martedì 27 settembre 2022

Due settimane in F(e)ri(e)-ul

 

Un’antica tradizione locale vuole che le due settimane a cavallo dell’equinozio d’autunno siano interamente dedicate alla contemplazione dell’avifauna e vengano trascorse in una sistematica ricerca di tutti gli esseri alati viventi in un determinato territorio scelto a caso puntando il dito sulla cartografia stivalata dell’Italia, in modo tale da esplorarne tutti gli ambienti disponibili e censire il maggior numero di specie presenti in quel periodo dell’anno. La tradizione vuole che l’arduo compito sia assegnato a due intrepidi avventurieri scelti anch’essi meramente a caso tra un ampio ventaglio di esattamente due candidati. Nell’arco del mese che precede il periodo in questione, si deve concedere al dito di oscillare in modo adeguato su tutto lo spettro del territorio disponibile in modo che la scelta sia opportunamente ponderata. Per l’anno 2022, nella tarda estate, l’ago del destino pareva prossimo a posarsi su una di queste due regioni, Liguria o Marche, con una sempre più netta tendenza verso la prima opzione (ed un abbraccio forte davvero agli abitanti della seconda, travolti dalla turbolenza atmosferica). Poi, con uno scarto imprevisto, la lancetta della bussola è impazzita, al punto di frantumarsi nettamente a metà, spedendo una scheggia imbizzarrita direttamente verso il Caucaso. E con lei uno dei due vagabondi (quello ancora degno davvero di un simile nome). L’altra metà, rimasta sola nel bel mezzo delle sue volubili oscillazioni gravitazionali, è caduta al suolo esattamente nel punto in cui si trovava in quell’istante, nel centro pieno della misteriosa area geografica che prende il nome di Friuli Venezia Giulia. In sostanza, il Pulotto è fuggito in Georgia ed Armenia e l’orso burbero ha deciso di trascorrere due settimane a percorrere i sentieri che attraversano, dal mare ai monti, questa straordinaria regione.

 

Una finestra sul FVG

E dunque si parte. O meglio, si resta. Dal pomeriggio dell’11 alla notte del 25 settembre. Stavolta non aspettatevi le solite foto dei paesaggi, perché il fotografo incaricato, come detto, era impegnato altrove. Dovrete accontentarvi di uno dei suoi ultimi scatti in quelle terre, condito con il sapore delle sue colazioni e di uno dei suoi spiriti guida.

 

Terre desolate del Caucaso - Foto di Pulotto

Piccolo spuntino - Foto di Pulotto

Spirito guida - Foto di Pulotto

A proposito della seconda immagine, dimenticavo di sottolineare che la tradizione specifica esplicitamente che nell’arco di tempo dedicato a questo rituale i prescelti debbano rinunciare a tutte le comodità. E quindi niente cibo (addirittura meno del solito), niente riposo (dormire poco e male), svegliarsi ad ore antelucane per dirigersi con trasferte improbabili in località mai raggiunte dalla luce del sole.

 

Il nulla oltre la cima

Sarà per questo che dopo soli cinque giorni (ovviamente di venerdì sera), la fidata Sandero decide di alzare bandiera bianca, anzi arancione, ed accendere anticipatamente tutte le luminose spie natalizie mettendo a repentaglio l’intera missione, tanto da costringere l’esploratore a ripiegare su una vettura in prestito (ma meno prestante) ed alternare giornate di disponibilità domiciliare ai vagabondaggi estremi.

 

Inquietanti spie pre-natalizie

Sospetto comunque che le limitazioni imposte dalla tradizione, da sole, farebbero desistere anche voi, facendovi passare la voglia di partecipare ad una simile avventura (e di scappare sul Caucaso), soprattutto quella riguardante il cibo. Ma vi assicuro che vi resterebbe comunque un briciolo di energia per raggiungere inaspettatamente alcune sperdute località dove la meraviglia ancora si fonde con la Terra. E riempirvene gli occhi.

 

Primo velo bianco

Un occhio azzurro

Detto questo, passiamo al nocciolo della questione. A questi uccelli che sempre più sfuggono al nostro tentativo di incontrarli. Una simile ricerca prevede un minimo di programmazione che include la realizzazione di un elenco di specie potenzialmente contattabili (diciamo approssimativamente 250?) e la scelta dei luoghi da perlustrare, anche e soprattutto in base alle condizioni atmosferiche. State tranquilli che così facendo vi ritroverete ad andare a cercare il Piviere Tortolino sulla cima della montagna più adatta nell’unico giorno in cui la nebbia sarà talmente fitta che vi impedirà di avanzare con l’auto ad una velocità superiore ai 5km/h.

 

La nebbia agli irti colli

Arriverete in cima alla montagna comunque, strafondi di umidità e senza Tortolini. Ma tornerete a casa con nelle mani la delicatezza delle piume di una PERNICE BIANCA, nelle orecchie il fischio del FRANCOLINO DI MONTE ed i sibili della CIVETTA NANA. Ma soprattutto, con un fantastico video del FAGIANO DI MONTE. Vi suggerisco di ascoltare l’audio a tutto volume (meglio se con le cuffie), tra il secondo due ed il tre. Prendetelo serenamente come una prova di valutazione “audiometrica”.

 


Perché ci ho provato, anche stavolta, a documentare le osservazioni più interessanti, sempre nel tentativo di combattere la mentalità vecchia scuola del “sono esperto, non serve che documenti niente”, “l’ho visto bene”, “sono sicuro”… (quando supereremo questa presuntuosa devianza soggettiva che ci porta a spacciare rarità come se niente fosse, accettando umilmente che una documentazione adeguata vale molto di più di mille autoreferenze?). Ma i risultati non sono sempre stati dei migliori, anzi. Restando nell’ambito di galliformi e tetraonidi alpini, dell’unica COTURNICE sentita non posso esibirvi nulla, di uno dei due FRANCOLINI DI MONTE un paio di registrazioni in cui l’orecchio umano non percepisce nulla, del GALLO CEDRONE alcune fatte fresche (e di quello involato nulla), dei FAGIANI DI MONTE, a parte il meraviglioso video qui sopra, ho anche una foto in cui si vede un fantastico ed incomprensibile puntino in volo nel cielo e della PERNICE BIANCA, oltre alla foto delle piume, ho quella delle sue tracce nella neve, prima che si involi a pochi passi da dietro uno sperone di rocce.

 

Zampa bianca

Non che per i rapaci notturni sia andata meglio, come documentazione intendo. Vi confesso che alcuni sono davvero ostici da trovare. E non parlo dell’ALLOCCO DEGLI URALI, che, a suo modo, sa concedersi, ad un orecchio attento, a notte fonda (senza doverlo turbare con spregiudicati richiami elettroacustici diurni), tra un bramito di cervo e l’altro. Mi riferisco a BARBAGIANNI e GUFO COMUNE, che ormai tocca andare a cercare in modo mirato (e spesso anche lì con scarsi risultati) nei siti residui in cui sono grossomodo stanziali da anni. Dell’innominabile CIVETTA CAPOGROSSO preferirei non parlare. Premesso che non l’ho mai sentita cantare “ufficialmente” in autunno (e mi domando se davvero mai lo faccia, tanto che alcune segnalazioni riportate in letteratura di “individui in canto in località anomale in periodo autunnale” mi lasciano perplesso), i suoi richiami sguaiati ed inquietanti lanciati in momenti imprevisti nelle ore che precedono l’alba o seguono il crepuscolo sono sempre più sporadici ed accidentali. L’unica che davvero continua a presidiare il territorio in modo ostinato e cocciuto anche durante il mese di settembre è la microscopica CIVETTA NANA. E, almeno di lei, qualcosa posso farvi vedere.

 

Civetta nana



E’ andata discretamente meglio con i picchi (fatta eccezione per il Torcicollo). Uno alla volta, a partire dal PICCHIO ROSSO MEZZANO, che si fa trovare direttamente a Udine già nel pomeriggio del primo giorno di ricerca, passando per tutti gli altri, ormai ubiquitari, PICCHIO CENERINO compreso, fino all’elusivo PICCHIO TRIDATTILO, che tuttavia tambureggia insistentemente nello stesso identico sito in cui si era lasciato docilmente osservare in tarda primavera.

 

Picchio rosso mezzano

Picchio cenerino

Picchio tridattilo

Picchio tridattilo



Ci sarebbe anche quell’altro, che PICCHIO lo è solo di nome, quella deliziosa ma sempre più rara farfallina delle rocce. Anche lui, il PICCHIO MURAIOLO, sgattaiola danzando su quella parete che periodicamente lo vede protagonista prima di involarsi verso il celeste destino.

 

Picchio muraiolo


Sempre più raro, certo, ma in quel medesimo ostile ambiente che lo ospita c’è qualcuno ancora più in difficoltà, tanto che per stanarlo, in mezzo ai SORDONI che gli fanno da guardia, bisogna avventurarsi fino al confine con il Veneto (ci sarà stato ben un motivo valido per annettere il comune di Sappada al FVG!). E no, non parlo dell’Organetto, che ormai diamo per spacciato in regione (non fatevi ingannare dalla letteratura, temo che sopravvivano solitarie coppie e, forse, nemmeno quelle). Parlo di quel candido FRINGUELLO ALPINO che sempre più solitario vaga per le cime alpine, alla ricerca di una residua neve con la quale confondersi.

 

Sordone

Sordone e Fringuello alpino

Fringuello alpino

Con lui, ultimo a comparire nella quarta delle giornate dedicate all’ambiente alpino, le specie di montagna possono considerarsi completate. A dire il vero per altro, non sono state nemmeno le più ostiche da intercettare (non tutte per lo meno). Confesso che non avrei immaginato, all’inizio del viaggio, che l’animale più restio a farsi trovare sarebbe stato lo ZIGOLO GIALLO. Ricerche mirate ed infruttuose sono durate oltre dieci giorni, prima di localizzarne uno sparuto drappello in una delle sue ultime roccaforti. Temo a questo punto che a breve possa seguire il destino dell’Ortolano (e dell’Organetto, del Pendolino, del Basettino, del Migliarino di palude, della Salciaiola, dell’Averla cenerina…). Mi sarei aspettato di avere ben più difficoltà, ad esempio, con il PETTAZZURRO. Ed è proprio per questo motivo che un intero giorno è stato dedicato a lui, dall’alba al tramonto, con una breve pausa in mezzo durante la quale la perfida canaglia si è ovviamente fatta vedere da altri, sull’argine del laghetto di San Quirino (PN), che definire laghetto (almeno quel giorno) potrebbe essere fuorviante, potreste definirlo piuttosto una pozzanghera di un metro per due profonda, nel punto più alto, mezzo centimetro, costeggiata da uno sparuto canneto, dimora inaspettata tuttavia di mirabolanti presenze, dal PORCIGLIONE al BECCACCINO, dal FORAPAGLIE COMUNE (inanellato!) ad un numero imprecisato di VOLTOLINI (almeno quattro osservati insieme).

 

Forapaglie comune (inanellato)

Voltolino

E da un PETTAZZURRO (o due) che decide di comparire solo quando la luce è ormai stremata dall’attesa di illuminarlo e lo scatto migliore che mi riesce è questo insensato scarabocchio.

 

Scarabocchio Pettazzurro

Si fosse almeno messo in posa come il CODIROSSO… Sarei riuscito comunque a fotografarlo male.

 

Codirosso

Bene. Una giornata intera dedicata ad un PETTAZZURRO (al termine della quale la Sandero alzerà le sue luminose bandiere arancio), ma almeno alla fine, prima del tramonto, per qualche minuto si lascia osservare. Dovete comprendere che abitualmente, in un anno, per quanto mi riguarda, riuscire ad osservarne uno (o al massimo due) è da considerarsi un successo. Ci sono anni in cui resto tranquillamente a secco. Capirete così il motivo di un simile accanimento (di pigra ed indolente attesa seduto in auto, in realtà, e senza l’impiego di quegli attrattivi alimentari, dalle camole allo strutto, che troverete sparsi in giro per il medesimo laghetto, in altre giornate, insieme ad un fittizio posatoio ligneo per realizzare scatti migliori). Solo che poi, da un giorno all’altro, cominceranno a comparire PETTAZZURRI ovunque, in posti improbabili, tanto che alla fine il computo totale raggiungerà l’impressionante cifra di sette individui. Ma se sperate che io sia riuscito a fotografarne almeno uno in modo “comprensibile” resterete delusi. So che siete abituati ad un altro tipo di scatti con simili soggetti (ma credo di avere già accennato ad alcuni dei trucchi sapientemente usati). Accontentatevi di questo, è il migliore tra i fotogrammi che sono riuscito a realizzare.

 

Pettazzurro


Fortunatamente però, nell’ottica della condivisione delle osservazioni in tempo reale che è lo spirito di EBN Italia (a livello nazionale) e di Tringa FVG (a livello locale), due di questi invasivi PETTAZZURRI sono stati rintracciati in breve tempo dal ciclista Bruno Delbianco che nonostante la scarsa luce del fosco meriggio, è riuscito a documentarli entrambi.

 

Pettazzurro 1 - Foto di Bruno Delbianco

Pettazzurro 2 - Foto di Bruno Delbianco

E torniamo al tema del “documentare”. In fondo è facile dire “ho visto questo, ho sentito quell’altro” vagabondando costantemente sempre senza testimoni e compilare un elenco di specie degno di un rocambolesco e fantasioso “Big Year”. Ma non è questo il senso (e non dovrebbe esserlo mai) di esperienze simili. Avrei potuto tranquillamente raccontarvi (non sarei stato il solo) di aver visto l’Aquila di mare che frequenta con una certa regolarità la RNR Foce Isonzo (Go). Invece no. Ci ho provato in quattro occasioni, sempre a vuoto, mancandola anche solo per poche ore. E non sono stato nemmeno in grado di ritrovare quel precoce SMERIGLIO fotografato da Marta in uno dei tanti punti magnetici del FVG, residenza di uno dei recenti Luì di Hume.

 

Smeriglio - Foto di Marta Trombetta

E così, niente Aquila di Mare inventata. Ma posso mostrarvi la meravigliosa foto di spalle (e mimetizzato tra le foglie) di uno degli ultimi RIGOGOLI presenti in regione. A voi la sfida di trovarlo.

 

Rigogolo misto foglie

Di CANNARECCIONI magari è possibile trovarne qualcuno anche ad inizio autunno, ma anche loro sono sempre più scarsi ed è meglio uno scatto in più, piuttosto che lasciarli scomparire nel silenzio.

 

Cannareccione

Per quanto riguarda i FORAPAGLIE MACCHIETTATI, probabilmente ce ne sono più di quanti se ne immaginino e di quanti se ne riesca davvero a far involare da sotto i piedi. Ci accontenteremo dell’unico che siamo riusciti a documentare.

 

Forapaglie macchiettato (sotto)

Forapaglie macchiettato (sopra)

Invece i GRUCCIONI continuano a stupirmi. A metà settembre trovarne qualcuno ancora in giro è diventata ormai una regola negli ultimi anni, ma il 24 settembre comincia ad essere un poco tardi anche per loro. Eppure continuano a dondolarsi nel cielo in mezzo agli STORNI e posarsi a pochi metri sui cavi sopra le auto, incuriositi dalla perplessità di chi li osserva (a differenza delle COLOMBELLE che se ne restano sempre lontane in disparte).

 

Gruccione

Colombella

“In mezzo agli STORNI”. Migliaia e migliaia di STORNI, tutti STORNI, dannatamente STORNI. Che cosa diamine ci vuoi trovare davvero in mezzo? In tarda estate o in autunno, assolutamente nulla. Se non fosse che ad inizio settembre, a Udine, ti è capitato inaspettatamente di osservare un giovane STORNO ROSEO. Ed ogni tanto, durante il tuo vagabondare, osservando le migliaia di STORNI, ti domandi che fine abbia fatto. Ed in risposta te lo ritrovi posato davanti, a 40km in linea d’aria da dove l’hai osservato quasi dieci giorni prima. Stavolta è più distante e come al solito le foto sono quello che sono. Ma potete giocare a “Trova l’intruso”.

 

Storno roseo tra gli Storni

Storno roseo tra gli Storni

Nonostante il piumaggio, se non fosse per il becco giallo sarebbe facile pensare ad un’aberrazione cromatica, perché anche in queste capita di imbattersi occasionalmente. Tanto che avrei potuto proporvi un QUIZ anche stavolta, con le foto qui sotto. Ma vi eviterò il tormento (anche perché diversi di voi conoscono già la soluzione) visto che lo STRILLOZZO leucistico ha già svelato la sua vera identità.

 

Strillozzo con piumaggio aberrante

Strillozzo con piumaggio aberrante

Se non fosse stato così, avremmo dovuto inventarci qualche improbabile alternativa esotica aufuga. In fondo, di esempi ormai ne abbiamo a sufficienza. Dall’IBIS SACRO al CIGNO NERO, dall’OCA INDIANA all’OCA DEL CANADA (con tanto di ibridi).

 

Cigni neri

Oca del Canada

A questo punto, anche l’IBIS SCARLATTO non ci impressiona più (per fortuna c’è sempre Bruno Delbianco a regalarcene una foto valida), specie se nella stessa canaletta nuota tranquilla una femmina di ANATRA MANDARINA…

Ibis scarlatto - Foto di Bruno Delbianco

Il riflesso dell'Ibis scarlatto

Anatra mandarina


Specie comuni che diventano rare, specie esotiche che diventano comuni. Lo stesso FENICOTTERO un tempo era una rarità, mentre oggi è presenza stanziale, modello colorato e docile ideale per gli scatti artistici di qualsiasi fotografo. Quello spelacchiato lo trovo solo io.

 

Fenicottero

Anche il MARANGONE DAL CIUFFO si presta regolarmente a comodi scatti, ma nemmeno con lui riesco ad essere efficace.

 

Marangone dal ciuffo

Siamo quasi alla fine e so che stavolta a livello fotografico siamo messi decisamente maluccio. Giusto per darvi un contentino potrei piazzare qui sotto qualche foto di limicoli confidenti. Sempre che vi accontentiate.

 

Piovanello tridattilo

Voltapietre

Gambecchio comune

Combattenti (all'assalto)

Di solito poi, il capitolo si chiude con alcune riflessioni sulla complessità faunistica della regione al di fuori del contesto avifaunistico. Ma un simile argomento davvero meriterebbe una trattazione a parte.

 

Rospo smeraldino

Mandria di Cinghiali

E allora concludiamo il viaggio con un siparietto pseudo-comico che spero apprezzerete. Ci sono alcune specie ancora abbastanza comuni che tuttavia, per quanto non siano affatto elusive nei vocalizzi, difficilmente si lasciano osservare a lungo e da vicino, salvo durante alcuni momenti di particolare intimità. Potrei citarvi la CAPINERA, ma in questo caso mi sto riferendo all’USIGNOLO DI FIUME. Durante una delle escursioni in RNR Foce Isonzo (Go) mi sono imbattuto in alcuni combattivi individui che non hanno minimamente badato alla mia presenza. Non vi mostrerò gli scatti in cui si mettono in posa. Vi mostro quelli in cui si agitano. Per invogliarvi a guardare i video. Non mi era capitato prima di assistere ad un simile rituale. In fondo, ogni giorno è buono per imparare qualcosa di nuovo.

 

Usignolo di fiume

Usignolo di fiume


E con questo, sbatacchiando le alucce, vi saluto.


PS. 

Qui sotto trovate l’elenco completo delle specie osservate in queste due settimane (in ordine sistematico CISO COI 2020) con una valutazione asteriscata sulla difficoltà di contattarle in questo periodo (ed in questo anno in particolare): un asterisco per le specie non scontate, due asterischi per le specie scarse, rare, difficilmente contattabili e/o al limite del loro periodo di presenza in regione, tre asterischi (o due ed una parentesi) per le specie considerate sostanzialmente improbabili.

 

1. Quaglia **

2. Coturnice *

3. Fagiano comune

4. FRANCOLINO DI MONTE **

5. PERNICE BIANCA **

6. GALLO CEDRONE **

7. Fagiano di monte *

8. Cigno nero **

9. Cigno reale

10. Oca del Canada **

11. Oca selvatica

12. Oca lombardella **

13. Oca indiana *

14. Edredone

15. Smergo maggiore

16. Volpoca

17. Casarca **

18. Anatra mandarina **

19. Fistione turco *

20. Moriglione

21. Moretta

22. Marzaiola **

23. Mestolone

24. Canapiglia

25. Fischione

26. Germano reale

27. Codone *

28. Alzavola

29. Tuffetto

30. Svasso collorosso **

31. Svasso maggiore

32. Svasso piccolo

33. Fenicottero

34. Piccione domestico

35. Colombella *

36. Colombaccio

37. Tortora selvatica **

38. Tortora dal collare

39. Rondone maggiore *

40. Rondone pallido **

41. Cuculo **

42. Porciglione

43. Voltolino **

44. Gallinella d’acqua

45. Folaga

46. Cicogna bianca

47. Ibis sacro

48. Ibis eremita

49. IBIS SCARLATTO (o ROSSO) ***

50. Nitticora *

51. Sgarza ciuffetto **

52. Airone guardabuoi

53. Airone cenerino

54. Airone rosso *

55. Airone bianco maggiore

56. Garzetta

57. Marangone minore

58. Marangone dal ciuffo

59. Cormorano

60. Beccaccia di mare

61. Avocetta

62. Cavaliere d’Italia **

63. Pivieressa

64. Piviere dorato **

65. Corriere grosso

66. Corriere piccolo *

67. Fratino *

68. Pavoncella

69. Chiurlo maggiore

70. Pittima minore **

71. Pittima reale *

72. Voltapietre **

73. Piovanello maggiore *

74. Combattente

75. Piovanello comune

76. Gambecchio nano **

77. Piovanello tridattilo *

78. Piovanello pancianera

79. Gambecchio comune

80. Beccaccino

81. Piro piro piccolo

82. Piro piro culbianco

83. Totano moro

84. Pantana

85. Pettegola

86. Piro piro boschereccio

87. Gabbianello **

88. Gabbiano comune

89. Gabbiano corallino

90. Gabbiano reale

91. Fraticello **

92. Sterna maggiore **

93. Mignattino piombato **

94. Mignattino comune *

95. Sterna comune

96. Beccapesci

97. Labbo *

98. Barbagianni *

99. Civetta nana *

100. Civetta

101. CIVETTA CAPOGROSSO **(*)

102. Assiolo **

103. Gufo comune **

104. Allocco

105. ALLOCCO DEGLI URALI **

106. Gufo reale

107. Falco pescatore

108. Falco pecchiaiolo *

109. Biancone

110. Grifone

111. Aquila reale

112. Falco di palude

113. Albanella minore **

114. Sparviere

115. Astore *

116. Poiana

117. Gruccione *

118. Martin pescatore

119. Picchio cenerino

120. Picchio verde

121. Picchio nero

122. PICCHIO TRIDATTILO **

123. PICCHIO ROSSO MEZZANO **

124. Picchio rosso minore *

125. Picchio rosso maggiore

126. Gheppio

127. Falco cuculo **

128. Lodolaio

129. Falco pellegrino

130. Rigogolo **

131. Averla piccola

132. Gracchio alpino

133. Ghiandaia

134. Gazza

135. Nocciolaia

136. Taccola

137. Corvo imperiale

138. Cornacchia (grigia)

138 bis. Cornacchia nera

139. Cincia mora

140. Cincia dal ciuffo

141. Cincia bigia

142. Cincia alpestre

143. Cinciarella

144. Cinciallegra

145. Tottavilla

146. Allodola **

147. Cappellaccia

148. Beccamoschino

149. Canapino maggiore **

150. Forapaglie comune

151. Cannaiola verdognola *

152. Cannaiola comune *

153. Cannareccione *

154. FORAPAGLIE MACCHIETTATO **

155. Balestruccio

156. RONDINE ROSSICCIA **

157. Rondine

158. Rondine montana

159. Topino *

160. Luì verde

161. Luì grosso

162. Luì piccolo

163. Usignolo di fiume

164. Codibugnolo

165. Capinera

166. Beccafico

167. Bigiarella

168. Occhiocotto *

169. Sterpazzola *

170. Usignolo del Giappone *

171. Rampichino comune

172. Rampichino alpestre

173. Picchio muratore

174. Picchio muraiolo **

175. Scricciolo

176. Merlo acquaiolo

177. Storno

178. STORNO ROSEO ***

179. Tordela

180. Tordo bottaccio

181. Merlo

182. Cesena **

183. Merlo dal collare *

184. Pigliamosche

185. Pettirosso

186. PETTAZZURRO **

187. Usignolo *

188. Balia nera

189. Codirosso spazzacamino

190. Codirosso *

191. Passero solitario **

192. Stiaccino

193. Saltimpalo

194. Culbianco

195. Regolo

196. Fiorrancino

197. Sordone

198. Passera scopaiola

199. Passera oltremontana

200. Passera d’Italia

201. Passera mattugia

202. FRINGUELLO ALPINO **

203. Prispolone

204. Spioncello

205. Cutrettola

206. Ballerina gialla

207. Ballerina bianca

208. Fringuello

209. Frosone *

210. Ciuffolotto

211. Verdone

212. Fanello

213. Crociere *

214. Cardellino

215. Verzellino

216. Lucherino **

217. Strillozzo

218. Zigolo muciatto *

219. Zigolo nero

220. Zigolo giallo **

(221. Parrochetto sp. verosimilmente dal collare in RNR Valle Canal Novo (Ud))

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