giovedì 30 settembre 2021

Resoconto Mensile Tringa - Settembre 2021

 

Ci sarebbe da dire questa cosa. Che anche stavolta ce ne siamo andati a metà, sul più bello. Pare sia una nostra abitudine. Ce la rinfacciano in molti, tranne poi prendere consapevolezza che questa affermazione non ha alcun senso. Perché non ce ne siamo andati affatto. Ci siamo semplicemente fatti da parte. Abbiamo accettato la nostra distanza dai conflitti per la supremazia territoriale che minacciavano costantemente la nostra serenità e ci siamo fermati, ai bordi del campo di battaglia, a respirare più a fondo. Ad osservare la vana ed arrogante lotta per il controllo di un Universo in costante dissoluzione. Ed abbiamo respirato di nuovo, ancora più a fondo, disillusi certo, ma gradualmente più sereni. E mentre gli scontri, i vittimismi, le ripicche, gli infantilismi e le ottusità continuano a sgretolare presente e passato, ci siamo rivolti altrove, verso il futuro, ed abbiamo sorriso osservando il sorgere delle nuove generazioni, alle quali faremo da scudo umano, per impedire che siano calpestate, anche loro come noi, dall’abominevole sete di controllo che sembra governare questo vacillante ed insignificante impero.

 

Martin pescatore - Disegno di Elia, 10 anni

Farsi da parte. E’ questo che la mente umana non riesce ad accettare. Farsi da parte quando i nostri interessi personali scavalcano quelli della società. Farsi da parte quando l’unica cosa che compare nel nostro ristretto campo visivo è il nostro ego e non i valori che dovremmo promuovere e sostenere. Farsi da parte quando ormai, e da tempo, abbiamo perso di vista le dichiarate finalità primarie della nostra millantata battaglia sventolando giustificazioni meramente private, a salvaguardia del nostro subdolo orgoglio. Farsi da parte, con serena consapevolezza che è semplicemente venuto il momento di farlo, per dare respiro ad anime più luminose, flessibili ed elastiche della nostra. Come quella di Elia, 10 anni, figlio di un collega ed amico di PiZonta, appassionato di natura ed autore di questi sorprendenti acquerelli. E di suo fratello Enea, 6 anni, che ha disegnato il cane della nonna.

 

Codibugnoli - Disegno di Elia, 10 anni

Albanella minore - Disegno di Elia, 10 anni

Pettirosso - Disegno di Elia, 10 anni

Il Cane della Nonna - Disegno di Enea, 6 anni

Ad ogni modo, io parlavo dei due vagabondi che a metà del mese, come già sapete, se ne sono partiti per l’Abruzzo (di cui al seguente link trovate l’epica narrazione https://tringa-fvg.blogspot.com/2021/09/duabbrutti-in-abruzzo.html) proprio mentre il capitano Silvano (Candotto) stanava in RNR Foce Isonzo (Go) un PIOVANELLO PETTORALE https://www.ornitho.it/index.php?m_id=54&mid=402585 (animale apparentemente scomparso nei giorni successivi, ma nuovamente osservato tra il 29 ed il 30 settembre da Franco Salvini, Paolo Geromel ed altri https://www.ornitho.it/index.php?m_id=54&id=20107157). Ma si sa, chi lascia la VIA vecchia per la nuova, PIOVANELLO PETTORALE non trova.

 

Foto di Fabio Del Piccolo

Proveremo ugualmente a raccontarvi qualche frammentario aneddoto del prima, durante e dopo, sempre che la memoria ci supporti, o che le facciano le immagini, speriamo migliori di questa, in cui, se vi concentrate con la fantasia, riuscirete a scovare almeno uno dei due GAMBECCHI FRULLINI che si celano nel fotogramma (con la fantasia ho detto).

 

Fantasia di Gambecchio frullino, con Airone Cenerino

Anche perché pare che sia solo nei pressi delle residue risorse idriche che sopravvive la poca vita rimasta ad affacciarsi su questo Pianeta. Così almeno ci raccontano gli scatti di Renato, che ci ricorda che “in periodi di siccità anche un’insignificante piccola pozzanghera può aiutare molte specie".


Codirosso - Foto di Renato Castellani

Balia nera - Foto di Renato Castellani

Pigliamosche - Foto di Renato Castellani

Beccafico - Foto di Renato Castellani

Capinera - Foto di Renato Castellani

Verdoni - Foto di Renato Castellani

Non se lo fa dire due volta PiZonta che con la sua fototrappola ci rivela alcune delle segrete presenze (in versione breve per motivi tecnici) nei pressi di una vasca artificiale collocata nel suo giardino (dove anche altre creature trovano sollievo e sollazzo).

Mantide religiosa - Foto di Paolo Zonta

Orthetrum brunneum - Foto di Paolo Zonta

Orthetrum brunneum - Foto di Paolo Zonta




A proposito di “segrete presenze”, vi proponiamo subito il QUIZ di questo mese, del quale in realtà non conosciamo la soluzione, ma la chiediamo a voi. O a quelli di voi che sono più preparati ed esperti su alcune specie “acquisite” e/o naturalizzate (magari a scopo venatorio). Chi sono questi folli, buffi, aggressivi e scattanti spiritelli che si accaniscono contro le GAZZE per poi rintanarsi rapidi nel granturco? Sono specie nostrane che non siamo stati in grado di riconoscere o appartengono davvero a qualche categoria “aliena” al momento esclusa dalla check list del FVG?


Restando in tema di risorse idriche, nel mese di settembre come prevedibile (almeno finché la migrazione troverà ancora spiragli residui per realizzarsi) il “tutto è dappertutto” conferma le sue aspettative, con le ALZAVOLE che stazionano per settimane nei laghetti d’alta quota, i MARANGONI MINORI e gli Ardeidi di varie specie che risalgono il corso del Tagliamento per insidiare le prede agli SMERGHI MAGGIORI padroni di casa ed i FISCHIONI che si riversano a centinaia nei ripristini della RNR Foce Isonzo (Go). 1200 per la precisione. “Mai osservati così tanti lì” ci confessa Matteo (De Luca).

Alzavola d'alta quota

Marangoni minori - Foto di Luciano Silei

Smerghi maggiori con contorno di ardeidi vari - Foto di Luciano Silei


Anche l’Alto Adriatico si prende il lusso di sorprenderci ogni tanto. Paolo (Utmar) e Davide (Scridel) ce lo raccontano così, in parole ed immagini. “I monitoraggi in mare spesso sono piuttosto monotoni, con poche specie e lunghi tratti senza osservazioni di rilievo, poi ogni tanto capita la giornata fortunata come è capitato al sottoscritto e a Davide il 15 settembre scorso, un labbo poi uno che insegue, poi 2 labbi, 4 berte minori, una sula, diversi marangoni dal ciuffo, 3 tartarughe ed un tursiope vicinissimo. Bisogna sempre mostrarsi curiosi di scoprire cosa ci proporrà il mare oggi o domani…”

 

Labbo - Foto di Paolo Utmar

Labbo - Foto di Davide Scridel

Labbo - Foto di Davide Scridel

Labbo - Foto di Davide Scridel

Berte minori - Foto di Davide Scridel


Marangoni dal ciuffo - Foto di Paolo Utmar

Tartaruga marina (Caretta Caretta?) - Foto di Davide Scridel

Tursiope - Foto di Davide Scridel

In laguna intanto, tra un TUFFETTO indolente che si attarda ad abbandonare il nido ed una STERNA MAGGIORE indecisa sulla rotta da prendere, gli ormai abitudinari FALCHI PESCATORI continuano insolentemente a sottrarre grosse prede ai loro competitori, volatili od umani che siano, con profondo rammarico da parte di questi ultimi.

Tuffetto - Foto di Paolo Utmar

Sterna maggiore

Falco pescatore



Che poi è sempre la stessa storia. Se sei più prestante dei tuoi avversari (e dei tuoi alleati o presunti tali) ci sarà sempre qualcuno, una CORNACCHIA almeno, che ti darà il tormento. Puoi anche essere una POIANA CODABIANCA, non ci sarà per te nessun rispetto.

 

Poiana codabianca tormentata da Cornacchie - Foto di Marta Trombetta

Poiana codabianca tormentata da Cornacchia - Foto di Marta Trombetta

Poiana codabianca tormentata da Cornacchie - Foto di Marta Trombetta

Poiana codabianca tormentata da Cornacchia - Foto di Marta Trombetta

Poiana codabianca tormentata da Cornacchia - Foto di Marta Trombetta


Per completezza, in questo caso è opportuno dare il giusto merito a chi ha contattato per primo questa affascinante creatura (Antonio Zannese) ed a coloro che hanno condiviso i dettagli e le foto di questa segnalazione (Mauro Caldana e Sergio Vaccher), permettendo ad un numero elevato di curiosi appassionati, in queste settimane, di osservare l’animale, che per altro pare aver scelto come suo posatoio preferito un particolare pilone in prossimità di un ponte trafficato, nonostante lo strombazzare degli automobilisti impegnati nello schivare sbinocolatori e fotografi.

 

Poiana codabianca - Foto di Renato Castellani

Ma non era più comodo e tranquillo restarsene nel prato originale che si era scelta come terreno di caccia? Non sarà mica stata disturbata dalle acrobazie di paracadutisti e carroarmati? Mannaggia agli esseri umani ed alle loro battaglie.

 

Poiana codabianca - Foto di Paolo Zonta

Poiana codabianca - Foto di Paolo Zonta

Poiana codabianca - Foto di Paolo Zonta

Poiana codabianca - Foto di Paolo Zonta

Poiana codabianca - Foto di Paolo Zonta

Ma almeno, quando di noi non resteranno che le ossa, ci sarà qualcuno a banchettare…

 

Gipeto - Foto di Paolo Zonta

Gipeto - Foto di Paolo Zonta

Gipeto - Foto di Paolo Zonta

Non ci sperate, non è così facile da fotografare in FVG, PiZonta il GIPETO è andato a goderselo altrove, almeno per stavolta. Sebbene le nostre montagne, prese con il dovuto rispetto, qualche piccola soddisfazione riescono ancora ad offrircela, che sia un panorama mozzafiato tra le nuvole, un nevaio residuo nello strapiombo, un’AQUILA REALE (inseguita da un inevitabile tormentatore) che incombe su due ignari CAPRIOLI, un piccolo moccioso saltellante dalla sagoma di PICCHIO MURAIOLO, uno sparuto drappello di CROCIERI oppure una delle residue PERNICI BIANCHE, posata o lanciata nel vuoto cielo del suo incerto futuro, insieme alle compagne di avventura “nella meravigliosa Carnia” (cit. Renato)…

 

Dalla cima dello Jof di Montasio - Foto di Gabriele Zamò

Dalla cima dello Jof di Montasio - Foto di Gabriele Zamò

Aquila reale con intruso - Foto di Luciano Silei

Caprioli - Foto di Luciano Silei

Picchio muraiolo salterino - Foto di Gabriele Zamò

Crocieri - Foto di Luciano Silei

Pernice bianca - Foto di Gabriele Zamò

Pernici bianche - Foto di Renato Castellani

Non aspettatevi però di riuscire a trovare un ORGANETTO che sia uno. Scordatevelo davvero. E’ un’impresa inverosimile ormai, nonostante le storie che possono avervi raccontato. E, probabilmente, nemmeno un FRINGUELLO ALPINO, a differenza di quanto può capitarvi altrove…

 

Fringuello alpino

Perché i passeriformi, anche in montagna, se la passano davvero male in queste ultime stagioni. E non sarà la migrazione post riproduttiva a farci cambiare idea, temo. Anche perché quest’anno non avremo la fortuna, la possibilità, l’impegno e l’onore di essere parte del Progetto Alpi di Malga Confin, con un abbraccio forte a Fulvio (e Cristina), con la speranza che sia davvero solo una pausa temporanea e non un’imprevista ed anticipata conclusione. I passeriformi e le migrazioni dicevamo. Non sono estinti. Non ancora e non del tutto. Alcuni sono arrivati, talvolta con improbabile anticipo come le AVERLE MAGGIORI già presenti a fine agosto, o gli ORTOLANI superstiti che fanno visite a domicilio ai fortunati residenti nelle dimore prescelte…

 

Ortolano - Foto della foto di Bruno Dentesani

Averla maggiore - Foto di Marta Trombetta

Altri si nascondono nei cespugli residui al limite del nulla cosmico. Ed in questi cespugli abbiamo deciso di concludere il nostro viaggio mensile, con la sorpresa che il suo imprevedibile inizio ci ha riservato. So che vi aspettereste delle immagini di questo tipo, a sigillo di un simile incontro.


Passeriforme misterioso

Passeriforme misterioso

Passeriforme misterioso

Oppure che vi raccontassi che ho visto una rarità, ma che sfortunatamente le uniche foto disponibili sono quelle di un altro soggetto, un banale USIGNOLO, comparso ahimè nel medesimo cespuglio pochi istanti dopo la mia allucinazione.

 

Usignolo

Usignolo

Usignolo

E invece niente. Per stavolta la macchina fotografica è riuscita ad immortalare il nostro fortuito incontro con una nitidezza inaspettata. Tanto che nonostante l’incredulità, ci tocca confermare che si tratta davvero di una di quelle creature mistiche di cui si narra l’esistenza ma che quasi mai ci è permesso di percepire e testimoniare nel loro transito (salvo quando decidono provvidenzialmente di fare temporaneamente tappa nelle reti degli inanellatori). E allora vi salutiamo così. Con le immagini di un USIGNOLO MAGGIORE. Nella speranza che sia messaggero di speranza per la migrazione in tutte le sue forme. E per i nostri sogni che a lei continuiamo ad affidare.

 

Usignolo maggiore

Usignolo maggiore

Usignolo maggiore