In una dimensione parallela tutto
questo non sta davvero accadendo. In una dimensione parallela ci aggiriamo sereni,
spensierati e silenziosi, con cautela e curiosità, in un mondo rigoglioso
inondato di suoni, colori, profumi. Inondato di vita, fuori e dentro di noi. E
sorridiamo. In una dimensione parallela soprattutto sorridiamo. Anche se tutto
quello che ci circonda è solamente un miraggio, un sogno, un’illusione che
scomparirà nell’arco di un respiro, in questa dimensione parallela sorridiamo,
come da tempo non siamo più in grado di fare. Sorridiamo della nostra
fragilità, di tutto ciò che, soffrendo, abbiamo vissuto, di tutto ciò che è
andato irrimediabilmente perduto ma che tuttavia abbiamo realmente vissuto, di
tutto ciò che scomparirà nell’attimo di uno sguardo, l’ultimo forse, in cui
potremo sorridere ancora. Ed in quell’attimo, davanti al buio che avanza e ci
circonda riportandoci nella dimensione reale, sorrideremo dentro comunque,
impassibili, con occhi rassegnati.
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La consapevolezza interiore della Sgarza ciuffetto |
Perché non abbiamo alternative. L’Universo
che abbiamo imparato a conoscere sta scomparendo e noi, per come abbiamo
vissuto, per come abbiamo amato, per come abbiamo combattuto, per come abbiamo
tentato di resistere al cambiamento, siamo parte integrante di quell’Universo e
stiamo scomparendo insieme a lui. Siamo destinati ad estinguerci, lasciando il
nostro posto ad una società nuova, con interessi diversi, con priorità lontane
dalle nostre. Concedendo spazio, in cielo ed in terra, ad un potere moderno,
spregiudicato ed irrazionale, in cui il superfluo manda letteralmente in fumo
l’essenziale, costantemente e senza rimedio, per un appagante ed ingenuo
bisogno social & sociale di
benessere ed apparenza, gravido di confortante demagogia, frivolezza e
superficialità.
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Metallo urlante - Foto di Paolo Zonta |
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Segnali di fumo - Foto di Paolo Zonta |
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Il nulla che avanza - Foto di Paolo Zonta |
Ovviamente con “noi” intendo
tutti coloro che altri Dragoni vorrebbero veder volare nel cielo...
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Dragone autunnale - Aeshna mixta - Foto di Paolo Zonta |
Tutti coloro che guardandosi intorno, oggi, non sono più in grado di chiamare
Natura il disastro che ci circonda, il deserto che, consapevoli o meno, abbiamo
contribuito a concretizzare con le nostre necessità quotidiane e con gli
interventi esasperanti che continuano ad essere messi in atto, senza fondamento
sensato ed in modo illusorio, con l’apparente scopo di migliorare la nostra
qualità di vita (con la v minuscola), dimenticandosi totalmente di quali
dovrebbero essere le priorità della Vita (con la V maiuscola). E mentre interi
Universi attorno a noi scompaiono, insieme a loro svaniscono anche le nostre
residue energie per conservare intatto quel sorriso interiore che potrebbe
ancora salvarci.
https://www.telefriuli.it/inviati-da-voi/pesci-anfibi-crostacei-rari-fvg-minacciati-siccita-cambiamento-climatico/3/235140/art/?fbclid=IwAR0EUh2-wO55pwuVo2bGXOk4cwLWYHWQC2PG0dsHf96mYmnyyz1rx-532L4
E’ vero. Il Pianeta ha affrontato
periodi sicuramente più catastrofici di questo, spesso di sua iniziativa. La
sensazione disarmante tuttavia di fronte alla sconfortante attualità è che
siamo noi, singole pedine, a non saper rinunciare al minimo beneficio ed ai
nostri privilegi. Nemmeno un piccolo sacrificio pur di dare respiro agli altri
esseri viventi. Figuriamoci se chi occupa i piani alti (compresi il tetto ed i
comignoli) è disposto a farlo al posto nostro.
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Civetta ospite dei piani alti |
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Civette perplesse - Foto di Marta Trombetta |
Qualcuno di “noi”, comunque, si
sforza per sottrarre un angolino di Universo alla devastazione umana,
concedendo un sottile lembo di terra alla sopravvivenza delle specie più
delicate (vi abbiamo mai parlato dei Fratini di Lignano Sabbiadoro?)
https://www.facebook.com/photo/?fbid=10222958390333094&set=a.4403253924353
Oppure ripristinando ambienti
acquatici ormai perduti, piccole oasi nel desertico contesto agricolo, talvolta
immergendosi completamente e con dedizione, con parole, opere ed automezzi,
nell’intento, alla stregua di Paolo Utmar.
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Vie d'acqua residue - Foto di Paolo Utmar |
“Gli stagni si riempiono di tife e quindi se si vuole mantenere almeno
una parte dello specchio d'acqua, bisogna tagliare, in questo caso con la
falce, la vegetazione ritenuta in eccesso. Dopo il lavoro si ripongono nella
vettura gli attrezzi e si percorre la capezzagna adiacente al canale, pieno
d'acqua per consentire le abbondanti irrigazioni dei campi circostanti.
L'avifauna è varia, boscherecci, stiaccini, cutrettole, l'airone rosso… e ci si
dimentica di valutare dove si mettono le ruote. Ecco: così mi sono impantanato
in Fossa Vecia (Fiumicello - Villa Vicentina).”
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Nei pantani in Fossa Vecia - Foto di Paolo Utmar |
Insomma, perché darsi tanto da
fare? E’ agosto, le poche bestie che c’erano quest’anno ormai hanno terminato
(e troppo spesso abortito) i loro obblighi coniugali e riproduttivi e se ne
sono andate o eventualmente se ne stanno, mute ed in muta, infrattate in
qualche nascondiglio tra i superstiti cespugli (o come più di qualcuno
sospetta, sotto terra, dal momento che è possibile camminare per chilometri
prima di incontrare un passeriforme superstite). Non sarebbe meglio (come mamma
mammifera ci insegna) starsene tranquilli ad oziare in un campo di grano, a
ripararsi all’ombra delle cannucce o a grufolare nella melma per poi farsi una
rigenerante nuotatina?
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Caprioli in un mare dorato
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Sciacallo dorato tra luci ed ombre - Foto di Paolo Utmar |
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Cinghiale d'assalto |
Eppure. Eppure ancora una volta
dobbiamo sfatare questa leggenda che ad agosto il periodo riproduttivo è già
finito per tutti (sempre che sia mai iniziato). Alcuni ritardatari ci sono
sempre, anche al di fuori delle schiere dei columbidi che onnipresenti
presidiano abitazioni e cortili. Ci sono ospiti inaspettati (TORCICOLLI ed
UPUPE) che fanno capolino da residui pertugi (Foto al nido! Foto al nido! Tra
l’altro del 31 di luglio, quindi nemmeno vale, imbroglione) e poi saltellano
mimetici in giro per gli aridi campi alla ricerca di invisibili creature.
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Piccolo Torcicollo pigrone |
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Torcicollo - Foto di Paolo Zonta |
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Upupa - Foto di Paolo Zonta |
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Upupe al pascolo - Foto di Paolo Zonta |
Stoici BECCAMOSCHINI che
imperterriti nelle ore più calde e disarmanti continuano a pizzicare il cielo e
gli insetti per la loro prole.
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Beccamoschino timido - Foto di Paolo Zonta |
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Beccamoschino meno timido - Foto di Paolo Zonta |
Temerari ZIGOLI NERI che resistono
alle avversità termiche pur di conquistare nuovi territori.
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Zigolo nero guardingo |
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Zigolo nero pronto a sfamare la prole |
Intrepidi SORDONI che sfidano la
gravità nelle loro prime avventurose scalate.
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Sordone in arrampicata libera |
CUCULI “col ciuffo” sbarazzino
che stentano ad allontanarsi dai loro genitori adottivi.
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Cuculo col ciuffo |
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Cuculo con piuma sbarazzina |
Trenini di giovani TORTORE
SELVATICHE che percorrono in fila indiana i rami prima di spiccare il volo
verso le terre del Sud.
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Trenino di Tortore selvatiche - Foto di Paolo Zonta |
Giovani ardeidi (TARABUSINI, SGARZE
CIUFFETTO, AIRONI GUARDABUOI) che fuggono a piedi dai loro nidi pur di
esplorare il mondo ostile che li circonda, solitari o sotto lo sguardo vigile e
rassegnato degli adulti (o di strani individui dal piumaggio aberrante).
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Tarabusino esploratore |
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Sgarza ciuffetto arruffata - Foto di Marta Trombetta
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Sgarza ciuffetto spettinata |
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Sgarza ciuffetto rassegnata |
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Airone guardabuoi dal piumaggio bruciacchiato - Foto di Bruno Delbianco |
Poi ci sono loro, quelle alate creature
azzurre, quelle insospettabili GHIANDAIE MARINE che nel mese di agosto
compaiono praticamente ovunque, tra la laguna e l’alta pianura, giovani ed
adulti, in numeri inaspettati, a suggerirci che forse ci siamo distratti un
pochino troppo mentre loro si impadronivano di qualche idonea cavità sotto il
nostro naso.
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Ghiandaie marine in tutte le salse |
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Ghiandaie marine in tutte le salse |
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Ghiandaie marine in tutte le salse |
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Ghiandaie marine in tutte le salse |
E mica solo loro. La stessa
storia ce la raccontano i PICCHI ROSSI MEZZANI che un poco alla volta si
avvicinano, albero dopo albero, al cuore del Friuli, diventando nello stesso
anno, ospiti del comune di Udine sia durante la Stagione Fredda che durante la
Stagione Calda.
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Picchio rosso mezzano allo sbaraglio |
Infine, ci sono quegli
imbroglioni del FALCHI PECCHIAIOLI, che proprio mentre i loro consimili aprono
il corteo diretto a Sud continuano imperterriti a raccogliere cibo per i
piccoli mascalzoni che ancora latrano e guaiscono in prossimità del nido, in
attesa della loro razione di favo con ronzanti bocconcini.
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Falco pecchiaiolo con favo |
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Falco pecchiaiolo - Foto di Luciano Silei |
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Falco pecchiaiolo e Rondine - Foto di Paolo Zonta |
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Falco pecchiaiolo sforacchiato - Foto di Paolo Zonta
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Falchi pecchiaioli - Foto di Paolo Zonta
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Falchi pecchiaioli - Foto di Paolo Zonta |
E gli altri rapaci? A parte
l’ASTORE, che si diverte ad essere dispettoso con tutti quelli che passano, ed
il FALCO DI PALUDE, che deve fare i conti con i gatti domestici, sempre pronti
ad intromettersi nelle zuffe e a sottrarre succulenti piccole prede…
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Astore dispettoso insegue Falco pecchiaiolo |
… tutti gli altri si fermano
curiosi ad osservare quello sciabordante sciamare di falchi apivori nel cielo.
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Gheppio - Foto di Marta Trombetta |
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Falco cuculo |
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Falco cuculo |
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Lodolaio |
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Falco pellegrino |
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Falco pescatore con anello giallo e scorta di Beccacce di mare |
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Biancone adulto con anello |
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Biancone adulto senza anello |
Un carosello di viandanti che
percorrono le vie invisibili dell’aria. La migrazione. Quell’incredibile
fenomeno sempre più impalpabile che per indefinibili istanti ci circonda, ci
invade e ci attraversa come fossimo cespugli, scomparendo poi (per sempre?)
oltre i limiti della nostra umana percezione. Piccoli fantasmi compaiono
agitandosi tra i rami e gli steli. Sempre più difficili da intercettare, sempre
più difficili da interpretare, in quel loro ostinato mormorio di fine estate check check check dal fitto della
vegetazione. Giusto i più spavaldi compaiono alla vista, tra i microscopici
ospiti di questo precoce autunno. Un’AVERLA CAPIROSSA esibizionista, un CULBIANCO arboricolo, un
FORAPAGLIE COMUNE, un CANAPINO MAGGIORE, una BIGIARELLA, qualche esuberante
LUI’ VERDE.
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Averla capirossa |
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Culbianco - Foto di Paolo Utmar |
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Forapaglie comune - Foto di Paolo Zonta |
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Forapaglie comune - Foto di Paolo Zonta |
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Canapino maggiore - Foto di Paolo Zonta |
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Canapino maggiore - Foto di Paolo Zonta |
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Bigiarella - Foto di Paolo Zonta |
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Bigiarella - Foto di Paolo Zonta |
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Luì verde |
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Luì verde |
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Luì verde |
Al margine delle cannucce, nelle
pozze allo scoperto, spavaldi PORCIGLIONI, ingenui VOLTOLINI e ancor più timide SCHIRIBILLE sgattaiolano fugaci, schivando un GAMBECCHIO NANO, un ALBASTRELLO, uno spaesato PIOVANELLO TRIDATTILO e due
confidenti MARZAIOLE, mentre uno sprovveduto SVASSO COLLOROSSO si interroga su
dove mai sia capitato.
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Porciglione - Niccolò Fagotto |
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Voltolino - Niccolò Fagotto |
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Schiribilla - Niccolò Fagotto |
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Gambecchio nano - Foto di Paolo Utmar |
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Albastrello |
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Piovanello tridattilo - Foto di Paolo Utmar |
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Marzaiole |
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Svasso collorosso - Foto di Paolo Utmar |
E così, disillusi, facciamo
ritorno alla nostra dimensione obliqua, reduci da quella parallela in cui tutto
questo non sta accadendo (o meglio, sta avvenendo con l’intensità e la
sontuosità che solo la nostra delirante e fuorviante memoria è tuttora in grado
di immaginare), arrendendoci a quell’irresponsabile inettitudine che sovrasta
la nostra quotidianità, aggrappandoci a quel gracile appiglio che ancora ci
tiene sospesi a danzare, effimeri, travolti dalle sempre più ostinate folate
del destino. (Cit.) “Si sta come d’autunno sugli alberi” i PIRI PIRI PICCOLI.
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Piro piro piccolo |
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Piro piro piccolo |
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Piro piro piccolo |
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Piro piro piccolo, adunata |