mercoledì 1 febbraio 2023

Resoconto Mensile Tringa - Gennaio 2023

 

Sopravvivere all’estinzione, un giorno alla volta, istante dopo istante. Questa è la sfida. In silenzio, dall’alba al tramonto e dal tramonto all’alba, resistendo al vento, al freddo, agli ostacoli ed alle ostilità. Ostinati e testardi guerrieri di quella luce che a piccoli passi recupera il terreno perduto, avanzando progressivamente verso una primavera piena di incognite ed incertezze, che conserva tuttavia un sottile sottilissimo Filo di Speranza, uno stelo esile al quale ci aggrappiamo con tutte le nostre forze, guardando oltre il presente, verso un futuro che ancora non vediamo, che ancora non esiste, che ancora, forse, possiamo provare a cambiare, sforzandoci più che possiamo di ritardare per un attimo almeno un altro inevitabile addio…

Gli ultimi guerrieri Basettini

Codibugnolo solitario - Foto di Stefano Sava


Il Sordone nascosto nel bosco - Foto di Marta Trombetta
Ciuffolotti di vedetta sul nulla - Foto di Matteo Giraldi
Certo, è facile nascondersi in un mondo di metafore, mentre l’irreversibile destino rapidamente si compie ed uno scrigno di minuscole perle si svuota, irrimediabilmente, lasciandoci un labile ricordo di presenze sempre più solitarie, testimoniate da singoli, talvolta sfuocati, fotogrammi, memoria vivente, per ora, di quanto domani stenteremo a ricordare, sentendoci confusi, sperduti, sempre più soli, a presidiare il nostro silenzioso, provvisorio e desolato rifugio.
Uno spaesato Codirosso spazzacamino - Foto di Paolo Zonta

La Passera mattugia solista - Foto di Paolo Zonta


Il palo e il Saltimpalo - Foto di Paolo Utmar

Saltimpalo senza palo - Foto di Paolo Zonta

Saltimpalo senza palo - Foto di Paolo Zonta

Saltimpalo senza palo - Foto di Paolo Zonta

Ancora un pasto per il Regolo - Foto di Bruno Delbianco

L'ultimo rifugio dei Migliarini di palude - Foto di Stefano Sava

L'alba del Migliarino di palude - Foto di Paolo Zonta


A stento ricorderemo il nostro nome, la nostra voce, le nostre origini. E chi ci incontrerà non saprà più come chiamarci. Stiamo svanendo, o forse solo sbiadendo. E non abbiamo più coraggio di manifestare la nostra presenza in pubblico. Così di noi resteranno sono degli scatti rubati, ai quali potete anche sforzarvi di dare un titolo, una definizione, ma difficilmente avrete le nostre sonorità a darvi una conferma.

Luì (siberiano) - Foto di Bruno Delbianco

Luì (siberiano) - Foto di Bruno Delbianco

Luì (senza voce) - Foto di Giorgia Corò featuring Luca Rossi

Luì (senza voce) - Foto di Giorgia Corò featuring Luca Rossi

Anzi, vi dirò di più, nel senso letterale della frase. Concedetemi di parlarvi al singolare e di presentarmi. Mi chiamo Hume. Luì di Hume. Negli ultimi anni mi sono trasformato da presenza accidentale a comparsa sostanzialmente regolare, almeno in FVG (o forse devo dire in provincia di Udine, dove alcuni loschi individui pare si siano specializzati tanto che qualcuno è già arrivato ad incontrare dieci miei omonimi). 

Luì di Hume di Salmastro - Foto di Bruno Delbianco

Luì di Hume di Salmastro - Foto di Bruno Delbianco

Luì di Hume di Salmastro - Foto di Bruno Delbianco

Luì di Hume di Torviscosa

Luì di Hume di Torviscosa

Luì di Hume di Torviscosa - Foto di Pulotto

Confesso che ho la tendenza, almeno temporanea, a farmi notare, a causa del mio accattivante richiamo. Vi fornisco un paio di video in cui potete apprezzare le mie prodezze (anzi, le nostre, siamo in due ad esserci fatti notare per ora quest’anno).



Bene. Fin qui non vi ho svelato nulla di nuovo. Ma vi avevo anticipato che “vi avrei detto qualcosa di più”. Ecco. Quel qualcosa di più lo potete trovare nei due video successivi. Perché una volta che avete imparato a conoscere il mondo, con le sue regole, le sue dinamiche, le sue melodie… è proprio il momento perfetto per cambiarle. Se non sapeste che sono davvero io l’autore di queste frivole divagazioni sonore potreste scambiarmi rispettivamente per un Luì bianco orientale e per uno Sweeo acuto ed eccitato. Invece no, sono sempre io, anzi Luì, Hume, Luì di Hume. E mi comporto in modo dannatamente pazzerello.



E visto che ci sono mi permetto di raccontarvi un’altra storia, che non riguarda me nello specifico ma che mi tocca da vicino. Dal cespuglio in cui ho deciso di trascorrere questo mese di gennaio riesco a dare uno sguardo sui campi e sui prati che mi circondano. E ci sono alcune grosse creature candide che hanno deciso di trascorrere il loro tempo appollaiate lì, concedendosi la libertà di piccoli voli da un metro quadro all’altro.

Cigni minori - Foto di Bruno Delbianco

Cigni minori - Foto di Bruno Delbianco

Cigno minore - Foto di Bruno Delbianco

Cigno minore - Foto di Bruno Delbianco

Cigno minore - Foto di Bruno Delbianco

Cigno minore - Foto di Bruno Delbianco

Le conosciamo già, sono i 6 CIGNI MINORI comparsi a dicembre in RNR Valle Cavanata prima e in RNR Foce Isonzo poi. Da gennaio anche loro hanno scelto questo magnetico lembo di terra. Ed anche loro ad un certo punto hanno deciso di stravolgere le regole. Da un giorno all’altro, uno di loro si è trasformato, è cresciuto di taglia, da MINORE è diventato REALE. Per la legge di conservazione della massa e dei cigni sono ancora 6 (vi confesso che almeno per un giorno in realtà erano diventati 7, poi dev’esserci stata una fusione a freddo…), ma in mezzo a loro c’è un intruso.

La banda dei 7, Cigni minori con reale intruso - Foto di Pulotto

La banda dei 7, Cigni minori con reale intruso - Foto di Pulotto

5 Cigni minori con reale intruso - Foto di Bruno Delbianco

E non è tutto. Una volta stravolte le regole, anche i CIGNI REALI hanno deciso di partecipare a questo gioco di “scambio di ruoli”, trasferendosi dalle vaste acque lagunari e costiere a piccoli residui sperduti angoli umidi dell’entroterra dai quali, un passo alla volta, si sono spostati sulla terra ferma, con il solo scopo di ingannare l’occhio dell’osservatore ignaro.

Cigni reali - Foto di Paolo Utmar

Cigni reali sperduti nel nulla - Foto di Paolo Zonta

Cigno reale nei campi - Foto di Paolo Zonta

Cambiare le regole, le arrugginite ed insane dinamiche, le intramontabili convinzioni del passato per adattarsi ai tempi che cambiano, con mentalità flessibile. Questo sarebbe da fare, sempre. E questo sembrano insegnarci i Cigni, in questo mese di censimenti di uccelli acquatici svernanti. Ci insegnano ad allontanarci dalle solite ed inefficaci rotte, per dirigerci verso orizzonti nuovi, inesplorati, adottando strategie diverse, gratificanti, serene. Solo così riusciremo ancora a dare un senso al nostro vagare, al nostro cercare, al nostro crederci ancora. Solo così, esplorando terre nuove (più arate e meno umide) e mai considerate prima, riusciremo a rintracciare i PIVIERI DORATI sperduti ed a trovare il manipolo di OCCHIONI svernanti (oltre 50, mai un numero simile testimoniato in FVG in precedenza in gennaio, mese per il quale erano note solo singole e sporadiche osservazioni).

Il volo dei Pivieri dorati - Foto di Bruno Delbianco

Prova a contare gli Occhioni - Foto di Paolo Zonta

Solo così riusciremo a stanare in mezzo al nugolo di GABBIANI che scorrazzano nei campi (e ci guardano con occhi sospettosi), un PONTICO inanellato qui (sebbene in fuga), un immaturo di NORDICO lì, una creatura aberrante più in là…

Gabbiani reali sospettosi - Foto di Marta Trombetta

Gabbiano reale pontico inanellato (in fuga troppo lesta)

Gabbiano reale nordico tra la folla

Gabbiano reale nordico con Gavina

Gabbiano reale dal becco adunco e chiurlesco

Sulle GAVINE sarebbe da aprire un capitolo a parte, per quando impareremo a riconoscere i segreti viandanti che sicuramente si nascondono in mezzo a loro…

Gavina e compagni - Foto di Bruno Delbianco

Gavina e compagni - Foto di Bruno Delbianco

E’ vero, possiamo continuare a limitare le nostre esplorazioni al mondo che da sempre conosciamo, vivendolo in tutta fretta, senza respiro, senza soddisfazioni, con il solo obiettivo di “doverlo fare”. E’ una scelta tattica anche questa, triste a mio avviso, ma pur sempre una scelta. Ma qualcuno di noi continuerà a concedersi il tempo per osservare meglio l’universo, anche solo per scoprire quale sia la preda del nostro vorace opportunista predatore o del paffuto TUFFETTO (e del perché si diletti insieme ai suoi consimili ad organizzare carnevaleschi trenini sorvegliati dalle FOLAGHE).

Gabbiano reale e anguilla? - Foto di Bruno Delbianco

Tuffetto e Spinarello? - Foto di Niccolò Fagotto

Il trenino dei Tuffetti e la Folaga - Foto di Niccolò Fagotto

O per comprendere quali siano i veri genitori di quelle chimeriche creature che si nascondono in mezzo ad una flotta di anatidi galleggianti senza nome e senza numero (salvo stime improbabili e spesso avventate) o chi si intrufola in coda (anzi CODONA) al seguito degli SMERGHI MINORI.

Anatra sposa a carnevale (con un saluto a Delia e Osvaldo)

Ibrido Moriglione x Moretta tabaccata


Smerghi minori e Morette codone - Foto di Pulotto

Smerghi minori e Morette codone - Foto di Pulotto


Perché a noi piace così. Fermarci un attimo e respirare. Prenderci il tempo per riconoscere le STROLAGHE MINORI dalle MEZZANE (i MARANGONI DAL CIUFFO dai CORMORANI e questi ultimi dai MARANGONI MINORI, specie quando vanno a dormire, video di Matteo De Luca in RNR Foce Isonzo).

Cormorani e Strolaghe mezzane - Foto di Paolo Utmar

Strolaga mezzana - Foto di Stefano Sava

Strolaga minore - Foto di Renato Castellani



Sostare a bordo strada per fotografare un confidente MIGNATTAIO e domandarci (in modo superfluo e retorico) quanto sia più meraviglioso della sua spelacchiata controfigura, l’IBIS EREMITA.

Mignattaio - Foto di Stefano Sava

Ibis eremita - Foto di Stefano Sava

Cercare in mezzo alle legioni di limicoli che dormono tutti gli intrusi nascosti. Leggere gli anelli alle zampe di PIOVANELLI PANCIANERA e CORRIERI GROSSI (fotografandoli pure, perché siano reali e non immaginari…) e scoprire l'identità segreta dei VOLTAPIETRE (video di Pulotto).

Miriadi di limicoli - Foto di Valentina Cecchini featuring Paolo Utmar

Miriadi di limicoli - Foto di Valentina Cecchini featuring Paolo Utmar

Piovanello pancianera dell'Est Europa - Foto e lettura di Pulotto

Un vero Corriere grosso ed il suo anello - Foto di Pulotto


Cercare i BECCACCINI nelle anse delle canalette. Fotografare il mimetico FRULLINO dal trattore in movimento e con il cellulare (“Non ho mai visto un frullino a terra. Ma è successo a Marco Trevisan mentre “taruppava” un incolto in Fosa Vecia a Fiumicello. Non pago, è riuscito a fotografarlo con il telefonino. Evidentemente sono cose che succedono” Parola di Paolo Utmar).

L'angolo dei Beccaccini - Foto di Marta Trombetta

Invisibile Frullino - Foto di Marco Trevisan

Perché il mondo non è solo Bianco o solo Nero. O forse sì?

Corvo comune in bianco e nero - Foto di Paolo Zonta

In questo caso allora le nostre fantasie continueranno ad essere mortificate dalle losche manovre dei Bravi al soldo del Potente di turno, in un eterno accerchiamento senza tregua che ci costringe a celarci irrimediabilmente al mondo per non essere causa di disagio e sofferenza, denudando i sovrani. Tuttavia lo capite anche voi da soli, chi andrebbe valorizzato tra le fragili ma valorose STARNE e le prepotenti ed arroganti CORNACCHIE.

Cornacchie e Starne, l'assedio - Foto di Paolo Zonta

Cornacchie e Starne, l'assedio - Foto di Paolo Zonta

Cornacchie e Starne, l'assedio - Foto di Paolo Zonta

Cornacchie e Starne, la tregua - Foto di Paolo Zonta

La nuova vita delle Starne - Foto di Paolo Zonta

Se questo è il nostro destino, continueremo a preservare i nostri colori a costo di celarli tra le incongruenze di un mondo grigio, tra le ruvidità di un mondo statico e fossile.

Martin pescatore di scorta - Foto di Stefano Sava

Vanessa atalanta dei sassi - Foto di Stefano Sava

Ci acquatteremo tra le zolle, mimetici, attirando l’attenzione solo dei più curiosi, audaci ed intraprendenti esploratori del nostro tempo (fortuna che ancora ce ne sono e che ogni giorno ne spuntano di nuovi, benvenuti!)…

L'Allodola furtiva - Foto di Bruno Delbianco

Allodola e zolle - Foto di Paolo Zonta

Magari un giorno qualcuno si accorgerà di un piccolo dettaglio apparentemente insignificante, che ci trasformerà prima da una zolla ad una creatura vivente. E poi da creatura vivente a miraggio, tanto da costringere la nostra mente (ed il nostro corpo) a viaggiare, per raggiungere un luogo incantato, del quale altri vi hanno già (e bene) narrato. Quel luogo in particolare si chiama Lessinia.

Lessinia e ospiti vari - Foto di Paolo Zonta

Lessinia e Skody - Foto di Paolo Zonta

Lessinia e PiZonta - Foto di Skody

Lessinia e PiZonta - Foto di Skody

Lessinia e PiZonta - Foto di Skody

Ed il dettaglio insignificante è il colore della gola che rende tutto oltremodo straordinario…

Allodola golagialla - Foto di Paolo Zonta

Allodola golagialla - Foto di Paolo Zonta


Perché anche questo può capitare. In un istante magari. Che si materializzi davanti a voi un sogno. E che in un istante svanisca. Quel sogno a gennaio potete chiamarlo NIBBIO BIANCO (e il nome di chi l’ha vissuto lo trovate qui sotto)

https://www.facebook.com/photo/?fbid=5687388854650262&set=a.230089563713579

mentre a noi resta il ricordo di una ricerca vana e la testimonianza di una creatura molto simile a quella sognata, di tutto rispetto anche lei, ma meno onirica e più REALE, o quella del più minuto dei suoi simili.

Albanella reale - Foto di Bruno Delbianco

Albanella reale - Foto di Bruno Delbianco

Minuscolo Smeriglio - Foto di Pulotto

Ma ora mettiamo i sogni da parte, qualcuno bussa alla nostra finestra. Torniamo coi piedi per terra.

C'è nessuno in casa? - Foto di Stefano Sava

Avviso ai naviganti - Foto di Pulotto

E’ quasi ora di scavare il nostro giaciglio quotidiano e rintanarci per la notte.

Picchio cenerino - Foto di Bruno Delbianco

Picchio rosso mezzano - Foto di Bruno Delbianco

Lasceremo il mondo affollato di altrettanto straordinarie presenze, alcune spavalde e senza timore, che potremmo incontrare anche di giorno (specie quando invadono quel lembo di terra che abbiamo ritagliato lo scorso anno per i nostri amici FRATINI e che quest’anno, insieme a loro e a tutti quelli che si uniranno, torneremo a presidiare. Loro intanto sono già lì…)

Caprioli - Foto di Paolo Zonta

Caprioli - Foto di Paolo Zonta

Caprioli - Foto di Paolo Zonta

Invasore alieno nella Spiaggia del Fratino - Foto di Giosuè Cuccurullo

Bentornato Fratino! - Foto di Giosuè Cuccurullo

Altre più timide di cui troveremo solo profumate tracce, altre ancora che si faranno riprendere dai nostri tecnologici occhi in nostra assenza (video di Matteo De Luca in RNR Foce Isonzo).

Gamberetti al miele - Foto di Matteo Giraldi


E visto che siamo all’ora dei saluti, prima che il sole tramonti vi proponiamo un quesito. Anzi due. Prima un quiz visivo. Quale creatura si nasconde nella calda luce della sera?

Foto Quiz - Foto di Stefano Sava

Soluzione al Quiz - Poiana - Foto di Stefano Sava

Poi, un insolito quiz acustico. Con due domande. A quale minuscola creatura si riferisce il Pulotto con il termine gergale che definisce un piccolo escremento? E quale creatura invece nomina l’autista della Sandero, spiazzando il medesimo Pulotto? Una settimana per le risposte. E per nuove fantasie.


Traduzione audio

"Se (il luì di Hume) richiamasse sarebbe figo, lui che arriva lui richiama"
"Hai visto il falco pescatore?"
"No, dov'è?"
"Sul traliccio"
"No!"

 

7 commenti:

  1. A me il gufo sembra un allocco degli Urali, sinceramente l'uccello a cui si fa riferimento nell'audio mi sembra il luì di Hume, l'albero poi sembra lo stesso dei due video degli Hume.

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  2. "Hai visto il falco pescatore?" (?!)

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