Ce
ne abbiamo messo probabilmente anche troppo (di tempo) a capire che i singoli
istanti vissuti non torneranno indietro. Ce ne abbiamo messo sicuramente troppo
(di tempo) a cercare di abbattere i muri a colpi di (buoni?) esempi e
conseguenti emicranie. Ce ne abbiamo messo davvero troppo (di tempo), forse
tutto?, ad illuderci che la serenità potesse essere un desiderio per tutti. Ce
ne abbiamo messo irrimediabilmente troppo (di tempo) a scrivere insulse parole
(e a leggerle e rileggerle?) in questi dissennati resoconti mensili. E allora,
per una volta, facciamo in modo che il vostro, almeno, (di tempo) scorra senza
ulteriori interruzioni, libero da vincoli, finché gli è dato di poterlo fare.
Per ogni singolo istante che non vi ruberemo qui. Per ogni singolo istante che
avrete gli occhi per osservare il mondo. Per ogni singolo istante che avrete
modo di celebrare, davvero, i doni della vita e la meraviglia della migrazione
che, inaspettatamente, questo ottobre (apparentemente) ha voluto regalarci.
Culbianco autunnale, colorato ed esibizionista |
Prendetevi
solo una piccola pausa, per respirare a fondo. E sorridere. Sorridere di cuore.
Non dimenticatevi mai di farlo, finché vi ricordate di averlo ancora, il cuore.
Fatelo sorridere. Non durerà in eterno tutto questo (tempo). Prendetevi una
pausa, piccola a piacere. E non permettete alle mie parole di distrarvi.
Sedetevi a terra, tra i cespugli, dove ne trovate ancora qualcuno. Lasciatevi
circondare dalle piccole creature che per una volta (un’ora, un giorno, una settimana,
un mese?) si affolleranno intorno a voi. Mai come da tempo. Osservatele tutte,
senza lasciarvene sfuggire una. E non importa se nessuna di loro sarà davvero
esotica, misteriosa e "forestiera". Potrebbero essere anche tutti Saltimpali, ma voi sorriderete.
Sorriderete con il cuore. Prima che sia troppo tardi.
Saltimpalo e uno - Foto di Stefano Sava
Vi riempirete gli occhi di colore, passando dalle sfumature di grigio a tonalità sempre più intense.
Fanelli sugli spalti - Foto di Marta Trombetta Diversamente simili, Pispola & Luì piccolo - Foto di Marta Trombetta Luì (soltanto) piccolo - Foto di Stefano Sava Migliarino (soltanto) di palude - Foto di Stefano Sava Usignolo di fiume allo scoperto - Foto di Bruno Delbianco
Forapaglie sull'attenti - Foto di Paolo Zonta |
Regolo spettatore - Foto di Paolo Zonta |
Addobbo Codibugnolo - Foto di Bruno Delbianco |
Pendolino curioso |
Frosone goloso - Foto di Stefano Sava |
Cinciarella equilibrista e uno - Foto di Bruno Delbianco |
Cinciarella equilibrista e due - Foto di Stefano Sava |
Pettirosso spinato - Foto di Stefano Sava |
Culbianco lato destro - Foto di Marta Trombetta |
Culbianco lato sinistro - Foto di Stefano Sava |
Culbianco lato frontale |
Gazza autunnale - Foto di Stefano Sava |
Martin pescatore di roccia - Foto di Stefano Sava |
Fino a che tutto svanirà in un battito di ali (sincrono).
Prima uno, poi cento, poi centomila.
Forse non saranno tutte piccole e colorate quelle creature in volo.
Smerghi maggiori all'attacco! & Airone bianco maggiore Canapiglie - Foto di Paolo Zonta Mestolone - Foto di Paolo Zonta Cormorano - Foto di Paolo Zonta
Alcune saranno
grandi e colorate. Altre saranno solo grandi. Anzi, grUndi.
Altre saranno tutt’altro che colorate. O meglio, racchiuderanno in loro tutti i colori dell’iride e dell’arcobaleno messi insieme. Saranno luce, luce bianca. Che siano in volo o posate, vi illumineranno il cuore, ancora una volta. (Foto Delbianco, Nomen omen)
Trova il Colombaccio bianco (e le Colombelle) - Foto di Bruno Delbianco Trova il Colombaccio bianco - Foto di Bruno Delbianco Anvedi il Migliarino bianco! - Foto di Bruno Delbianco Anvedi il Migliarino bianco! - Foto di Bruno Delbianco
E
quando sentirete che siete rimasti soli, con quello struggimento nostalgico e
malinconico che comincia ad attanagliarvi il cuore, alzatevi in piedi,
scrollatevi di dosso i pensieri autunnali, la terra, le libellule e la
mucillago crustacea.
Libellule affettuose - Foto di Stefano Sava Libellula soddisfatta - Foto di Stefano Sava
Mucillago crustacea - Foto di Stefano Sava
Poi puntate dritti verso il mare. Non sarà difficile trovarlo, è davvero grande anche
lui. Vi ruberà un sorriso. Sedetevi accanto a lui ed aspettate la sua mossa.
Quel lento e ondivago andarsene e (sempre) ritornare, che trascina l’animo, le
lune e i piccoli ospiti. Dedicatevi a loro, con pazienza. E sapranno
ripagarvi. Qualunque sia la loro provenienza.
Trenino Fratino Fratino ungherese E7 (Grazie a Niccolò e ad Adriano)
Voltapietre senza pietre da voltare
Sulla spiaggia o tra le onde. Fermi immobili o inarrestabili. O semplicemente in balìa
degli eventi.
Svasso collorosso spettinato (senza ciuffo) |
La zattera delle Gazze (quasi marine) |
Alcuni
si perderanno, smarriti tra i campi o in qualche sperduta minuscola pozza d’acqua
dimenticata dagli esseri umani (magari in porto a Trieste).
Garzetta prataiola - Foto di Bruno Delbianco |
Spatola portuale - Foto di Stefano Sava |
E
qui ci sarà il rischio di lasciarsi avvolgere dalle tenebrose tenebre, che in
questo periodo dell’anno affollano (salvo un paio di giorni a settimana) queste
lande antropizzate.
Tenebroso Fagiano - Foto di Stefano Sava
Meglio
fuggire a gambe (o ad ali) levate?
Gufo di palude - Ali in spalla!
Ma no, suvvia. Respiriamo e sorridiamo ancora. Abbiamo ancora un istante per prendere fiato. Torniamo a posarci e contiamo. E 1. E 2. E 15. E 25. E Spirito Santo per tutti (comprese le Poiane standard).
Poiana da esposizione, modello P2 - Foto di Stefano Sava
Ecco,
ora che siamo tornati calmi possiamo di nuovo sorridere. Ci siamo seduti di
nuovo, in mezzo a campi e vigneti, su di una piccola zolla erbosa. Chiudiamo gli
occhi e pensiamo alla storia di oltre confine che ci hanno raccontato qualche
giorno fa. Quella storia di quel tipo (ciao Emanuele!) che vagando nei dintorni
di casa ha trovato una Tortora orientale. E che quando altri compagni di
merende sono andati a vederla (ciao Luca!) hanno estratto dal cappello un Luì
forestiero… e poi la storia prosegue con
tanti altri personaggi e ospiti (una balia nera tardiva, un’aquila anatraia
maggiore, un altro luì forestiero o lo stesso altrove…). E mentre pensate a questa
storia, alla storia della Tortora orientale, vi prende sonno…
La storia della Tortora orientale - Foto della foto di Pulotto
Ma
a svegliarvi ci pensa un verso raspato. Un passero forse. E’ già capitato altre
due volte nei giorni scorsi. Altrove. Lo stesso verso sguaiato, gracchiato e
schioccante. Vi svegliate di soprassalto e ancora assonnati prendete in mano il
telefono prima che il binocolo. Il verso resta impresso sul telefono e negli
occhi la sagoma che lenta si cala oltre il vigneto. Un passo alla volta tornate
svegli. Un passo alla volta puntate il vigneto. Un passo alla volta cercate di
raggiungerlo e invece PSCII! PSCII! PSCII! E poi ancora PSCII! PSCII! PSCII! In
due di loro vanno a posarsi sugli unici arbusti presenti. E da posati vi
guardano perplessi e vi dicono “Ciao, noi siamo CALANDRI MAGGIORI”.
Calandro maggiore e uno |
Calandro maggiore e due |
Calandro maggiore - Foto di Gabriele Zamò |
Calandro maggiore - Foto di Marta Trombetta |
Calandro maggiore - Foto di Silvio Davison |
Ecco.
Questa cosa raccontata così può anche avere un suo fascino minimale, poi però metteteci
vicino il fatto che in FVG questa specie è poco “conosciuta”, che la
letteratura ne parla in modo fumoso, che (forse?) le uniche segnalazioni
documentate sono quelle di Gabriele Zamò (23 aprile 2018, Cividale del Friuli,
Ud) e di Niccolò Fagotto (26 settembre 2023, Vivaro, Pn), ovvero le più
recenti, e metteteci vicino che potrebbe essere il primo caso di presenza
documentata di più soggetti insieme che si fermano per più giorni nello stesso
sito, allora capirete che il fascino di questa favola aumenta. Ma probabilmente
a molti di voi manca il finale. Eravamo partiti dalla storia della Tortora
orientale che ha rivelato l’esistenza di un anomalo punto magnetico attrattivo
per altre specie insolite e rare, giusto? Bene, allora forse non vale la pena
meravigliarsi se durante la ricerca dei Calandri maggiori l’ultimo giorno del
mese di ottobre Silvio Davison ha fotografato una BIGIA GROSSA (sp.) nello
stesso medesimo sito, cosa ne dite? Forse il mese di novembre è bene che inizi con l’esplorazione
sistematica a tappeto di questo nuovo punto magnetico friulano?
Bigia grossa (sp.?) - Foto di Silvio Davison Bigia grossa (sp.?) - Foto di Silvio Davison
Intanto
respiriamo. Ora che i campi sono di nuovo deserti. Attraversiamo i boschi in
silenzio, aggrappati ai tronchi degli alberi.
Picchio rosso mezzano meno timido - Foto di Marta Trombetta |
Con
un respiro più profondo degli altri ci alleggeriamo del nostro carico e saliamo
di quota. Per raggiungere il Paradiso. O almeno così qualcuno ci racconta. Di
quel posto in cui (con il cellulare!) si riescono a fotografare a poche decine di metri tra loro (nel Tarvisiano) simili soggetti
in preda agli ormoni autunnali.
Gallo cedrone - Foto di Daniele Cortelazzo (tramite Renato Pontarini) Fagiano di monte - Foto di Daniele Cortelazzo (tramite Renato Pontarini)
E
poi, con un balzo, torniamo tra le mura di casa. Quella casa che ci ospita, per
un istante o per una vita, con il suo tepore…
Un
tepore a volte davvero insolito, quello che si respira in alcune di queste
dimore. Vero Massimo?
Nido di Cinciallegra nel tepore di Ottobre - Foto di Massimo Bozza
E poi basta, abbiamo detto all’inizio che ogni parola in più è superflua.
Il mese
è prossimo a salutarci. E la notte porta ancora con sé il canto delle (nostre
locali) sirene. Respirate, sorridete e lasciatevi andare.
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