Se davvero vogliamo che il mondo si salvi, allora almeno Aprile deve metterci del suo. Altrimenti da questo incubo non ci risveglieremo più. Reduci da un Marzo che non ci ha dato sollievo, come disperati vaghiamo sperduti scrutando aride zolle di terra con la remota speranza che finalmente la primavera esulti colorandosi di voci, sensazioni e danze alate.
Foto di Matteo De Luca |
Un pianeta riarso e desolato è quello che i nostri occhi (instancabili ancora, ma per quanto?) percorrono... eppure a guardar bene, tra le zolle forse, quella macchiolina sfocata, se solo si animasse nella nostra visione, con un briciolo di fantasia... Un dono. Anche uno solo. Uno ogni tanto. Per dissetare il nostro desiderio di vita. E continuare a sperare.
Come una misera striscia d'erba sperduta tra i solchi delle arature ti avvicina a quelle sagome confuse dal riverbero e dalla luce soffusa del tardo pomeriggio che nel tuo tentativo di affiancarli si concretizzano in FALCHI CUCULI, almeno loro tornati incolumi dalle misteriose terre del sud, allo stesso modo quell'imprevisto movimento mimetico a pochi, pochissimi metri dall'auto ti avvicina a quella che potresti chiamare emozione, quasi dimenticata, quasi reale. Un TORTOLINO, davvero, un PIVIERE TORTOLINO, che prende forma così.
Come una misera striscia d'erba sperduta tra i solchi delle arature ti avvicina a quelle sagome confuse dal riverbero e dalla luce soffusa del tardo pomeriggio che nel tuo tentativo di affiancarli si concretizzano in FALCHI CUCULI, almeno loro tornati incolumi dalle misteriose terre del sud, allo stesso modo quell'imprevisto movimento mimetico a pochi, pochissimi metri dall'auto ti avvicina a quella che potresti chiamare emozione, quasi dimenticata, quasi reale. Un TORTOLINO, davvero, un PIVIERE TORTOLINO, che prende forma così.
Come un miraggio in mezzo ai riordini di Orzano, che Gabriele quasi potrebbe scorgerlo da casa. Uno, due... tre... sette, no, nove! Quasi buio, neanche le foto a render loro giustizia. Fortuna ho Gabriele a fianco a pizzicarmi un braccio, a ricordarmi che non sto ancora dormendo.
Sarà l'alba a ritrovarli per prima, accompagnata puntuale da Matteo De Luca, e poi da Gabriele, Silvano, Renato... E stavolta loro sono un battaglione invincibile. Sono QUINDICI! Mai stati così tanti! Arrivati da mille e mille lune distanti e presto scomparsi, così, senza nemmeno salutare Bruno. Solo il tempo di un instante, ad avvisarci con un monito, la vita è un attimo, noi R'Esistiamo!
Un dono. Anche uno solo. Uno ogni tanto. Tra il tramonto del 20 e l'alba del 21. E allora Aprile in tutti i modi si fa forza, resiste, combatte. Non può vincere, ormai lo sappiamo, ma ci invia dei lampi, e noi li cogliamo, forse, magari solo alcuni, facciamo il possibile almeno, ci proviamo.
Così, un Tommaso rinvigorito dallo spirito primaverile, a inizio mese, tra il 5 e il 6, insegue tutte le ALBANELLE PALLIDE (targate Otranto sicuro) che incontra sulla sua strada tra Remanzacco e Premariacco, prima che se le metta in saccoccia Mastro Albanella Gabriele spalleggiato da Renato. Al solito, il piacere di condividere con altri queste osservazioni è parte della meraviglia, senza intenti insani di far finire i dati altrui in oscure ed inventate banche dati. Ma sai tu, il mondo bizzarro e perverso degli esseri umani...
Foto di Renato Castellani |
Foto di Renato Castellani |
Foto di Gabriele Zamò |
Quest'anno tuttavia, una succursale del centro del mondo si materializza tra Aquileia e Fiumicello, complice di Paolo Utmar, che da un nascondiglio segreto rivela al mondo l'esistenza di quante mai si possano immaginare BALIE DAL COLLARE con il loro lamentoso sibilo. E un'AVERLA CAPIROSSA, per non farsi mancare un tono di colore.
Quest'anno tuttavia, una succursale del centro del mondo si materializza tra Aquileia e Fiumicello, complice di Paolo Utmar, che da un nascondiglio segreto rivela al mondo l'esistenza di quante mai si possano immaginare BALIE DAL COLLARE con il loro lamentoso sibilo. E un'AVERLA CAPIROSSA, per non farsi mancare un tono di colore.
Lungo la costa intanto, tra un residuo invernale di MORETTA CODONA in RNR Foce Isonzo (compagna di viaggio di Matteo De Luca e Silvano Candotto), gli ORCHETTI MARINI superstiti di Paolo Utmar a Grado (Go) e i suoi GABBIANI ROSEI in RNR Foce Isonzo, mentre altrove dal mare all'entroterra (fino alle sorgive di Bars, presidiate da Luciano Silei) spopolano ormai ovunque i FALCHI PESCATORI...
... trova il suo esordio pure la stagione dei LABBI, che nonostante i richiami empatici di Pulotto stentano tuttavia ad abbandonare il pelago per avvicinarsi alle acque territoriali della Foce Tagliamento, ma nel perturbare la serenità dei Beccapesci comunque rivelano la loro esistenza, come crocefissi per un istante appesi al cielo, e poi di nuovo sagome indistinte tra le onde.
Ed in un fine mese in cui, tra clima estivo e bufere di neve sui monti (che tuttavia non turbano la serenità amorosa dei suoi fantasMici ospiti) ...
...il meteo si diletta sull'altalena, ed anche i GRILLAI, in mezzo a mille e più curiosi, si dondolano al Dandolo (PN), concedendosi docili a chi da vicino spia il colore delle loro unghie.
Foto di Renato Castellani |
E mentre il mistero della migrazione trascura sempre più di rivelarci le sue trame, noi ci fermiamo qui, ancora un giorno, domani almeno, primo maggio, per un Bli(t)z Urbano. Se qualcuno di voi volesse raggiungerci, in giro per il comune di Udine, sarebbe ospite gradito del vagabondaggio Tringa che prosegue, pronto a sorprendersi. E sorridere. Una volta ancora.
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