lunedì 22 novembre 2021

Tringa in umido: la festa dei nodi in FVG


C’era un precedente…un unico precedente che lasciava una speranza che questa volta non potevamo che essere più fortunati. Sicuramente voi non avete memoria della scorsa festa dei nodi Tringa. Me la ricordo bene io l’acqua, tanta acqua che arrivava da tutte le parti. Una domenica di diluvio preceduta da una settimana di diluvio. 
Questa volta invece le settimane precedenti alla data scelta per la festa dei nodi ci hanno regalato giornate di sole splendente, che hanno spronato il nostro capitano Gabriele ad organizzare con ottimismo una scampagnata nella mistica zona delle risorgive, in quell’angolo di paradiso ricreato in mezzo al piattume dei campi coltivati della bassa pianura friulana che prende il nome di Biotopo delle risorgive di Flambro. 

Foto di Paolo Zonta

Foto di Fabio Marcolin

Foto di Fabio Marcolin

Foto di Fabio Marcolin


E a conclusione della mattinata, dopo avvistamenti eccezionali immersi nella natura dei prati umidi, delle olle di risorgiva e delle torbiere circondate da olmi e ontani neri, una scorpacciata di carne alla griglia e tanti saluti conviviali attorno ad una lauta tavolata. Tutto perfetto. Se non fosse che le previsioni del sabato precedente danno poche speranze al sole. 



La nebbia della bassa pianura friulana vince sull’ottimismo della squadra Tringa, abbattendo il morale di Gabriele, ma non l’intraprendenza degli altri componenti che si ritrovano al parcheggio del biotopo muniti di giacche, stivali e stivaloni…per combattere l’umidità della nebbia nell’umidità dell’ambiente.


Foto di Paolo Zonta

Foto di Gabriele Zamò


Nemmeno il tempo di partire che ci sorvola uno stormo di anatidi…no aspettate, sono limicoli…ma siamo ancora tutti troppo distratti dai saluti per osservare con attenzione i 15 beccaccini che si allontanano velocemente nello sfuocato orizzonte. Tutti tranne uno…ma serve che vi dica chi è l’unico visionario che riesce a centrare a binocolo i puntini in cielo e trasformarli così da puntini alati a beccaccini? 




Il sussulto iniziale per questo fugace avvistamento viene però velocemente sostituito dallo sconforto generale per il silenzio spaventoso che durante la prima parte di percorso avvolge il gruppo. 

Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta

Foto di Matteo Toller

I migliarini si fanno sentire dal canneto ma non ci danno la soddisfazione di farsi vedere, solo una cinciarella fa capolino da dietro i giunchi, e l’azzurro della sua testolina rallegra almeno per un momento i ragazzi che riescono ad inquadrarla con i loro binocoli. E poi di nuovo la sensazione del vuoto vivente attorno a noi. Rompono il silenzio gli spari lontani dei cacciatori, abbastanza contradditori in quella che dovrebbe essere un’area protetta, e tutti ci chiediamo poi a che cosa sparino, visto la scarsità generalizzata di qualsiasi forma di vita all’infuori di noi rumorosi e parlottanti umani. 

Foto di Matteo Toller

Ci rincuorano i momenti in cui all’improvviso uno stormo di codibugnoli ci circonda saltellando sul fogliame del boschetto che stiamo attraversando. Tra questi ne osserviamo uno dalla testa particolarmente bianca. Ieri nessuno riesce a fotografarlo, ma la settimana scorsa proprio nello stesso punto l’avevo osservato tra i suoi compagni di combriccola anche io, riuscendo a scattargli un paio di foto che però ci consentono solo di classificarlo come “codibugnolo dalla testa bianca”. 




Dove il sentiero si fa più fangoso la speranza è che dalle acque basse delle torbiere si alzi un frullino....o almeno un beccaccino...gli stivali avanzano tra le melme e le pozzanghere, ma l'unica cosa che da poco distante si ALZA è….un’ALZA-vola. Che altro poteva essere! 
Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta

Foto di Matteo Toller


Un altro piccolo sorriso ce lo regala il picchio cenerino che probabilmente incuriosito dai nostri borbottii ci sorvola a poca distanza, non dandoci però il tempo nemmeno questa volta di scattargli almeno una foto documentativa.

Foto di Matteo Toller

Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta


Maggior soddisfazione, almeno ai bambini, la danno i picchi verdi in alimentazione nel prato. La loro testa rossa compare e scompare tra l’erba, ma riusciamo ad inquadrarla ugualmente nel cannocchiale, permettendo ai giovinotti di osservarli con attenzione. 


Foto di Gabriele Zamò

Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta


Il rientro verso le macchine conferma la sensazione che tutti abbiamo avuto fin dall’inizio, un silenzio che denota un’assenza di vita alata che fa paura, rotto solo da un usignolo di fiume che canta dal canale, una passera scopaiola che si finge una foglia o un picchio muratore e un rampichino comune che si arrampicano sui tronchi. 



Foto di Matteo Toller

Foto di Matteo Toller

Foto di Matteo Toller


Con un po’ di nostalgia e preoccupazione nel cuore, cerchiamo conforto nella bella compagnia della giornata, e nella splendida cornice del mulino Braida cerchiamo di metterci in posa per la foto di gruppo di rito, un po’ disordinati ma tenendoci stretto quel sorriso che ci fa conservare una scintilla di serenità e speranza. 




Come la curiosità dei bambini, quelli giovani e quelli più cresciutelli, indaffarati nell’osservare come funzionano le pale del mulino ad acqua. 


Foto di Gabriele Zamò


E’ ora di concludere la festa come da programma, con un abbondante pranzo, chiacchiere, risate, preziosi momenti in compagnia e nuovi giochi di carte da scoprire. 

Foto di Fabio Marcolin

Foto di Matteo Toller

Foto di Matteo Toller

Foto di Matteo Toller


Gli ultimi saluti fuori dal ristorante ci regalano un gruppetto di pispole in volo sopra le nostre teste e il rientro verso casa riserva l’ultima sorpresa dei curiosi corvi comuni a passeggio in mezzo alla strada. 

Foto di Matteo Toller

Foto di Matteo Toller

Un grazie di cuore a tutti i partecipanti alla giornata, a chi ha potuto accompagnarci solo per una parte della mattinata, a chi è riuscito a raggiugerci per il pranzo, a chi ha condiviso pensieri e sorrisi dalla mattina al dopo pranzo. 
E un abbraccio grande ai Tringa vicini e lontani che non sono riusciti ad essere presenti, ma che con il pensiero erano con noi, agli amici che tanto avrebbero voluto raggiungerci o accompagnarci in questa giornata ma che un imprevisto o un impegno hanno costretto a rimanere a casa o ad essere da un’altra parte. 
Speriamo di riuscire presto a festeggiare di nuovo insieme a tutti voi, e magari la prossima volta anche con il sole.

Questo l'elenco delle specie osservate durante l'escursione al biotopo di Flambro (numerate) e quelle osservate lungo la strada verso il ristorante e nei dintorni. Con un asterisco quelle viste (o inventate) da uno solo dei partecipanti (quasi sempre il solito...).

1. Fagiano comune
2. Germano reale
3. Alzavola
Piccione domestico
4. Colombaccio
Tortora dal collare
5. Porciglione
6. Gallinella d'acqua
7. Airone cenerino
8. Garzetta
9. Cormorano
10. Beccaccino *
11. Gabbiano comune
12. Gabbiano reale
(Barbagianni >> borre)
13. Sparviere 
14. Poiana
15. Martin pescatore *
16. PICCHIO CENERINO
17. Picchio verde
18. Picchio nero *
19. Picchio rosso maggiore
20. Ghiandaia
Gazza
Taccola
Corvo comune
21. Cornacchia (grigia)
22. Cinciarella
23. Cinciallegra
24. Usignolo di fiume
25. Codibugnolo
26. Capinera
27. Rampichino comune
28. Picchio muratore
29. Scricciolo
Storno
30. Merlo
31. Pettirosso
32. Saltimpalo *
33. Regolo
34. Fiorrancino
35. Passera scopaiola
Passera d'Italia
36. Passera mattugia
Pispola
37. Spioncello
38. Ballerina gialla
39. Ballerina bianca
40. Fringuello
41. Peppola
42. Lucherino
43. Migliarino di palude

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