giovedì 30 giugno 2022

Resoconto Mensile Tringa - Giugno 2022

 

Fa caldo. Aspettavate che ve lo dicessi io per rendervene conto, immagino. Troppo caldo. Un torpore soffocante annienta la nostra volontà, aliena le nostre sensazioni, abbaglia la nostra percezione della realtà. Solo piccoli spiragli di lucidità riescono a farsi breccia in questa agonia, consentendoci di aprire una finestra sul mondo e renderci conto che sta andando rapidamente a rotoli, travolto dalla disarmante volubilità umana. Assetati di serenità, chiudiamo rapidamente la finestra solo per renderci conto che nemmeno la stanza in cui ci siamo rintanati è più la nostra. Proviamo a chiudere gli occhi, ma anche nel buio dei nostri pensieri continuiamo a soffocare, a sfasciarci dentro, anche noi. Cosa dite se ci prendiamo una pausa? Una pausa da tutto, dai pensieri, dal mondo, dal caldo. Una pausa in cui, dopo aver chiuso gli occhi facciamo finta che il silenzio attorno a noi sia naturale e respiriamo a fondo. E sorridiamo. Sorridiamo perché non c’è alternativa e non c’è scampo. Sorridiamo perché sappiamo che continueremo a combattere i nostri mostri come abbiamo sempre fatto, senza che nessuno lo sappia, cavalcando solitari il nostro drago invisibile. Sorridiamo perché la terza legge della termodinamica ci garantisce che non possiamo vincere e nemmeno pareggiare, ma nessuno ci impedisce di giocare la nostra partita migliore, continuando a dare il buon esempio, senza illuderci di cambiare il mondo.  Sorridiamo perché la sesta coppia di FRATINI della spiaggia di Lignano Sabbiadoro (la sesta della stagione riproduttiva 2022… e per fortuna che qualcuno ci ha creduto, nonostante la terza legge della termodinamica…) ha fatto il nido fuori dal recinto piccolo e qualcuno deve intervenire in tempo reale per porvi rimedio. Sorridendo.

 

Squadra salvataggio Fratini - Foto di Giosuè Cuccurullo

Ci prendiamo una pausa allora, sorridendo, per raccontarvi che questo nido è custodito da una vecchia conoscenza, la femmina AZD inanellata a Bibione (Ve) a maggio 202 che ha deciso di stabilirsi a fine mese a Lignano, attirata dalle numerose famigliole già presenti.

 

Fratina AZD - Foto e video di Paolo Grion



A proposito di FRATINI, di recinti e di nidi, nel resoconto di maggio avevamo già pronte le “foto al nido” che avremmo voluto mostrarvi, con la convinzione che il nido fosse andato irrimediabilmente perso nonostante il nostro estremo tentativo di salvarlo. Poi, colpo di scena, il 31 maggio nel nido è ricomparso un uovo (nello stesso giorno abbiamo assistito ad un evento raro e commovente, la deposizione in tempo reale in un altro nido, un poco guardoni noi, un poco esibizionisti loro) ed abbiamo deciso di non mostrarvi le foto ma di spostare il recinto piccolo nel tentativo di tutelare il sito. A distanza di un mese possiamo dirvi che da quell’uovo è nato un pulcino che il maschio sta attualmente accudendo, come da maglietta Tringa FVG per un nuovo amico. E, notizia dell’ultimissima ora, anche dalle uova frutto della deposizione in tempo reale sono sgusciati fuori due sgattaiolanti pulcini…

 

La Compagnia del Fratini - Foto e disegno di Marta Trombetta

Fratino giovinotto nato dal nido salvato - Foto di Paolo Grion

Fratino neonato sgambettante

L'ultimo nato nella Spiaggia dei Fratini di Lignano Sabbiadoro

Possiamo mostrarvi le foto di quel nido, corredate di alcune riflessioni (incluse quelle riguardanti la capacità dei FRATINI di scegliersi i posti peggiori, in particolare questo, con il tracciato delle ruote del trattore a meno di 30cm dalle uova…).

 

Pessima scelta

Nido invisibile a rischio

Nido visibile, ma sempre a rischio

La prima è che non servono recinti per impedire agli esseri umani di comportarsi in modo scorretto. Le impronte di piedi scalzi e le orme di cane all’interno del recinto lo testimoniano senza necessità di aggiungere ulteriori parole. Basterebbe stare poco distanti, oltre il recinto, lasciandosi scrutare dai Fratini perplessi dal nostro vagabondare…

 

Tracce manifeste della scorrettezza umana

Dentro i Fratini, fuori i Paoli - Foto di Chiara Valvassori

La seconda è conseguenza della prima e riguarda le foto ai nidi, ai giovani ed agli adulti con imbeccata. Il problema ovviamente non sono le foto, ma chi le scatta. Fa caldo e questo argomento è scottante affrontato con qualsiasi clima. Ma provo a sintetizzarlo con poche parole e qualche immagine. La prima immagine è questa, la foto al nido con il maschio in cova. Se non lo vedete meglio, vuol dire che il suo mimetismo è efficace, che sareste passati poco distante senza accorgervi di lui e che, soprattutto, la mia foto è efficace all’intento (il video è di Paolo Grion).

 

Aguzzate la vista



Il problema non sono le foto al nido, ma le foto belle al nido. Le foto (scusatemi il francese) “di merda” al nido (ai giovani o agli adulti con imbeccata) sono documentative e non stimolano nessuno spirito di emulazione. Sono spesso foto rubate, non programmate, inaspettate, che non sfruttano gli ambigui (ambiguissimi) trucchi (di alcuni abili illusionisti) del mestiere. Eppure le foto “belle” attirano consensi e riescono a scavalcare qualsiasi etica, sfruttando e conservando la generale “ignoranza” di base sull’argomento. A proposito, non dobbiamo sentirci offesi se veniamo definiti ignoranti; ignorare significa non conoscere, non essere preparati su un determinato argomento, invece di offenderci dovremmo imparare ad approfondire la conoscenza, anche sulle parole, meno permalosi e più elastici. In quanti riescono a rendersi davvero conto di quanto disturbo arrecano alcune meravigliose foto realizzate in prossimità dei nidi magari modificando irreparabilmente il contesto pur di realizzarle? Ben pochi, la maggior parte applaude e clicca “Mi piace” commentando “Meravigliosa, bravo!”. E quanti capiscono la differenza tra una meravigliosa foto di questo tipo ed una “di merda” scattata a solo scopo documentativo (realizzata magari per caso) o addirittura a scopo di tutela della specie? Ancora meno, immagini simili in generale non si meritano nemmeno di essere visualizzate. Tipo questa.

 

Fratino con Pernice di mare sul nido - Foto di Paolo Utmar

In questa foto c’è sempre un FRATINO, sfuocato. Dietro di lui però c’è un’altra specie, ancora più sfuocata ed a mala pena interpretabile. Proprio questa immagine sfuocata (che non si guadagnerebbe nemmeno un centesimo dei consensi che normalmente riescono a strappare gli scatti dei “disturbatori”) testimonia la prima nidificazione di PERNICE DI MARE accertata per il FVG ad inizio giugno da Paolo Utmar. Ovviamente, dietro la foto c’è tutto un percorso di comprensione del comportamento dell’animale e della coppia, non basta una singola foto di un individuo posato a terra per confermarne la nidificazione, ma non sempre è necessario andare a toccare con mano le uova. “Il 4 giugno una visita al banco d'Orio portava al ritrovamento di una coppia riproduttiva di PERNICE DI MARE, fortunatamente in una zona tabellata per la tutela dei nidificanti delle spiagge, a cura della Regione e dell'Università di Trieste. Il 7 giugno si osservava un individuo in cova ai limiti della colonia di FRATICELLI ed insieme ad alcuni FRATINI. Il 19 la coppia era ancora presente nei pressi del nido quindi non ci resta che sperare nell'educazione di uomini e dei cani al seguito.” (Paolo Utmar)

 

Pernice di mare nei pressi del nido - Foto di Paolo Utmar

Uova che qualche volta ci capita di trovare addirittura tra i piedi, senza andare a cercarle. In questo caso la foto del nido con le uova è documentativa, tuttavia molto meno “acchiappalike” di quella che vi mostrerebbe l’animale in cova, ovvero in questo caso il suggestivo genitore SUCCIACAPRE. Eppure, come detto, i nostri scatti devono essere testimonianza, non creare disturbo, non attirare consensi. Ma in un mondo virtuale manipolato dai “Piacioni dei Social” tutto questo è poco comprensibile, temo.

 

Nido di Succiacapre - Foto di Paolo Utmar

Il nostro scopo è un altro. Testimoniare. Così tra le foto di questo mese troverete quelle che narrano della prima nidificazione di FISTIONE TURCO nel Lago dei Tre Comuni (Cavazzo Carnico, Ud), con la femmina che continua a portare a spasso per il lago tutti ed undici i pulcini sgusciati fuori dal nido.

 

Famigliola di Fistioni turchi - Foto di Marta Trombetta

Prima lezione di simulazione di volo ai piccoli Fistioni turchi

O quelle scattate poco lontano, a Gemona del Friuli (Ud), su soffiata di Stefano Pischiutti, che mostrano una nuova famiglia di SMERGHI MAGGIORI, ormai a loro agio lungo tutte le aste fluviali della pianura e della pedemontana. Ovviamente, sempre foto di M.

 

Piccoli Smerghi maggiori sfuocati crescono

E’ opportuno precisare che l’intento non è quello di sponsorizzare foto pessime, affatto, ma quello di tentare di far comprendere a chi ha la flessibilità e la volontà di farlo che esistono delle notevoli differenze tra foto documentative e di M. senza (o con limitato) disturbo, foto meravigliose senza (o con limitato) disturbo (con un meritato plauso davvero a chi riesce a realizzarle) e foto meravigliose (talvolta tutt’altro che meravigliose) con disturbo seriale ufficialmente mai confessato (salvo in momenti di intimità tra amici di marachelle) e sempre apprezzatissime. A queste ultime, ve lo confesso, noi preferiamo delle foto sfuocate, rubate, prive di velleità competitive sui social, ma che non rischiano in alcun modo di compromettere l’esistenza delle creature immortalate (il video del CORRIERE PICCOLO è di Paolo Grion).

Nidificazione di Sterne comuni in RNR Valle Cavanata - Foto di Bruno Delbianco

Nidificazione di Sterne comuni in RNR Valle Cavanata - Foto di Bruno Delbianco

Zigolo nero con imbeccata - Foto di Paolo Zonta

Giovani Pigliamosche fuori fuoco


E, sempre per restare sul tema di foto a nidi e pulcini, per alcune specie è logicamente importante permettere la tutela del sito (ove necessario) limitando la condivisione di informazioni relative alla localizzazione del nido. Cosa che non significa affatto, come da strategia “vecchia scuola”, dirlo “solo agli amici e agli amici degli amici”, che magari fanno parte proprio della categoria “disturbatori seriali”, ma piuttosto fornire i dettagli a chi davvero si occupa di tutela (o per lo meno ha le potenzialità per farlo) e non a chi fa finta di farlo (e sfrutta le informazioni per un proprio tornaconto economico).

 

Grifoni sul nido (non chiedete dove) - Foto di Marta Trombetta

Per altre invece, la condivisione dei dati in tempo reale consente di valutare opportuni interventi. Di tutela, nel caso in cui la specie sia presente e l’ambiente rischi di essere trasformato, distrutto, bruciato…  

 

Natura morta su canaletta "Patoc bruciato" - Foto di Paolo Zonta

O semplicemente sfalciato (ma in questo caso, l’estinzione dei Re di Quaglie procede autonoma ed irrefrenabile, indipendentemente dalla gestione dei prati).

 

Erba su stelo "Il prato che avanza" - Foto di Matteo Skodler

I FAGIANI COMUNI, gli SCOIATTOLI (dediti alle arti marziali) e le VOLPI temerarie a quanto pare riescono a salvarsi comunque.

 

Pullastri di Fagiano comune - Foto di Paolo Utmar

Scoiattolo primo round - Foto di Paolo Zonta

Kung Fu Scoiattolo - Foto di Paolo Zonta

Volpacchiotto nascondino

Volpacchiotto temerario



O interventi atti a limitare il disturbo. Che si tratti del ritrovamento di un nido di picchio in prossimità di un’utilizzazione boschiva o di quello di un rapace diurno o notturno nidificante in falesia o in un boschetto golenale a rischio.

 

Falco pellegrino ai primi voli - Foto di Paolo Utmar

“Con il gran caldo vado a fare veloci bagni ornitologici nell'Isonzo e nell'ormai lontano 4 luglio del 2009 mi rinfrescavo quando il passaggio di un non comune nibbio bruno (grazie Bruno) provocava l'allarme di uno sparviere. La cosa appariva sospetta e un'esplorazione portò al ritrovamento del nido. In seguito la specie veniva osservata varie volte e quest'anno, il 24 giugno, complice la rarità delle zanzare, effettuavo una nuova esplorazione che portava alla conferma della nidificazione, forse nello stesso e ormai voluminoso nido, a distanza di 13 anni....”(Paolo Utmar)

 

Scatto rubato di giovani Sparvieri nel nido - Foto di Paolo Utmar

O della scoperta di una nuova garzaia in un laghetto privato (garzaie, altro argomento scottante, da non affrontare con il caldo, eppure sarebbe auspicabile riuscire a raccogliere anche in questo ambito i dati in tempo reale, svincolandoli dai personalismi che portano generalmente ad una perdita di entusiasmo, condivisione e conoscenza. Utopia? Pace, continueremo a dare il buon esempio, fino allo sfinimento…)

 

Fritto misto in Garzaia, con Aironi guardabuoi, Marangoni minori & Co

Se poi in quella stessa garzaia compaiono i nidi di una specie aliena e temuta, è ancora più importante comunicarlo a chi ha l’incarico di monitorare (ed a quanto pare, vista la recente deroga ISPRA, di intervenire…).

 

Ibis sacri nidificanti

Magari al loro posto prima o poi decideranno di nidificare anche gli AIRONI BIANCHI MAGGIORI che continuano imperterriti a lustrarsi il piumaggio in attesa dell’evento, mentre gli AIRONI GUARDABUOI si controllano l'abbigliamento allo specchio (video di Paolo Zonta).

Aironi bianchi maggiori in piumaggio ambiguo


 

Che poi, le specie da temere non sono soltanto gli alieni ed invasivi IBIS SACRI. Ormai ci sono squadroni di creature con predatori scarsi e/o inesistenti che sono riuscite a fuoriuscire dall’equilibrio naturale (grazie ovviamente alla sapiente creatura bipede ed alle sue (in)sensate attività di manipolazione degli ecosistemi) generando battaglioni di demoni ingordi, affamati e rapaci (più dei rapaci) che contribuiscono a loro modo a decimare una biodiversità già allo stremo. Giusto per dire, ogni tanto controllate che sul vostro tetto non ci sia una coppia di GABBIANI REALI alle prese con le esigenze della prole…

 

Gabbiani reali su un tetto

Gabbiani reali su un altro tetto

Sempre in tema di nidificazioni aliene, nei boschi delle colline friulane gli USIGNOLI DEL GIAPPONE continuano la loro lenta espansione. Per l’ennesima volta tuttavia ci proviamo a sfatare una leggenda metropolitana (anche se erano argomento del precedente post). Non è affatto vero che “Le Valli del Natisone sono la Roccaforte dell’Usignolo del Giappone”. Invito chi lo afferma a farsi un giro nelle Valli del Natisone alla ricerca della specie in questione. E’ vero che alcuni soggetti ogni tanto compaiono anche da quelle parti, ma la Roccaforte è altrove. Forse tutto nasce da una semplice confusione biogeografica, come a dire che tutte le colline a nord e ad est di Udine sono Valli del Natisone. Basta mettersi d’accordo. Ah, a proposito, anche il Natisone è ormai una leggenda. Trovarci acqua dentro è un miraggio quasi ovunque.

 

Usignolo del Giappone naturalizzato in FVG

Usignolo del Giappone naturalizzato e nidificante

Ma insomma, sempre polemiche. Avevamo detto di prenderci una pausa. E allora alziamo gli occhi al cielo e vediamo cosa succede. I FALCHI PECCHIAIOLI per tutto il mese hanno continuato a muoversi (in ritardo o nella norma, non ve lo so dire, di sicuro questi movimenti fanno meno effetto delle reiterate segnalazioni prima dell’ultima decade di aprile, inevitabilmente senza foto), però a fine mese pare che abbiano deciso di cominciare a mettere su casa. Chissà se faranno in tempo.

 

Falco pecchiaiolo alle prese con la stagione riproduttiva

Poi ci sono le POIANE che anche senza avere la Codabianca o le Calze fanno lo Spirito Santo tutte le volte che vogliono.

 

Dannate ed ingannevoli Poiane

Ma non riescono minimamente a far sfigurare il loro maestro chiaro mangia serpenti dalla testa enorme che durante il mese si è fatto apprezzare ovunque e da tutti.

 

Biancone - Foto di Niccolò Fagotto

Biancone - Foto di Paolo Utmar

Biancone con baffo serpentato - Foto di Bruno Delbianco

Biancone appeso al cielo



Alzando gli occhi al cielo potrebbe poi capitare di veder passare qualcosa in volo sulla pianura pordenonese, forse anche attratti da un fruscio delle ali, e di scattare un paio di foto che diventano il QUIZ di questo mese. Vi premetto che stavolta non abbiamo la risposta. Certo, è un cigno. Ma quel collo così lungo, il becco che sembrava chiaro, la coda che è lunga praticamente come le zampe, la testa che pare triangolare con quella fronte così tirata… eppure quel fruscio delle ali, quel segno nero che dalla base del becco sale verso l’occhio… Non ce la sentiamo di sbilanciarci. Alexandra resterà senza la nostra conferma. A meno che qualcuno di voi non trovi i dettagli necessari e sufficienti per dirci se il CIGNO che le è passato sopra la testa era SELVATICO o REALE. A voi la parola.

 

CIGNO sp. - Foto di Alexandra Mareschi

CIGNO sp. - Foto di Alexandra Mareschi

Poi, visto che ci siete, potete cimentarvi anche con questa FOTO QUIZ. In questo caso la risposta la conosciamo. Al solito, tra sette giorni avrete la soluzione.

 



SOLUZIONE QUIZ - Foto di Paolo Zonta - Occhione sul capannone

Tornando al CIGNO, fosse stato davvero un selvatico sarebbe stata la rarità del mese. Sarebbe stata. Se non ci fosse stata la zampata di Silvano in RNR Foce Isonzo (Go) lesto a catturare con l’occhio e la macchina fotografica quella STERNA DI DOUGALL (prima per il FVG e tra le poche confermate in Italia) di cui ora, grazie alla lettura dell’anello, sappiamo nome cognome data di nascita e indirizzo di residenza. Tramite Paul Tout: “Sterna di Dougall, inanellata sull’isola di Coquet, Northumberland, GB il 07.07.2020”. Tenete gli occhi aperti che potrebbe essere in vacanza nei dintorni.

 

Sterna di Dougall - Foto di Silvano Candotto

Sterna di Dougall - Foto di Silvano Candotto

Sterna di Dougall con Beccapesci - Foto di Silvano Candotto

Così come quell’AVERLA CAPIROSSA che continua imperterrita a trascorrere le sue estati nel medesimo tratto del medio Tagliamento. Con intenzioni ancora da chiarire.

 

Averla capirossa - Foto e video di Pulotto

https://youtu.be/DQYjmaKCFdM


Come quelle delle STERNE ZAMPENERE che vagano inquiete per la laguna.

 

Sterne zampenere- Foto di Marta Trombetta

Sterna zampenere - Foto Bruno Delbianco

O quelle della GRU che a inizio del mese gironzola spaesata per la RNR Valle Canal Novo (Ud).

 

Fenicotteri e Gru - Foto di Angelo Formentin

Gru - Foto di Angelo Formentin

Le RONDINI ROSSICCE invece le loro intenzioni le hanno già palesate. E da tempo. Hanno sete!

 

Rondine rossiccia versione libellula - Foto di Stefano Sava

Già, l’acqua. Ormai scarseggia ovunque. I limicoli nidificanti o di ritorno dal nord stentano a trovarne dei rimasugli. E in quei medesimi rimasugli si impantanano anche altri animali…

 

Pittima reale monozampa - Foto di Marta Trombetta

Combattente di ritorno dalla guerra - Foto di Marta Trombetta

Piro piro culbianco - Foto Bruno Delbianco

Beccacce di mare grandi e piccole - Foto di Bruno Delbianco

Beccacce di mare a colazione - Foto di Bruno Delbianco

Caprioli delle paludi



Intanto, le BERTE MINORI galleggiano perplesse domandandosi se anche l’Adriatico sia destinato a prosciugarsi o se, al contrario, risalendo le falde acquifere esauste, il suo livello raggiungerà presto le montagne, trascinandosi dietro le carcasse dei nostri spiriti guida, le TARTARUGHE.

 

Berte minori - Foto di Paolo Utmar

Ultima fermata per la Caretta del mare

Non ci resta che andare ad esplorarle queste montagne, prima che scompaiano. Stavolta restando in provincia (esiste ancora?) di Udine. O magari in quella parte di provincia di Udine che una volta era Veneto. Quel comune di Sappada che ancora non abbiamo davvero esplorato, nella speranza che abbia in serbo per noi ancora qualche sorpresa.

 

La montagna di fronte (con ospite) - Foto di Pulotto

Salamandra alpina in versione dinosauro

Chi l'ha Fatta?

Fatte non foste per essere sue

Saltimpalo in trasferta ad alta quota - Foto di Marta Trombetta

Crociere contorsionista - Foto di Pulotto

Crociere golosone


Fringuello alpino - Foto di Pulotto

Fringuello alpino - Foto e video di Pulotto

https://youtu.be/nParCsro2Sw

Picchio tridattilo - Foto di Pulotto

Picchio tridattilo - Foto di Pulotto

Picchio tridattilo - Foto di Pulotto

https://youtu.be/CoQ8pbZODZc



Quando anche queste terre saranno spoglie e resteranno silenziose dovremo affidarci ai nostri Dj preferiti “Campanari” o “Anni ’80” che siano.

 

Vita segreta di Dj Zamix - Foto  di Gabriele Zamò



O dovremo fuggire altrove, nelle sconfinate pianure di un altro mondo, in una realtà da cartolina.

 

Un altro mondo - Foto di Gabriele Zamò

Ma per ora resistiamo, resistiamo, resistiamo sforzandoci di sorridere. E chiudiamo con un interrogativo del PiZonta sulla strategia adottata dai rapaci notturni per non farsi investire: il boicottaggio) “Dulcis in fundo mi chiedevo: Ma se nelle nostre credenze popolari la civetta porta sfiga, il barbagianni cosa porta? Sì, perchè una sera di alcuni giorni fa, assieme a Monica e nostro figlio Luca abbiamo deviato la strada del ritorno verso casa per andar a Gufolandia. Eh si! I miei cari cosi mi dicono quando esco di notte a cercar rapaci notturni. Bene, l'altra sera ben due Barbagianni! Uno ci è passato davanti e dopo un km un altro appollaiato sopra un irrigatore a bordo strada, tempo di inserire la retromarcia ed osservarlo x quasi un minuto. Figo sì ,ma non so perché, proprio lì, in quel momento, il cambio della mia panda ha smesso di funzionare! Mahhh…” (e chi trova la CIVETTA NANA allora?)

Civetta nana sibilante




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