sabato 1 settembre 2018

la Settimana della Schiribilla

Dunque, vediamo se ho capito bene.

Questo sito dovrebbe darci la possibilità di condividere con chiunque ne fosse interessato, anche in tempo reale, le nostre osservazioni, liberamente e a tempo indeterminato o almeno fintanto che gli altri canali pubblici preesistenti non saranno svincolati da quell'alone insano di oscurità che sembra averli intorpiditi, annichilendo lo spirito di condivisione e l'entusiasmo degli osservatori, sottomettendoli ad una percezione, probabilmente errata, vai tu a saperlo, di patologico bisogno di possesso e controllo dell'intera cosmogonia ornitologica?

Se è così, mi auguro che, sopita l'inevitabile reazione furibonda e rabbiosa (assolutamente comprensibile se si ritiene che la condivisione di una passione e il desiderio di valorizzare le esperienze altrui, senza prevaricarle e mortificarle, in un contesto in cui la tutela delle specie prevalga realmente, e intendo realmente, sul bisogno personale di anteporre a tutto il proprio nome, sia un atteggiamento scorretto e meschino), sia letto come un segnale, l'ennesimo, per condurre al cambiamento necessario, che riporti la serenità in un contesto che davvero la merita, quello del birdwatching in FVG (e dico birdwatching, non ornitologia, dove la professionalità rischia di fondersi con altri valori), che ha bisogno di sorrisi e non di carichi inutili di energia negativa, accumulati negli anni sempre per gli stessi motivi...

Che dire, possiamo provarci?
Tipo partendo dalla "Settimana della Schiribilla"?

In sostanza, tutto comincia così, un sabato mattina di fine agosto, facciamo finta che sia il 25.

Uno dei vantaggi dell'invecchiamento è che possiamo giustificare con l'età avanzata la pigrizia che ci induce a sveglie sempre più tardive. Dunque non meravigliatevi se è soltanto verso mezzogiorno che comincio a notare la presenza di esseri viventi intorno a me, in particolare risalendo il torrente Cormor (Ud), nei pressi di una località che porta il profetico nome di "Paradiso". Nulla di straordinario, all'apparenza, per il momento, ma siamo in quel periodo dell'anno, dopo il 15 agosto, in cui la migrazione esplode (o almeno dovrebbe, ma dati i tempi di miseria ecologica, percepirla è sempre più difficile) e si realizza il "tutto è dappertutto", che in qualche modo rischia di mortificare e banalizzare la nostra propensione a sorprenderci con la consapevolezza che potrebbe capitarci di incontrare una specie improbabile in un luogo improbabile in qualsiasi momento. Ma noi ci sorprenderemo lo stesso, almeno un pochino.
Così, alle prime marzaiole che si palesano in un canale immissario laterale di destra del Cormor quasi mi sveglio dal mio torpore fino a quel momento addomesticato da gallinelle d'acqua, folaghe e tuffetti (per altro tutti ancora con nidiacei famelici se non addirittura ancora in cova). Mi fermo spaesato a contemplare la loro indifferenza alla mia presenza, mentre nient'affatto che diffidenti continuano a perlustrare il vegetato tratto acquatico. E l'occhio ancora abbacinato da questa visione viene distratto dai movimenti furtivi di un rallide topolinesco sulla sponda opposta, troppo minuscolo per essere una gallinella e troppo cresciutello nelle forme e nei colori per essere un pullastro. Il binocolo non le lascia alcuno scampo. C'è proprio una SCHIRIBILLA, un immaturo, che mi formicola in mezzo alle cannucce sul lato opposto. Si concede alle foto e ai video senza alcun ritegno. Giusto per scatenare la frenesia migratoria anche nei compagni di merende ai quali giungono in diretta. Percorro tutto il resto del canale, riflettendo sul fatto che l'ambiente è davvero adatto a celarne un buon numero. Ma ho la smania di raggiungere la laguna e l'unica ulteriore comparsa anomala è una Moretta tabaccata. 

Abbandono il sito schiribillesco alla volta del famigerato affaccio lagunare denominato amichevolmente Pincarello (Ud), dove mi raggiungerà l'amico PZ. Qui il meteo turbolento e la marea altalenante si limiteranno a concederci, frammisti alla solita ciurmaglia di ospiti consueti, la compagnia di due STERNE MAGGIORI (un adulto che resistendo ai tormenti di un gabbiano reale riuscirà a donare la sua pescesca preda al giovinastro che lo sta seguendo nel suo viaggio migresco) e un FALCO PESCATORE, anche lui fornito di pesciazzo dopo ripetuti tentativi abbozzati, che tuttavia si dirigerà lesto verso il Veneto, come se dovesse riportare alla casa romita il suo bottino. Ma nessuno dei GAMBECCHI FRULLINI osservati giovedì in RNR Foce Isonzo (Go).

Poi, la brama di sfidare il destino ci conduce fino alla foce del Tagliamento (Ud), nella speranza di intercettare prima del tramonto quelle dannate specie che si erano inaspettatamente presentate all'appuntamento di tre giorni prima, uno STERCORARIO MEZZANO in morfismo chiaro, un LABBO in morfismo scuro e, soprattutto, addirittura 18 BERTE MINORI in trenino baldanzoso dirette verso sud ovest. Ma, come potete immaginare, non è sempre mercoledì.

Questo è giusto per darvi una vaga idea di cosa possa succedere di sabato.

Ma torniamo a noi.
Le Schiribille, dicevamo.
Perchè il tenace PZ non lo sazi facilmente con il pesciolino di una STERNA MAGGIORE.
E allora la domenica pomeriggio, se ti impegni, lo puoi trovare appostato lungo una canaletta.
Ed entro breve ti comunica che le Schiribille sono almeno due.
Anzi, cosa dico due, cinque! E tutti immaturi.
Ma tu nel frattempo sei su una cima delle Alpi Carniche nella pioggia e nel vento gelido alla ricerca infruttuosa degli avventurosi Tortolini. E pazienza se un Codirossone ti attraversa la strada e si posa su un abetino a pochi metri da te, giusto per stuzzicare lo spirito agonico del combattivo GZ. 

Allora facciamo che lunedì pomeriggio si torna alla carica. 
Sai mai tu che ce ne sia anche una grigiata infrattata tra gli immaturi.
Dalle cinque si perlustra il canale in lungo e in largo, con l'imprevista sorpresa che da un giorno all'altro entrambe le sponde sono state completamente sfalciate.
I timori per la sopravvivenza (in loco) degli spiritelli di palude si aggravano quando l'esito della ricerca durante la prima ora mostra in fondo al foglio dei conteggi uno zero assoluto.
Pulotto, nonostante i buoni propositi iniziali, cede allo sconforto e non si presenta all'appello.
PZ invece non demorde e mentre la sagoma della sua auto di profila in direzione ostinata e contraria alla mia, un attimo prima dell'inevitabile impatto, con la comparsa contingente di un centauro denudato a cavallo sulla sponda opposta, un movimento clandestino e guardingo attira la nostra attenzione, celato da alcuni ciuffi pendenti di erba sfalciata residua sulla sponda e uno sguardo compassionevole ci comunica "Tranquilli, io ci sono ancora".
Più timida del solito, sicura del suo confortevole nascondiglio fatto di singoli fili d'erba, ci osserva curiosa e a tratti perplessa, concedendosi pigramente alla pulizia del piumaggio.
Ne troviamo anche un'altra, ma PZ ha un impegno e deve scappare.
Ma non si lascia sfuggire l'occasione buona per sfidarmi.
Ferma l'auto poco oltre la mia postazione e mi invita a raggiungerlo.
Un VOLTOLINO dice.
E io, scettico come sono, incredibilmente gli credo.
E decido che resterò fino al buio, immobile, ad aspettare che ricompaia.
PZ se ne va, e io, mendace come al solito, presto rinuncio all'appostamento, e ricomincio a perlustrare il canale, sorprendendo le losche attività di almeno tre diverse SCHIRIBILLE.
Arriva un'altra auto, alle prese con un Marangone minore che si improvvisa ausiliario del traffico. E sul'auto c'è RC, arrivato in mio soccorso e supporto per il censimento rallidi.
C'è ancora troppa luce probabilmente, e i nostri amichetti si mostrano poco accomodanti.
Una qui, una lì, ma sempre ad ombreggiarsi nell'intricato ciuffo erboso.
Resto di nuovo solo, e mi apposto su un ponticello.
Ne ho contate quattro sul lato sud, adesso è l'ora del lato nord.
Una.
Due.
Una, e due insieme.
Scodinzolano verso di me.
Fanno tre.
O meglio, fanno sette con le altre.
E chissà quante ancora altrove.
Mi giro nuovamente verso sud.
Ed è l'ora del VOLTOLINO.
Esattamente dove mi aveva stuzzicato PZ.
Saltella inseguito da un Porciglione.
Mi avvicino mentre il tramonto ci raggiunge.
Danza sulla vegetazione acquatica poi, con una svolta imprevista, risale la sponda erbosa.
E con una mossa ingannevole, dopo un'indagine accurata, si dirige verso il campo di granturco.
O meglio, la canaletta infossata in mezzo al campo.
E tanti saluti.

Ed alla stessa identica scena assisteremo la sera successiva, alla stessa ora, con Pulotto.







Dopo essere stati testimoni del graduale calo delle Schiribille.
Quattro ancora, ma nessuna grigiata.

Finchè giovedì sera, mentre altrove il pincarello si concede il lusso di due FALCHI PESCATORI, un residuo rossore di PIOVANELLO MAGGIORE e due CASARCHE dall'abituale improbabile origine, oltre al primo consistente nugolo di Svassi piccoli, l'ostinato PZ ne ritroverà una sola.
(Non vi rivelerò tuttavia che nel frattempo un altro compagno di avventura nel medesimo pomeriggio aveva manifestato lo sconforto per la loro apparente totale assenza, dubitando, come giusto, delle nostre fantasiose ed abbastanza inverosimili osservazioni ...)

Dite che per la settimana della Schiribilla possa bastare?

3 commenti:

  1. ….alone insano di oscurità che sembra averli intorpiditi, annichilendo lo spirito di condivisione e l'entusiasmo degli osservatori... di patologico bisogno di possesso e controllo dell'intera cosmogonia ornitologica?


    ahauhaua Complimenti….bel racconto……

    Alfonso

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