lunedì 4 novembre 2019

Tre Miti Giornate [In-Ventate]

 
Con l'arcipelago pugliese avevamo un conto in sospeso. La necessità di sfatare un (Tre)Mito. La diceria (universalmente tramandata e totalmente autoreferenziale) che qualcuno di noi sia in possesso di un inespugnabile Scudo Antimigratorio che si attiva inesorabilmente sbarcando su qualsiasi isola (o promontorio). Chissà chi è quel mascalzone mitomane che ha messo in giro una simile insulsità. Ad ogni modo, con Pulotto ci autoinvitiamo all'ormai tradizionale raduno del ponte dei santi e dei martiri, soprattutto dei martiri, e nottetempo dirottiamo, nella notte di Hallowen, le nostre anime centinaia e centinaia di km a sud, fino all'eterno dubbio del molo di Termoli.
 
 
Quello solito delle isole. Del traghetto che parte, non parte, parte e non torna, torna e ti lascia a nuoto, quale traghetto?
 
 
Ci sarebbe anche stata una logica alternativa, a Foggia, con la sicurezza di un instancabile elicottero che desiste solo in caso di nebbia fitta, figurati, quando vuoi che capiti sulle isole...? Se non fosse che i posti sulla carta sono esauriti (sulla carta, ma al momento opportuno, non sull'elicottero). E quindi, imbarcandoci venerdì mattina all'alba, il nostro balletto con le previsioni meteo ha inizio. Perché vento e mare hanno quella certa insana tendenza ad animarsi a partire da sabato notte, quella propensione che non ti lascia sereno di gustarti le poche giornate a disposizione e che alla fine ti costringe a rinunciare alla domenica, facendoti ripartire il sabato pomeriggio, nel dubbio che una catastrofica tempesta si inserisca tra le due colossali perturbazioni già in atto, una che spinge da nord e l'altra da sud, creando una sorta di limbo isolato proprio sopra le isole. E poi non ditemi che il mio disintegratore di nuvole non funziona. Due giorni di sole e nuvole senza precipitazioni significative, con un vento assente o accettabile, mentre i dintorni sono devastati da atroci scompensi celesti. Volete un'ulteriore prova? Ve la anticipo, perché non mi soffermerò oltre sul percorso che il destino ci ha riservato per la giornata di domenica. In sostanza, una volta fuggiti vilmente dalle Tremiti puntiamo il dito a caso sulla cartina geografica italiana. Il risultato è "Fano", dove (seppure colti alla sprovvista dell'ultima ora) Marco Pantal(e)one e Simone Ottorino Bai (Grazie!) ci riveleranno tutta la loro ospitalità. Bene, Fano sia. E se in tutto il resto d'Italia si soffre per acqua e vento (Isole Tremiti incluse, sappiatelo! Dove, per dovere di cronaca sono costretto a confessarvi che il traghetto arriverà e ripartirà, in orario a scelta del capitano, rendendo la nostra fuga anzitempo vana ma allo stesso tempo efficace), a Fano se non stai attento rischi addirittura di ritrovarti al sole, a dedicarti al famoso "birdwatching da spiaggia".
 

 
Certo, poi ci azzarderemo anzitempo a puntare verso nord, invece che soffermarci debitamente in zona, raggiungendo Cervia giusto pronti per l'inizio della burrasca. Ma se ce le andiamo a cercare basta dirlo.

Quindi, ricapitolando, da Tre Miti Giornate siamo passati a due. Venerdì e sabato. I milanesi (Andrea e Liana, Marco e Marina) si sono giocati il jolly in anticipo, arrivando giovedì. Incrociando il Crociere dopo la crociera fino alle isole. Ma le loro perplessità sul resto delle presenze ornitiche si palesa rapidamente. I pugliesi (Marco e Catia, Fabrizio e Nicoletta) atterrano sull'isola di San Domino, sorvegliandoli dall'alto, contemporaneamente ai malandrini friulani
 
Foto di Marco Bernardini (credo)
 
inseguiti lungo il percorso da sporadiche BERTE MAGGIORI e MINORI. 





 
E tutta la truppa viene costretta (fidatevi, "costretta" è un eufemismo, potete affiancarci tranquillamente il termine "brutalmente" e restereste ancora ad un livello accettabile di cortesia) a dirottare le sue ricerche sull'isola di San Nicola.
 
 
Ci illudiamo che questa forzatura sia un segnale esplicito, la solita entità superiore che ci manda il suo avviso "Poche storie, muovete il Q, e andate a trovare quello che ho preparato per voi dall'altro lato della roccia!". Ora, titubanti alcuni, altri semplicemente intorpiditi dal viaggio, ci ritroviamo perplessi a vagare sul piattume di San Nicola, in mezzo ad un vago nulla, frammisto a fringillidi vari, e insulsità verbali ad oltranza. Fatta eccezione per gli SPARVIERI. In piena migrazione. In numeri esosi ed incalcolabili. Con qualcuno che, tradito da un incontro imprevisto e dall'eccesso di giovialità dei presenti, nel bel mezzo di tutto questo dissoluto esistere, si fa cogliere alla sprovvista da un esemplare tutto chiaro sotto e con la punta delle ali scura. Mortificato, non riusciamo a leva(ntina)rglielo dalla testa. Lo sconforto assale quasi tutti i presenti, ed in pochi raggiungono la dimora eterna sull'altro lato della concrezione terrestre, per onorare debitamente le feste, confidando nelle meritate visioni. Se vi accontentate di un LUCHERINO che fa la guardia al cimitero allora non resterete delusi.
 
 
Tornati a San Domino il rituale della festa ha lo stesso ritmo. REGOLI, CODIROSSI SPAZZACAMINO, Fringillidi vari.
 
 
 
E SPARVIERI. L'unico che siamo riusciti a fotografare tuttavia era ormeggiato in porto, dopo aver fatto la spola tra le due isole.
 
Foto di Andrea Nicoli
 
Inutile dire che le proviamo comunque tutte. Ci sparpagliamo in piccoli gruppi, smarrendoci tra intricate foreste, scogliere a precipizio ed inesplorate cale.
 
 



 
Ci raduniamo in punti cruciali (alle medesime spalle di questi scapestrati verosimilmente si cela silenzioso un ambiguo individuo indeterminato ed indeterminabile in grado di emettere radi e distanti vocalizzi humeieschi senza concedersi ad ulteriori approfondimenti, rassegnandosi a rientrare umilmente nella categoria interminabile delle allucinazioni uditive personali).
 

 
Qualcuno (taluni con estrema perizia) decide di dedicarsi al "Big Year degli Insetti Pterigoti" (con particolare attenzione a quelli che hanno modificato la loro attitudine iniziale al volo, che forniscono punteggio indiscutibilmente maggiore).
 




Foto di Marina Nova

 
 
Proviamo ad includere nella Check List, per darle forma e colore, anche specie decisamente appariscenti, chiassose e chiaramente alloctone.
 
 
Tentiamo approcci improbabili con la fauna locale,
 
 
con un Pulotto "fu Padre Maronno" nelle rinnovata veste di addomesticatore di belve feroci.
 


 
 
 
Ci dedichiamo a sacrifici corporei insostenibili, dalle prove fisiche disumane
 



 
 
al digiuno prolungato, seguendo ed applicando alla lettera i dettami locali (universalmente è risaputo che il Somaro sono io),
 
 
con la speranza che tutto questo sia gradito al popolo dei migratori. L'esito è sostanzialmente nullo. Tuttavia la nostra dedizione evoca una minima risposta. Prima che il buio avvolga ogni cosa, una piccola celestiale Tromba risuona nell'aria. Più che una Tromba, una Trombetta (non me voglia Marta).  E un CIUFFOLOTTO TROMBETTIERE risponde alla mia imitazione, incuriosito. Fin troppo indaffarato a tentare di spulciarsi un'ala, quasi a farci sospettare un incontro ravvicinato con la malefica erba cannibale delle isole. Seconda osservazione per l'era Tremiti a noi nota. Ci si accontenta con poco noialtri. A pensare che altrove se lo sognano un Ciuffolotto simile! (A pochi rivelo che è il secondo in una settimana, a 800km di distanza. E no, non me lo sono portato dietro nella scatola del Nesquik, come al solito).
 
 
Possiamo andare a dormire più sereni, sebbene qualcuno continui a gruire irrequietamente. Finché anche questa invocazione trova sollievo. E un disumano grido Marina(resco) riempie terra e mare "LE GRU! LE GRU! LE GRU!". Al mio sdegno per un simile apprezzamento ad umane impalcature fa seguito la comparsa di tre soggetti che ci sorvolano a poca distanza. Al solito, riesco a centrare in pieno ed efficacemente il mio obiettivo, anzi due. No, non quello della macchina fotografica. Il primo è riuscire a sfuocare i soggetti inquadrati per quanto vicini. Il secondo è catturare nello stesso istante un soggetto in fuga. Direi che la foto è emblematica. FRINGUELLO in fuga con sottofondo di GRU sfuocate. Ottimo.
 
 
Mi gioco anche la carta "Riprova". Ma niente, il fringuello ormai è scappato.


Nel frattempo, le indiscrezioni meteo si incupiscono oltre misura. Gli esseri viventi si apprestano ad abbandonare le isole, siano essi volatili o umani.




Qualcuno tenta di allontanarsi a nuoto


o con improvvisati mezzi di fortuna
 
 
sotto gli occhi perplessi del MARANGONE DAL CIUFFO posto a guardia del traffico balneare.
 
 
 
Non ci resta alternativa, nonostante improbabili riti e abbigliamenti insoliti,
 

 
che accettare il destino e consegnarci ai marosi.  
 
 
Sull'isola resteranno solo i MI TI.
 

 
Non Tre ma Quattro.
 
 
Resisteranno alle avversità domenicali che tuttavia (e questo era in fondo quanto volevamo scoprire e rivelarvi), a differenza dell'anno precedente, non doneranno i frutti della migrazione cosmica liberata dalla nostra partenza. Giusto per la precisione, nemmeno sulla terraferma la migrazione si scatenerà nottetempo. E ne abbiamo le prove fotografiche. Questa è l'immagine di una Pizza "SPAZZACUCINA", verosimile ssp CULINARIA dello SPAZZACAMINO, che dovrebbe includere nella sua composizione anche i PENDOLINI (che come voi tutti, birder e ornitologi, ben sapete sono una varietà di pomodorini). La foto conferma la totale estinzione del contingente dei PENDOLINI promessa dalle annesse recensioni.
 
Foto di qualche milanese affamato
 
Scudo Antimigratorio infranto? Era questo dunque che volevamo ottenere con questo viaggio? No, il vero motivo era quello di mandarvi questa meravigliosa cartolina.
 
 
Foto di Marina Nova
 
"Saluti dalle Isole Tremiti"
 
 
 
 
 
 
 

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