“Buongiorno Migratoria Viaggi,
come posso aiutarla?” “Guardi, le spiego subito, mi farebbe comodo un’isola
vulcanica scarsamente popolata e circondata da un mare cristallino, immersa in
una vegetazione intricata che affiorando tra le rocce si insinui rigogliosa dalla
costa alla cima di un grande montagna. La vorrei con un bel lago nel mezzo,
spumeggiante di acque termali nelle quali immergermi per ritemprare le membra e
lo spirito, circondato tutt’intorno da una costellazione di orti e giardini,
ricchi di fiori e frutti in ogni stagione. Tutto questo ovviamente visibile
dalla finestra della casetta con piscina nella quale intendo trascorrere la mia
settimana di vacanza, ovviamente ad un prezzo irrisorio, ci mancherebbe, questo
mi pare superfluo da sottolineare. Ah, dimenticavo. Fondamentale che riforniate
l’isola di stupefacenti sorprese all’interno di ogni singolo cespuglio e che,
ovviamente, me le facciate trovare, come per caso, ogni qual volta io lo
gradisca”. “Tutto qui? Nessun problema. Venga a trovarci alla nostra filiale di
Pantelleria che ne parliamo dal vivo”.
E allora, un sabato mattina di
metà ottobre ti fai forza, ti alzi dal letto, esci di casa, prendi il Pulotto, lo
trascini in aeroporto, lo carichi su un aereo e lo scarrozzi fino a
Pantelleria.
Chiariamo subito. Il termine “Pantelleria”.
Non voglio soffermarmi sull’etimologia della parola e su tutti coloro che nei
secoli si sono concentrati nello studio dell’interpretazione letteraria del
termine, sulle sue origini e sul suo atavico significato. Perché la verità è
evidente e manifesta. Si tratta semplicemente di una storpiatura, di una
traduzione errata dal macchinoso linguaggio locale. Il nome corretto è “PanDelleria”.
E chiunque sia stato sull’isola può confermarvelo.
In riferimento alle richieste
formulate dal vaneggiante viaggiatore, ecco, diciamo che in buona parte, almeno
riguardo alla locazione, sono state esaudite. No, niente piscina. Ma sono
pronto a consigliare a chiunque di voi il Dammuso che ci ha ospitati, sia per
posizione che per accoglienza, con Pulotto e Nesquik inclusi nel pacchetto
promozionale.
Gli ambienti, valutateli voi, in
questa scadente carrellata di immagini (tranne le panoramiche, che sono di
Pulotto), dalle minimali frazioni urbane alla sconfinata costa, dal Lago di
Venere alle residue pozze salmastre, dalle colture sconfinate e sperdute alle
propaggini steppiche che risalgono il versante dimenticato delle montagne, con
i suoi fumaioli sulfurei che spuntano tra le rocce.
Poi ci sarebbe la parte che
riguarda le aspettative avifaunistiche… Anche stavolta, prima di cominciare
ringraziamo tutti quelli che hanno fornito suggerimenti e supporto, da Pie(t)ro
Ferrandes ad Andrea Tarozzi, da Davide d’Amico a Giuseppe Citino (detto Pino),
da Andrea Cusmano a Franco Gherardini, dal Giuss ai Tringa, dal MISC ai TOI (i
Milanesi invece non so se ringraziarli, mi riprometto di aprire un capitolo a
parte nel secondo atto). Poi, come suggerisco sempre, per due sprovveduti
viaggiatori come noi, quando si parte per un territorio ignoto è opportuno
approfondire l’aspetto avifaunistico, consultando banche dati ed eventuali
lavori disponibili, per quanto possibile recenti. A questo proposito,
suggerisco due pubblicazioni abbastanza recenti, entrambe gratuitamente
disponibili ed integralmente scaricabili, che ritengo straordinariamente utili
al nostro scopo, sebbene negli ultimi dieci anni siano stati raccolti diversi dati
(dal MISC e non solo) che potrebbero permettere di aggiornare la conoscenza
relativa a presenza e fenologia di varie specie.
“Annotated checklist of the birds from Pantelleria Island (Sicilian
Channel Italy): a summary of the most relevant data with new species for the
site and for Italy – A. Corso, V. Penna, M. Gustin, I. Maiorano, P.
Ferrandes – Biodiversity Journal, 2012, 3(4): 407-428.”
https://www.researchgate.net/publication/272822810_Annotated_checklist_of_the_birds_from_Pantelleria_Island_Sici-lian_Channel_Italy_a_summary_of_the_most_relevant_data_with_new_species_for_the_site_and_for_Italy
(Per un disguido nella
sistematica finale, c’è stata una ripetizione di una dozzina di specie che ha
alterato in modo ingannevole la somma complessiva, per cui l’elenco è di circa
250 e non di 261)
“Gli uccelli delle isole circumsiciliane – B. Massa, P. Lo Cascio,
R. Ientile, E. D. Canale, T. La Mantia – Naturalista sicil., 2015, S. IV,
XXXIX: 105-373
https://www.researchgate.net/publication/299897002_Gli_uccelli_delle_isole_circumsiciliane_Birds_of_the_circum-Sicilian_islands
In questi ultimi anni, nel nostro
piccolo, abbiamo vagabondato abbastanza sulle isole (siciliane in particolare),
soprattutto in autunno, ed abbiamo acquisito la consapevolezza che, sebbene da
un lato possa davvero capitare di incontrare (quasi) qualsiasi specie, dall’altro
è opportuno contenere entusiasmo ed aspettative che potrebbero portare
inevitabilmente a “depositarla” fuori dal vaso. E’ vero, la migrazione. E’
vero, le isole siciliane. Ma un conto è cosa si osserva, cosa si documenta,
cosa si fotografa, cosa si registra. Un conto è cosa la nostra immaginazione (mescolata
al nostro scarso allenamento su alcune specie ed il nostro desiderio di rarità
a tutti i costi) ci convince di aver osservato, sentito, intravisto. In buona
fede intendo. E’ un discorso che dovrebbe valere sempre, a costo di conservare in
eterno come “indeterminato” quell’uccello che siamo assolutamente convinti di
aver determinato correttamente, ma che non possiamo in alcun modo testimoniare.
Anzi. C’è pure di peggio. E lo scopriremo sulla nostra pelle nel secondo atto. Perché
potreste anche avere gli elementi utili per testimoniarlo, ma non sarete in
grado di determinarlo lo stesso… Insomma, basta davvero poco (una sfumatura del
tramonto) per trasformare un CODIROSSO in una bestia aliena, o le tracce di una
motocarriola nel fango in impronte di Uccello Elefante, o uno spauracchio in un
Ulula…
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Codirosso alieno |
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Impronte di Uccello Elefante su motocarriola |
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Spauracchio Ululensis |
Prima che mi distragga e mi dimentichi, sulle altre isole gli animali domestici (in particolare i gatti) ed altri selvatici introdotti dall'uomo creano danni inimmaginabili alla piccola avifauna migratrice che atterra stremata sul piccolo lembo di terra. A Pantelleria, considerate le dimensioni dell'isola, il problema forse è meno "evidente". Ad ogni modo abbiamo testimoniato la presenza di un individuo della specie felina contenuto in quarantena all'interno dell'aeroporto (meglio così) e di un individuo appartenente alla specie canina ridotto alle dimensioni minime al fine di non creare danno.
Ma torniamo a noi. Carichi di
aspettative su un’isola sconosciuta prossima alla costa africana, con le solite
incognite del meteo, che potrebbe portare stravolgimenti impensabili o una
calma piatta costante. Sappiate a questo proposito che prossimamente ci
doteremo di una maglietta con una scritta esplicita sul lato anteriore “IO ODIO
IL VENTO” (ed una meno condivisibile su quello posteriore “MANGIARE DI MENO!”).
Affronteremo nuovamente anche questo argomento (prendete nota, il
DISINTEGRATORE DI NUVOLE), ma vi basti sapere che durante la nostra permanenza
sull’isola di Pantelleria le condizioni meteo sono state sempre clementi per
quanto riguarda la pioggia (una sola notte deve aver piovuto, ma nemmeno lo
ricordo), meno per quanto riguarda il vento, sempre di provenienza nordorientale
e mai disponibile a scombinarci i capelli (almeno ad uno dei due) con qualche
improvvisata raffica dal continente meridionale. E allora, concentriamoci su
come sono andate effettivamente le cose. Il centinaio di specie osservate complessivamente
in una settimana (check list al termine del secondo atto) rivela le potenzialità di un territorio che, per quanto vasto
(una sorta di enorme Linosa, 15-20 volte più grande, impensabile da esplorare
completamente nella modalità peripatetica MISC) comunque offre un’unica area
umida nella quale si concentrano le presenze di acquatici e buona parte dei
migratori, circondata dagli ambienti più svariati, alcuni apparentemente
desolati, altri più produttivi, ma tutti da indagare.
Due gli ospiti caratteristici
dell’isola che non potevamo esimerci dall’incontrare. Una delle due è talmente
diffusa che (non scherzo) è stata la prima specie fotografata sull’isola. E’ la
TORTORA DELLE PALME, presente con decine di individui praticamente ovunque sull’isola,
in particolare negli ambienti coltivati nei pressi dei centri abitati e del
Lago di Venere, a suo modo elusiva e sfuggente, eppure talmente docile da
lasciarsi avvicinare a pochi metri.
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Tortora delle palme |
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Tortora delle palme |
La seconda invece meno diffusa, non
particolarmente vocifera ed insolitamente schiva, tende comunque ad emettere
dei vocalizzi tipici che ne tradiscono la presenza nel fitto della vegetazione.
Una volta sgamata, ingenuamente risponde alle imitazioni avvicinandosi curiosa.
E’ la CINCIARELLA ALGERINA, unica rappresentante delle CINCE regolarmente
presente sull’isola (per altro unico sito in cui la si può contattare in
Italia). Avremo modo di parlare nuovamente di lei, in un piccolo
approfondimento al termine di questa carrellata.
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Cinciarella algerina |
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Cinciarella algerina |
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Cinciarella algerina |
Conquistate queste due ambite
prede, abbiamo cercato di incrementare il nostro bottino in modo duplice. Da un
lato, costringendoci a raggiungere ogni tipologia di ambiente presente sull’isola,
per verificare la presenza di specie stanziali o migratrici tipiche di quel
contesto. Dall’altro, tentando vanamente di stanare le improbabili rarità sicuramente
presenti sull’isola, abbandonando la vettura e avventurandoci con movenze
bradipe e orecchio teso all’interno di sentieri, cespugli, incolti, vicoli
senza uscita e villaggi dimenticati. Risultato, come detto, un centinaio di
specie, molte delle quali, come era da prevedere, osservate durante le
quotidiane passeggiate attorno al Lago di Venere. Gli uccelli acquatici in
particolare, alcuni dei quali (soprattutto gli anatidi) erano soliti ripararsi
dal vento nella grande pozzanghera presente nel parcheggio antistante il lago. Non
pensiate però a variabilità e numeri da zone umide della terraferma. Singoli
esemplari di poche, pochissime specie, a volte presenti per giorni, a volte per
pochi istanti. Un FENICOTTERO, un’AVOCETTA, una PANTANA, un CODONE, un
FISCHIONE, due MESTOLONI, due SVASSI PICCOLI, tre TUFFETTI, quattro ALZAVOLE,
cinque AIRONI GUARDABUOI… Addirittura un MARTIN PESCATORE l’ultimo giorno,
probabilmente convinto di poter trovare qualche preda nelle acque sulfuree…
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Fenicottero |
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Fenicottero |
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Avocetta
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Pantana |
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Mestolone |
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Codone |
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Fischione e Mestolone |
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Svassi piccoli |
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Alzavola |
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Aironi guardabuoi |
Pochi altri ospiti acquatici
lungo la costa, affacciata su un mare all’apparenza deserto, salvo per qualche
sporadico GABBIANO REALE e per le decine di BERTE MAGGIORI (con qualche
infiltrata MINORE) di ritorno al tramonto. Un AIRONE BIANCO MAGGIORE su uno
scoglio, insieme ad un immaturo di MARANGONE DAL CIUFFO. Un AIRONE ROSSO
immaturo nascosto tra le rocce sull’ultima spiaggia prima della costa africana.
Un PIVIERE DORATO che tenta di celare agli sguardi il brillare del suo
piumaggio infilandosi nel nero profondo delle rocce laviche. Oppure lo scheletro
di un ardeide indeterminato (che saremmo propensi a ritenere un TARABUSINO, o
eventualmente una NITTICORA, voi cosa dite?), testimonianza palpabile delle
difficoltà di un viaggio senza tempo e senza certezze.
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Airone rosso |
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Piviere dorato |
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Piviere dorato |
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Ardeide indet. |
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Ardeide indet. |
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Ardeide indet. |
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Ardeide indet. |
Nel cielo si alternano i rapaci,
quasi tutti viandanti in transito. Un NIBBIO REALE, un NIBBIO BRUNO, un FALCO
PESCATORE, due BIANCONI, un AQUILA MINORE (quel raro morfismo rossiccio che
tuttavia un tempo frequentava stabilmente l’isola), un FALCO DI PALUDE che
lottando contro il vento in mezzo al mare si finge un temibile SKUA.
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Nibbio bruno |
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Falco pescatore |
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Biancone |
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Aquila minore |
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Aquila minore |
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Falco di palude |
Che poi, a Pantelleria ti dicono di stare attento alle POIANE. E allora tu cerchi di fotografarle tutte. Almeno quelle che riesci a fotografare. E sono tutte POIANE, senza particolari tracce
che ti facciano pensare ad altro. Tranne una. Che più la guardi e più pensi che
ha qualcosa di strano. E allora la mostri ai tuoi consulenti. E anche loro
concordano. Che il suo nome è POIANA STRANA, nata da chissà quale abominevole
incrocio genetico. E ce la teniamo così. Strana.
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Poiana strana |
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Poiana strana |
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Poiana strana |
La notte si popola di
BARBAGIANNI, gli unici a farsi davvero notare. Ci troviamo davanti al naso anche
un tardivo SUCCIACAPRE, ma per il resto il buio si riempie di stelle e di
creature silenziose ed invisibili.
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Barbagianni |
Spulciando tra i passeriformi,
stanziali o migratori che siano (la cui presenza varia estremamente da un
giorno all’altro), qualcosina di nuovo spunta fuori sempre, compresi gli
intrusi TORCICOLLI…
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Passera (delle isole siciliane) |
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Occhiocotto |
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Occhiocotto |
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Magnanina |
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Saltimpalo |
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Pettirosso |
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Cutrettola |
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Spioncello |
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Beccamoschino |
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Beccamoschino |
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Codirosso |
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Tordo bottaccio |
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Tordela |
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Luì piccoli |
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Luì piccolo |
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Culbianco |
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Torcicollo |
… oppure quelli di cui ti accorgi
solo quando, tornato a casa, controlli le foto scattate a caso agli STORNI e ne
trovi uno più NERO degli altri.
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Storni |
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Storni con contorno di Nero |
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Storni con contorno di Nero |
E a questo punto, parlando dei
passeriformi, dobbiamo aprire una piccola parentesi e raccontare alcuni
aneddoti. Per esempio di quella volta che siamo arrivati in cima alla montagna
e ci è sembrato di sentire il verso di un SORDONE mentre una bestia si involava
dai nostri piedi ed andava a nascondersi dietro una pietra a strapiombo qualche
decina di metri più in là. E allora, sfidando impavidi il precipizio, ci siamo
scagliati verso le asperità ed un curioso volatile è venuto a farci compagnia
sullo sperone roccioso. Vi facciamo omaggio anche di una “foto ambientata”
altrimenti poi dite che ci siamo portati le foto da casa. Perché, come detto, bisogna
sempre fare attenzione ad alcune specie apparentemente banali che sulle isole
non sono affatto di comparsa frequente. Ed una foto vale più di tante parole.
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Sordone ambientato |
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Sordone |
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Sordone |
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Sordone |
Oppure, di quell’ultimo giorno (il
22 ottobre) prima della partenza (per Ustica) in cui oramai sconfortati
vagavamo senza meta alla ricerca di una qualunque seppur minima rarità e ci
siamo imbattuti in un richiamo allarmato ed allarmante proveniente da un
giardino alberato. E ci siamo appostati a lungo, dietro un muretto, confidando
che prima o poi il dispettoso animaletto comparisse alla nostra vista. Fino a
che le nostre preghiere non sono state esaudite e quel fantasmino si è concesso
ai nostri scatti. Ve ne propongo diversi, per darvi modo di prendere
consapevolezza di quanto ingannevole sia l’aspetto di questa creatura, che
appare diversa in ogni scatto ed in alcuni davvero irriconoscibile. Questo per
dire che il PIGLIAMOSCHE PETTIROSSO è un bizzarro ed infido folletto.
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Pigliamosche pettirosso |
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Pigliamosche pettirosso |
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Pigliamosche pettirosso |
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Pigliamosche pettirosso |
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Pigliamosche pettirosso |
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Pigliamosche pettirosso |
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Pigliamosche pettirosso |
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Pigliamosche pettirosso |
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Pigliamosche pettirosso |
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Pigliamosche pettirosso |
Ed infine, di quel giorno
(domenica 17 ottobre) in cui ci siamo giocati il jolly. Troppo presto, probabilmente
(eravamo sbarcati sull’isola il giorno precedente). Di quel giorno in cui in
poche ore abbiamo giustificato un intero viaggio, in compagnia di PINO che ci
ha fatto omaggio di alcune delle sue foto.
Di quel giorno in cui abbiamo
visto l’unico LUI’ FORESTIERO dell’intero viaggio, senza sentirne nemmeno il
verso (silenzioso come altri mai), inquadrandolo per caso mentre una
CINCIARELLA ALGERINA si faceva beffe di noi.
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Luì forestiero - Foto di Giuseppe Citino |
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Luì forestiero (perchè, non si vede?) |
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Cinciarella algerina |
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Cinciarella algerina |
Di quello stesso giorno in cui,
su suggerimento di Pulotto, ci siamo persi ad osservare un piccione solitario
posato sulle mura di un rudere abbandonato e pochi istanti dopo l’abbiamo visto
involarsi e raggiungere altri cinque individui simili a lui, ma allo stesso
tempo dissimili. Cinque improbabili COLOMBELLE comparse dal nulla e poi svanite
in mezzo agli alberi, insieme ai colombacci.
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Colombelle - Foto di Giuseppe Citino |
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Colombelle - Foto di Giuseppe Citino |
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Colombelle - Foto di Giuseppe Citino |
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Colombella (abbiate pazienza) |
Di quel medesimo giorno in cui,
sempre grazie ad una CINCIARELLA ALGERINA, la prima per tutti noi, ci siamo
parcheggiati a bordo strada, al margine di un prato costellato da balle di
fieno (a forma di parallelepipedo) e piccoli cespugli e uno di noi ha detto
agli altri “Voi aspettatemi qui, che vado a stanarvi una bestia strana”. E
pochi istanti dopo, lo stesso millantatore inquadra a binocolo uno strano “luì
grosso” con un marcato e lungo sopracciglio e delle zampone enormi e prova a
fotografarlo mentre saltella in mezzo ai rovi ma lo sente emettere uno strano
richiamo tipo “ciak, ciak”. E allora cerca di attirare l’attenzione dei suoi
compagni di merende esclamando “C’è uno strano luì con le zampe chiare che fa
ciak ciak”, ma i suoi compagni non lo prendono troppo sul serio. Allora
insiste, mettendosi a frignare. A quel punto gli altri lo raggiungono per
confortarlo e comprendono il suo dramma. Così, insieme, cercano la strana
creatura. E la trovano. La fotografano. La riprendono in alcuni video. Finché
la bestia scompare. I tre pensano di aver appena visto un luì scuro, ma
qualcosa non torna. Il comportamento. Le dimensioni. Le zampe. Tutto porta ad
un’altra specie, tranne forse quello strano richiamo. Le foto in tempo reale
raggiungono Andrea ed il MISC, il Giuss, i Tringa, Andrea Cusmano e l’universo
Siculo… ed i dubbi scompaiono (conditi con alcune sane ed inevitabili imprecazioni).
Perché la bestia si chiama LUI’ DI RADDE. E forse queste (ma lo chiedo a voi)
potrebbero essere le prime immagini (e video) realizzate in Italia su una
bestia libera e non inanellata.
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Luì di Radde |
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Luì di Radde |
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Luì di Radde |
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Luì di Radde |
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Luì di Radde |
E con queste imprevedibili
immagini caliamo il sipario su questo primo atto, per concederci il tempo di
improvvisare la seconda e conclusiva parte di questa bizzarra opera, confidando
che vi sia gradita, frammentata e nel suo insieme. E con un abbraccio vi diamo
appuntamento sul palco, dietro il sipario, per le prossime avventure…
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Aracnide indet. (sapete mica il nome?) |
veramente piacevole da seguire, con quel tono autoironico che non guasta di sicuro
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