domenica 31 maggio 2020

Resoconto Mensile Tringa - Maggio 2020


L’argomento oltremodo originale di cui ci è gradito trattare in questo mese è “La Natura si riprende i suoi spazi”. Scommetto che nelle ultime settimane nessuno di voi ha avuto l’ardire di affrontare una simile scottante tematica. E’ una considerazione talmente innovativa che ci troviamo quasi in imbarazzo a proporvela così, senza preavviso. Ed è una valutazione dal fondamento così solido che ci si prospetta inevitabilmente, se non un futuro, quanto meno un presente a dir poco Roseo.
 
Foto di Bruno Dentesani
Concedeteci tuttavia la libertà di affrontare il discorso al solito modo. Il nostro. Cominciando da questo mostro alieno. Lo conoscete?
 

Si chiama IBIS SACRO. Fino ad una decina di anni fa non era nemmeno incluso nelle varie Check-list del FVG. Non se ne prendeva in considerazione minimamente l’esistenza. La Comunità Europea lo include nell’elenco delle specie aliene da eradicare (salvo che poi manchi concretamente il programma attuativo, almeno in Italia, per farlo davvero). E lui, arrogantemente, sentitosi chiamato in causa, prima conquista e poi invade il territorio. Si riprende il suo spazio. Che suo non è mai stato. Ma che come al solito l’uomo ha contribuito a creargli. Uno spazio ideale talmente ottimale che nel giro di un paio d’anni gli consente di raggiungere in avanscoperta senza ritegno le garzaie di ardeidi, marangoni e cormorani distribuite lungo la laguna, con Paolo Utmar sentinella del territorio che lo intercetta a inizio maggio piazzato comodamente in quella che potrebbe diventare una delle sue nuove case, su un’isola lagunare di Grado (Go), ma pare non disdegni nemmeno gli alloggi prossimi alla RNR Foce Stella (Ud).
 
Foto di Paolo Utmar
Eccola, la Natura che si riprende i suoi spazi. O forse ho sbagliato esempio? Mi state dicendo che in questo caso è l’uomo che interferisce al solito a suo modo con la Natura? Concedetemi di riprovarci, faccio un altro tentativo. Lasciatemi continuare sul Filo delle peripezie del nostro Paolo, che nelle sue esplorazioni territoriali intercetta a Torviscosa (Ud), verosimilmente prima segnalazione documentata per la provincia di Udine, un altro ospite assolutamente inusuale per la stagione. La riconoscete questa?
 
Foto di Paolo Utmar

Foto di Paolo Utmar

Compare negli ultimi anni con una certa regolarità in inverno in RNR Foce Isonzo (Go), di solito scovata da Silvano e pare prendere il nome di OCA LOMBARDELLA MINORE per alcuni di quei caratteri che nella foto si percepiscono (per quanto nell’allerta di tirare il collo si renda meno graziosa di quanto non sia di solito per atteggiamento e sembianze, cosa che, in modo particolarmente politicamente scorretto, me l’ha fatta definire “esteticamente brutta e mezzosangue”, ma senza cattiveria alcuna). A inizio maggio però. In compagnia promiscua di un’Oca selvatica. Questa natura che si riprende i suoi spazi, fuori tempo e fuori luogo. Priva di anelli di qualsiasi tipo e di qualunque altro documento di riconoscimento, non sappiamo assolutamente da dove provenga, quali siano le sue origini e i suoi genitori, quale sia il suo pedigree (sempre che ne abbia uno). E non sappiamo nemmeno che fine abbia fatto. Volatilizzata. Chissà se anche lei si è ripresa uno spazio che era suo. O che invece non lo era mai stato. Vediamo se con il prossimo mi avvicino alla meta. Sempre lungo quel Filo che porta a spasso il nostro erratico Paolo arriviamo a quell’Aquila che era cara a Fabio Perco, ritrovata nell’origine etimologica di Aquileia e che decisamente prossima a questo sito fa la sua comparsa, anche lei in un periodo bizzarro. Sempre Paolo, sempre Torviscosa (Ud), AQUILA DI MARE a inizio maggio.
 
Foto di Paolo Utmar

Foto di Paolo Utmar
Che voglia davvero riconquistare le terre ai cui nomi ha dato i Natali? O forse rimpinzarsi delle prelibatezze che le fornisce il territorio di nuova acquisizione, sdegnando le prede abituali per dedicarsi alle nutrienti Nutrie? Ah, questa natura che si riprende i suoi spazi! Ah no? Perché, non sono forse autoctone le Nutrie? Almeno l’Aquila sarà contenta. Ed altrettanto chi se la ritrova a gironzolare sopra la testa, a fine mese, in RNR Foce Stella (Ud).
 


 

Tuttavia non demordiamo. Proviamo con una storia quantomeno commuovente. Ripeschiamo il tema scottante dell’estate 2019. Ve lo ricordate? Si chiamava FRATINO.
 
 
Quel grazioso confidente batuffolino che trotterella tra i piedi dei bagnanti. E che in FVG è quasi scomparso. Sicuramente estinto dalle spiagge di Lignano Sabbiadoro (Ud) ai tempi delle invasioni balneari. O meglio. Era estinto. Perché stavolta davvero si è trovato un alleato virale, il COVID, che ha chiuso l’accesso alle spiagge alla specie umana (e canina) per un paio di mesi. E lui cosa ha deciso di fare? Tornare a riappropriarsi di quell’unico sito che poteva ospitarlo. Eccola finalmente la Natura che si riprende i suoi spazi! O meglio, fintanto che l’altra natura, quella umana (e canina) non decida di espropriarglieli. Ovvero dalla seconda metà di maggio in poi, quando gli esploratori umani inconsapevoli di questo miracolo trascinano pensierosi i loro incauti piedi (e cani) alla riscoperta di un territorio dimenticato. E ciao ciao Fratino. Eccola, la vera Natura (umana e canina) che si riprende i suoi spazi.
 
 
Non siete stufi? Se volete insisto. Provo con la storia della STROLAGA MEZZANA, quella spettacolare creatura che indossando l’abito estivo occasionalmente decide di farci compagnia anche durante la stagione calda. Magari a Duino (TS). Concedendosi alle osservazioni di Paolo, Davide e Skodi in più occasioni.
 
Foto di Matteo Skodler

Foto di Paolo Utmar
Anche lei pronta a riconquistarsi il suo spazio. Uno spazio nuovo tutto suo. Quello dell’ENPA di Trieste, dopo essere stata recuperata spiaggiata, ferita e massacrata dalle cornacchie. Forse non era proprio lo spazio che voleva riprendersi. Insomma, questo presente è davvero così roseo? Dalle segnalazioni ripetute che riceviamo sembrerebbe tuttavia di sì. STORNI ROSEI ovunque. In particolare con Skodi a Porto Piccolo (Ts), dove sfrecciano come proiettili, diretti chissà dove.
 
Foto di Matteo Skodler

Foto di Matteo Skodler

Foto di Matteo Skodler
Perché questa pare sia la loro prerogativa di quest’anno. Sfrecciare come proiettili passandoti davanti al naso e scomparire. Qualcuno riesce ad ingannarli fingendosi ramo (Video di PiZonta) ed attirandoli con l’inganno sullo stesso albero su cui la Natura umana li aveva portati a riprendersi le loro ciliegie.
 
 
 
Oppure devi invocare il karma e trovarteli davanti alla finestra dell’ufficio, come Pulotto a Pordenone.
 
Foto di Pulotto
A questo proposito vi racconterò un aneddoto, che riguarda la Natura esoterica che si riprende i suoi spazi. Il giorno della prima segnalazione in FVG (Paolo Grion nei magredi di Cordenons, sabato 23 maggio) iniziano le mie peregrinazioni personali. Poco dopo l’osservazione di Paolo arrivo al biotopo del Magredi di San Canciano, a Campoformido (Ud), poco distante da casa, dove sono convinto di trovarli. Mentre spulcio a cannocchiale il gruppo di storni presente nell’aviosuperficie, dietro di loro in linea d’aria a qualche centinaio di metri sfreccia uno stormo di proiettili delle dimensioni di uno storno e dai colori contrastati. Li seguo per tre secondi netti e li perdo. A parte le imprecazioni di rito mi convinco che la suggestione ed il riverbero possono avermi ingannato. Tra i compagni di merende allora si sbilancia Tommaso a confortarmi con un “Tranquillo, li ritroverai, parola di [omissis]”. Ecco. Per una settimana ho percorso tutte le strade della provincia di Udine, sfiorando in anticipo o ritardo il loro roseo arrivo. So che non ci crederete, ma chiedete a Bruno se domenica 24 per caso non ha visto forse 4 Rosei proprio lungo la ciclabile che costeggia il biotopo di Campoformido. Tutti gli altri siti non ve li nomino. Vi dico solo che giovedì notte ho un cedimento e chiedo a Tommaso di sfatare l’anatema. Lui mi risponde con queste testuali parole “Col potere conferitomi dall’orbettino in testa pronuncio questa frase: che lo storno non ti storni ma che torni e ritorni”. Venerdì mattina sull’onda dell’entusiasmo di questa litania esco di casa e punto dritto verso il biotopo di Campoformido (dove sono passato inutilmente comunque quasi tutti i giorni precedenti). Non serve nemmeno che lo raggiunga. All’altezza del cimitero che precede il biotopo un nugolo di una ventina di proiettili rosaneri mi attraversa la strada ad un paio di metri dal parabrezza. Grazie Tommaso! Ci voleva tanto? Ah, questa misteriosa natura stregonesca che si riprende i suoi spazi.
 
Foto della Foto di Bruno Dentesani
E non siamo per caso contenti di incontrarla? Specie quando è proprio lei a dircelo. “Pleased to meet you. Pleased to meet you. Pleased to meet you”. Non so se avete presente l’effetto che fa sentirlo per la prima volta dal vivo e riconoscerlo subito sporgendo la testa dal finestrino dell’auto. “Pleased to meet you”. Trovalo tu. “Pleased to meet you”.
 
 
 
Una ciliegina rossa su un pino! Che CIUFFOLOTTO SCARLATTO cordiale e disponibile. Solo per dirci che era contento di vederci, in questo roseo, roseissimo presente.
 

Foto di Marta Trombetta

Foto di Marta Trombetta

Foto di Marta Trombetta
Dovremmo forse dubitarne? Solo perché alcune specie i propri spazi non sembrano riprenderseli più, siano ALBANELLE MINORI o AVERLE CENERINE, che i loro territori in provincia di Udine paiono averli smarriti per sempre.
 
Foto di Paolo Zonta


 
Magari al loro posto quest’anno faranno capolino quelle AVERLE CAPIROSSE che almeno in migrazione si sono fatte abbastanza notare.

Foto di Marta Trombetta
Cerchiamo di essere ottimisti. In fondo la RONDINE ROSSICCIA si è ripresa anche quest’anno il suo spazio. O il suo sasso.
 
Disegno e Foto di Stefano Sava
Mentre la sua omonima vanitosa, la RONDINE, ha conquistato un territorio nuovo. Lo specchio!
 
Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Zonta
Così come le diversamente Rondini di Mare, STERNE ZAMPENERE riconquistano lo specchio d’acqua in RNR Foce Isonzo (Go), dopo aver vagato come loro solito sui campi nei dintorni di casa di Paolo Utmar.
 
Foto di Pulotto
Anche le GHIANDAIE MARINE sono tornate ad alloggiare dove erano state amabilmente accolte negli anni precedenti.
 
Foto di Paolo Utmar
Ok, d’accordo che il distanziamento sociale vale per tutti, ma concediamo loro un poca di intimità comunque.
 



PAVONCELLE e CAVALIERI D’ITALIA difendono strenuamente lo spazio (terreno ed aereo) che si sono conquistati nel tempo e vogliono saldamente conservare anche in questa nuova Stagione Calda, in barba ai FALCHI DI PALUDE e agli altri famelici predatori.
 
Foto di Paolo Zonta

Foto di Paolo Utmar

Foto di Paolo Utmar

E poi ci sono quelle situazioni promiscue, in cui si formano delle strane alleanze, tipo tra SALTIMPALO e STRILLOZZO per difendere il proprio futuro dalle intromissioni del CUCULO.
 
Foto di Marta Trombetta

Foto di Marta Trombetta

Foto di Marta Trombetta
Mentre altrettanto ambiguamente CORNACCHIA GRIGIA e POIANA si accoppiano in volo utilizzando una Serpe come dono nuziale. 
 
 
Insomma, non so se la natura si sta riprendendo i suoi spazi, ma di sicuro ci osserva da vicino.
 
 
Lei, o chi per lei.

Foto di Matteo Skodler

Foto di Matteo Skodler
E non solo l’avifauna si interroga perplessa su come affronteremo il futuro, ora che potremmo aver imparato una lezione nuova. Quella che riguarda la conservazione degli spazi, dei territori, delle libertà, dei valori. Se davvero l’abbiamo imparata, saremo in grado di ricordarla?
 


Foto di Matteo Skodler
 
 
Per concludere, visto che la Natura riconquista i suoi spazi, come avieri Pivieri (magari Tortolini sulle cime dei monti, mentre di altri assai più rari ed orientali vi racconteranno meritatamente i protagonisti), io oggi ho lavato la macchina. E di Natura che si riprende i suoi spazi ne è venuta fuori un sacco. Soprattutto Golem e Spaventosi Mostri di Terra ancora vivi. E visto che ci siamo, ecco cosa succede quando la Natura si prende i propri spazi mentre state fotografando il panorama in laguna. Sotto forma di Dittero Alieno. E ve ne accorgete a casa.
 

 

 

 

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