E
poi viene il giorno in cui non sai nemmeno più in che mondo stai vivendo. Sei
andato in letargo (diciamo così) per qualche settimana. Era l’unica strategia
possibile per sopravvivere agli eventi. In un inverno "nominale" sarebbe stata la
norma, eppure di questi tempi, inaspettatamente, può ancora succedere. Poi ti
risvegli, poco alla volta, ti stropicci gli occhi e guardi fuori. I tuoi sensi
sono ancora annebbiati. In un silenzio ovattato fai difficoltà a percepire
suoni lontani che ti sembrino familiari. Cerchi di capire se tutto si sia
fermato definitivamente o se in questa apparente immobilità ci sia ancora
qualcosa che si animi, si muova, si riveli in vita. Una sagoma prende forma.
Ecco, ci siamo. Gli occhi non sono pronti ma l’immagine si delinea lentamente.
Si avvicina. Non è possibile riconoscerla ancora ma deve trattarsi di un
difetto nella vista. Si può provare a rinfrescarsi la faccia, strabuzzare gli
occhi, fare delle imbarazzanti boccacce. Adesso non ci sono dubbi, l’immagine è
nitida, chiara, distinta. E la realtà si rivela per ciò in cui si è tramutata
davvero: un mondo nuovo e irriconoscibile. Un mondo popolato da creature
intruse ed estranee, confidenti e fuori controllo, tanto che l’unica
alternativa possibile che si concretizza nella mente è che non siano loro, in
realtà, i veri alieni.
Premio alieno 2025 - Smergo dal cappuccio - Foto di Bruno Delbianco
E’
solo un’allucinazione? No, pare di no. (E se per caso ve lo state domandando la
risposta è “Sì, questo coso vola perfettamente”).
Smergo dal cappuccio pronto all'involo
Ovunque
ti giri, ormai sei circondato. Uno, dieci, cento milioni. Come siano arrivati,
quando e da dove non ha alcuna importanza, il mondo è in mano a nuovi (terribili
e potenti) mostri, inutile ribellarsi, la partita l’hanno vinta loro, hanno le
redini del gioco e, per quanto possa sembrare assurdo, qualcuno li ha voluti nel
posto in cui si trovano e dove noi ora li vediamo (agire incontrollati).
Respira, sorridi ancora una volta e pensa “Niente da fare, l’alieno sono io”.
Ana-Tre mandarine in fuga - Foto di Bruno Delbianco Diamo voce all'Anatra muta (cit.) - Foto di Bruno Delbianco Il brutto anatroccolo - Cigno nero tra reali - Foto di Marta Trombetta Cigni neri crescono - Foto di Bruno Delbianco A chi Struzzo? - Foto di Bruno Delbianco Emù basta però - Foto di Bruno Delbianco
Con questa consapevolezza minimale, che non rinfranca ma almeno attenua lo sconforto, e con le residue risorse si può provare a cercare traccia di ciò che resta dell’universo che conoscevamo e che avevamo imparato a riconoscere e ad apprezzare. Un mondo in cui c’erano ugualmente alcuni aspetti stravaganti che esulavano dalla quotidianità. E di quelli ci accontentavamo.
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Dicevamo... Che di queste piccole stravaganze ci accontentavamo. Tipo, un orpello
di colore giallo intenso poteva fare un’enorme differenza, come fosse l’unico
anello del nostro potere, anche quando veniva indossato come occhiale, per
esempio.
Oche lombardelle minori (e non) - Foto di Silvano Candotto
Oppure
fuso, a restituirci quel colore giallo oro brillante, poi indossato come calza
su entrambe le zampe, a risaltare in un mare di ordinaria quotidianità.
Totano zampegialle minore (e non) - Foto di Simone Scognamiglio
Ci
accontentavamo di poco, o forse no. Forse avevamo bisogno di questi nuovi
protagonisti del Carnevale 2025 per renderci conto di ciò che avevamo e che,
forse, non ci bastava più. Ci siamo abituati troppo bene? Sempre alla ricerca
di qualcosa in grado di stuzzicare le nostre fantasie. Magari un candido invisibile
topolino che si nasconde tra i ciuffi d’erba?
Mimetico Zigolo delle nevi - Foto di Paolo Zonta
Oppure,
per contrasto, un per nulla candido (e piuttosto oscuro) individuo dalle
eleganti sembianze che passeggia tranquillo a pochi passi dal nostro vialetto di
casa…
Cicogna nera - Foto di Paolo Zonta Cicogna nera - Foto di Paolo Zonta
O
una creatura immensa, enorme, con dei poderosi artigli e un becco
sproporzionato, dal quale da un momento all’altro potrebbe scaturire una nube
infuocata?
Aquila di mare - Foto di Maurizio Bertoni
Un
passo indietro allora. Respirare e sorridere. Anche quando respirare costa uno
immenso sforzo di fatica in più. Respirare piano e sorridere ancora più
lentamente. Aprire gli occhi, anche loro sempre più in difficoltà, e
controllare cosa abbiamo in tasca (“Mani… Coltello… Spago oppure niente” [cit.]), in
questa tasca che è il nostro Pianeta. Da dove volete che cominciamo? Proviamo a
partire dagli spiccioli e poi puntiamo alle banconote grosse (prima che quelle
virtuali prendano il sopravvento, come gli alieni del Carnevale)? Dai, proviamo
così. Quegli spiccioli che valgono sempre meno, dimenticati e irrilevanti.
Nemmeno ci rendiamo conto che stanno scomparendo, uno alla volta. Possiamo
provare a dar loro un nome, prima che se ne vadano tutti insieme, in un lampo,
con un unico struggente volo d’addio.
Fiorrancino - Foto di Paolo Zonta Pendolino - Foto di Simone Scognamiglio Saltimpalo migratore (non vuole codice atlante a marzo) - Foto di Stefano Sava Zigolo nero - Foto di Stefano Sava Zigolo nero - Foto di Bruno Delbianco Allodola - Foto di Paolo Zonta Pispola - Foto di Simone Scognamiglio Pispola & Zigolo muciatto - Foto di Simone Scognamiglio Migliarini di palude - Foto di Simone Scognamiglio Peppola - Foto di Simone Scognamiglio Peppole stanno - Foto di Simone Scognamiglio Peppole vanno - Foto di Simone Scognamiglio Fanelli vanno, anche loro - Foto di Bruno Delbianco
Svuotiamo
le tasche e controlliamo meglio. Qualche spicciolo potrebbe essere rimasto.
Ecco, una monetina. Potremmo lanciarla in acqua, nel pozzo dei nostri desideri,
concedendoci il lusso di esprimerne uno. Non lo diremo ad alta voce, ma ognuno
di noi lo terrà stretto nel cuore. (Video [super] di Simone Scognamiglio)
Merlo acquaiolo pronto alla danza - Foto di Simone Scognamiglio
La
nostra monetina nell’acqua prenderà vita? Non ci resta che scoprirlo. Finché
c’è acqua c’è speranza… ? (Ma quanti aridi letti fluviali dovremo attraversare
con gli occhi sbarrati prima di comprendere realmente il significato di queste
parole?)
Germano reale d'alta quota - Foto di Stefano Sava Germano reale a bassa quota - Foto di Bruno Delbianco Siam tre piccoli Fischion(c)i(n) - Foto di Bruno Delbianco Il temibile Orchetto marino - Foto di Stefano Sava Orchi marini schierati in prima linea - Foto di Davide Scridel Geometria di Morette tabaccate - Foto di Angelo Formentin (S)quadriglia di Smerghi maggiori - Foto di Bruno Delbianco
E
dunque, se è vero che finché c’è acqua e vita c’è speranza e che la vita è un
viaggio, allora non meravigliamoci se le sagome immortalate nei nostri scatti
decideranno di non restarsene immobili ma valuteranno l’opportunità di iniziare
la loro danza. (Video [super] di Simone Scognamiglio)
E
la loro danza, dopo i primi passi, prevede una rapida piroetta e un lungo
balzo. Poi, oltre quel balzo, l’infinito del cielo.
Quattrocchi pronti via - Foto di Bruno Delbianco Alzavole alzate e volate - Foto di Paolo Zonta Oche selvatiche vanno - Foto di Paolo Zonta Codoni in coda - Foto di Bruno Delbianco
Cosa
incontreranno nel loro pellegrinaggio celeste? Quali piccoli, grandi e insormontabili
ostacoli? Quali temibili e misteriosi nemici?
L'attesa del Gheppio - Foto di Paolo Zonta Il pellegrinaggio del Falco pellegrino - Foto di Simone Scognamiglio Albanella reale all'alba (nella realtà) - Foto di Luca Rossi Poiana di là - Foto di Bruno Delbianco Falco di palude idem - Foto di Bruno Delbianco Aquila reale ingorda
E
quali di questi temibili nemici si riveleranno a loro nella luce e quali li
attenderanno pazienti per ghermirli nelle tenebre e nel buio incatenarli?
Gufo di palude (uno solo e soltanto)
Alcuni
di loro allora potrebbero cambiare idea, cambiare strada, tornare indietro, magari
solo causa meteo avverso o per attardarsi ingenuamente per l’ultimo insensato girotondo.
(Video di Matteo De Luca)
Airone cenerino a rotta inversa - Foto di Paolo Zonta Aironi guardabuoi tornano - Foto di Paolo Zonta
Altri,
tramortiti dal vento, assumeranno forme ambigue alle quali forse non sapremo dare
un nome corretto. Anzi, potremmo trasformare le loro immagini nel quiz del
mese, lasciando che siate voi ad aiutarci con i nomi. Stavolta la soluzione non
si materializzerà tra una settimana.
Gabbiano reale nordico (salvo smentite) - Foto di Stefano Sava Gabbiani reali con pontico? - Foto di Stefano Sava Gabbiani reali con pontico? - Foto di Stefano Sava Gabbiani reali con pontico? - Foto di Stefano Sava
Tutti
questi ospiti per quanto ancora si soffermeranno? Non ci è dato di saperlo.
Forse il tempo di un riposo o quello di un frugale pasto, forse tutto quel che
resta loro di un’effimera eternità.
Gabbiano comune & Frugale pasto - Foto di Bruno Delbianco Beccaccino riposino nascondino - Foto di Stefano Sava Piro piro piccolo piro etta - Foto di Stefano Sava Piro piro culbianco specchio riflesso - Foto di Stefano Sava Il primo Combattente dell'ultima guerra - Foto di Silvano Candotto
Se
ne avranno l’occasione, anche loro prenderanno il primo volo per le stelle, pur
di sfuggire agli eventi che martoriano l’ultima Terra conosciuta.
Tutti i limicoli in volo (trova il Limnodromo) - Foto di Paolo Zonta
L'ombra del Fagiano di Monte sullo schermo - Foto di Marta Trombetta
E quelli che non riusciranno a scappare si nasconderanno negli ultimi rifugi,
magari in una vecchia foresta popolata di insidiose creature pur tuttavia meno
spaventose degli esseri umani.
Corvo imperiale "Vado a nascondermi" - Foto di Bruno Delbianco Picchio cenerino "Dove mi nascondo?" - Foto di Paolo Zonta Picchio nero "Dove mi nascondo?" - Foto di Niccolò Fagotto Picchio rosso minore "Dove mi nascondo?" - Foto di Simone Scognamiglio Picchio rosso minore "Dove mi nascondo?" - Foto di Bruno Delbianco Gufo comune "Io mi sono nascosto bene" - Foto di Bruno Delbianco
Gli
ultimi tra tutti, infine, quelli che non hanno mai avuto in alcun modo la
possibilità di volare, cercheranno di mimetizzarsi nel migliore dei modi in
quei ritagli ambientali che si trasformano nell’arco di una luna, senza che la
nostra consapevolezza abbia modo e tempo di prenderne atto.
Testuggine palustre europea "Non mi vedi" - Foto di Niccolò Fagotto Caprioli "E' un illusione ottica" - Foto di Paolo Zonta Non dire Gatto selvaggio se non ce l'hai nel sacco - Foto di Luca Rossi
E
noi, alieni ormai al resto della vita che scorre sull’ultimo del pianeti
possibili, non abbiamo che un’unica, labile ed effimera alternativa. Andare
alla ricerca di quell’invisibile drago che un tempo viveva nella nostra anima e
la riscaldava col suo fuoco, confidando che il gelo dell’insensibilità sociale
non abbia estinto definitivamente la sua fiamma.
Trova il Drago Invisibile - Foto di Stefano Sava
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