sabato 31 ottobre 2020

Resoconto Mensile Tringa - Ottobre 2020



Non lo nego. E’ possibile che, da lassù, ci stiano inviando dei segnali. Certo, in un contesto sociale in cui la libertà di pensiero, opinione, parola e supponenza ha raggiunto estremi apocalittici, ognuno ha facoltà di interpretarli come crede. Ma se qualcuno delle alte sfere, velatamente, dovesse suggerirvi di fare particolare cautela ed attenzione, limitando contatti e spostamenti che comportino promiscuità personale, preferendo i dintorni del vostro domicilio agli assembramenti metropolitani ed alle peregrinazioni collettive, come ve lo immaginereste il suo angelico alato messaggero?

Foto di Renato Castellani

Provo a farvelo descrivere dalla spontanea narrazione di Paolo (Utmar) che a cavallo (!) sulla via di Damasco (Isoletta 33, Fiumicello, Ud) il 21 di ottobre 2020 è rimasto folgorato dalla sua candida visione

“Mercoledì mattina sello Cucco per un giretto nei dintorni di casa e mi tiro dietro Oxa. Fortunatamente metto il binocolo di scorta nelle tasche del sottosella. Vedo con piacere i soliti alaulidi campestri ma il passaggio di uccello più grande attira la mia attenzione. Come prima cosa ho pensato alla pavoncella, poi mi ricordo di avere il binocolo, scendo ed inquadro il soggetto che a quel punto mi pare un gufo di palude con qualcosa della ghiandaia marina ma, a sorpresa, si mette a fare lo spirito santo e mi mostra la coda bicolore… ed a quel punto sono completamente nel pallone. Telefono al temporaneamente siculo Matteo mentre la bestia va a posarsi su un pilone. Ci si orienta verso il NIBBIO BIANCO ma Matteo dice che é bianco mentre io ho visto parti grigie, nere, barrate. Riesco a vedere la testa bianca e finalmente è un "probabile nibbio bianco". Corro a casa, metto giù gli equini, prendo le macchine (auto più fotocamera) e cerco di avvicinarmi da N al pilone sperando che il nostro rimanga. Chiamo Davide e trovo una pattuglia di forestali (Elisa e Giulia) in controllo caccia che mi danno supporto. Arriva anche Marta e riusciamo ad avvicinarci e a soddisfarci. Poi arriva Silvano, lo ritroviamo e fotografiamo sul pilone e fortunatamente mi aiuta a far ripartire la macchina giù di batteria. Nel pomeriggio grandi soddisfazioni con Renato: troviamo il nostro nella mia via e lo vediamo allarmare verso un gheppio con la coda alla scricciolo. Passa anche uno smeriglio che Renato immortala. Insomma una giornata memorabile.” 

A condire il racconto di Paolo, le testimonianze fotografiche degli occhi illuminati dei singoli osservatori, di fronte alla seconda osservazione a noi nota e condivisa (qui trovate la prima, di Pier Luigi Taiariol e Cesare D'Andrea nei magredi pordenonesi nel 2015) per il FVG e prima per la (ex) provincia di Udine.

Foto di Marta Trombetta

Foto di Marta Trombetta

Foto di Davide Scridel

Foto di Davide Scridel

Foto di Renato Castellani

Foto di Renato Castellani

Foto di Renato Castellani

Agli assenti, resta giusto il contentino della sua controfigura.


 
Ma torniamo a noi. Perché ho parlato di segnali, al plurale. Non di un singolo episodio. E allora ripartiamo dall’inizio. Dall’inizio del mese. Gabriele (con Alicia) è scappato di casa. Ve lo ricordate? E’ andato a spassarsela a Ventotene (Lt).
 
Foto di Alicia Quintana

Ma la sua ricerca di rarità sull’isola pare infruttuosa, nonostante nel frattempo i suoi temporanei “compaesani – isolani”(Irene, Jacopo, Mirko, Sara…) “inanellano” (anche letteralmente) una serie di sorpresine… Così, quando lo sconforto sembra coglierlo, rallentando la sua frenesia e portandolo a sostare titubante e pensieroso sull’uscio del suo nuovo domicilio, un microbico messaggero passa a trovarlo. Proprio lì, nel giardino delle meditazioni. LUI’, un FORESTIERO, venuto da chissà quale distante territorio, viene a sussurragli “rilassati e respira, passo a trovarti io”. 

Foto di Gabriele Zamò

Voi direte “Certo, facile a Ventotene. Che sia il giardino della casa o altrove”. Inutile dirvi che è stata la sua unica comparsa. Ma avete ragione. So che così non posso convincervi, allora ci riprovo. Chiamerò allora in causa Domen, che il 9 ottobre nel suo giardino a Sezana (sul Carso Sloveno) si ritrova faccia a faccia anche LUI’ con un FORESTIERO messaggero. A questo punto, ognuno di noi pensa esattamente la stessa cosa: adesso tocca a Skody. Per stuzzicarlo, quella stessa sera Pulotto gli invia il richiamo sonoro dell’animaletto. E il primo messaggio che riceviamo tutti noi la mattina del giorno successivo, sabato 10 ottobre, è questo: LUI’ FORESTIERO DIETRO CASA A UDINE! Firmato, ovviamente, Skody. 


Foto in PhoneBinoScoping di Skody

Insomma, se i foresti vengono a cercarci in giardino, che sia questo per noi un invito a restarcene quieti presso il nostro domicilio? Soprattutto se, d’altro canto, quando ci allontaniamo in pellegrinaggio per andarli a trovare, loro inesorabilmente latitano.


Il domicilio qualche volta per altro capita che non corrisponda alla residenza. Giusto per fare un esempio, possiamo tranquillamente immaginare che Silvano, sommo guardiano della RNR Foce Isonzo (Go), possa eleggerla come dimora per farsi recapitare il dono di questi messaggeri alati. Ed è lì che si fa trovare pronto alla puntuale visita dell’AQUILA DI MARE che lo sorvola quasi a fine mese (e come lui anche Matteo De Luca il giorno successivo, mentre nel suo ufficio a Trieste Stefano Sava si lascerà cogliere impreparato dal transito di un enorme rapace scuro mobbato da un minuscolo gabbiano reale...).

Foto di Silvano Candotto

Che poi non deve essere per forza una rarità (sulla carta) quella che viene a farci visita. Potrebbe essere anche una specie ubiquitaria e trascurata. Che tuttavia indossa un angelico abito argentato. Perché un MERLO così, in libertà, difficilmente credo che lo abbiate osservato. Eppure lui ha deciso di trascorrere pacificamente le sue giornate nel giardino di Alexandra. 

Foto di Alexandra Mareschi

A proposito di piumaggi ambigui, questo CULBIANCO è passato invece a trovare Mat. Ce lo teniamo buono per le notti insonni trascorse a riflettere sul principio di indeterminazione delle nostre foto. 

Digiscoping di Matteo Giraldi

Insomma, possiamo partecipare tutti a questo gioco? Certo, l’importante è, come al solito appunto, partecipare, cercando di documentare la visita (a costo di lasciarsi sfuggire [Skody] il messaggero alato della Regina mentre si pota una siepe a Udine...) e, soprattutto, evitando di barare. Astenersi dunque perditempo, mitomani, cialtroni e mistificatori seriali. In sostanza, si tratta di rallentare la nostra frenesia, il nostro bisogno sfrenato di correre verso un destino segnato. Fermarsi. Lasciarsi trovare. Ovunque il nostro percorso ci abbia portato (ciao Fabiolino!). 

Foto di Fabio Marcolin

A casa, o in auto, se i trasferimenti non li possiamo davvero evitare. 


Di passeggeri a bordo strada, con un minimo di attenzione, potrebbe capitarci di trovarne ancora. 




Nonostante la desolazione di questa disarmante stagione migratoria, seguita quotidianamente da vicino dagli instancabili esuli del Progetto Alpi di Malga Confin, Fulvio e Cristina, con i suoi silenzi e le sue meravigliose sorprese (Marco non volermene!).



Prendiamola così allora. Come un gioco. Questa sorte che ci vede prossimi ad una nuova solitudine. Con l’augurio che il respiro non ci manchi. E, con lui, il sorriso. Anche se ad alleviare il nostro esilio nottetempo sarà soltanto un diversamente morbido ospite RICCIOlino.





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