martedì 30 giugno 2020

Resoconto Mensile Tringa - Giugno 2020


Al termine di questi mesi trascorsi a soppesare ogni singolo istante, tra timori, perplessità, frustrazioni, distanziamento e clandestinità, mi piacerebbe davvero che riuscissimo a conservare il dono prezioso che abbiamo ricevuto. La consapevolezza. La consapevolezza di una libertà rinnovata. La consapevolezza del suo intimo valore. Di poter fare tutto, avere tutto, vivere tutto, essere tutto e dappertutto, ma di non doverlo necessariamente fare. Anzi. Di accettare i nostri limiti evitando consapevolmente di farlo. Di valorizzare il miracolo della vita che ci rende testimoni del presente, senza bruciarlo. Lasciando che le sorprese compaiano lungo il Filo che siamo destinati a percorrere, senza quell’ostinata fretta che ormai quotidianamente ci assilla. E ci costringerebbe necessariamente ad investirle, queste sorprese che regolarmente compaiono sul nostro percorso.
 
 
L’ho chiamata consapevolezza, ma potremmo darle un altro nome. Resilienza. Che per definizione è proprio la capacità di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. Ma che se devo dirvela tutta, a me fa venire in mente alcune ostinate creature che sopravvivono nonostante tutto con minuscole popolazioni in territori angusti strappati alla nostra volontà distruttiva. Minuscole popolazioni di minuscole e graziose creature. Magari con una lunga coda. E degli strani orpelli a forma di baffo.
 


 
Questi meravigliosi BASETTINI per esempio, che ogni anno resistono nella loro roccaforte in RNR Foce Stella (Ud). In pochi, pochissimi esemplari. Ed ogni volta che compaiono, un giorno solo magari durante tutto l’arco della Stagione Calda, riescono a scaldarvi il cuore. Sempre che ce lo abbiate ancora, nascosto da qualche parte. Perché resistono, stoicamente. E da loro possiamo solo imparare.
 
 
Un po’ come dalla Stagione Calda, da cui è tratta la pagina qui sopra (e le successive) e che trovate presentata cliccando qui. Stagione Calda che potete scaricare a questi link in versione leggera (adatta al telefono) o in versione pesante (da apprezzare al pc). Stagione Calda che è frutto di un lavoro di squadra (con un paio di elementi che si meritano davvero una citazione particolare) in cui ogni pagina cerca di essere una storia diversa dalle altre, dalle mappe elaborate con dati originali raccolti tra il 2016 e il 2019, differenziate tra nidificanti e presenze estive, alla fenologia realizzata in decadi (un esperimento intanto, che col tempo verrà affinato), dai testi mirati (che includono spesso dei suggerimenti puntuali sui rischi nella determinazione delle singole specie) ai piccoli capolavori disegnati negli angoli in basso di ogni facciata. Alle foto che per scelta non ritraggono quei nidi tanto amati dalla pregressa letteratura. Un’opera impegnativa, gratuita e fruibile a tutti, che ha cercato di essere, per quanto possibile, contemporanea. E che proprio in questo testimonia la difficoltà di esserlo. Perché anche da un anno all’altro i cambiamenti possono essere notevoli, portando specie nuove (la nuova Stagione Calda 2020 in corso ne annovera al momento già altre 6, oltre alle novità da apportare nei testi già trattati, incluso un nucleo di STERPAZZOLE in canto a 1600m) o costringendo gli esploratori a ritrattare le proprie conclusioni. Talvolta in meglio. Come nel caso del CALANDRO. Altra specie resiliente, alla stregua del BASETTINO, che tuttavia negli ultimi anni aveva lanciato allarmanti segnali. Anzi, non ne aveva lanciati affatto, dando la sensazione di essere scomparsa dal territorio della (fu) provincia di Udine.
 
 
 
Immaginatevi dunque la sorpresa, a pochi giorni dalla pubblicazione della Stagione Calda, di trovarselo tra i piedi a metà mese in quel medesimo territorio scelto da tempo come dimora, apparentemente disertato in precedenza e nuovamente conquistato.
 


 
Un segnale. L’ennesimo. Di quella consapevolezza che dovremmo ormai aver acquisito. Di non essere onniscienti. Di non poterlo essere. Di non volerlo essere. Di non volervi illudere di esserlo. Per continuare a lascarci sorprendere. Noi per primi. Con l’umiltà che la nostra conoscenza è labile e parziale. E proprio per questo può crescere soltanto se condivisa. In tempo reale. Con le esperienze di tutti. Così forse anche sulla COLOMBELLA avremmo acquisito in anticipo informazioni importanti. Ad essere temerari, evitando di assecondare ingenuamente il pensiero autoritario convenzionale, forse già nel 2013 avremmo potuto imparare qualcosa da lei.
 
 
Ma ci accontentiamo di sorprenderci ancora, ogni volta che la incontriamo in siti nuovi.


 
Per non parlare dei folletti alieni, quegli USIGNOLI DEL GIAPPONE di cui per anni abbiamo voluto ignorare la presenza (a dispetto di quanto già ai tempi “gli allevatori” più disinibiti avrebbero potuto raccontare) e che ora si manifestano più o meno ovunque gli sia stato concesso uno spazio adatto, con le mappe nuovamente da aggiornare.
 

Una piccola invasione aliena. Apparentemente meno cruenta di altre, ma pur sempre aliena.


 
Che poi, per fortuna, qualche invasione pacifica e nostrana in questo mese ce la siamo goduta. A partire da quella plateale invasione che si è sostituita al giro d’Italia, con tutti gli STORNI ad indossare dei completini ROSEI da leader della corsa.
 




Niente di strano a fine maggio, ma trovarseli tra i piedi ancora numerosi nella seconda decade di giugno ha fatto nascere qualche sospetto sulle loro intenzioni.





A gigioneggarsi in mezzo a nugoli di centinaia di storni, infilandosi in comignoli, sotto le tegole e in vari anfratti disponibili. Per poi volatilizzarsi da un giorno all’altro, senza lasciare traccia. O forse solo abilmente rintanati in qualche pertugio attualmente ignoto…


 

Proseguendo poi in ordine di taglia con i MIGNATTINI COMUNI, a centinaia in laguna, che si sbilanciano a raggiungere siti insoliti nell’entroterra, fino al Lago di Cavazzo, in compagnia dei CAVALIERI D’ITALIA...
 

... alcuni in abito “parzialmente invernale” ambiguo e promiscuo, col rischio elevato di confonderli con qualche altra specie.

 
 

Passando poi alle STERNE ZAMPENERE, pronte ad invadere la laguna, in stormi inauditi. Per quanto una trentina di individui possa apparire inaudita in questo caso.




 

Arrivando alle CICOGNE NERE, mai come quest’anno vagabonde sul territorio, con immaturi sprovveduti (uno in particolare) che compaiono nei giardini, nelle piazze, a passeggio nei vicoli delle più disparate località collinari e pedemontane.
 
Foto di Marta Trombetta
Destando lo stupore delle popolazioni locali, sia umane che rapacesche. Non posso mostrarvi il video con il tentato attacco sulla CICOGNA NERA da parte dell’AQUILA REALE perché non ho avuto il tempismo di immortalarlo. Dovrete accontentarvi della testimonianza dei singoli protagonisti in separata sede.



A proposito di CICOGNE che compaiono nei giardini e sull'uscio di casa, state allerta, perché alcune di queste potrebbero portarvi una GAIA sorpresa, come quella ricevuta a metà mese da Mat Giraldi!

Foto di Mat Giraldi
 
Infine si giunge all’orda di SULE che indomita assedia la RNR Foce Isonzo (Go), arrivando a conteggiare almeno 11 esemplari a fine mese (con Silvano a fare loro da scorta).

Foto di Matteo De Luca

Foto di Matteo De Luca

Foto di Matteo De Luca

Foto di Matteo De Luca
 
Ci sarebbe poi un’altra invasione particolarmente interessante. Quella delle GHIANDAIE MARINE che giorno dopo giorno sembrano insediarsi nelle più svariate località. Spesso con intenzioni serie. E qui sono costretto a torturarmi con un amletico dubbio. Mostrarvi la foto di uno di questi esemplari scattata dall’auto temporaneamente parcheggiata al bordo di una strada trafficata alla periferia di Udine, eludendo il regolamento che altrove si propone di limitare il tormento fotografico a queste e ad altre meravigliose creature alate che colorano la nostra estate, oppure rinunciare a condividere una delle poche immagini decenti che sono riuscito a scattare a questa specie. So che solo per questo motivo vorreste a tutti i costi vederla. Ero tentato di caricarla comunque su un link privato. In effetti se andate a pagina 15 di questo sito una foto la trovate, svincolata da qualsiasi contesto ambientale riconoscibile, libera di volare nell’azzurro che valorizza i suoi colori. Ma la foto non è mia, come facilmente capirete. Dunque, potremmo fare così. Avete tempo una settimana per esprimere nei commenti il vostro consenso o dissenso alla pubblicazione della foto. A seconda dell’esito sarete costretti a tenervi la vostra curiosità o a restare immancabilmente delusi. Nel frattempo accontentatevi di quella di un altro gradito invasore di giugno, il microscopico e, lui pure, resiliente BECCAMOSCHINO.

 
 
Vi saluto con delle immagini crude, cruente e vietate ai minori, il fotoromanzo scandalo dell’estate, realizzato dal nostro PiZonta a inizio giugno al lago di Cavazzo (Ud). La dinamica non ci è molto chiara, lasciando estrema libertà alla nostra perversa immaginazione. A voi la fantasia di raccontarci questa strana storia, dal giovinastro che precipita a tutto ciò che ne consegue...


Foto di PiZonta

Foto di PiZonta

Foto di PiZonta

Foto di PiZonta

Foto di PiZonta

Foto di PiZonta

Foto di PiZonta

Foto di PiZonta

Foto di PiZonta

Foto di PiZonta


 

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