Esattamente un anno fa, prima ancora di rinchiuderci nei nostri fragili gusci, avevamo deciso di prendere fiato, di rallentare il passo fino a fermarci, di affacciarci al balcone ed osservare l’universo da lì come spettatori. Poi, nel giro di pochi giorni, questa scelta si è trasformata in necessità. Un anno fa. Inquieti e spauriti ad affrontare una situazione completamente nuova. Assolutamente convinti di essere intoccabili, ma sempre più sospettosi e perplessi. Fino ad arrivare ad un passo dal prendere consapevolezza di qualcosa, per poi dimenticarcene il prima possibile. E invece. E invece siamo ancora qui. Su quel balcone. Ad un anno di distanza. A festeggiare il primo anniversario del BWaKM0 nell’unico modo possibile. Con una giornata dedicata a lui, dalla finestra di casa, a Udine. E la speranza che un ospite inatteso ci compaia in giardino… (seeeee…)
Foto di Paolo Zonta |
Le regole le conoscete già. Se volete ripassarle le trovate a questo link. Così, prima dell’alba, l’orecchio si allerta, desideroso di ascoltare le voci della primavera. Anche se è tornato freddo. Zero gradi. E i cantori stentano. Qualche MERLO. Tante CORNACCHIE. Una CIVETTA infastidita. Poi lentamente la luce aumenta. Ed il panorama si materializza esattamente per come abbiamo imparato a conoscerlo negli ultimi mesi. Uno strano deserto. Sarei bugiardo se dicessi che non ci sono anime volanti e vocifere in questo mondo. Cercherò tuttavia di farvi percepire le mie stesse sensazioni. Partiamo da tutto ciò che non mi meraviglia più, ma in senso buono. Non mi meraviglia più osservare un ASTORE transitare in volo diretto verso nord. E nemmeno intercettare distanti in tre diversi momenti della giornata le sagome di uno o due MARANGONI MINORI erranti lungo la traiettoria del torrente Cormor. E, soprattutto, non mi meraviglia più seguire i dondolamenti svolazzanti di almeno un’ottantina di AIRONI GUARDABUOI pigroni che a metà mattina si allontanano dal dormitorio. No, tutto questo non mi meraviglia più. Perché in questi tre mesi di Stagione Fredda in comune di Udine abbiamo imparato tante nuove storie, comprese le loro.
“Le ultime parole famose” (Cit. Fabiolino, altro elitario membro). Esattamente tre ore dopo, riceviamo questo. Mi scuserete se ho censurato la parte successiva per non addentrarci in un meraviglioso mondo lessicale ignoto alla Crusca.
Il nostro fenomenale Paolo Phylloscopus Zonta, dopo l’indimenticabile LUI’ DI HUME di Carlino (Ud), è riuscito stavolta in un capolavoro: trovare a Romans di Varmo (Ud) il terzo (almeno per quanto mi è dato di sapere, ma non fate troppo affidamento sulla mia competenza in materia, qualcosa sottobanco mi sfugge di sicuro) LUI’ DEL PALLAS per il FVG esattamente nel fine-settimana in cui la provincia di Udine torna (da GIALLA ad) ARANCIONE! Strepitoso PiZonta. Ed inevitabile la censura dei commenti. Voi capirete.
Foto di Paolo Zonta |
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Foto di Paolo Zonta |
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C’è ancora poco da aggiungere. Se non che, considerato il fatto che in cambio della macchina fotografica non riparabile l’assicurazione contro danni accidentali (di 4 anni, a cui mancava solo un mese alla scadenza) me ne ha fornita gratuitamente una nuova (e qui si compensano le censure precedenti), avrei potuto farvi omaggio di qualche pessima foto. Ma il mio giardino, come detto, è vuoto. Posso regalarvi un PETTIROSSO, la solita coppia eterogenea di CORNACCHIE, un PICCIONE DOMESTICO.
So che a questo punto vi domanderete com’è possibile che l’elenco delle specie qui sotto ne conti 46 nonostante le mie continue lamentele. La risposta è che dobbiamo allenarci ad attivare tutti i nostri sensi, compreso il sesto. Ed a guardare lontano. Col binocolo, a caso nel cielo. Col cannocchiale, ancora meglio, anche se non arriviamo da qui a spiare le sorgive di Romans di Varmo. E dovremmo imparare a fare lo stesso nella vita. Vivere l’istante presente, ma con lo sguardo al futuro, per adattarci all’inevitabile cambiamento, naturale e sociale. Per far sopravvivere la vita, oltre il nostro egoismo.
E comunque, grande PiZonta!
Nel mio piccolo condivido
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