martedì 30 novembre 2021

Resoconto Mensile Tringa - Novembre 2021


Vorrei potervi guardare negli occhi, abbozzare un sorriso invisibile, celato dalla complicità della mascherina, e con la spensierata serenità dell’incoscienza dirvi che andrà tutto bene. Davvero vorrei poterlo fare. E crederci. Credere che ogni ostacolo, ogni contrattempo, ogni disavventura, ogni drammatico inconveniente che stiamo affrontando si dissolverà nel tempo di un respiro, come ogni incubo che si rispetti di fronte al travolgente impeto del sorgere del sole. Se non fosse che ogni nuova alba tende a confondere ed inquietare il nostro risveglio somigliando sempre più allo sconcerto di un’imminente invasione aliena.

 


Gli ultracorpi ormai sono tra noi, si sono insediati nelle nostre dimore, sono diventati parte integrante della nostra esistenza, inutile tentare di addomesticarli e metterli in catene.

 


All’imbrunire sgusciano dalla porta d’ingresso socchiusa, dagli spifferi delle finestre, dai pertugi dei camini, sostano per un attimo nel nostro giardino e poi si disperdono nell’Universo conosciuto, come goccioline in uno starnuto, conquistandolo centimetro dopo centimetro, senza lasciare spazio ad altri esseri viventi, per poi dissolversi anche loro all’alba, diventando sostanza intima dei nostri più reconditi timori.

 

Con un grazie a Delia Unfer e sua sorella per la condivisione di questa immagine

Credo che sia questa l’unica spiegazione plausibile per giustificare il totale annientamento di buona parte della popolazione delle specie che fino ad un paio di anni fa incontravamo regolarmente nelle nostre peregrinazioni e che ora sono merce rara, per non dire rarissima. Parlo dei piccoli passeriformi, svaniti nel nulla. Localmente si concentrano intorno alle mangiatoie, talvolta in numeri consistenti (come è sempre accaduto), ma altrove non li troverete più. Potete camminare per ore, ovunque (la FESTA DEI NODI insegna…).

 


Complessivamente, li conterete sulle dita delle vostre mani. Difficile che abbiate bisogno di ulteriori mani in prestito. Tanto che potrebbe venirvi il pensiero, per alcuni di loro, che potrebbe davvero essere l’ultima volta che li incontrerete.

 

Pendolino

Non fraintendetemi. Probabilmente state pensando che io mi riferisca a specie di nicchia magari legate all’ambiente rurale in drammatica crisi, come il SALTIMPALO (video di PiZonta), o sensibili ai traumi atmosferici, tipo il BECCAMOSCHINO, che un anno lo trovi ovunque, a decinaia di decinaia, e l’anno dopo ne sopravvive uno solo in tutta la regione.

 

Beccamoschino - Foto di Paolo Utmar



No. Parlo di quasi tutte le specie, comprese le più banali che possono venirvi in mente. Volete che vi faccia un esempio? La CINCIALLEGRA ce l’avete presente?

 

Cinciallegra si nutre su nido di Processionaria - Foto di Paolo Utmar

Lei, che si adatta ad una molteplicità di ambienti, in grado di inventarsi una dieta adeguata alle risorse disponibili, insinuandosi nelle fessure più strette dei contesti antropizzati. Molti di voi in questi giorni la noteranno nei pressi delle mangiatoie. Bene. Provate a fare qualche passo. Spostarvi di pochi metri dal vostro giardino, allontanandovi da quella scorta di cibo che state fornendo di vostra iniziativa. E farete difficoltà a trovarne una. Immagino che stentiate a credermi, ma provate a farlo. Dico davvero. 

Orso vagabondo in foto di Fabio Marcolin

Con l’esperienza delle limitazioni agli spostamenti abbiamo valorizzato la raccolta dati in ambienti circoscritti. L’atlante comunale di Udine della Stagione Fredda 2020-21, realizzato solo unanno fa, confermava la presenza ubiquitaria della cinciallegra (a differenza della CINCIA BIGIA, che si è fatta trovare solo in questi giorni, così come il PICCHIO NERO).

 

Picchio nero in comune di Udine

Cincia bigia in comune di Udine

Anche l’atlante comunale dei nidificanti di Udine del 2021, in fase di completamento, ne conferma la distribuzione, ma con una concentrazione di coppie mediamente compresa tra 1 e 5 per km quadrato (pallini piccoli e medi). Se vi sembrano tante, pensate che fino ad un paio di anni fa avevamo la sensazione che ci fosse una coppia in ogni giardino. E con il sospetto che quest’anno poche nidificazioni siano andate a buon fine, il timore è che nel 2022 la situazione sarà drammaticamente peggiore.

 

Cinciallegra - Atlante nidificanti comune di Udine 2021 - Tringa FVG

Difficile non disperarsi, soprattutto quando il nostro vagabondare alla ricerca di queste meravigliose creature è il solo tentativo che ci rimane per distrarci dai tormentati pensieri dell’inquietante quotidianità. Percorriamo il silenzio, per ore interminabili, accompagnati da un ostinato sconforto, rischiando di affondare anche noi nelle Paludi della Tristezza…

 

Foto e auto di Gabriele Zamò

Foto e auto di Gabriele Zamò

Eppure non demordiamo. Ostinati puntiamo il binocolo oltre l’ostile presente verso un nebuloso futuro.

 

Pulotto in foto di Fabio Marcolin

Sappiamo che corriamo il rischio di imbatterci nelle creature aliene che si annidano intorno a noi, tentando di nascondersi come grosse macchie scure in mezzo alle FOLAGHE o comparendo, mascherate da pagliacci, in località improbabili…

 

Cigno nero

Anatra mandarina

Ma accettiamo anche questa eventualità. Tanto il nostro viaggio ormai prevede che qualunque visione di cui saremo testimoni, per quanto banale, sarà comunque in grado di sorprenderci. Una CIVETTA che ci guarda sorniona da un camino. Uno STRILLOZZO che, incurante del clima, della stagione e della temperatura, si concede al suo bizzarro canto. Un CIUFFOLOTTO, che dietro l’apparente ingenuità nasconde un’oscura provenienza tradita dal suo accento…

 

Civetta - Foto di Paolo Utmar

Strillozzo - Foto di Marta Trombetta


Ciuffolotto trombettiere


E così, pian piano, saliamo di livello. Passando al PICCHIO MURAIOLO che viene a visitare cave e località costiere della provincia di Trieste. 

Picchio muraiolo - Foto di Paolo Utmar

O agli ZIGOLI, con i GOLAROSSA in particolare che regalano qualche piccola soddisfazione a grandi e piccini, mentre il premio “Colpaccio del mese” se lo merita Pier che riesce a intercettare lungo il suo percorso il fantomatico vagabondo DELLA LAPPONIA (qui il link con le foto https://www.ornitho.it/index.php?m_id=54&backlink=skip&mid=409623 )

 

Zigolo golarossa - Foto di Marta Trombetta

Zigolo golarossa - Foto di Marta Trombetta

Zigolo golarossa - Foto di Fabio Del Piccolo

Zigolo golarossa

I rapaci poi (specie se indossano piumaggi abominevoli che ci lasciano perplessi) riescono sempre a portare scompiglio nelle nostre sensazioni, come un’ALBANELLA REALE in mezzo agli STORNI, un’AQUILA REALE tra i GRACCHI ALPINI, un FALCO PELLEGRINO in mezzo al nulla…

 

Fantomatico rapace soprannominato la Poiana di Ronch - foto di Paolo Utmar

Storni - Foto di Paolo Zonta

Albanella reale - Foto di Paolo Zonta

Albanella reale con storni sullo sfondo - Foto di Paolo Zonta

Aquila reale con sfondo di gracchi alpini - Foto di Marta Trombetta



… oppure, per quelli che amano le emozioni forti, come un’AQUILA DI MARE tra le FOLAGHE (o semplicemente in transito nella Stratosfera, come quella che osserva Angelo in RNR Valle Canal Novo).

 

Aquila di mare su folaghe - Foto di Silvano Candotto

Ecco, le Riserve Naturali Regionali (dove i cani vanno opportunamente tenuti al guinzaglio, a differenza di quanto ci insegna la cultura mediatica “Provinciale” …) corrono davvero il rischio di trasformarsi in oasi residue del nostro territorio, quasi fossero ormai le uniche mangiatoie del nostro giardino invernale, frequentate da creature leggendarie come le famigerate OCHE LOMBARDELLE MINORI o le redivive OCHE GRANAIOLE.

 

Oca lombardella minore con oca lombardella - Foto di Silvano Candotto

Oca granaiola con oche lombardelle e selvatiche - Foto di Silvano Candotto

Che poi, per essere onesti, alcune specie sono ancora presenti in numeri consistenti, soprattutto se non si parla di passeriformi. Tra gli uccelli acquatici in particolare potreste ritrovarvi in pieno centro urbano un dormitorio con quasi un migliaio di AIRONI GUARDABUOI. Oppure attendere il tramonto in una zona industriale della periferia del medesimo centro urbano in compagnia di alcune migliaia di GABBIANI REALI, tra i quali sicuramente si celano ospiti più rari, dall’aspetto e l’andatura di pollastri…

 

Gabbiano reale pontico con gabbiano reale


Niente in confronto con l’andatura da pollastro di questo altro individuo, ripreso con il telefonino da Matteo De Luca in una radura alpina. Serve che vi dica il suo nome o per il GALLO CEDRONE possiamo fare un’eccezione?

 


Insomma, la verità è che fino a quando riusciremo ancora a sorprenderci non sarà davvero finita. Che sia per una sola STROLAGA MEZZANA solitaria comparsa nel laghetto cittadino della Burida a Pordenone o che sia per le settanta che nuotano insieme sotto il naso di Silvano nelle acque della RNR Foce Isonzo (Go).

 

Strolaga mezzana - Foto di Fabio Marcolin

Strolaghe mezzane - Foto di Silvano Candotto

Di sicuro, consapevoli dei pericoli che corrono a sottovalutare la nostra umana presenza, la sconcertante confidenza di alcuni limicoli continuerà a lasciarci sbalorditi. 

Piovanelli pancianera a pochi metri

Irrilevante che si tratti di uno dei rari CORRIERI GROSSI novembrini o di una truppa dei migliaia di PIOVANELLI PANCIANERA svernanti.

 

Corriere grosso

Piovanello pancianera

Correremo anche il rischio di divertirci in mezzo a loro, cercando di leggere quei curiosi messaggi trasportati da anelli e bandierine che tentano invano di nascondere nell’acqua o tra le zampe nelle loro instancabili scorribande (dove io mi accontento di 2, Silvano ne snocciola una ventina…).

 

Piovanello pancianera UHV in mezzo ai compagni di merende

Piovanello pancianera NVC

Piovanello pancianera NVC

Piovanello pancianera NVC

Piovanello pancianera NVC

Piovanello pancianera NVC

Piovanello pancianera NVC

Piovanello pancianera NVC

Proviamo allora a concludere con un’immagine meno cupa di quella iniziale, con un briciolo di speranza nel futuro, con un sorriso ingenuamente beato che potrebbe essere semplicemente quello stimolato dall’inaspettato incontro con una baldanzosa CINCIALLEGRA (confidando che i lettori, in particolare quelli di madrelingua anglosassone, non fraintendano questa frase… o forse sì?).


Gabriele Zamò che pensa alla Cinciallegra - foto di Fabio Marcolin

lunedì 22 novembre 2021

Tringa in umido: la festa dei nodi in FVG


C’era un precedente…un unico precedente che lasciava una speranza che questa volta non potevamo che essere più fortunati. Sicuramente voi non avete memoria della scorsa festa dei nodi Tringa. Me la ricordo bene io l’acqua, tanta acqua che arrivava da tutte le parti. Una domenica di diluvio preceduta da una settimana di diluvio. 
Questa volta invece le settimane precedenti alla data scelta per la festa dei nodi ci hanno regalato giornate di sole splendente, che hanno spronato il nostro capitano Gabriele ad organizzare con ottimismo una scampagnata nella mistica zona delle risorgive, in quell’angolo di paradiso ricreato in mezzo al piattume dei campi coltivati della bassa pianura friulana che prende il nome di Biotopo delle risorgive di Flambro. 

Foto di Paolo Zonta

Foto di Fabio Marcolin

Foto di Fabio Marcolin

Foto di Fabio Marcolin


E a conclusione della mattinata, dopo avvistamenti eccezionali immersi nella natura dei prati umidi, delle olle di risorgiva e delle torbiere circondate da olmi e ontani neri, una scorpacciata di carne alla griglia e tanti saluti conviviali attorno ad una lauta tavolata. Tutto perfetto. Se non fosse che le previsioni del sabato precedente danno poche speranze al sole. 



La nebbia della bassa pianura friulana vince sull’ottimismo della squadra Tringa, abbattendo il morale di Gabriele, ma non l’intraprendenza degli altri componenti che si ritrovano al parcheggio del biotopo muniti di giacche, stivali e stivaloni…per combattere l’umidità della nebbia nell’umidità dell’ambiente.


Foto di Paolo Zonta

Foto di Gabriele Zamò


Nemmeno il tempo di partire che ci sorvola uno stormo di anatidi…no aspettate, sono limicoli…ma siamo ancora tutti troppo distratti dai saluti per osservare con attenzione i 15 beccaccini che si allontanano velocemente nello sfuocato orizzonte. Tutti tranne uno…ma serve che vi dica chi è l’unico visionario che riesce a centrare a binocolo i puntini in cielo e trasformarli così da puntini alati a beccaccini? 




Il sussulto iniziale per questo fugace avvistamento viene però velocemente sostituito dallo sconforto generale per il silenzio spaventoso che durante la prima parte di percorso avvolge il gruppo. 

Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta

Foto di Matteo Toller

I migliarini si fanno sentire dal canneto ma non ci danno la soddisfazione di farsi vedere, solo una cinciarella fa capolino da dietro i giunchi, e l’azzurro della sua testolina rallegra almeno per un momento i ragazzi che riescono ad inquadrarla con i loro binocoli. E poi di nuovo la sensazione del vuoto vivente attorno a noi. Rompono il silenzio gli spari lontani dei cacciatori, abbastanza contradditori in quella che dovrebbe essere un’area protetta, e tutti ci chiediamo poi a che cosa sparino, visto la scarsità generalizzata di qualsiasi forma di vita all’infuori di noi rumorosi e parlottanti umani. 

Foto di Matteo Toller

Ci rincuorano i momenti in cui all’improvviso uno stormo di codibugnoli ci circonda saltellando sul fogliame del boschetto che stiamo attraversando. Tra questi ne osserviamo uno dalla testa particolarmente bianca. Ieri nessuno riesce a fotografarlo, ma la settimana scorsa proprio nello stesso punto l’avevo osservato tra i suoi compagni di combriccola anche io, riuscendo a scattargli un paio di foto che però ci consentono solo di classificarlo come “codibugnolo dalla testa bianca”. 




Dove il sentiero si fa più fangoso la speranza è che dalle acque basse delle torbiere si alzi un frullino....o almeno un beccaccino...gli stivali avanzano tra le melme e le pozzanghere, ma l'unica cosa che da poco distante si ALZA è….un’ALZA-vola. Che altro poteva essere! 
Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta

Foto di Matteo Toller


Un altro piccolo sorriso ce lo regala il picchio cenerino che probabilmente incuriosito dai nostri borbottii ci sorvola a poca distanza, non dandoci però il tempo nemmeno questa volta di scattargli almeno una foto documentativa.

Foto di Matteo Toller

Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta


Maggior soddisfazione, almeno ai bambini, la danno i picchi verdi in alimentazione nel prato. La loro testa rossa compare e scompare tra l’erba, ma riusciamo ad inquadrarla ugualmente nel cannocchiale, permettendo ai giovinotti di osservarli con attenzione. 


Foto di Gabriele Zamò

Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta


Il rientro verso le macchine conferma la sensazione che tutti abbiamo avuto fin dall’inizio, un silenzio che denota un’assenza di vita alata che fa paura, rotto solo da un usignolo di fiume che canta dal canale, una passera scopaiola che si finge una foglia o un picchio muratore e un rampichino comune che si arrampicano sui tronchi. 



Foto di Matteo Toller

Foto di Matteo Toller

Foto di Matteo Toller


Con un po’ di nostalgia e preoccupazione nel cuore, cerchiamo conforto nella bella compagnia della giornata, e nella splendida cornice del mulino Braida cerchiamo di metterci in posa per la foto di gruppo di rito, un po’ disordinati ma tenendoci stretto quel sorriso che ci fa conservare una scintilla di serenità e speranza. 




Come la curiosità dei bambini, quelli giovani e quelli più cresciutelli, indaffarati nell’osservare come funzionano le pale del mulino ad acqua. 


Foto di Gabriele Zamò


E’ ora di concludere la festa come da programma, con un abbondante pranzo, chiacchiere, risate, preziosi momenti in compagnia e nuovi giochi di carte da scoprire. 

Foto di Fabio Marcolin

Foto di Matteo Toller

Foto di Matteo Toller

Foto di Matteo Toller


Gli ultimi saluti fuori dal ristorante ci regalano un gruppetto di pispole in volo sopra le nostre teste e il rientro verso casa riserva l’ultima sorpresa dei curiosi corvi comuni a passeggio in mezzo alla strada. 

Foto di Matteo Toller

Foto di Matteo Toller

Un grazie di cuore a tutti i partecipanti alla giornata, a chi ha potuto accompagnarci solo per una parte della mattinata, a chi è riuscito a raggiugerci per il pranzo, a chi ha condiviso pensieri e sorrisi dalla mattina al dopo pranzo. 
E un abbraccio grande ai Tringa vicini e lontani che non sono riusciti ad essere presenti, ma che con il pensiero erano con noi, agli amici che tanto avrebbero voluto raggiungerci o accompagnarci in questa giornata ma che un imprevisto o un impegno hanno costretto a rimanere a casa o ad essere da un’altra parte. 
Speriamo di riuscire presto a festeggiare di nuovo insieme a tutti voi, e magari la prossima volta anche con il sole.

Questo l'elenco delle specie osservate durante l'escursione al biotopo di Flambro (numerate) e quelle osservate lungo la strada verso il ristorante e nei dintorni. Con un asterisco quelle viste (o inventate) da uno solo dei partecipanti (quasi sempre il solito...).

1. Fagiano comune
2. Germano reale
3. Alzavola
Piccione domestico
4. Colombaccio
Tortora dal collare
5. Porciglione
6. Gallinella d'acqua
7. Airone cenerino
8. Garzetta
9. Cormorano
10. Beccaccino *
11. Gabbiano comune
12. Gabbiano reale
(Barbagianni >> borre)
13. Sparviere 
14. Poiana
15. Martin pescatore *
16. PICCHIO CENERINO
17. Picchio verde
18. Picchio nero *
19. Picchio rosso maggiore
20. Ghiandaia
Gazza
Taccola
Corvo comune
21. Cornacchia (grigia)
22. Cinciarella
23. Cinciallegra
24. Usignolo di fiume
25. Codibugnolo
26. Capinera
27. Rampichino comune
28. Picchio muratore
29. Scricciolo
Storno
30. Merlo
31. Pettirosso
32. Saltimpalo *
33. Regolo
34. Fiorrancino
35. Passera scopaiola
Passera d'Italia
36. Passera mattugia
Pispola
37. Spioncello
38. Ballerina gialla
39. Ballerina bianca
40. Fringuello
41. Peppola
42. Lucherino
43. Migliarino di palude