lunedì 31 maggio 2021

Resoconto Mensile Tringa - Maggio 2021

Cosa faremo da domani, con questa libertà recuperata, a cui ormai non siamo più abituati, ma che ci ritroviamo ora tra le mani? Saremo in grado di fermarci ancora a respirare i singoli istanti, apprezzare il presente per ogni minuscolo misterioso dono che ci offre, viverlo senza dimenticarcene? Già le strade sono ingombre di veicoli, esseri umani che vagano smarriti nel vano tentativo di ritrovare il tempo perduto e la serenità per la loro anima inquieta, creature ignare e senza consapevolezza, che si accontentano della superficie, dell’apparenza, della copertina delle cose e della loro esistenza, si soffermano a stento sulle didascalie dei rapporti umani e scivolano direttamente altrove sul merito del contenuto, ma senza esimersi dall’esprimere il proprio esimio parere su qualsiasi sociale argomento. Siamo noi questi, oggi. Illusi e illusionisti. In un presente che ci sfugge, ma che fra dieci anni, forse, qualcuno ci svelerà, travisandolo, ma impaginato nel migliore dei modi, come se fosse attuale. Ma se soltanto aprissimo gli occhi della nostra coscienza, vedremmo quel rospo, che sa la verità e che non abbiamo mai inghiottito del tutto, che continua a venire a galla e a sussurrarci “Baciami, baciami!”. Ma noi i prìncipi non li amiamo. O erano i (sani) princìpi?

Foto di Paolo Zonta

E dunque a cosa vale tutto questo blaterare? Sarà solo l’ennesimo pistolotto che nessuno leggerà. Noi vogliamo le foto! Buoni, buoni, che arrivano (e non insistete troppo che altrimenti ve ne caccio qualcuna delle mie). Intanto che divagavo è trascorso maggio, con la sua persistente piovosità. Ci ha portato la migrazione, a sprazzi, tra una perturbazione e l’altra, con le sue piccole e sempre più sperdute perle, a ricordarci che l’Universo si trasforma sempre più rapidamente e di questa sua metamorfosi abbiamo il dovere morale di essere tempestivi testimoni. Stiamo vivendo anni particolari, anomali ed inquietanti a loro modo, non solo per la società umana ma per l’intero ecosistema. Alcune specie scompaiono, altre ci travolgono con le loro incursioni invasive. Di alcune di queste specie si è già parlato in aprile (e le trovate citate nella pagina del CISO sul Migratory World Bird Day https://ciso-coi.it/news/world-migratory-bird-day-in-italia/ ), ma la loro presenza massiccia prosegue anche nel mese di maggio. Dalle STERPAZZOLE (con canti insoliti) ai TOPINI, dalle PISPOLE GOLAROSSA ai FORAPAGLIE MACCHIETTATI. 




Foto di Marta Trombetta



Fino alle BALIE CAUCASICHE, che nel frattempo in FVG sono diventate almeno tre (quelle documentate ed a noi note), con un ulteriore osservazione di Ornella Sclauzero a inizio maggio a Villanova di San Daniele (Ud).

Foto di Ornella Sclauzero

A loro se ne aggiungono altre, un tempo più rare o forse solo sfuggenti. Dalle ALBANELLE PALLIDE alle AVERLE CAPIROSSE.


Foto di Marta Trombetta

Foto di Marta Trombetta

Foto di Marta Trombetta

Un capitolo a parte tuttavia meritano i GRILLAI. Migratori regolari in FVG ma con segnalazioni generalmente scarse, concentrate maggiormente in provincia di Pordenone in alcuni siti evidentemente particolarmente idonei alla specie, quest’anno si sono sbizzarriti e sono comparsi ovunque, almeno in provincia di Udine, da Marano Lagunare a Codroipo, da Osoppo a Campoformido, da Premariacco ad Aquileia. E ci hanno dato la possibilità di conoscerli meglio, perché nella maggior parte dei casi si trattava di individui immaturi, maschi o femmine che fossero, con piumaggi non facili da determinare. Sempre che non decidessero di farci vedere gli artigli. Ma con impegno e dedizione siamo riusciti ad intercettarli in volo, da sopra, da sotto, posati, da dietro o di fronte, alle spalle o di profilo, con quelle ali lunghe quasi quanto la coda, quei tratteggi a V sulla schiena, quella guancia bianca senza sopracciglio, quella primaria esterna più lunga del previsto. E, soprattutto, quella loro inconfondibile mansuetudine. Inevitabile concedere loro un servizio fotografico, ovunque si trovino (spero mi perdoniate la minaccia di fornirvi foto mie che ora mantengo…).





Foto di Luciano Silei





Foto di Paolo Zonta

C’è poi la storia delle GHIANDAIE MARINE. Che siano anche loro più numerose? Di sicuro ormai nidificano regolarmente con diverse coppie in vari siti della regione, in cavità negli alberi o in cassette nido, senza la necessità che qualcuno ci piazzi il suo capanno fotografico a due passi… O forse è solo il nostro modo per farvi apprezzare le nostre foto sgranate a distanza…

Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta


Foto di Marta Trombetta

Queste due righe di Paolo Utmar sul suo primo incontro di quest’anno.

“11 maggio. Al mattino voglio controllare, come ho già fatto due o tre volte in precedenza, se la ghiandaia marina che vive non lontana da Aquileia è arrivata. Mi fermo all'albero "ospite" ma ci sono solo storni. Poi penso “vado a girare l'auto poco più avanti” e su un arbusto vicino vedo due ghiandaie marine mentre su un filo poco lontano è posata una terza. Faccio un giro e tornando indietro le vedo litigare con gli storni sull'albero dove hanno nidificato l'anno scorso. Speriamo bene… A Perteole l'albero dove hanno nidificato per due anni è stato abbattuto, complicando la vita a loro e anche a chi le segue…” (con i VIDEO di PAOLO ZONTA)

Foto di Paolo Utmar



Ovviamente, non possiamo parlare di invasioni senza citare anche quest’anno gli ospiti in rosa.

https://www.facebook.com/1855785478039105/posts/2961075374176771/

Con vera e propria ferocia, nonostante la carenza di ciliegie e di more mature, quest’anno gli STORNI ROSEI sembrano aver aggredito la provincia di Trieste (con Skody di vedetta ad aspettarli al varco e Stefano pronto ad intercettarli), dedicandosi poi a mirate scorribande nei dintorni di Codroipo, per la gioia di Renato (che se li trova in giardino) e di PiZonta. Più restii a lasciarsi osservare altrove, almeno per il momento. Per la rubrica spigolature, quest’anno ci siamo presi la libertà di andare a curiosare se fossero arrivati a Tapogliano (Ud) dove dal 2018 compaiono ormai regolarmente (osservati da Pietro Rosolino e segnalati su EBN Italia da Alessandro Pavesi). Ebbene, c’erano. Per il quarto anno di fila. Li abbiamo trovati nel giardino dell’ultima casa del paese.

Foto di Stefano Sava

Foto di Stefano Sava

Foto di Stefano Sava

Foto di Stefano Sava

Foto di Stefano Sava

Foto di Stefano Sava

E poi ci sono quelle specie che riescono sempre a sorprenderti. Per la loro bellezza. O per la sporadica comparsa sul nostro territorio (nonostante ormai almeno dal lontano 2015 abbiano preso decisamente confidenza con l’areale dei magredi pordenonesi in periodo di nidificazione). Sto parlando in questo caso dello ZIGOLO CAPINERO, con i suoi maschi esuberanti e fin troppo docili. Che quest’anno hanno fatto capolino in più località, da Aquileia ai già citati magredi pordenonesi, da Udine a Trieste.


Foto di Bruno Delbianco

Foto di Bruno Delbianco

Foto di Stefano Sava

Foto di Stefano Sava


Prima di completare l’argomento CAPINERO, giusto una piccola parentesi sulla squadra Tringa FVG di Trieste che comincia a prendere coraggio, con Stefano sempre più a suo agio nei meandri portuali e Igor (Maiorano) che nelle sue perlustrazioni carsiche e costiere stana oggi un’AVERLA CAPIROSSA e una STROLAGA MEZZANA in abito, domani e dopodomani un CODIROSSONE e uno dei rari FALCHI CUCULI per la provincia. Così ci piace. E che le RONDINI ROSSICCE vi siano da guida!

Disegno di Stefano Sava

Foto di Stefano Sava

Ma torniamo allo ZIGOLO di cui sopra, giusto per una chiosa. Una leggenda narra che si vedano solo i maschi e che le femmine non esistano. A dire il vero, non stentiamo a crederci. Tuttavia esiste un’altra leggenda meno nota che riferisce che le femmine si mescolino dissennatamente ai passeri. Così, quando su una strada sterrata della campagna di Aquileia in prossimità di una casa si invola un piccolo nucleo di passeri e un unico esemplare si sofferma su un fiore di sambuco, il primo pensiero che vi viene in mente è che si tratti di un giovane passero, tonto e sprovveduto, che non ha ancora imparato a conoscere i rischi della vostra macchina fotografica comparsa dal finestrino dell’auto e che comincia a scattare foto. Il pensiero successivo è che non sia affatto un passero, piuttosto non sarà mica qualcosa di improbabile tipo una femmina di ciuffolotto scarlatto? Nel frattempo l’animale resta in posa per tutta una serie di scatti e poi si invola emettendo uno strano borbottio. No, niente ciuffolotto scarlatto. Ma non può essere un passero. Ha un occhio enorme. E delle screziature eccessive sull’ala. Non sarà mica una femmina di ZIGOLO CAPINERO? No, perché le femmine non esistono. Però, se esistono, si mescolano ai passeri. Pulotto e Giuss, assistetemi voi! Ma sì, valà, che è una CAPINERA, cosa diamine pensavi che fosse? Cosa ne so io, ogni giorno che passa ho un’allucinazione nuova…



Se siete arrivati a leggere fin qui posso ancora permettermi di raccontarvi qualche piccola storiella, come quella dell’AQUILA DI MARE che ormai da qualche anno gironzola per il territorio senza che nessuno sappia realmente dove si intrattenga, ma che ogni tanto compare, magari posata su una recinzione non distante dalle case. Dove se la trova tra i piedi Paolo Utmar. E ce la regala immortalata.

Foto di Paolo Utmar

O le vicende di quelle specie acquatiche che compaiono regolarmente nell’entroterra, ma che pur sempre fanno una strana sensazione posate in mezzo ai campi, dalle STERNE ZAMPENERE agli ZAFFERANI, dalle ritardatarie GAVINE ai GABBIANI REALI PONTICI, alle SPATOLE che sorvolano Majano e la testa di Luciano. 

Foto di Luciano Silei

Foto di Marta Trombetta


Foto di Marta Trombetta



Le SULE invece per stavolta si limitano a presidiare la foce dell’Isonzo (con la speranza che sia la volta buona?). 

Foto di Matteo De Luca

Foto di Matteo De Luca

Ci sono poi quei giocherelloni di GABBIANI REALI immaturi che sotto la pioggia battente giocano con un pezzo di legno, portandolo in cielo per poi abbandonarlo nelle acque del lago di Cavazzo, tornando a recuperarlo per lasciarlo cadere di nuovo. Questa però me la dovete spiegare voi…


E intanto la migrazione tentenna ma procede, una CICOGNA NERA qui, una CALANDRELLA là, un GUFO DI PALUDE lungo l’argine del fiume, un CULBIANCO inanellato in Svizzera sperduto su un arato, un guazzabuglio di FALCHI PECCHIAOLI volteggianti alti nel cielo e un SUCCIACAPRE tra i residui plastici in giardino.

Foto di Luciano Silei

Foto di Paolo Zonta


Foto di Marta Trombetta

Foto di Paolo Utmar

Foto di Bruno Delbianco


Con le note dolenti delle specie che scompaiono, come quelle AVERLE CENERINE che ormai da un paio d’anni sembrano aver abbandonato anche l’ultimo presidio della provincia di Udine. O quelle ALBANELLE MINORI che ci regalano migrazioni appassionate ma che sempre meno si soffermano a gratificare le loro stagioni riproduttive nel nostro territorio.

Foto di Paolo Utmar

Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta

Questo nostro territorio che, più o meno forzatamente, abbiamo deciso di imparare a conoscere più da vicino, con i progetti Tringa FVG del 2021 che proseguono senza sosta. Dal sesto anno della Stagione Calda (e dei nidificanti) agli atlanti comunali di Udine e Codroipo. Così, approfondendo le ricerche, possiamo condividere in tempo reale quanto succede, confrontando i dati raccolti oggi con quelli pubblicati (a Udine per lo meno) poco più di dieci anni fa. Scopriamo così che alcune specie un tempo presenti e diffuse ora praticamente non esistono più, come nidificanti, all’interno del comune, dall’ALLODOLA alla PAVONCELLA, dal TORCICOLLO all’UPUPA, dal CORRIERE PICCOLO al GUFO COMUNE e al BARBAGIANNI. Medesimo destino per altre, particolarmente localizzate, come OCCHIONE e NIBBIO BRUNO. Ci sono poi quelle che forse devono ancora arrivare, tipo CANNAIOLA VERDOGNOLA e FALCO PECCHIAIOLO, che tuttavia potrebbero non trovare territori adatti alla nidificazione. Ed anche le CUTRETTOLE e i SALTIMPALI sono sempre meno. 

Foto di Paolo Zonta

Foto di Luciano Silei

Tante dunque le specie di ambiente aperto, come altrove, destinate a soccombere ad una campagna sempre più desolata e meno biodiversa. Resistono invece (ed anzi, prendono piede) le specie di bosco, con alcune inaspettate sorprese. Dal vocifero ASTORE che diamo ormai per nidificante certo (mentre i FALCHI PELLEGRINI adulti che continuano a frequentare il centro abitato sfuggono per ora alle nostre indagini) all’imbizzarrito FIORRANCINO che saltella sul limite del confine comunale di Udine.




Ma ci sono anche gli ospiti imprevisti di Codroipo, dalla PERNICE ROSSA al CODIROSSO SPAZZACAMINO. Oppure quei nostri conviventi fin troppo confidenti…


Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta



E poi ci sono gli invasori. Due su tutti, lo STRILLOZZO e lo ZIGOLO NERO, quest'ultimo straripato da quell’unica coppia segnalata prima del 2008 ad una ubiquitarietà senza freno (la foto ambientata lo ritrae in canto dal piazzale del Castello di Udine).




Nelle mappe di distribuzione noterete alcuni elementi particolari, ovvero colore e dimensione dei cerchi che indicano la presenza della specie come nidificante. Giallo per possibile, Arancio per probabile, Rosso per certa. Le dimensioni indicano una stima delle coppie (1, da 2 a 5, da 6 a 25, più di 25). 

Merlo - Mappa Parziale Nidificanti 2021 - Elaborata da Pulotto e Marta

Zigolo Nero - Mappa Parziale Nidificanti 2021 - Elaborata da Pulotto e Marta

Strillozzo - Mappa Parziale Nidificanti 2021 - Elaborata da Pulotto e Marta

Una stima dunque, non dei valori certi. Così come i codici di nidificazione attribuiti alle osservazioni sono necessariamente speculazioni umane relative alla presenza ed al comportamento degli animali. Questo almeno per tentare di dare un valore “semi quantitativo” al lavoro di raccolta dati. Altrimenti (e ve lo diciamo con il cuore) qualsiasi lavoro di raccolta dati qualitativo come può essere un atlante degli uccelli nidificanti non potrà in nessun modo fornirvi un valore numerico sensato della presenza sul territorio delle singole specie. Le stime fornite in questi casi, per quanto esito di sofferte elucubrazioni e complesse riflessioni, sono considerazioni forzate a tavolino, spesso distanti dalla realtà, e talvolta, inevitabilmente, sparate a caso. Consapevoli di questo ci impegneremo per fare il possibile affinché la nostra ignoranza si nutra quotidianamente di piccole conquiste, così come l’immagine improvvisata (per non infrangere regole o regolamenti) con cui vi vogliamo salutare, frutto di un progetto regionale pluriennale che in questo caso ha visti coinvolto il personale del Corpo Forestale Regionale (con tutta la passione di Fulvio) con la complicità dell’Osservatorio Biodiversità della Regione FVG e di uno dei segnalatori (Skody) che ha portato all’inanellamento (il primo per il comune di Udine ad avere questo onore) di uno dei RE DI QUAGLIE che in questi giorni (e in queste notti) allietano (se così si può dire) con il loro sgraziato canto alcuni dei prati (sempre meno) da loro scelti per le future scorribande nuziali, o solo per una temporanea sosta canora… Cre Cre sia una buonanotte. O un buon risveglio.


Disegno di Marta Trombetta