Luì di Pallas - Foto di Igor Maiorano |
Linosa è sempre Linosa, isola vulcanica sperduta in mezzo al Mediterraneo, circondata da un mare limpido e trasparente, difesa dai frastagliati baluardi della sua costa rocciosa, sormontata dalle sue variegate montagne che nascondono inaccessibili crateri invasi da un’intricata ed inestricabile vegetazione spinosa e cingono, proteggendola da ogni lato, una misteriosa valletta, percorsa da un intreccio di aggrovigliati sentieri. Linosa è sempre Linosa, con i suoi colorati edifici, i suoi giardini segreti, i suoi vissuti e sofferti orticelli, i suoi neri muretti, i suoi viali profumati ed i suoi ineffabili abitanti. Linosa è sempre Linosa, con il suo infinito cielo stellato che trasforma le notti in una visione onirica di altri mondi, cullata dal canto delle sirene alate. Linosa è sempre Linosa, davvero, immutabile ed affascinante. Ma il Mondo che la assedia da troppo vicino è drammaticamente cambiato. Il clima, il contesto storico, l’umanità, noi. Due settimane di sole, trenta gradi, calma piatta di vento ed il mare una tavola che nemmeno in estate sull’isola hanno mai visto così. Questa è la seconda metà di ottobre sull’isola nell’anno 2022. Non una goccia di pioggia. Non una raffica di vento. Non una nuvola degna d’essere chiamata tale. Non un segnale che nel cielo transiti qualcosa di diverso dal sereno fluire del torrido sole. Gli isolani sussurrano che non piova da anni. Linosa è sempre Linosa, ma i suoi giardini ci guardano malinconici invocando un sorso d’acqua, i suoi orti sono un avvizzito ricordo del verdeggiante passato, sempre più spesso abbandonati al loro desertico futuro, i suoi arbusti e i suoi cespugli sono una macchia grigiastra che si insinua malsana tra i rassegnati ficupala, sgretolando i muretti e quel che resta delle antiche recinzioni. Linosa è sempre Linosa, ma non potrà reggere a lungo intonsa al massacro che stiamo consapevolmente e rapidamente (troppo rapidamente) concretizzando su tutto il resto del Pianeta. Tuttavia, Linosa è sempre Linosa. Riempitevi gli occhi dei suoi colori negli scatti panoramici del Pulotto. Prendete fiato. E dimenticate per un attimo le mie parole (ed il disastro ambientale prettamente umano che sta compromettendo, istante dopo istante, il nostro presente).
Linosa panoramica - Foto di Pulotto |
Linosa panoramica - Foto di Pulotto |
Linosa panoramica - Foto di Pulotto |
Linosa panoramica - Foto di Pulotto |
Linosa panoramica - Foto di Pulotto |
Linosa panoramica - Foto di Pulotto |
Linosa panoramica - Foto di Pulotto |
Linosa panoramica - Foto di Pulotto |
Linosa panoramica - Foto di Pulotto |
Linosa panoramica - Foto di Pulotto |
Linosa panoramica - Foto di Pulotto |
Linosa panoramica - Foto di Pulotto |
Linosa panoramica - Foto di Pulotto |
Linosa panoramica - Foto di Pulotto |
Linosa panoramica - Foto di Pulotto |
Bene. Ora che siete sbarcati a Linosa ed avete cancellato tutto il resto, cercate di capire dove siete capitati. Chiudete gli occhi, immergetevi nell’oscurità, lasciate che tutte le sensazioni che appartenevano alla vostra quotidianità si dileguino, annullate i pensieri, respirate a fondo, liberate la mente. Poi aprite gli occhi, guardate il cielo e lasciate che vi indichi la strada (e fate attenzione agli UFO, ma questa storia non ve la racconto...).
Vie celesti - Foto di Pulotto |
Adesso potete riprendervi. Svegliarvi. Partire per il vostro viaggio sull’isola. Ricordatevi che è agosto, farà caldo e non sarà facile trovare le bestie che cercate. Ho per caso detto agosto? Scusate, intendevo agosto. Con questo caldo la lucidità evapora facilmente, una sorta di lieve foschia avvolge tutto quanto, cielo e mare si fondono e l’orizzonte scompare.
Dove cielo e mare (e Pulotto) si fondono e svaniscono |
Ecco. Allora forse non è proprio il caso di mettersi a vagare nelle ore centrali della giornata, sotto un sole a picco, senza cibo e senza (quasi) acqua, magari sul lato oscuro dell’isola (quella porzione di terra dimenticata dalle compagnie telefoniche), guai dovesse capitarvi qualcosa di irreparabile, tipo trovare una bestia rara, magari un A1 per l’isola… Ma niente da fare, c’è in giro un testardo che si ostina a sfidare la sorte e così, a giorni alterni, i commensali sono costretti ad interrompere i loro luculliani pranzi, scapicollarsi per erti sentieri (a costo di strambare piedi, corpi e mezzi a due ruote) e raggiungere trafelati le destinazioni più lontane, radunandosi intorno al desolato metro quadro di terra incriminato dal quale ormai la creaturina che li ha attirati, nel frattempo, avrà pensato bene di allontanarsi.
Contemplazione BSP - Foto di Pulotto |
Ma c’è un mantra che governa l’isola. Il suo acronimo è BSP. Blind Stupid Persistence. Stupida e cieca persistenza, per chi preferisce praticarla nella versione italiana. E così, per quanto queste dannate evanescenti creaturine a volte si comportino come dei piccoli canguri (o meglio, dei wallaby) prendendo a saltellare allontanandosi senza meta tra grovigli di vegetazione spinosa, c’è pur sempre la BSP a salvarvi, in contemplativa attesa del loro ritorno con almeno un praticante BSP che si ostina a pedinarle e, se necessario, rintracciarle, intonando il richiamo di rito*…
[ *Piccola parentesi: non potete dire di essere stati davvero a Linosa se:
1) non avete visto (meglio se trovato da soli) un LUI’ FORESTIERO, diventando veri uomini (anche se siete donne) con una pacca sulla spalla da parte di Ottavio
2) non vi siete persi almeno una volta nella Valletta Interna, meglio se al tramonto, e siete stati costretti a farvi strada in mezzo alla vegetazione spinosa lasciando brandelli di carne e vestiti appesi un poco ovunque (d’accordo, un tempo nella Valletta c’erano meno sentieri, ora per perdersi ci si deve mettere d’impegno)
3) non avete sentito con le vostre orecchie il peculiare e sempre più raro “richiamo endemico dell’isolano” che attira a sé le forze animali dell’isola per dare loro il nutrimento (ne possiedo gelosamente una registrazione originale autografata)
Chiusa la piccola parentesi* ]
Dicevamo, il praticante BSP esplode il suo urlo e si sbraccia per attirare i presenti sul fatidico e sfuggente minuscolo canguro. E, fortunatamente, tutti riescono ad avvicinarsi in tempo per testimoniare la sua esistenza, alleggerendo il praticante dal peso dei meritati improperi per essersi distratto (per trovare un punto in cui la rete o il telefono prendesse per far giungere gli “isolati” le indicazioni) prima del loro arrivo. Questa, in breve, la storia del primo LUI’ DI RADDE per Linosa. E non ditemi che non si muove come un piccolo canguro.
Luì di Radde - Foto di Igor Maiorano |
Luì di Radde |
Luì di Radde |
Luì di Radde |
Non dissimile potrebbe essere la narrazione dell’incontro con il LUI’ DEL PALLAS. Ma questo merita una dovuta premessa. Innanzitutto va precisato che una creaturina di questa specie si era già materializzata davanti agli occhi di Ottavio e Roberto per poi sparire nell’arco di un brevissimo istante svolazzante, andando a perdersi indefinitamente nei meandri segreti dell’isola, nonostante le tempestive ricerche. Ma questo sarebbe il meno. Perché il peggio deve ancora prendere forma. Qualche giorno dopo, mentre ci dedichiamo alla rilassata osservazione di un docilissimo e collaborativo ZIGOLO MINORE scovato in quell’orto ben curato che quest’anno ha riservato la maggior parte delle rarità (ZIGOLO BOSCHERECCIO e PRISPOLONE INDIANO in primis)…
Zigolo minore - Foto di Pulotto |
Zigolo minore |
Zigolo minore |
Zigolo boschereccio - Foto di Igor Maiorano |
Zigolo boschereccio |
Prispolone indiano - Foto di Pulotto |
Prispolone indiano |
Dicevamo, mentre ci dedichiamo all’assorta contemplazione dello ZIGOLO, alle nostre spalle da un pino esplodono due nitidi ed inconfondibili richiami ed una voce comincia a gridare all’impazzata “UN PALLAS! C’E’ UN PALLAS”. Solo che dal pino non compare nulla. Ne’ dal pino né da nessun altro albero, arbusto o cespuglio presente nell’intero paese. Ora, per quanto il richiamo fosse spudorato, l’assenza di documentazione ed il fatto di non aver visto una minima traccia dell’interprete trasforma questa “segnalazione” (almeno nella strategia e mentalità nostra e del Misc) in un dato “non omologabile”. Le specie rare vanno documentate e contestualizzate, ma soprattutto godute e condivise. Certo, Linosa è sempre Linosa, ma questo non vuol dire che mettere piede a Linosa significhi iniziare a sbandierare rarità a destra e a manca senza prove e senza documentazione. E’ vero, su una piccola isola è statisticamente “più probabile” rintracciare qualche specie interessante (ancora più facile è “dire” di averla rintracciata, per farlo non ci vuole nulla, basta aprire la bocca e magari pure segnarla sul proprio taccuino ed inserirla in qualche banca dati, in buona fede chiaro, nessuno la mette in dubbio, scherziamo!), ben più difficile è documentare l’incontro. Ma il vero dramma è riuscire a seguire o ritrovare l’animale e condividere con gli altri il piacere dell’osservazione. L’esperienza del (primo, ma anche quella del secondo) VIREO ce la ricordiamo bene (https://tringa-fvg.blogspot.com/2019/10/tinia-u-trattino-un-vireo-occhirossi.html). Lo stesso RADDE quest’anno ci ha fatto penare non poco. E, a dirla tutta, anche lui qualche giorno prima aveva dato un segnale della sua presenza, una visione sfuocata, distante e di sfuggita di un cangurino silenzioso che salta su un cespuglio spinoso e sparisce per sempre nonostante le ricerche. E dunque, questo dannato PALLAS (che, neanche a dirlo, non abbiamo mai visto e sentito “consapevolmente” o documentato in vita nostra) continua a sbeffeggiarci. Almeno fino al giorno prima della partenza quando, nel solito pessimo orario centrale della giornata in un punto sperduto della Valletta interna, decide di cominciare a sfarfallare sui rami di un fico a pochi metri dal nostro naso. Anche qui, un piccolo inciso che mi è stato raccontato in seguito. Esattamente in quel punto, mentre seguivamo con gli occhi la divagante PALLina, lo Zio ha raccolto da terra una biglia (trovata in data immemore da Nestor) che Andrea giorni prima aveva lanciato a caso commentando che in quel punto sarebbe comparsa una rarità. Voglio dire, se me l’avessero detto prima sarei andato a sedermi direttamente là. Ad ogni modo, la storia si ripete. Scatta qualche foto documentativa. Prova a telefonare. Manda un messaggio con la posizione. E intanto l’animaletto dove sarà finito? Distogli lo sguardo dal telefono e te lo trovi che saltella nell’erba in mezzo ai tuoi piedi. Due metri a dir tanto. Faranno in tempo ad arrivare tutti, ammirarlo, studiarlo, conoscerlo, fotografarlo. Questa è la parte bella, la passione che trascina il birdwatching, voi pensate pure quello che vi pare.
Attesa BSP - Foto di Pulotto |
Contemplazione BSP |
Luì di Pallas |
Luì di Pallas |
Luì di Pallas |
Luì di Pallas |
Luì di Pallas |
So cosa state pensando. Facile girare per un’isola zeppa di rarità che richiamano su di loro la vostra attenzione con squillanti emissioni vocali. Nei nostri (e vostri) sogni, forse. Intanto bisogna entrare nella mentalità che ogni singolo animale va osservato, ascoltato e documentato con la dovuta attenzione e cautela, perché non tutti i CALANDRI immaturi e particolarmente screziati sono BLYTH, non tutti i FANELLI sono nordici (anzi, forse nessuno), non tutti i PRISPOLONI dal disegno marcato sono INDIANI (nemmeno se si alternano a comparire nello stesso luogo), non tutti i PIGLIAMOSCHE sono PETTIROSSI (e neppure TIRRENICI), non tutti i LUI’ sono rarità (anche se qualche dannato GROSSO si permette di avere un sopracciglio particolarmente stravagante), non tutti i CULBIANCHI sono davvero ISABELLINI (ma qualcuno anche sì), non tutte le CALANDRELLE sbiadite sono ALLODOLE DEL DESERTO MINORI.
Calandro - foto di Igor Maiorano |
Calandro - foto di Igor Maiorano |
Fanelli |
Prispolone |
Pigliamosche |
Luì grosso |
Luì grosso |
Culbianco |
Culbianco isabellino |
Culbianco isabellino |
Calandrella |
Calandrella |
E le specie “comuni” poi sanno mascherarsi con i piumaggi più stravaganti, tanto che i CODIROSSI e i CODIROSSI SPAZZACAMINO possono assumere toni inconsueti, orientaleggianti, ibridi ed indefinibili.
Codirosso |
Codirosso |
Codirosso |
"Codirosso" X x YZ- Foto di Igor Maiorano |
Codirosso spazzacamino |
Per non parlare dei SALTIMPALI che andrebbero fotografati tutti (in volo, con coda ed ali aperte, ovviamente), ma quelli che si lasciano spavaldamente avvicinare non hanno nulla di variegato da nascondere.
Saltimpalo |
Quante rarità davvero ci sono sull’isola non lo sapremo facilmente. Qualcuno continua ad interrogarsi su come sia possibile contarle e sapere con precisione che non ci siano doppi conteggi e sovrapposizioni. Non voglio entrare nel merito della questione. Il giorno che capiterete a Linosa forse avrete modo di comprendere la situazione meglio e più da vicino. Posso dirvi che la conta dei LUI’ FORESTIERI (che qui sono regolari e, spesso, numerosi, ma nel resto d’Italia, eccetto su alcune piccole isole, continuano ad essere di comparsa scarsa, se non rari ed addirittura accidentali in alcune località e regioni, ed è proprio la fenologia a rendere opportuna e necessaria la loro documentazione ogni volta che compaiono altrove, non dimentichiamocelo) si basa sui “siti” in cui si manifestano ed in cui decidono di soffermarsi più o meno a lungo, in contemporanea alla comparsa di altri individui altrove. Sono gli stessi? Sono diversi? Esiste un solo unico LUI’ FORESTIERO ubiquitario che gira eternamente per Linosa?
Luì forestiero - Foto di Igor Maiorano |
Luì forestiero |
Luì forestiero |
Luì forestiero |
Lascio a voi la libertà di pensarla come vi pare, ma vi racconto un aneddoto. Non riguarda il LUI’ FORESTIERO stavolta, ma il PIGLIAMOSCHE PETTIROSSO. Il giorno in cui siamo sbarcati a Linosa un individuo “immaturo” si è mostrato a più riprese dai suoi posatoi all’interno di un giardino che negli anni si è dimostrato prodigo di soggetti di questa specie, tanto che nel 2019 proprio in quel giardino Luciano era riuscito a trovare un soggetto maschio adulto (una rarità anche per l’isola, alla faccia di chi in giro per l’Italia dice di vedere maschi adulti fuori periodo e senza un briciolo di foto). Questo “immaturo” si è fatto vedere, sentire e fotografare per un paio di giorni, poi, come da consueta indole della specie, si è apparentemente reso schivo e ritroso. Tuttavia, all’alba del terzo giorno, il suo richiamo è resuscitato e si è fatto nuovamente sentire dai medesimi alberi. Nulla di straordinario, se non fosse che quando si è palesato allo scoperto presentava una vistosa macchia arancio sul suo petto. In sostanza, nottetempo, l’immaturo aveva abbandonato la sua dimora che era stata rapidamente riallocata ad un individuo adulto.
Pigliamosche pettirosso |
Pigliamosche pettirosso |
Pigliamosche pettirosso |
Questo per complicare ulteriormente la “stima” degli animali presenti, perché alcuni siti sono privilegiati rispetto ad altri, con soggetti diversi che si alternano a colonizzarli. Giusto a dire che se pensate che il numero di individui presenti sia “sovrastimato” forse dovete rivedere le vostre valutazioni. Anche perché non tutti gli animali presenti sull’isola si manifestano in modo plateale. Tenete presente che il RADDE non ha mai emesso un vocalizzo e il PALLAS in tutto il tempo che l’ho tenuto d’occhio si è prodotto in un solo unico timido cinguettio. Anche un'altra creaturina non ha mai vocalizzato pur concedendosi a numerosi scatti (controluce). Questo sbiadito LUI’ “FORESTIERO” avrebbe potuto degnarsi di fare almeno un cenno di saluto per escludere l’opzione “HUME” che ancora manca all’appello a Linosa.
Luì "forestiero" sbiadito e silenzioso |
Luì "forestiero" sbiadito e silenzioso |
Luì "forestiero" sbiadito e silenzioso |
Luì "forestiero" sbiadito e silenzioso |
Giusto per sfizio, ci teniamo in sospeso anche LUI’, aggiungendolo all’elenco di quegli animaletti che non hanno voluto farsi intercettare, dal potenziale “Codirosso algerino” (che ha richiamato distintamente due volte, per poi darsi alla macchia), a tutti quei richiami in volo (di Anthus ed Emberiza) che non si sono materializzati in nulla di concreto, ai rapaci che non abbiamo ancora la preparazione per discriminare con un semplice colpo d’occhio, specie quando sono lontani, quanto anatidi e gabbiani che attraversano distanti (troppo distanti) il mare. Mare che pullula di BERTE MAGGIORI e MINORI. Mai come quest’anno così tante, almeno loro. E godiamocele, per quanto ci è concesso.
Berta maggiore |
Berta maggiore |
Berta maggiore e Berta minore - Foto di Pulotto |
Berte minori |
Panoramica di Berte - Foto di Pulotto |
Danzano su un mare limpido, trasparente, calmo, fin troppo calmo. E caldo, davvero troppo caldo. Con temperature dell’acqua che raggiungono i 25° a fine ottobre. Inevitabile decidere di dedicarsi al turismo balneare piuttosto che al birdwatching desertico. Nulla da meravigliarsi poi se durante il trasferimento verso la spiaggia compare una MONACHELLA DEL DESERTO sulla scogliera che avete (Igor, seguito dagli altri) per le vostre immersioni.
Contemplazione balneare (più che BSP) - Foto di Pulotto |
Monachella del deserto - Foto di Pulotto |
Monachella del deserto - Foto di Pulotto |
Anche qui, meriterebbe
approfondire come è stato possibile condividere questa osservazione con gli
altri, dalla zona più oscura (telefonicamente parlando) dell’isola, con Miky
che raggiunge il telefono fisso di una casa privata, contatta Luciano
(temporaneamente) a Lampedusa e lui (tra le lacrime, meritandosi il premio “Fair play – Big Year
Contemplazione BSP |
Monachella del deserto |
Monachella del deserto |
Monachella del deserto |
Mare caldo, clima torrido, deserto che avanza. AVERLA capita in tempo la lezione no? Che poi qui ci addentriamo in una questione ancora più complessa di quella climatica. La sistematica delle Averle. Rassegniamoci all’idea di vederla trasformarsi ELEGANTEMENTE sotto il nostro naso e sotto i nostri occhi. Ed indipendentemente da come sia attualmente classificabile (che poi non sarebbe male inserire una voce idonea per definirla univocamente sulle varie banche dati), AVERLA DEL DESERTO o meno che sia, accontentiamoci di contemplarla da vicino ed ascoltare, ammirati, i suoi riprovevoli borbottii.
Averla maggiore ssp. elegans |
Averla maggiore ssp. elegans |
Deserto dicevamo. Perché a vagare ostinatamente per l’isola la consapevolezza è grossomodo quella. Migrazione labile, impalpabile ed inconsistente. Numeri scarsi, contingenti prossimi ad esaurirsi su tutti i fronti. Resistono apparentemente, nel bene e nel male, i PETTIROSSI. Vivi, morti o ics.
Pettirosso vivo - Foto di Pulotto |
Pettirosso ics |
Pettirosso morto |
Scusate la crudezza delle immagini, ma testimoniamo la realtà. I morti si contano per strada. Quest’anno pare che il numero dei felini sia calato rispetto all’anno precedente (anche di loro il destino ha reclamato lo scalpo, chiudete gli occhi alla prossima immagine, sappiate che il RADDE vagava incuriosito intorno a queste incartapecorite spoglie) ma la mattanza continua.
Felino mummificato |
Felino vivo - Foto di Pulotto |
Non sono solo i passeriformi a farne le spese. Invertebrati, rettili e piccoli mammiferi rientrano nel computo totale.
Bruco in cerca d'autore |
Aracnide in fase di ristrutturazione |
Geco versione dinosauro - Foto di Pulotto |
Lucertola sicula |
Quel che resta del Gongilo, con Gheppio - Foto di Pulotto |
Anche se effettivamente abbiamo una documentazione che dimostra l’estrema sensibilità dei ratti al flatulente odore dei nostri piedi e le traumatiche conseguenze che ne derivano.
Ratto approcia il piede |
Ratto stordito e sconsolato |
Perché in fondo siamo noi umani i veri responsabili. Sempre. Con le nostre convinzioni insane, le nostre perversioni, i nostri fanatismi. Che poi, tra le altre cose, devo ancora capire che cosa possono cacciare gli isolani. Qualcuno mi dice i conigli, qualcuno i migratori. Ad ogni modo, se cacciano i conigli, continuano ad utilizzare i noti richiami elettroacustici per attirarli e insistono nel tentativo di colpirli al volo, in cielo, mentre migrano mansueti.
Coniglio migratore delle isole |
Poco alla volta stiamo esaurendo le scorte di esseri viventi presenti sul Pianeta e sull’isola. Ma non ci diamo per vinti e continuiamo a vagare. Le spettacolari acrobazie di un giovane di ALBANELLA PALLIDA non possono lasciarci indifferenti e neppure i colori contrastati del GUFO DI PALUDE posato allo scoperto sulle nere rocce vulcaniche.
Albanella pallida - Foto di Pulotto |
Gufo di palude |
Ma ogni creatura è degna della nostra attenzione. Dai PASSERI “D’ITALIA”, che sulle isole siciliane hanno ben poco da invidiare al piumaggio dei loro consimili sardi, ai MERLI, che presenze fisse nei nostri giardini si trasformano creature mistiche, rare, sfuggenti ed infotografabili a Linosa.
Passera "d'Italia" (delle isole siciliane) |
Merlo (esiste, ne ho le prove) |
Così come mille altre singole comparse, sdegnate quotidianamente altrove della nostra attenzione, diventano sull’isola motivo di attenzione perché assai più rare per esempio di quei fantomatici ed ubiquitari FORESTIERI. Dal FIORRANCINO alla PEPPOLA, dal COLOMBACCIO alla COLOMBELLA, dal FENICOTTERO alla FOLAGA al PIOVANELLO PANCIANERA.
Fiorrancino |
Peppola |
Colombaccio |
Colombella |
Fenicottero |
Folaga |
Piovanello pancianera |
Un giorno forse anche quella piccola popolazione di GALLI e GALLINE sfuggita a gabbie e recinti e che vaga ormai baldanzosa sul lato sud occidentale dell’isola verrà considerata “naturalizzata” e diventerà motivo di pellegrinaggio per i Twitchers più estremi.
Gallo selvaggio |
Quel giorno, vagando per l’isola, i nuovi arrivati avranno modo di incontrare altri strani personaggi dei quali vi fornisco (con modalità anonime) i singoli identikit. E’ il mio modo per salutarli e ringraziali tutti, della compagnia, delle esperienze e della vita che abbiamo condiviso (con un abbraccio fortissimo ad ogni singolo membro del MISC).
Foto di Luciano Gelfi |
Foto di Pulotto |
Foto di Pulotto |
Foto di Pulotto |
Foto di Pulotto |
Foto di Pulotto |
Foto di Pulotto |
Ci sarebbero poi anche due inestimabili testimonianze fotografiche che documenterebbero degli eventi rarissimi, ovvero la prossimità di un ramingo ad un tavolo apparecchiato (sebbene in assenza di cibo) durante le ore diurne della giornata ed addirittura una foto in cui, apparentemente, si nutre. Ma pare che questa sia un’elaborazione postuma. Un palese FAKE.
Foto di Pulotto |
Foto di Pulotto |
E con questo, la nostra esperienza Linosiana anche per quest’anno si conclude. Con un mare incredibilmente liscio ed un traghetto che ci trasporta placido verso Lampedusa.
Ore 16.00, calma piatta |
Lampedusa al tramonto |
E’ tutto finito dunque? Nemmeno per idea. Ci pensano due giovani (anzi quattro) preparati ed entusiasti esploratori a rianimare l’ultimo giorno del nostro viaggio.
Vireo 2.0, Jacopo Bianchi e Luca Bergamaschi - Foto di Pulotto |
Sui rami di quel carrubo in fiore hanno appena scoperto una di quelle creature che da sole riescono a ribaltare le viscere di chi le osserva e, con una platea delle grandi occasioni ed un magistrale Silvio a dirigere il coro, in un rappresentativo passaggio del testimone tra “passato” e “presente” (con tre testimoni del primo convenuti rapidamente a “twitchare” il secondo), il VIREO OCCHIROSSI diventa inequivocabilmente A-2 per l’Italia (e per le Pelagie).
Sul palco del Vireo |
Vireo occhirossi dietro un sipario di rami |
Vireo occhirossi dietro un sipario di rami |
Con un contorno di LUI’ FORESTIERI, CULBIANCHI ISABELLINI, FALCHI DELLA REGINA, FALCHI PELLEGRINI (SIBERIANI), AVERLE MAGGIORI (ELEGANTI), PRISPOLONI INDIANI, PISPOLE GOLAROSSA, STERPAZZOLE DELLA SARDEGNA e viandanti al loro ultimo giorno di peregrinazione smarriti tra le ubiquitarie PERNICI ROSSE, anche Lampedusa ci fa la sua porca (si può dire?) figura.
Falco della regina - Foto di Pulotto |
Falco pellegrino |
Averla maggiore ssp. Elegans |
Prispolone indiano |
Pispola golarossa |
Sterpazzola della Sardegna |
Raminghi allo sbando - Foto di Luca Nigro |
Pernici rosse |
L’ora di andare è giunta. Nottetempo ed in ritardo colossale anche Igor è dei nostri. Come ci sentiamo? Le espressioni sui volti non lasciano spazio ad equivoci.
Si torna a casa (Senza parole) |
Resta il tempo per salutare e ringraziare tutti i compagni di viaggio, quelli che abbiamo incontrato a Lampedusa al nostro arrivo, che ci hanno accolto e ci hanno scarrozzato per ore, quelli che ci hanno sopportato per tutta la permanenza (o anche solo in parte) a Linosa e quelli che, nuovamente a Lampedusa, ci hanno recuperato, sfamato e accompagnato (condividendo le loro eccezionali scoperte) nell’ultimo giorno del viaggio. Diverse decine di volti e nomi. A tutti un abbraccio forte ed un grazie dal più orso dei vagabondi e dal più socievole Pulotto.
Qui sotto l’elenco delle specie “contattate” (incluse quelle non “omologate”) con indicazione del luogo (Li o La a seconda che siano state osservate Lì a Linosa o Là a Lampedusa), i numeri per quelle più scarse e la specifica “Pulotto” se io in quel momento, come al solito, ero sperduto chissà dove e le ho irreparabilmente mancate…
1. Pernice rossa (La)
2. CODONE (1 Li)
3. ALZAVOLA (1 Li)
Anatidi indet. (5 Li – distanti in volo sul mare diretti a sud)
4. FENICOTTERO (1 Li)
5. Piccione domestico
6. COLOMBELLA (1 Li)
7. Colombaccio (1 Li)
8. Tortora selvatica (1 La)
9. Tortora dal collare
10. Rondone pallido (2 Li)
11. PORCIGLIONE (1 Li)
12. FOLAGA (1 Li)
13. Berta maggiore
14. Berta minore
15. TARABUSO (1 Li)
16. Nitticora (1-2 Li)
17. Airone guardabuoi (11 La)
18. Airone cenerino
19. AIRONE ROSSO (1 Li)
20. Garzetta (5 Li)
21. Cormorano
22. Occhione (2-3 La)
23. PIVIERE TORTOLINO (1 Li)
24. Corriere grosso (1 La)
25. Piovanello pancianera (1 Li)
26. CROCCOLONE (1 Li – Pulotto)
27. Beccaccino (2 Li, 1 La)
28. Piro piro piccolo (1-2 La)
Gabbiano indet. (2 Li – distanti, molto chiari, probabili corallini)
29. Gabbiano comune (5 Li)
30. Gabbiano reale
Sternide indet. (2 Li – distanti, chiari, possibili beccapesci)
31. STERNA MAGGIORE (1 Li)
Rapace notturno indet. (1 Li – in volo all’alba, gufo comune / gufo di palude)
32. Barbagianni (1 Li, 1 La)
33. GUFO DI PALUDE (1-2 Li)
34. Falco pescatore (1 La)
35. Falco pecchiaiolo (1 Li)
Albanella indet. (1 Li – non documentato, maschio 2cy pallida / minore)
36. Falco di palude
37. Albanella reale (1 Li – Pulotto)
38. ALBANELLA PALLIDA (2-3 Li)
39. Sparviere
40. Martin pescatore (1-2 Li)
Falco sp. (2-3 Li – possibile calidus e regina / pellegrino)
41. Gheppio
42. FALCO DELLA REGINA
43. Smeriglio (2-3 Li, 1 La)
44. Lodolaio (2-3 Li)
45. Falco pellegrino (+ 1 siberiano La)
46. VIREO OCCHIROSSI (1 La)
47. AVERLA MAGGIORE (ELEGANTE) (1 Li, 1 La)
48. Calandrella (1 Li)
49. Allodola
50. Balestruccio (2 Li)
51. Rondine
52. Rondine montana (2 Li)
Phylloscopus indet. (3 Li – richiamo di Pallas, possibile Radde, “Forestiero” sbiadito e silenzioso)
53. LUI’ FORESTIERO (10-11 Li, 2 La)
54. LUI’ DI PALLAS (1 Li)
55. Luì grosso
56. Luì piccolo
57. LUI’ DI RADDE (1 Li)
58. Capinera
59. Beccafico
60. Occhiocotto
61. Sterpazzolina
62. Sterpazzola della Sardegna (4-6 La)
63. Storno
64. Tordela (2-3 Li)
65. Tordo bottaccio
66. Merlo (3-4 Li)
67. Merlo dal collare (1 Li)
68. Pigliamosche (3-4 Li)
69. Pettirosso
70. “PETTAZZURRO” (1 Li – Pulotto)
71. PIGLIAMOSCHE PETTIROSSO (3 Li)
Codirosso indet. (verso di algerino)
72. Codirosso spazzacamino
73. Codirosso
74. Passero solitario
75. Saltimpalo
76. Culbianco
77. CULBIANCO ISABELLINO (1 Li, 1 La)
78. MONACHELLA DEL DESERTO (1 Li)
Regulus sp. (1-2 Li – Regolo / Fiorrancino)
79. Regolo (1 Li, 1 La)
80. Fiorrancino (2-3 Li)
81. Passera scopaiola
82. Passera “d’Italia”
83. Passera mattugia (2-3 Li)
Anthus indet. (4 Li – 3 possibili prispoloni indiani, 1 calandro / calandro maggiore)
84. Prispolone (2-3 Li)
85. PRISPOLONE INDIANO (1 Li, 1 La)
86. PISPOLA GOLAROSSA
87. Pispola
88. Cutrettola
89. Ballerina gialla
90. Ballerina bianca
91. Fringuello
92. Peppola (1-2 Li)
93. Frosone (1 La)
94. Fanello
95. Lucherino
Passeriforme indet. (1 Li - zigolo boschereccio / minore)
96. Strillozzo
97. ZIGOLO BOSCHERECCIO (1 Li)
98. ZIGOLO MINORE (1 Li)
....non avevo dubbi che Linosa fosse un posto spettacoloso ; ...dopo aver visto e letto il report penso che sia fantastico ! rob. gildi
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