Un’antica tradizione locale vuole
che le due settimane a cavallo dell’equinozio d’autunno siano interamente
dedicate alla contemplazione dell’avifauna e vengano trascorse in una
sistematica ricerca di tutti gli esseri alati viventi in un determinato
territorio scelto a caso puntando il dito sulla cartografia stivalata dell’Italia,
in modo tale da esplorarne tutti gli ambienti disponibili e censire il maggior
numero di specie presenti in quel periodo dell’anno. La tradizione vuole che l’arduo
compito sia assegnato a due intrepidi avventurieri scelti anch’essi meramente a
caso tra un ampio ventaglio di esattamente due candidati. Nell’arco del mese
che precede il periodo in questione, si deve concedere al dito di oscillare in
modo adeguato su tutto lo spettro del territorio disponibile in modo che la
scelta sia opportunamente ponderata. Per l’anno 2022, nella tarda estate, l’ago
del destino pareva prossimo a posarsi su una di queste due regioni, Liguria o
Marche, con una sempre più netta tendenza verso la prima opzione (ed un
abbraccio forte davvero agli abitanti della seconda, travolti dalla turbolenza
atmosferica). Poi, con uno scarto imprevisto, la lancetta della bussola è
impazzita, al punto di frantumarsi nettamente a metà, spedendo una scheggia
imbizzarrita direttamente verso il Caucaso. E con lei uno dei due vagabondi
(quello ancora degno davvero di un simile nome). L’altra metà, rimasta sola nel
bel mezzo delle sue volubili oscillazioni gravitazionali, è caduta al suolo
esattamente nel punto in cui si trovava in quell’istante, nel centro pieno
della misteriosa area geografica che prende il nome di Friuli Venezia Giulia.
In sostanza, il Pulotto è fuggito in Georgia ed Armenia e l’orso burbero ha
deciso di trascorrere due settimane a percorrere i sentieri che attraversano,
dal mare ai monti, questa straordinaria regione.
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Una finestra sul FVG |
E dunque si parte. O meglio, si
resta. Dal pomeriggio dell’11 alla notte del 25 settembre. Stavolta non
aspettatevi le solite foto dei paesaggi, perché il fotografo incaricato, come
detto, era impegnato altrove. Dovrete accontentarvi di uno dei suoi ultimi
scatti in quelle terre, condito con il sapore delle sue colazioni e di uno dei
suoi spiriti guida.
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Terre desolate del Caucaso - Foto di Pulotto |
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Piccolo spuntino - Foto di Pulotto |
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Spirito guida - Foto di Pulotto |
A proposito della seconda
immagine, dimenticavo di sottolineare che la tradizione specifica esplicitamente
che nell’arco di tempo dedicato a questo rituale i prescelti debbano rinunciare
a tutte le comodità. E quindi niente cibo (addirittura meno del solito), niente
riposo (dormire poco e male), svegliarsi ad ore antelucane per dirigersi con
trasferte improbabili in località mai raggiunte dalla luce del sole.
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Il nulla oltre la cima |
Sarà per questo che dopo soli
cinque giorni (ovviamente di venerdì sera), la fidata Sandero decide di alzare
bandiera bianca, anzi arancione, ed accendere anticipatamente tutte le luminose
spie natalizie mettendo a repentaglio l’intera missione, tanto da costringere l’esploratore
a ripiegare su una vettura in prestito (ma meno prestante) ed alternare
giornate di disponibilità domiciliare ai vagabondaggi estremi.
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Inquietanti spie pre-natalizie |
Sospetto comunque che le
limitazioni imposte dalla tradizione, da sole, farebbero desistere anche voi,
facendovi passare la voglia di partecipare ad una simile avventura (e di
scappare sul Caucaso), soprattutto quella riguardante il cibo. Ma vi assicuro
che vi resterebbe comunque un briciolo di energia per raggiungere inaspettatamente
alcune sperdute località dove la meraviglia ancora si fonde con la Terra. E
riempirvene gli occhi.
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Primo velo bianco |
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Un occhio azzurro |
Detto questo, passiamo al
nocciolo della questione. A questi uccelli che sempre più sfuggono al nostro
tentativo di incontrarli. Una simile ricerca prevede un minimo di
programmazione che include la realizzazione di un elenco di specie potenzialmente
contattabili (diciamo approssimativamente 250?) e la scelta dei luoghi da
perlustrare, anche e soprattutto in base alle condizioni atmosferiche. State
tranquilli che così facendo vi ritroverete ad andare a cercare il Piviere
Tortolino sulla cima della montagna più adatta nell’unico giorno in cui la
nebbia sarà talmente fitta che vi impedirà di avanzare con l’auto ad una
velocità superiore ai 5km/h.
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La nebbia agli irti colli |
Arriverete in cima alla montagna
comunque, strafondi di umidità e senza Tortolini. Ma tornerete a casa con nelle
mani la delicatezza delle piume di una PERNICE BIANCA, nelle orecchie il fischio del FRANCOLINO
DI MONTE ed i sibili della CIVETTA NANA. Ma soprattutto, con un fantastico
video del FAGIANO DI MONTE. Vi suggerisco di ascoltare l’audio a tutto volume
(meglio se con le cuffie), tra il secondo due ed il tre. Prendetelo serenamente
come una prova di valutazione “audiometrica”.
Perché ci ho provato, anche
stavolta, a documentare le osservazioni più interessanti, sempre nel tentativo
di combattere la mentalità vecchia scuola del “sono esperto, non serve che
documenti niente”, “l’ho visto bene”, “sono sicuro”… (quando supereremo questa
presuntuosa devianza soggettiva che ci porta a spacciare rarità come se niente
fosse, accettando umilmente che una documentazione adeguata vale molto di più
di mille autoreferenze?). Ma i risultati non sono sempre stati dei migliori,
anzi. Restando nell’ambito di galliformi e tetraonidi alpini, dell’unica COTURNICE
sentita non posso esibirvi nulla, di uno dei due FRANCOLINI DI MONTE un paio di
registrazioni in cui l’orecchio umano non percepisce nulla, del GALLO CEDRONE
alcune fatte fresche (e di quello involato nulla), dei FAGIANI DI MONTE, a
parte il meraviglioso video qui sopra, ho anche una foto in cui si vede un
fantastico ed incomprensibile puntino in volo nel cielo e della PERNICE BIANCA,
oltre alla foto delle piume, ho quella delle sue tracce nella neve, prima che
si involi a pochi passi da dietro uno sperone di rocce.
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Zampa bianca |
Non che per i rapaci notturni sia
andata meglio, come documentazione intendo. Vi confesso che alcuni sono davvero
ostici da trovare. E non parlo dell’ALLOCCO DEGLI URALI, che, a suo modo, sa
concedersi, ad un orecchio attento, a notte fonda (senza doverlo turbare con
spregiudicati richiami elettroacustici diurni), tra un bramito di cervo e l’altro.
Mi riferisco a BARBAGIANNI e GUFO COMUNE, che ormai tocca andare a cercare in
modo mirato (e spesso anche lì con scarsi risultati) nei siti residui in cui
sono grossomodo stanziali da anni. Dell’innominabile CIVETTA CAPOGROSSO
preferirei non parlare. Premesso che non l’ho mai sentita cantare “ufficialmente”
in autunno (e mi domando se davvero mai lo faccia, tanto che alcune
segnalazioni riportate in letteratura di “individui in canto in località
anomale in periodo autunnale” mi lasciano perplesso), i suoi richiami sguaiati
ed inquietanti lanciati in momenti imprevisti nelle ore che precedono l’alba o
seguono il crepuscolo sono sempre più sporadici ed accidentali. L’unica che davvero
continua a presidiare il territorio in modo ostinato e cocciuto anche durante
il mese di settembre è la microscopica CIVETTA NANA. E, almeno di lei, qualcosa
posso farvi vedere.
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Civetta nana |
E’ andata discretamente meglio
con i picchi (fatta eccezione per il Torcicollo). Uno alla volta, a partire dal
PICCHIO ROSSO MEZZANO, che si fa trovare direttamente a Udine già nel pomeriggio
del primo giorno di ricerca, passando per tutti gli altri, ormai ubiquitari,
PICCHIO CENERINO compreso, fino all’elusivo PICCHIO TRIDATTILO, che tuttavia
tambureggia insistentemente nello stesso identico sito in cui si era lasciato
docilmente osservare in tarda primavera.
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Picchio rosso mezzano |
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Picchio cenerino |
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Picchio tridattilo |
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Picchio tridattilo |
Ci sarebbe anche quell’altro, che
PICCHIO lo è solo di nome, quella deliziosa ma sempre più rara farfallina delle
rocce. Anche lui, il PICCHIO MURAIOLO, sgattaiola danzando su quella parete che
periodicamente lo vede protagonista prima di involarsi verso il celeste
destino.
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Picchio muraiolo |
Sempre più raro, certo, ma in
quel medesimo ostile ambiente che lo ospita c’è qualcuno ancora più in
difficoltà, tanto che per stanarlo, in mezzo ai SORDONI che gli fanno da
guardia, bisogna avventurarsi fino al confine con il Veneto (ci sarà stato ben
un motivo valido per annettere il comune di Sappada al FVG!). E no, non parlo
dell’Organetto, che ormai diamo per spacciato in regione (non fatevi ingannare
dalla letteratura, temo che sopravvivano solitarie coppie e, forse, nemmeno
quelle). Parlo di quel candido FRINGUELLO ALPINO che sempre più solitario vaga
per le cime alpine, alla ricerca di una residua neve con la quale confondersi.
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Sordone |
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Sordone e Fringuello alpino |
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Fringuello alpino |
Con lui, ultimo a comparire nella
quarta delle giornate dedicate all’ambiente alpino, le specie di montagna
possono considerarsi completate. A dire il vero per altro, non sono state
nemmeno le più ostiche da intercettare (non tutte per lo meno). Confesso che
non avrei immaginato, all’inizio del viaggio, che l’animale più restio a farsi
trovare sarebbe stato lo ZIGOLO GIALLO. Ricerche mirate ed infruttuose sono
durate oltre dieci giorni, prima di localizzarne uno sparuto drappello in una
delle sue ultime roccaforti. Temo a questo punto che a breve possa seguire il
destino dell’Ortolano (e dell’Organetto, del Pendolino, del Basettino, del
Migliarino di palude, della Salciaiola, dell’Averla cenerina…). Mi sarei aspettato
di avere ben più difficoltà, ad esempio, con il PETTAZZURRO. Ed è proprio per
questo motivo che un intero giorno è stato dedicato a lui, dall’alba al
tramonto, con una breve pausa in mezzo durante la quale la perfida canaglia si
è ovviamente fatta vedere da altri, sull’argine del laghetto di San Quirino
(PN), che definire laghetto (almeno quel giorno) potrebbe essere fuorviante, potreste
definirlo piuttosto una pozzanghera di un metro per due profonda, nel punto più
alto, mezzo centimetro, costeggiata da uno sparuto canneto, dimora inaspettata
tuttavia di mirabolanti presenze, dal PORCIGLIONE al BECCACCINO, dal FORAPAGLIE COMUNE (inanellato!) ad un numero imprecisato di VOLTOLINI (almeno quattro osservati
insieme).
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Forapaglie comune (inanellato) |
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Voltolino |
E da un PETTAZZURRO (o due) che
decide di comparire solo quando la luce è ormai stremata dall’attesa di
illuminarlo e lo scatto migliore che mi riesce è questo insensato scarabocchio.
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Scarabocchio Pettazzurro |
Si fosse almeno messo in posa
come il CODIROSSO… Sarei riuscito comunque a fotografarlo male.
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Codirosso |
Bene. Una giornata intera
dedicata ad un PETTAZZURRO (al termine della quale la Sandero alzerà le sue
luminose bandiere arancio), ma almeno alla fine, prima del tramonto, per
qualche minuto si lascia osservare. Dovete comprendere che abitualmente, in un
anno, per quanto mi riguarda, riuscire ad osservarne uno (o al massimo due) è
da considerarsi un successo. Ci sono anni in cui resto tranquillamente a secco.
Capirete così il motivo di un simile accanimento (di pigra ed indolente attesa
seduto in auto, in realtà, e senza l’impiego di quegli attrattivi alimentari,
dalle camole allo strutto, che troverete sparsi in giro per il medesimo
laghetto, in altre giornate, insieme ad un fittizio posatoio ligneo per
realizzare scatti migliori). Solo che poi, da un giorno all’altro, cominceranno
a comparire PETTAZZURRI ovunque, in posti improbabili, tanto che alla fine il
computo totale raggiungerà l’impressionante cifra di sette individui. Ma se
sperate che io sia riuscito a fotografarne almeno uno in modo “comprensibile”
resterete delusi. So che siete abituati ad un altro tipo di scatti con simili
soggetti (ma credo di avere già accennato ad alcuni dei trucchi sapientemente
usati). Accontentatevi di questo, è il migliore tra i fotogrammi che sono
riuscito a realizzare.
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Pettazzurro |
Fortunatamente però, nell’ottica
della condivisione delle osservazioni in tempo reale che è lo spirito di EBN
Italia (a livello nazionale) e di Tringa FVG (a livello locale), due di questi
invasivi PETTAZZURRI sono stati rintracciati in breve tempo dal ciclista Bruno
Delbianco che nonostante la scarsa luce del fosco meriggio, è riuscito a
documentarli entrambi.
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Pettazzurro 1 - Foto di Bruno Delbianco |
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Pettazzurro 2 - Foto di Bruno Delbianco |
E torniamo al tema del “documentare”.
In fondo è facile dire “ho visto questo, ho sentito quell’altro” vagabondando
costantemente sempre senza testimoni e compilare un elenco di specie degno di
un rocambolesco e fantasioso “Big Year”.
Ma non è questo il senso (e non dovrebbe esserlo mai) di esperienze simili.
Avrei potuto tranquillamente raccontarvi (non sarei stato il solo) di aver
visto l’Aquila di mare che frequenta con una certa regolarità la RNR Foce
Isonzo (Go). Invece no. Ci ho provato in quattro occasioni, sempre a vuoto,
mancandola anche solo per poche ore. E non sono stato nemmeno in grado di
ritrovare quel precoce SMERIGLIO fotografato da Marta in uno dei tanti punti
magnetici del FVG, residenza di uno dei recenti Luì di Hume.
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Smeriglio - Foto di Marta Trombetta |
E così, niente Aquila di Mare
inventata. Ma posso mostrarvi la meravigliosa foto di spalle (e mimetizzato tra
le foglie) di uno degli ultimi RIGOGOLI presenti in regione. A voi la sfida di
trovarlo.
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Rigogolo misto foglie |
Di CANNARECCIONI magari è
possibile trovarne qualcuno anche ad inizio autunno, ma anche loro sono sempre
più scarsi ed è meglio uno scatto in più, piuttosto che lasciarli scomparire
nel silenzio.
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Cannareccione |
Per quanto riguarda i FORAPAGLIE
MACCHIETTATI, probabilmente ce ne sono più di quanti se ne immaginino e di
quanti se ne riesca davvero a far involare da sotto i piedi. Ci accontenteremo
dell’unico che siamo riusciti a documentare.
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Forapaglie macchiettato (sotto) |
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Forapaglie macchiettato (sopra) |
Invece i GRUCCIONI continuano a
stupirmi. A metà settembre trovarne qualcuno ancora in giro è diventata ormai
una regola negli ultimi anni, ma il 24 settembre comincia ad essere un poco
tardi anche per loro. Eppure continuano a dondolarsi nel cielo in mezzo agli
STORNI e posarsi a pochi metri sui cavi sopra le auto, incuriositi dalla
perplessità di chi li osserva (a differenza delle COLOMBELLE che se ne restano
sempre lontane in disparte).
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Gruccione |
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Colombella |
“In mezzo agli STORNI”. Migliaia
e migliaia di STORNI, tutti STORNI, dannatamente STORNI. Che cosa diamine ci
vuoi trovare davvero in mezzo? In tarda estate o in autunno, assolutamente
nulla. Se non fosse che ad inizio settembre, a Udine, ti è capitato
inaspettatamente di osservare un giovane STORNO ROSEO. Ed ogni tanto, durante
il tuo vagabondare, osservando le migliaia di STORNI, ti domandi che fine abbia
fatto. Ed in risposta te lo ritrovi posato davanti, a 40km in linea d’aria da
dove l’hai osservato quasi dieci giorni prima. Stavolta è più distante e come
al solito le foto sono quello che sono. Ma potete giocare a “Trova l’intruso”.
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Storno roseo tra gli Storni |
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Storno roseo tra gli Storni |
Nonostante il piumaggio, se non
fosse per il becco giallo sarebbe facile pensare ad un’aberrazione cromatica, perché
anche in queste capita di imbattersi occasionalmente. Tanto che avrei potuto
proporvi un QUIZ anche stavolta, con le foto qui sotto. Ma vi eviterò il tormento (anche perché diversi di voi conoscono già la soluzione) visto che lo
STRILLOZZO leucistico ha già svelato la sua vera identità.
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Strillozzo con piumaggio aberrante |
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Strillozzo con piumaggio aberrante |
Se non fosse stato così, avremmo
dovuto inventarci qualche improbabile alternativa esotica aufuga. In fondo, di
esempi ormai ne abbiamo a sufficienza. Dall’IBIS SACRO al CIGNO NERO, dall’OCA
INDIANA all’OCA DEL CANADA (con tanto di ibridi).
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Cigni neri |
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Oca del Canada |
A questo punto, anche l’IBIS
SCARLATTO non ci impressiona più (per fortuna c’è sempre Bruno Delbianco a
regalarcene una foto valida), specie se nella stessa canaletta nuota tranquilla
una femmina di ANATRA MANDARINA…
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Ibis scarlatto - Foto di Bruno Delbianco |
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Il riflesso dell'Ibis scarlatto |
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Anatra mandarina |
Specie comuni che diventano rare,
specie esotiche che diventano comuni. Lo stesso FENICOTTERO un tempo era una
rarità, mentre oggi è presenza stanziale, modello colorato e docile ideale per gli
scatti artistici di qualsiasi fotografo. Quello spelacchiato lo trovo solo io.
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Fenicottero |
Anche il MARANGONE DAL CIUFFO si
presta regolarmente a comodi scatti, ma nemmeno con lui riesco ad essere
efficace.
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Marangone dal ciuffo |
Siamo quasi alla fine e so che
stavolta a livello fotografico siamo messi decisamente maluccio. Giusto per
darvi un contentino potrei piazzare qui sotto qualche foto di limicoli
confidenti. Sempre che vi accontentiate.
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Piovanello tridattilo |
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Voltapietre |
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Gambecchio comune |
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Combattenti (all'assalto) |
Di solito poi, il capitolo si
chiude con alcune riflessioni sulla complessità faunistica della regione al di
fuori del contesto avifaunistico. Ma un simile argomento davvero meriterebbe
una trattazione a parte.
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Rospo smeraldino |
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Mandria di Cinghiali |
E allora concludiamo il viaggio
con un siparietto pseudo-comico che spero apprezzerete. Ci sono alcune specie
ancora abbastanza comuni che tuttavia, per quanto non siano affatto elusive nei
vocalizzi, difficilmente si lasciano osservare a lungo e da vicino, salvo
durante alcuni momenti di particolare intimità. Potrei citarvi la CAPINERA, ma
in questo caso mi sto riferendo all’USIGNOLO DI FIUME. Durante una delle
escursioni in RNR Foce Isonzo (Go) mi sono imbattuto in alcuni combattivi
individui che non hanno minimamente badato alla mia presenza. Non vi mostrerò
gli scatti in cui si mettono in posa. Vi mostro quelli in cui si agitano. Per invogliarvi
a guardare i video. Non mi era capitato prima di assistere ad un simile
rituale. In fondo, ogni giorno è buono per imparare qualcosa di nuovo.
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Usignolo di fiume |
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Usignolo di fiume |
E con questo, sbatacchiando le
alucce, vi saluto.
PS.
Qui sotto trovate l’elenco
completo delle specie osservate in queste due settimane (in ordine sistematico
CISO COI 2020) con una valutazione asteriscata sulla difficoltà di contattarle
in questo periodo (ed in questo anno in particolare): un asterisco per le specie
non scontate, due asterischi per le specie scarse, rare, difficilmente
contattabili e/o al limite del loro periodo di presenza in regione, tre
asterischi (o due ed una parentesi) per le specie considerate sostanzialmente
improbabili.
1. Quaglia **
2. Coturnice *
3. Fagiano comune
4. FRANCOLINO DI MONTE **
5. PERNICE BIANCA **
6. GALLO CEDRONE **
7. Fagiano di monte *
8. Cigno nero **
9. Cigno reale
10. Oca del Canada **
11. Oca selvatica
12. Oca lombardella **
13. Oca indiana *
14. Edredone
15. Smergo maggiore
16. Volpoca
17. Casarca **
18. Anatra mandarina **
19. Fistione turco *
20. Moriglione
21. Moretta
22. Marzaiola **
23. Mestolone
24. Canapiglia
25. Fischione
26. Germano reale
27. Codone *
28. Alzavola
29. Tuffetto
30. Svasso collorosso **
31. Svasso maggiore
32. Svasso piccolo
33. Fenicottero
34. Piccione domestico
35. Colombella *
36. Colombaccio
37. Tortora selvatica **
38. Tortora dal collare
39. Rondone maggiore *
40. Rondone pallido **
41. Cuculo **
42. Porciglione
43. Voltolino **
44. Gallinella d’acqua
45. Folaga
46. Cicogna bianca
47. Ibis sacro
48. Ibis eremita
49. IBIS SCARLATTO (o ROSSO) ***
50. Nitticora *
51. Sgarza ciuffetto **
52. Airone guardabuoi
53. Airone cenerino
54. Airone rosso *
55. Airone bianco maggiore
56. Garzetta
57. Marangone minore
58. Marangone dal ciuffo
59. Cormorano
60. Beccaccia di mare
61. Avocetta
62. Cavaliere d’Italia **
63. Pivieressa
64. Piviere dorato **
65. Corriere grosso
66. Corriere piccolo *
67. Fratino *
68. Pavoncella
69. Chiurlo maggiore
70. Pittima minore **
71. Pittima reale *
72. Voltapietre **
73. Piovanello maggiore *
74. Combattente
75. Piovanello comune
76. Gambecchio nano **
77. Piovanello tridattilo *
78. Piovanello pancianera
79. Gambecchio comune
80. Beccaccino
81. Piro piro piccolo
82. Piro piro culbianco
83. Totano moro
84. Pantana
85. Pettegola
86. Piro piro boschereccio
87. Gabbianello **
88. Gabbiano comune
89. Gabbiano corallino
90. Gabbiano reale
91. Fraticello **
92. Sterna maggiore **
93. Mignattino piombato **
94. Mignattino comune *
95. Sterna comune
96. Beccapesci
97. Labbo *
98. Barbagianni *
99. Civetta nana *
100. Civetta
101. CIVETTA CAPOGROSSO **(*)
102. Assiolo **
103. Gufo comune **
104. Allocco
105. ALLOCCO DEGLI URALI **
106. Gufo reale
107. Falco pescatore
108. Falco pecchiaiolo *
109. Biancone
110. Grifone
111. Aquila reale
112. Falco di palude
113. Albanella minore **
114. Sparviere
115. Astore *
116. Poiana
117. Gruccione *
118. Martin pescatore
119. Picchio cenerino
120. Picchio verde
121. Picchio nero
122. PICCHIO TRIDATTILO **
123. PICCHIO ROSSO MEZZANO **
124. Picchio rosso minore *
125. Picchio rosso maggiore
126. Gheppio
127. Falco cuculo **
128. Lodolaio
129. Falco pellegrino
130. Rigogolo **
131. Averla piccola
132. Gracchio alpino
133. Ghiandaia
134. Gazza
135. Nocciolaia
136. Taccola
137. Corvo imperiale
138. Cornacchia (grigia)
138 bis. Cornacchia nera
139. Cincia mora
140. Cincia dal ciuffo
141. Cincia bigia
142. Cincia alpestre
143. Cinciarella
144. Cinciallegra
145. Tottavilla
146. Allodola **
147. Cappellaccia
148. Beccamoschino
149. Canapino maggiore **
150. Forapaglie comune
151. Cannaiola verdognola *
152. Cannaiola comune *
153. Cannareccione *
154. FORAPAGLIE MACCHIETTATO **
155. Balestruccio
156. RONDINE ROSSICCIA **
157. Rondine
158. Rondine montana
159. Topino *
160. Luì verde
161. Luì grosso
162. Luì piccolo
163. Usignolo di fiume
164. Codibugnolo
165. Capinera
166. Beccafico
167. Bigiarella
168. Occhiocotto *
169. Sterpazzola *
170. Usignolo del Giappone *
171. Rampichino comune
172. Rampichino alpestre
173. Picchio muratore
174. Picchio muraiolo **
175. Scricciolo
176. Merlo acquaiolo
177. Storno
178. STORNO ROSEO ***
179. Tordela
180. Tordo bottaccio
181. Merlo
182. Cesena **
183. Merlo dal collare *
184. Pigliamosche
185. Pettirosso
186. PETTAZZURRO **
187. Usignolo *
188. Balia nera
189. Codirosso spazzacamino
190. Codirosso *
191. Passero solitario **
192. Stiaccino
193. Saltimpalo
194. Culbianco
195. Regolo
196. Fiorrancino
197. Sordone
198. Passera scopaiola
199. Passera oltremontana
200. Passera d’Italia
201. Passera mattugia
202. FRINGUELLO ALPINO **
203. Prispolone
204. Spioncello
205. Cutrettola
206. Ballerina gialla
207. Ballerina bianca
208. Fringuello
209. Frosone *
210. Ciuffolotto
211. Verdone
212. Fanello
213. Crociere *
214. Cardellino
215. Verzellino
216. Lucherino **
217. Strillozzo
218. Zigolo muciatto *
219. Zigolo nero
220. Zigolo giallo **
(221. Parrochetto sp.
verosimilmente dal collare in RNR Valle Canal Novo (Ud))