Trafitti dagli strali del destino
avverso, stremati ed inerti ci siamo lasciati avvolgere dalle tenebre nel
tentativo di schivarli. In questo silenzio che ormai ci è compagno di ventura,
nell’incurabile solitudine del nostro vagare, abbiamo ritenuto il buio
gratificante sinonimo di ristoro e conforto, foss’anche temporaneo sollievo a
questa eterna ed insopportabile calura. Immersi nell’oscurità abbiamo
pazientato, fiduciosi, attendendo quella luce che sarebbe stata in grado di
ridarci speranza nel futuro. Migliaia di anni fa, quando eravamo giovani
spensierati e la vita era più semplice, durante gli interminabili convivi
natalizi inevitabilmente compariva il sipario delle insensate freddure
ricorrenti. Una di queste suonava più o meno così. “Un’ameba esce da un bar e
chiede ad un’altra ameba ‘Mi scusi, ma quello è il Sole o la Luna?’ e l’altra
ameba risponde ‘Non so, non sono del posto.’” (Ho il vago sospetto che abbia
una possibile origine “Muppet’s”).
Ora, non serve essere amebe locali (certo, questo aiuta sempre) per comprendere
che quella enorme luce globulare che avrebbe dovuto salvarci spuntando dalle
tenebre non è affatto il Sole, ma il Fuoco.
 |
Il sorgere del Fuoco - Foto di Davide Scridel |
Il Fuoco. Il Fuoco, a suo modo, è
Vita, quando si mescola efficacemente agli altri elementi essenziali dell’Universo
Natura. Non è il Fuoco il problema, lo capite anche voi, nemmeno quando nasce
da un fulmine e non dalla subdola mano dell’uomo (o di quell’abominevole
creatura che è diventato).
 |
La mano dell'Uomo - Foto di Paolo Zonta |
 |
La mano del Fulmine |
Per difenderci, il cielo si
riempie di dinosauri e di strane libellule colorate, che costringono tutte le
altre a fermarsi (video di Matteo Skodler).
 |
Onychogomphus forcipatus - Foto di Paolo Zonta |
 |
Dinosauro volante |
In fondo, dobbiamo pur dare a
qualche entità esterna la colpa della nostra disarmante idiozia prettamente
umana. Stiamo distruggendo più di quanto riusciamo a preservare. Ci muoviamo
sul territorio come un enorme gregge di pecore compresso in uno striminzito
recinto e con la complicità perversa del clima (che contribuiamo
quotidianamente a perturbare) lo rendiamo desertico, inospitale e maleodorante.
 |
Uomini e Pecore, Pecore e uomini - Foto di Paolo Zonta |
 |
Quel che rimane - Foto di Paolo Zonta |
Vorrei mostrarvi uno scatto che
ritengo emblematico del nostro presente (non me la sento di immaginare ora cosa
sarà il futuro). Alcuni di voi quest’inverno hanno visitato uno sperduto sito
posto sull’argine lagunare tra Aquileia e Terzo d’Aquileia alla ricerca di un
vocifero Luì di Hume. Una località anonima, caratterizzata da una florida
vegetazione arbustiva protetta da una costellazione ininterrotta di tamerici.
Qui sotto potete apprezzare l’attuale intervento di sistemazione di quel
medesimo argine (ovviamente necessario per difendere l’entroterra dalla ferocia
invasiva del ristagno salmastro) che ha consentito l’annientamento totale di
quello straordinario microcosmo. Non meravigliatevi, ogni giorno ne scopriamo
una nuova, nell’ottica del “Fare pulizia”. Un sospiro e andiamo avanti, fino a
quando davvero non resterà più nulla, altro che il Fuoco.
 |
Luì di Hume addio |
La Natura ci lancia segnali
estremi e noi, estremamente, ce ne laviamo le mani. Anzi no, perché abbiamo
finito l’acqua. E allora ripartiamo da qui, dall’acqua. Quell’acqua che anche
sotto un apocalittico cielo plumbeo invaso dal fumo riesce ancora a donare la
vita.
 |
Apocalisse tra cielo e mare - Foto di Davide Scridel |
 |
I Marangoni dal Ciuffo sfidano il Grigio - Foto di Davide Scridel |
Una vita non sempre facile da
trovare, a volte serve bravura, preparazione, mano esperta ed allo stesso tempo
delicata, per conservarla e riconsegnarla al futuro.
 |
Trota marmorata - Foto di e con Stefano Sava |
Un futuro che danza sulla fluida giostra
della stagione riproduttiva ancora in corso, con il lago dei Tre Comuni che,
nonostante i Canadair, continua ad
ospitare scolaresche di giovinastri alle prime armi, tra FOLAGHE, TUFFETTI,
SVASSI MAGGIORI, FISTIONI TURCHI e MORIGLIONI. Mancano all’appello le giovani leve delle Morette,
che quest’anno pare abbiano deciso di fare le pigrone (a meno che non sfruttino
l’appello di settembre).
 |
Svasso maggiore versione juniores |
 |
Fistioni turchi all'assalto della mamma |
 |
Moriglioni in piscina |
 |
Moriglioni alle olimpiadi di nuoto sincronizzato |
Lasciandoci trasportare dagli striminziti rivoli
che solcano i greti sempre più asciutti, passiamo lentamente dall’acqua dolce
all’acqua salmastra, accompagnati dagli SMERGHI MAGGIORI.
 |
Smerghi maggiori quasi marittimi - Foto di Paolo Utmar |
Ci affacciamo su un sito poco
noto, sfiorato dagli incendi che hanno drammaticamente stravolto il Carso
goriziano e triestino, e lasciamo che Paolo Utmar ce lo presenti.
“La palude Cavana di Monfalcone (Go) negli ultimi anni sta acquisendo
una notevole importanza per gli acquatici nidificanti. L'acqua è divenuta più
dolce per la chiusura fortuita di uno sbocco a mare mentre un piccolo istmo
impedisce alla seconda porta vinciana di svuotare eccessivamente la zona umida.
Le oche selvatiche in muta contengono l'avanzata del canneto e si nota la
presenza consistente della moretta tabaccata e di almeno una coppia di
tarabusino. Quest'ultima specie non cantava quest'anno (mentre emetteva
regolarmente nel 2021), ma visite più approfondite hanno permesso di
confermarne la presenza. Sorprendente è la quantità di cannareccioni e
cannaiole nidificanti e anche la salciaiola ha probabilmente nidificato alcuni
anni fa, Sulla zona gravano ipotesi di interventi di vivificazione, pur
essendo un sito di rara vitalità, mentre reti verosimilmente illegali
causano patemi per il possibile bycatch su adulti e pulli di moretta
tabaccata.”
 |
Moretta tabaccata - Foto di Paolo Utmar |
 |
Cannareccione versione Sopravvissuto - Foto di Paolo Zonta |
 |
Tartarughe aliene alla riscossa (mica tanto) - Foto di Paolo Utmar |
Superata la Cavana, sfociamo in quella fascia promiscua di mare e laguna, dove nuotano come relitti alcuni
miraggi della nostra fantasia ornitica, dalla STROLAGA MEZZANA in abito
riproduttivo al solitario GABBIANO ROSEO.
 |
Strolaga mezzana - Foto di Paolo Utmar |
 |
Gabbiano roseo - Foto di Paolo Utmar |
Lingue di terra invisibili
emergono dalla marea ed ospitano inverosimili concentrazioni di limicoli, con
decinaia e decinaia di PITTIME MINORI e PIOVANELLI MAGGIORI e addirittura
centinaia (diciamo 150 insieme per non esagerare) BECCACCE DI MARE.
 |
Pittime minori e Piovanelli maggiori (salvo intrusi) - Foto di Paolo Utmar |
 |
Volo di Pittime minori e Beccacce di mare - Foto di Paolo Utmar |
Alcuni preferiscono scappare
dalla calca, inseguendo invisibili creature o solo le loro fantomatiche scie d’acqua.
 |
Pantana in fuga - Foto di Bruno Delbianco |
Altri si lasciano avvicinare per
mostrarci i loro curiosi orpelli, come questo PIRO PIRO PICCOLO che
familiarmente chiameremo E66.
 |
Piro piro piccolo E66 - Foto di Bruno Delbianco |
 |
Piro piro piccolo E66 - Foto di Bruno Delbianco |
Non sono gli unici a portare
orpelli, pare che luglio sia il mese dei PICCIONI VIAGGIATORI, ne compaiono ovunque,
anche nelle più sperdute località d’alta montagna.
 |
Piccione viaggiatore in vacanza sul Montasio |
A proposito di anelli, un cenno
alla FRATINA inanellata che ha scelto la spiaggia di Lignano Sabbiadoro (Ud) come nuovo
sito di nidificazione. Insieme al suo compagno (dal piumaggio bruttino, ma
decisamente caparbio) la sua impresa ha dato alla luce due pulcinotti, ovvero
la quinta nidiata sicura (tra i molti nidi delle sei coppie che hanno
frequentato il sito) che ha portato ad almeno otto il computo di giovanotti
(con la g, non con la j) visti scorrazzare per la spiaggia, alcuni dei quali
hanno preso il volo, altri non ancora, rendendo il sogno della Spiaggia dei
Fratini una promettente realtà in un contesto scottante.
 |
Fratino maschio "bruttino" conquistatore di femmine inanellate |
Scottante, già. Come tutte le
torride giornate del mese appena trascorso. Difficile trovare refrigerio all’ombra.
Ci provano gli ardeidi, un AIRONE CENERINO qui, una SGARZA CIUFFETTO più in là
(una foto che vale da sola una gomma bucata ed una serratura forzata da
sostituire, perché la mano dell’uomo pare non sia in grado di fare altro che
danni).
 |
Airone cenerino all'ombra - Foto di Paolo Zonta |
 |
Sgarza ciuffetto, Panda danneggiata - Foto e imprecazioni di Paolo Zonta |
Se l’ombra non basta, tocca
avventurarsi nella notte lungo percorsi sconosciuti (che non vi sveleremo).
 |
Serpente gatto - Foto di Tommaso Zamò |
Qualcuno invece, alla ricerca di un
clima più mite, prova ad alzarsi di quota, vagando nel cielo…
 |
Airone rosso |
E qui dobbiamo opportunamente
aprire una parentesi per raccontarvi una storia stravagante che ci è nota
grazie alle parole ed agli scatti di Sandro Marescutti e Ivano Candon. In un
punto sperduto della destra orografica del Fiume Tagliamento, in provincia (se
ancora possiamo parlare di province in FVG) di Pordenone, in comune di
Castelnuovo del Friuli, esiste una località posta a quota 330m s.l.m. che si chiama
Paludea.
 |
Paludea in FVG - Cartografia tratta da Ornitho.it |
 |
Paludea in FVG - Cartografia tratta da Ornitho.it |
 |
Paludea in FVG - Cartografia tratta da Ornitho.it |
Ora, se questo è il suo nome un
motivo ci sarà. Questo almeno deve aver pensato il MARANGONE DAL CIUFFO che da
un paio di settimane staziona tranquillamente in questo sito. A diverse decine
di km dalla costa. Confesso di non essermi informato a riguardo, ma credo che
si tratti di una delle più alte quote (documentate) raggiunte in Italia (nell’entroterra e
non su una scogliera) da un individuo della sua specie. Vai tu a cercare il
fresco a Paludea…
 |
Marangone dal ciuffo a 330m s.l.m. - Foto e video di Ivano Candon |
 |
Marangone dal ciuffo a 330m s.l.m. - Foto e video di Ivano Candon |
 |
Marangone dal ciuffo a 330m s.l.m. - Foto e video di Ivano Candon |
A questo punto allora procediamo
su questa rotta, diretti ad alta quota, anche se in realtà non tutti ad alta
quota cercano il fresco…
 |
Vipera berus sorniona |
Nei boschi e nelle praterie
alpine qualcosa ancora si muove, sebbene al di sopra di una determinata
altitudine (come già notato da altri), il deserto sembra essersi impadronito
definitivamente della montagna, nonostante la costante vigilanza di MARMOTTE,
SORDONI e PICCHI MURAIOLI.
 |
Marmotta |
 |
Sordone - Foto di Marta Trombetta |
 |
Picchio muraiolo |
 |
Picchio muraiolo |
Poco più in basso, con le ultime
energie stagionali, i sopravvissuti portano a compimento le pratiche
riproduttive, concedendosi solo occasionali attimi di tregua.
 |
Picchio tridattilo - Foto di Luciano silei |
 |
Picchio tridattilo - Foto di Luciano Silei |
 |
Merlo dal collare |
 |
Averla piccola |
 |
Culbianco |
 |
Codirossone |
 |
Codirossone |
Piccola nota a margine, per
trovare un’ORGANETTO è stato necessario dirigersi verso Sappada, sedersi sul
confine con il Veneto ed aspettare…
 |
Un raro Organetto FVG Doc |
E così, tra specie nidificanti che
scompaiono, altre fanno timidamente capolino, insinuandosi nell’elenco
aggiornato del 2022, con la PERNICE DI MARE nuova entrata (per un pelo, anche
nello scatto al volo controluce).
 |
Cielo con contorno di Pernice di mare |
Tra le altre, il PICCHIO ROSSO
MEZZANO conferma anche quest’anno le sue intenzioni e la furtiva GHIANDAIA
MARINA, elusiva per tutta la stagione, mostra i frutti del suo impegno a
frittata ormai fatta (come il suo collega altrettanto bluastro PASSERO SOLITARIO che si è preso il lusso di nidificare nell'abitato di Venzone (Ud))
 |
Picchio rosso mezzano |
 |
Ghiandaia marina |
 |
Ghiandaia marina |
 |
Giovanotto di Ghiandaia marina - Foto di Bruno Delbianco |
 |
Passero solitario |
Ci sarebbero poi da indagare accuratamente i rapaci, dal
più piccolo al più grande. Il FALCO CUCULO per esempio, che ci ha spesso
abituato a tardive presenze nel mese di giugno e precoci comparse nel mese di
agosto, ma che negli ultimi due anni ha deciso di mostrarsi spavaldamente, con
più individui (apparentemente adulti quest’anno) ed in più località nel mese di
luglio. E se fosse riuscito a farcela sotto il naso buon per lui, ce ne faremo
una ragione.
 |
Falco cuculo |
 |
Falco cuculo |
Discorso simile per il NIBBIO
REALE, che negli ultimi anni ha trasformato la sua fenologia in regione,
diventando sempre più presenza stabile, tanto che negli ultimi mesi almeno due
individui hanno frequentato regolarmente i dintorni della RNR Lago di Cornino (Ud).
Che ci nascondano qualcosa anche loro?
 |
Nibbio reale |
Per il BIANCONE il discorso è
diverso. Lui già nidifica in regione e molti immaturi se la spassano in giro
per la pianura. Ma quando in pianura compaiono gli adulti (e magari trasportano
cibo) cosa dobbiamo pensare di loro? Di sicuro, che sono sposati, con un bell’anello
di metallo alla zampa.
 |
Biancone - Foto di Paolo Zonta |
 |
Biancone - Foto di Paolo Zonta |
 |
Biancone |
 |
Biancone con anello |
E cosa dire dell’AQUILA DI MARE?
Quando deciderà anche lei di stabilirsi definitivamente in RNR Foce Isonzo (Go)
visto che dall’altra parte del Golfo oramai ha messo su casa stabilmente?
 |
Aquila di mare con Oche selvatiche - Foto di Silvano Candotto |
 |
Aquila di mare con Oche selvatiche - Foto di Silvano Candotto |
Per il CAPOVACCAIO invece
dobbiamo avere ancora molta molta molta moltissima pazienza. Lasciamo che
questo immaturo cresca, speriamo che la RNR Lago di Cornino (Ud) lo interessi e
che vi faccia ritorno quando avrà deciso cosa fare della sua vita coniugale.
 |
Capovaccaio immaturo |
 |
Nibbio bruno e Capovaccaio per un utile confronto - Foto di Pulotto |
Da spazzino a spazzino (ma con
indole predatoria) il passo è breve. Sperando di farvi cosa gradita vi
omaggiamo di un collage video di
Matteo De Luca sulla stagione riproduttiva dello SCIACALLO DORATO (anche questa
realizzata in RNR Foce Isonzo (Go)).
E per concludere, un FOTOQUIZ (o
meglio, un pessimo passatempo per le ore più torride, ma solo per masochisti
testardi e gabbianofili). Parliamo dell'immaturo scuro di gabbiano indet. che compare insieme ai gabbiani reali nelle foto e nel video, apparendo "più piccolo" di loro e con caratteri "diversi". Anche in questo caso non abbiamo una risposta precisa, eventualmente un'ipotesi (grazie a Alex Boldrini e Menotti Passarella per la loro consulenza),
ma se qualcuno dovesse riuscire a percepire un elemento chiave che possa farci
propendere in modo efficace verso una specie piuttosto che un’altra (E’ uno
Zafferano? E’ un Gabbiano corso? E’ solo un miraggio?) gliene saremmo grati. A
tutti gli altri, chiediamo anticipatamente perdono.