Vorrei potervi guardare negli
occhi, abbozzare un sorriso invisibile, celato dalla complicità della
mascherina, e con la spensierata serenità dell’incoscienza dirvi che andrà
tutto bene. Davvero vorrei poterlo fare. E crederci. Credere che ogni ostacolo,
ogni contrattempo, ogni disavventura, ogni drammatico inconveniente che stiamo affrontando
si dissolverà nel tempo di un respiro, come ogni incubo che si rispetti di
fronte al travolgente impeto del sorgere del sole. Se non fosse che ogni nuova
alba tende a confondere ed inquietare il nostro risveglio somigliando sempre
più allo sconcerto di un’imminente invasione aliena.
Gli ultracorpi ormai sono tra
noi, si sono insediati nelle nostre dimore, sono diventati parte integrante
della nostra esistenza, inutile tentare di addomesticarli e metterli in catene.
All’imbrunire sgusciano dalla
porta d’ingresso socchiusa, dagli spifferi delle finestre, dai pertugi dei
camini, sostano per un attimo nel nostro giardino e poi si disperdono nell’Universo
conosciuto, come goccioline in uno starnuto, conquistandolo centimetro dopo
centimetro, senza lasciare spazio ad altri esseri viventi, per poi dissolversi
anche loro all’alba, diventando sostanza intima dei nostri più reconditi
timori.
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Con un grazie a Delia Unfer e sua sorella per la condivisione di questa immagine |
Credo che sia questa l’unica
spiegazione plausibile per giustificare il totale annientamento di buona parte della
popolazione delle specie che fino ad un paio di anni fa incontravamo
regolarmente nelle nostre peregrinazioni e che ora sono merce rara, per non
dire rarissima. Parlo dei piccoli passeriformi, svaniti nel nulla. Localmente si
concentrano intorno alle mangiatoie, talvolta in numeri consistenti (come è
sempre accaduto), ma altrove non li troverete più. Potete camminare per ore,
ovunque (la FESTA DEI NODI insegna…).
Complessivamente, li conterete
sulle dita delle vostre mani. Difficile che abbiate bisogno di ulteriori mani
in prestito. Tanto che potrebbe venirvi il pensiero, per alcuni di loro, che
potrebbe davvero essere l’ultima volta che li incontrerete.
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Pendolino |
Non fraintendetemi. Probabilmente
state pensando che io mi riferisca a specie di nicchia magari legate all’ambiente
rurale in drammatica crisi, come il SALTIMPALO (video di PiZonta), o sensibili ai traumi
atmosferici, tipo il BECCAMOSCHINO, che un anno lo trovi ovunque, a decinaia di
decinaia, e l’anno dopo ne sopravvive uno solo in tutta la regione.
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Beccamoschino - Foto di Paolo Utmar |
No. Parlo di quasi tutte le
specie, comprese le più banali che possono venirvi in mente. Volete che vi
faccia un esempio? La CINCIALLEGRA ce l’avete presente?
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Cinciallegra si nutre su nido di Processionaria - Foto di Paolo Utmar |
Lei, che si adatta ad una
molteplicità di ambienti, in grado di inventarsi una dieta adeguata alle
risorse disponibili, insinuandosi nelle fessure più strette dei contesti
antropizzati. Molti di voi in questi giorni la noteranno nei pressi delle mangiatoie.
Bene. Provate a fare qualche passo. Spostarvi di pochi metri dal vostro
giardino, allontanandovi da quella scorta di cibo che state fornendo di vostra
iniziativa. E farete difficoltà a trovarne una. Immagino che stentiate a
credermi, ma provate a farlo. Dico davvero.
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Orso vagabondo in foto di Fabio Marcolin |
Con l’esperienza delle limitazioni
agli spostamenti abbiamo valorizzato la raccolta dati in ambienti circoscritti.
L’atlante comunale di Udine della Stagione Fredda 2020-21, realizzato solo unanno fa, confermava la presenza ubiquitaria della cinciallegra (a differenza
della CINCIA BIGIA, che si è fatta trovare solo in questi giorni, così come il
PICCHIO NERO).
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Picchio nero in comune di Udine |
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Cincia bigia in comune di Udine |
Anche l’atlante comunale dei
nidificanti di Udine del 2021,
in fase di completamento, ne conferma la distribuzione,
ma con una concentrazione di coppie mediamente compresa tra 1 e 5 per km
quadrato (pallini piccoli e medi). Se vi sembrano tante, pensate che fino ad un
paio di anni fa avevamo la sensazione che ci fosse una coppia in ogni giardino.
E con il sospetto che quest’anno poche nidificazioni siano andate a buon fine,
il timore è che nel 2022 la situazione sarà drammaticamente peggiore.
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Cinciallegra - Atlante nidificanti comune di Udine 2021 - Tringa FVG |
Difficile non disperarsi,
soprattutto quando il nostro vagabondare alla ricerca di queste meravigliose creature
è il solo tentativo che ci rimane per distrarci dai tormentati pensieri dell’inquietante
quotidianità. Percorriamo il silenzio, per ore interminabili, accompagnati da
un ostinato sconforto, rischiando di affondare anche noi nelle Paludi della
Tristezza…
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Foto e auto di Gabriele Zamò |
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Foto e auto di Gabriele Zamò |
Eppure non demordiamo. Ostinati
puntiamo il binocolo oltre l’ostile presente verso un nebuloso futuro.
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Pulotto in foto di Fabio Marcolin |
Sappiamo che corriamo il rischio
di imbatterci nelle creature aliene che si annidano intorno a noi, tentando di
nascondersi come grosse macchie scure in mezzo alle FOLAGHE o comparendo,
mascherate da pagliacci, in località improbabili…
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Cigno nero |
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Anatra mandarina |
Ma accettiamo anche questa
eventualità. Tanto il nostro viaggio ormai prevede che qualunque visione di cui
saremo testimoni, per quanto banale, sarà comunque in grado di sorprenderci. Una
CIVETTA che ci guarda sorniona da un camino. Uno STRILLOZZO che, incurante del
clima, della stagione e della temperatura, si concede al suo bizzarro canto. Un
CIUFFOLOTTO, che dietro l’apparente ingenuità nasconde un’oscura provenienza
tradita dal suo accento…
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Civetta - Foto di Paolo Utmar |
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Strillozzo - Foto di Marta Trombetta |
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Ciuffolotto trombettiere |
E così, pian piano, saliamo di
livello. Passando al PICCHIO MURAIOLO che viene a visitare cave e località
costiere della provincia di Trieste.
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Picchio muraiolo - Foto di Paolo Utmar |
O agli ZIGOLI, con i GOLAROSSA in
particolare che regalano qualche piccola soddisfazione a grandi e piccini,
mentre il premio “Colpaccio del mese” se lo merita Pier che riesce a intercettare
lungo il suo percorso il fantomatico vagabondo DELLA LAPPONIA (qui il link con
le foto https://www.ornitho.it/index.php?m_id=54&backlink=skip&mid=409623
)
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Zigolo golarossa - Foto di Marta Trombetta |
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Zigolo golarossa - Foto di Marta Trombetta |
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Zigolo golarossa - Foto di Fabio Del Piccolo |
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Zigolo golarossa |
I rapaci poi (specie se indossano
piumaggi abominevoli che ci lasciano perplessi) riescono sempre a portare
scompiglio nelle nostre sensazioni, come un’ALBANELLA REALE in mezzo agli
STORNI, un’AQUILA REALE tra i GRACCHI ALPINI, un FALCO PELLEGRINO in mezzo al
nulla…
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Fantomatico rapace soprannominato la Poiana di Ronch - foto di Paolo Utmar |
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Storni - Foto di Paolo Zonta |
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Albanella reale - Foto di Paolo Zonta |
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Albanella reale con storni sullo sfondo - Foto di Paolo Zonta |
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Aquila reale con sfondo di gracchi alpini - Foto di Marta Trombetta |
… oppure, per quelli che amano le
emozioni forti, come un’AQUILA DI MARE tra le FOLAGHE (o semplicemente in
transito nella Stratosfera, come quella che osserva Angelo in RNR Valle Canal
Novo).
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Aquila di mare su folaghe - Foto di Silvano Candotto |
Ecco, le Riserve Naturali
Regionali (dove i cani vanno opportunamente tenuti al guinzaglio, a differenza
di quanto ci insegna la cultura mediatica “Provinciale” …) corrono davvero il
rischio di trasformarsi in oasi residue del nostro territorio, quasi fossero
ormai le uniche mangiatoie del nostro giardino invernale, frequentate da
creature leggendarie come le famigerate OCHE LOMBARDELLE MINORI o le redivive
OCHE GRANAIOLE.
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Oca lombardella minore con oca lombardella - Foto di Silvano Candotto |
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Oca granaiola con oche lombardelle e selvatiche - Foto di Silvano Candotto |
Che poi, per essere onesti,
alcune specie sono ancora presenti in numeri consistenti, soprattutto se non si
parla di passeriformi. Tra gli uccelli acquatici in particolare potreste
ritrovarvi in pieno centro urbano un dormitorio con quasi un migliaio di AIRONI
GUARDABUOI. Oppure attendere il tramonto in una zona industriale della
periferia del medesimo centro urbano in compagnia di alcune migliaia di
GABBIANI REALI, tra i quali sicuramente si celano ospiti più rari, dall’aspetto
e l’andatura di pollastri…
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Gabbiano reale pontico con gabbiano reale |
Niente in confronto con l’andatura
da pollastro di questo altro individuo, ripreso con il telefonino da Matteo De
Luca in una radura alpina. Serve che vi dica il suo nome o per il GALLO CEDRONE
possiamo fare un’eccezione?
Insomma, la verità è che fino a
quando riusciremo ancora a sorprenderci non sarà davvero finita. Che sia per
una sola STROLAGA MEZZANA solitaria comparsa nel laghetto cittadino della
Burida a Pordenone o che sia per le settanta che nuotano insieme sotto il naso
di Silvano nelle acque della RNR Foce Isonzo (Go).
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Strolaga mezzana - Foto di Fabio Marcolin |
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Strolaghe mezzane - Foto di Silvano Candotto |
Di sicuro, consapevoli dei
pericoli che corrono a sottovalutare la nostra umana presenza, la sconcertante
confidenza di alcuni limicoli continuerà a lasciarci sbalorditi.
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Piovanelli pancianera a pochi metri |
Irrilevante
che si tratti di uno dei rari CORRIERI GROSSI novembrini o di una truppa dei
migliaia di PIOVANELLI PANCIANERA svernanti.
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Corriere grosso |
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Piovanello pancianera |
Correremo anche il rischio di
divertirci in mezzo a loro, cercando di leggere quei curiosi messaggi
trasportati da anelli e bandierine che tentano invano di nascondere nell’acqua o
tra le zampe nelle loro instancabili scorribande (dove io mi accontento di 2,
Silvano ne snocciola una ventina…).
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Piovanello pancianera UHV in mezzo ai compagni di merende |
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Piovanello pancianera NVC |
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Piovanello pancianera NVC |
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Piovanello pancianera NVC |
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Piovanello pancianera NVC |
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Piovanello pancianera NVC |
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Piovanello pancianera NVC |
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Piovanello pancianera NVC |
Proviamo allora a concludere con
un’immagine meno cupa di quella iniziale, con un briciolo di speranza nel
futuro, con un sorriso ingenuamente beato che potrebbe essere semplicemente quello
stimolato dall’inaspettato incontro con una baldanzosa CINCIALLEGRA (confidando
che i lettori, in particolare quelli di madrelingua anglosassone, non
fraintendano questa frase… o forse sì?).
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Gabriele Zamò che pensa alla Cinciallegra - foto di Fabio Marcolin |