Diciamoci la verità, siamo tutti
implacabili paladini dei nostri personali interessi. Ci proclamiamo
intransigenti tutori di valori elevati ed eterni, che ne so, della Natura,
trascurando tuttavia di rivelare al pubblico i nostri quotidiani meschini soprusi
nei suoi confronti, destinati ad ottenere uno scatto migliore, una
gratificazione sociale, una ricompensa economica, consapevoli che la folla
acclamante volutamente ignara (e sommariamente somara) continuerà ad applaudire
l’apparenza dei nostri mediocri successi, difendendoci dai patetici tentativi dei sostenitori della verità di metterci a nudo di
fronte allo specchio della nostra ambigua coscienza. Costa troppo sacrificio e frustrazione ma soprattutto, onestamente, fa troppo caldo per insistere nel tentativo di suggerire la retta
via. Soffocata dall’afa ed inascoltata una voce continuerà a ripetere
inutilmente “Credetemi davvero, c’è una luce in fondo al tunnel, ma è
dall’altra parte!”
E così, come al solito, schivando
l’abominio dell’umana presunzione, non resta che trascinarsi solitari e spesso
affranti lungo i sentieri di questo mese atroce per l’anima e per il clima,
facendo scudo alle persistenti bordate del destino, nonostante le crepe nelle nostre
difese. Travolti dagli eventi, immersi in un eterno sovrappensiero che ci
aliena dalla consapevolezza dell’istante presente, rischiamo di imbatterci in
creature mistiche e sconosciute alle quali non riusciamo a dare un nome.
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Testuggine Aliena (verosimilmente Trachemys scripta melanica, tx Fabiolino e A. Berardi) |
O meglio. Un nome anche
riusciremmo a darglielo, ma voi poi ci credereste? Purtroppo il passato è
costellato da simili episodi in cui gli eterni cialtroni ingannatori hanno
abilmente frodato esperti e creduloni (e continuano a farlo), plasmando
inevitabilmente la nostra indole allo scetticismo di massa per eludere i loro raggiri.
Stavolta tuttavia la storia è diversa. Ve la racconto subito, prima di perdervi
per strada. Si narra che un avventuriero dei nostri tempi, che per questa
occasione chiameremo genericamente Luca Rossi, vagasse spaesato ad inizio mese addentrandosi
nelle torride lande dei magredi dei fiumi Cellina e Meduna, in un anfratto
prativo riarso tra i due greti, percorrendo sentieri dimenticati dagli uomini
ma non dai carri-armati. Qui, tra un abbaglio del sole ed un involo alla
sprovvista, a pochi passi da lui un animale di grossa taglia “come un robusto e
scolorito fagiano senza coda su zampe alte con ali molto bianche” si prende la
briga di stordirlo col suo rumoroso inconfondibile svolazzo, allontanandosi la
distanza sufficiente per scomparire alla vista e non essere mai più ritrovato
(nonostante i successivi ed ostinati sopralluoghi, contornati solo da
riprovevoli COLOMBELLE nidificanti).
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Colombelle |
Messa così, potreste considerarla la
solita allucinazione estiva, la visione di un mistico alle prese con l’ignoto,
a cui gli esperti dedicano un attimo, sorridendo, prima di dirottare la sua
descrizione su qualcosa di più verosimile (tipo un banale OCCHIONE).
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Occhione - Foto di Paolo Zonta |
Però poi
il nostro Luca Rossi vi fa vedere gli scatti che è riuscito a realizzare in
quella frazione di secondo. Ed allora qualcosa dentro di voi collassa. Perché è
vero, quell’immagine sfuocata (paragonabile alle mie) potrebbe rappresentare qualsiasi
cosa. Ma nella vostra mente quel qualsiasi cosa ha un nome preciso. Ed è lo
stesso nome che le ha dato Luca Rossi quando vi ha descritto l’episodio. Quel
nome è GALLINA PRATAIOLA, alla facciaccia vostra. Se poi però riuscite a darle
un nome diverso, noi siamo qui ad ascoltarvi…
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Gallina prataiola (o a voi la parola...) - Foto di Luca Rossi |
E mentre la vostra mente si
tormenta, cercando risposte alternative, provo ad accompagnarvi in un breve
viaggio attraverso questo torrido mese, andando per fasce, dalle profondità
marine alle vette alpine. Sebbene lontane anni luce dalle visioni che si
sprecano in questi giorni nel mar Ligure e nel Tirreno (Albatri, Urie, Gazze
marine…), in RNR Foce Isonzo Matteo (De Luca) e Silvano (Candotto) nelle loro
esplorazioni costiere qualche piccola soddisfazione riescono a togliersela. Per
il terzo anno di fila le SULE sono alle prese con i loro dubbi esistenziali e
riproduttivi, tenute sotto stretta sorveglianza da una coppia di GABBIANI
ROSEI, mentre una STROLAGA MINORE qui ed un ORCHETTO MARINO là si rassegnano
alla propria pigrizia, scevra della necessaria frenesia migratoria che avrebbe
dovuto portarli altrove ed un FRATINO si interroga sulle sue possibilità di
sopravvivere ai padroni dei cani, ai curiosi ed a tutti coloro che (tenuti per contratto a tutelarlo) negano la sua presenza dove rischia di creare
ripercussioni economiche e sociali.
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Sule - Foto di Matteo De Luca |
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Gabbiani rosei - Foto di Matteo De Luca |
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Strolaga minore - Foto di Matteo De Luca |
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Orchetto marino (e Smergo minore)- Foto di Matteo De Luca |
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Orchetto marino (e Marangone dal ciuffo) - Foto di Matteo De Luca |
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Fratino |
Alcune decine di vagabonde ed indecise
STERNE ZAMPENERE, verosimilmente reduci dal fallimento delle loro covate
altrove (causa ratti ed altre calamità umane) mettono a dura prova i tentativi
di Davide (Scridel) di approfondire le loro intenzioni (tra corteggiamenti e
parate) e di tracciare gps-mente i loro spostamenti, in un progetto che lo vede
in costante pellegrinaggio tra Puglia, Veneto, Friuli ed altrove.
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Sterne zampenere (in varia compagnia) |
In laguna intanto,
nidificanti superstiti (come il resiliente BASETTINO o il TARABUSINO capovolto)
e nuove comparse (dal FENICOTTERO all’IBIS SACRO) rendono le escursioni in canoa di Paolo (Utmar) meno solitarie.
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Basettino - Foto di Paolo Utmar |
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Tarabusino - Foto di Paolo Utmar |
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Ibis sacro (con malsane intenzioni) - Foto di Paolo Utmar |
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Fenicotteri - Foto di Paolo Utmar |
Nel mezzo della pianura intanto
proseguono inesorabili le grandi manovre della squadra Tringa FVG alle prese
con gli Atlanti Comunali dei Nidificanti e della Stagione Calda.
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Codirosso comune - Foto di Paolo Zonta |
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Codirosso comune - Foto di Paolo Zonta |
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Codirossi comuni - Foto di Paolo Zonta |
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Codirossi comuni - Foto di Paolo Zonta |
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Cuculo (in versione banderuola segnavento) - Foto di Paolo Zonta |
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Balestrucci - Foto di Paolo Zonta |
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Balestrucci - Foto di Paolo Zonta |
Lo sforzo esasperato viene
periodicamente gratificato, anche in comune di Udine, da insperate sorprese,
siano i richiami di un giovane GUFO COMUNE o quelli inaspettati di un'intera famiglia
di ALLOCCHI, l’allarme della femmina di ASTORE che reclama il cibo dal nido o
la presenza sospetta di uno SMERGO MAGGIORE lungo il Torre, il canto di un
TORDO BOTTACCIO, l’imbeccata di una TORDELA o quelle dannate CINCE BIGIE che,
nel bel mezzo dell’estinzione globale delle cince, sotto il naso ti portano a
spasso i loro pollastri.
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Smergo maggiore |
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Cincia bigia (una delle nuove specie nidificanti in comune di Udine) |
Questa la situazione comunale aggiornata
al 15 di giugno.
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N° specie nidificanti per km quadrato in comune di Udine - elaborazione di Pulotto e Marta Trombetta |
Non vi proporremo anche stavolta
la nauseante cartografia dello ZIGOLO NERO, che ormai è praticamente completa,
confermandolo ubiquitario. Come promesso a suo tempo a Steven (Hueting) anticipiamo
la mappa di distribuzione del SALTIMPALO. Poche, pochissime ostinate coppie. A
differenza di altre specie di prato e coltivo ormai estinte.
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Saltimpalo, uno dei residui nidificanti in comune di Udine
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Distribuzione delle coppie di Saltimpalo nidificanti in comune di Udine |
Poi, giusto per la
simpatia del video allegato, una specie a caso, il GERMANO REALE, che lungo le
rogge del centro si mescola ad individui ibridi di origine domestica, nutriti
da instancabili genitori adottivi umani, che allo stesso modo ed a tempo pieno
sfamano e sostengono le colonie di PICCIONI DOMESTICI, CORNACCHIE GRIGIE nonché
ratti (e nutrie) che ormai spopolano in ambito urbano, soppiantando i numeri e
gli spazi della presunta biodiversità.
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Distribuzione delle coppie di Germano reale nidificanti in comune di Udine |
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Germani reali |
Sempre per quella sommaria somaritudine
che tanto è gradita ai cultori dell’apparenza e della conoscenza nozionistica
superficiale. La condivisione della vera conoscenza, con la sua conseguente
crescita, passa inevitabilmente per la necessità di svelare gli altarini privati,
che una volta messi a nudo trasformano i presunti professionisti in semplici ciarlatani.
E niente allora, continuiamo così, a vendere illusioni di un mondo che non
conosciamo, che non è mai esistito, ma che ci piace raccontare come se ci
appartenesse. Ed il grillo parlante della nostra coscienza continuiamo a darlo
in pasto ai ROSPI che ci costringiamo a deglutire, comunque.
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Rospo comune |
Risalendo poi il corso del
Tagliamento (dove ostinata l’AVERLA CAPIROSSA si è insediata silenziosamente
nel territorio che le è caro),
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Averla capirossa - Foto di Pulotto |
...prima di raggiungere la montagna ci fermiamo un
attimo a respirare l’aria del lago di CAVAZZO (o meglio, dei Tre Comuni, per
non scontentare nessuno), che negli ultimi anni qualche sorpresa l’ha
riservata. Così, mentre per il secondo anno la femmina di MORIGLIONE porta a
spasso per il canneto la sua numerosa covata, una nuova coppia di intrusi si
districa tra controversi rituali di corteggiamento, con il FISTIONE TURCO
maschio alle prese con le pretese della esigente compagna (in termini di
rifornimento di alghe) e con i tormenti delle agguerrite FOLAGHE (video di Marta Trombetta)
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Fistioni turchi - Foto di Marta Trombetta |
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Fistione turco |
...mentre
impassibili i PICCHI ROSSI MAGGIORI insegnano la vita ai loro giovani
familiari… (Video di Luciano Silei, in versione ridotta).
Mentre un NIBBIO REALE ci sorvola
(specie nuova per la Stagione Calda) saliamo poi attraverso quei boschi
pullulanti quest’anno di minuti roditori, che per una volta sono, a loro spese,
nostri complici, in una ricerca che si rivela a suo modo comunque fruttuosa
(con un saluto ed un abbraccio ai Giussi).
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Nibbio reale - Foto di Luca Giussani |
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Nibbio reale - Foto di Matteo Skodler |
Tuttavia, più abile di noi nella
ricerca sarà un altro degli innumerevoli Matteo a nostra disposizione, il
Giraldi, che con un imprevisto colpo di mano (si può dire o c’è una “m” di
troppo?) immortala la covata di innominabili CIVETTE CAPOGROSSO (e
qui non mando i saluti a nessuno, altrimenti Marco non mi parla più).
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Civetta capogrosso - Foto di Matteo Giraldi |
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Civetta capogrosso - Foto di Matteo Giraldi |
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Civette capogrosso - Foto di Matteo Giraldi |
Ed il destino infine ci porta in
quota, in mezzo ai MERLI DAL COLLARE, lassù dove il CODIROSSONE ci attende pazientemente sul suo posatoio (video di Luciano Silei), a
raccontarci (spesso inascoltato) storie di un recente passato troppo rapidamente scomparso, con i
protagonisti di queste vicende montane sempre più smarriti, silenziosi, solitari,
sperduti e spesso assenti, o per lo meno presenti in numeri decisamente più
esigui (di un paio di ordini di grandezza almeno) rispetto a quelli riportati nella
recente letteratura…
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Merlo dal collare - Foto di Luciano Silei |
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Codirossone |
E’ una strada difficile e sempre
in salita, quella che ci porta ad imparare la montagna, la vita, il rispetto
reale per la Natura (e non quello di facciata e di copertura, dove la colpa è
sempre degli altri quando invece siamo i primi a non muovere un dito). Qualcuno
ce la dovrebbe insegnare. Dovremmo prendere esempio dal FRANCOLINO DI MONTE,
che quella strada impervia la deve percorrere. O meglio, in questo caso,
attraversare. Nonostante i divieti, gli inciampi (godetevi il video fino alla
fine e capirete…) ed i giovani fardelli al seguito…
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Francolino di monte |
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Francolino di monte |
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Francolino di monte |
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Francolino di monte |
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Francolino di monte |
Questo il riassunto frammentario
di una minima parte delle nostre avventure relative al mondo alato, ed alle sue
varianti.
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Libellula Fulva (tx Giuss) - Foto di Paolo Zonta (prima o poi impareremo anche le libellule...) |
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Libellula fulva - Foto di Paolo Zonta |
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Libellula fulva - Foto di Paolo Zonta |
Ci sarebbero anche degli
infiltrati pelosi che fanno capolino ogni tanto nelle nostre giornate,
spuntando da dietro una pietra, come l’amena visione di un alieno VISONE lungo
le acque del Degano a Forni Avoltri (video con il cellulare di un Matteo De
Luca a pesca).
O l’ennesimo SCIACALLO
(fototrappolato sempre da Matteo De Luca in provincia di Trieste) che oramai
non sembra fare più notizia.
O i nuovi nati di questa amara
stagione, pronti ad impegnarsi ingenuamente sulla strada della vita, confidando
fiduciosi di non essere travolti dalla umana predisposizione a rovinare tutto.
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Volpe |
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Caprioli |
Noi continueremo a seguirli nel loro viaggio, da lontano, perché se davvero desideriamo che la Natura sia ancora parte di noi (e noi di lei), dobbiamo concederle di essere libera di percorrere i suoi sentieri, svincolata dalle nostre egocentriche ambizioni personali, perché il suo respiro è più importante del nostro, qualunque avversità sia destinata a travolgerci.
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Foto di e con Pulotto |