Foto di Paolo Zonta


Stiracchiandosi in mezzo ai campi o sulle recinzioni, la migrazione tenta di prendere forma e colore.

Foto di Matteo Skodler

Foto di Matteo Skodler



Foto di Matteo Skodler

Ma i nuovi arrivi si lasciano desiderare. Per giorni. Settimane. Quasi per l’intero mese. Se non fosse per i pigroni ritardatari, dagli SVASSI CORNUTI in abito di carnevale ai colorati FANELLI che si arrischiano a cercare un territorio stabile in pianura, le giornate apparirebbero deserte.

Foto di Paolo Utmar

Poi, da un momento all’altro, frammisti alle rondini, i rapaci hanno fatto la loro comparsa nel cielo. ALBANELLE PALLIDE ovunque (no, scherzo, io ero ovunque e non c’erano, ma c’è chi si è divertito in pochi minuti a fare poker di circus. Vero Pulotto?). 

Foto di Pulotto

Foto di Renato Castellani

Foto di Renato Castellani

ALBANELLE MINORI, NIBBI REALI, NIBBI BRUNI, FALCHI DI PALUDE, GUFI DI PALUDE, LODOLAI, FALCHI CUCULI, FALCHI PESCATORI. Addirittura il primo vero FALCO PECCHIAIOLO (oggi, 30 aprile; non cedete alla periodica illusione di vederli tanto prima… dovesse capitarvi, fate una foto mi raccomando). Per non parlare del NIBBIO BIANCO che attraversa la strada a Tommaso a Ipplis, nella base di decollo dei migratori, e che nonostante lui riesca a fermarsi in mezzo al traffico e seguirlo col cannocchiale per qualche istante prima che sparisca in Slovenia (senza alcun possibile dubbio sulla determinazione), nella sua estrema consapevolezza critica decide di conservarlo (con sottofondo di gergalità irripetibili) come "probabile" (al 99%). E noi come tale lo teniamo, anche se saremmo propensi a fargli dono dell'1% residuo.

Foto di Paolo Zonta

Foto di Matteo Skodler  

Foto di Paolo Zonta 
Foto di Pulotto

Foto di Renato Castellani

Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Utmar

Foto di Renato Castellani

Foto di Renato Castellani

Foto di Paolo Zonta

Foto di Marta Trombetta

E per non farsi mancare niente, anche Pordenone ha la sua AQUILA REALE grazie a Paolo Grion e Chiara Valvassori.

Foto di Paolo Grion

Le assenze dei passeriformi invece continuano a destare timori, sebbene in alcuni di quei punti magnetici, di cui forse prossimamente avremo modo di raccontarvi, alcuni nugoli misti decidano di atterrare, portando lo scompiglio nei pensieri degli esploratori più fortunati, costretti a spostare lo sguardo in pochi attimi da una PISPOLA GOLAROSSA ad un ORTOLANO, da un FORAPAGLIE ad un LUI’ GROSSO di quelli particolarmente sbiaditi (che al contrario di quanto si pensi, almeno in questa strana annata, non sono forse così rari nel nostro territorio…). E un saluto a Miky Viganò che in trasferta per lavoro proprio in uno di quei punti stana un CALANDRO MAGGIORE che non si farà ritrovare nel pomeriggio...

Foto di Marta Trombetta

Foto di Pulotto

Foto di Pulotto

Foto di Pulotto

Foto di Marta Trombetta


Una riflessione a parte meritano le BALIE. Alle NERE ormai siamo abituati. 


Di quelle dal COLLARE non ci sazieremo mai. Le nostre mani continueranno a tremare mentre tenteremo di fotografarle. 


Foto di Marta Trombetta

Ma quest’anno abbiamo imparato a conoscere le BALIE CAUCASICHE. Quella loro seconda barra sull’ala. Quel parziale collarino. Quelle timoniere esterne bianche anche dal lato inferiore. 





Maschi o femmine che siano (con tanti complimenti ad Angelo Formentin, perché le femmine da scovare e riconoscere sono davvero ostiche). 

Foto di Angelo Formentin

Specie esclusa (o semplicemente trascurata) dalle check list regionali, in un giorno solo, il 16 aprile, è stata contattata sia a Marano Lagunare che a Udine. Da non crederci. Ma visto che ci siamo, proviamo a memorizzarne anche i vocalizzi…

Infine, una piccola parentesi esclusiva su un tema particolarmente scottante. I nidificanti.

 

Foto di Paolo Utmar

Foto di Paolo Utmar

Foto di Paolo Utmar

Foto di Paolo Utmar

Non è nostra intenzione disturbarli in questa fase critica della loro esistenza. Le nostre ricerche proseguono e proseguiranno facendo il possibile per non turbarli. E condividiamo, in senso lato, con consapevolezza, ma senza fanatismo, la decisione di non pubblicare foto ai nidi. Tuttavia, in questa rubrica per pochi intimi (non addentratevi se temete di non poter affrontare immagini particolarmente crude) ci sbilanciamo a condividere due immagini. La prima è una “spigolatura” nella quale si è imbattuto involontariamente Luciano, che testimonia il detto “Stai rischiando di farla fuori dal vaso”. 

Foto di Luciano Silei

La seconda è la testimonianza del mimetismo di una specie cara a molti, in grave difficoltà, che ci ha regalato in questi giorni un sorriso, nidificando in provincia di Udine in un momento a lei favorevole, in cui il disturbo antropico forzatamente si è ridotto.

 

Ed ora facciamo tutti il tifo per questa temeraria coppia di FRATINI. Che riesca a regalarci un sogno nuovo. O, per lo meno, un arcobaleno.

Foto di Paolo Zonta



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