Sul serio, cosa ci facciamo ancora qui? Quale roccaforte
stiamo presidiando? “A volte mi chiedo cosa stiamo aspettando.” [Silenzio] “Che
sia troppo tardi madame…” (cit. Baricco). Come individui, come società, come
popolo, siamo stati colti impreparati e verosimilmente non siamo in grado di
elaborare un senso di responsabilità sufficiente ad impedire che delle norme
oltremodo stringenti ci costringano a limitare spropositatamente l’estrema
libertà alla quale ci eravamo abituati. E forse, a questo punto, ce lo
meritiamo. Perché una volta svincolati dai giuridici cavilli non sapremmo
tenere a freno i nostri insani impulsi conquistatori. E ci ritroveremmo
nuovamente sperduti ed indifesi in mezzo ad un cosmo sconosciuto. Come una SULA
in un campo da Golf (a Grado, Go).
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Foto di Letizia Kozlan |
Basterebbe poco, davvero. La semplice consapevolezza di essere potenzialmente noi per primi, ognuno di noi intendo, gli untori, l’elemento dannoso per gli altri e per l’intero ecosistema, umano, sovrumano ed extraumano. E nel semplice rispetto degli altri, intesi pur sempre come singoli noi, rispettare e proteggere gli spazi, le distanze, le libertà, i desideri, i bisogni, il futuro. Il loro mondo, ed allo stesso tempo il nostro. Basterebbe autolimitarci. Ma non possiamo, non sappiamo farlo. Dobbiamo vedere da vicino, toccare con mano, annusare, manipolare, danneggiare, sputare sopra qualsiasi cosa. Vogliamo essere liberi. E allora pace. Lasciamo che la Natura compia serenamente il suo corso fuori dal nostro balcone. Lo farà come ha sempre fatto, o quanto meno cercato di fare, indipendentemente dai nostri ripetuti ed inguaribili tentativi di barare, quale che sia la molla, entusiasmo, fantasia, superficialità o mitomania, sotto gli intransigenti occhi di quella nuova specie comparsa nel cielo della nostra domestica quotidianità. Il DRONE.
Una minima consolazione, l’idea di essere nel mese cruciale
per la migrazione, che tuttavia si rivela avaro ed arido, nel vero senso della
parola, sia di acqua che di migratori, passeriformi in particolare, quantomeno
in tutto il FVG attualmente raggiungibile (mentre da alcune aree del resto
d’Italia giungono notizie mirabolanti). Singoli individui delle varie specie
fanno la loro comparsa tra il fogliame di arbusti e giardini. Pochi,
pochissimi, quasi nessuno. La vegetazione dovrebbe brulicare di Luì verdi, ma
quanti di noi possono dire di averne visti o sentiti più di un paio in tutto il
mese? Forse qualche Stiaccino e Culbianco. E qualche BALIA NERA.
Acrocefali e
silvie neanche a parlarne, a parte le CAPINERE, ci sono solo loro, mai viste
così tante. E intendo proprio viste. Abitualmente schive, uniche creature a
muoversi nel folto delle foglie, attirano inevitabilmente il nostro sguardo.
Giusto
CODIROSSI COMUNI, UPUPE e GRUCCIONI salvano i colori della primavera (Video di PiZonta)
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Foto di Marta Trombetta |
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Disegno di Marta Trombetta |
I FAGIANI
tentano, ma con scarso successo.
Gli AIRONI GUARDABUOI non ci provano nemmeno.
In compenso, i rapaci in transito tengono allertati i nostri
sensi, tutti rigorosamente casalinghi. Non dico l’AQUILA DI MARE, che chissà dove è andata a perdersi oramai.
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Disegno di Paolo Utmar |
Ma un FALCO PESCATORE ogni tanto, quello sì. Se poi te lo ritrovi in volteggio
sopra casa a Pagnacco (Ud) addirittura con un pesce che chissà da dove si sta
portando dietro... (Quiz Ittico del Mese, indovina la specie!)
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Foto di Marta Trombetta |
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Foto di Marta Trombetta |
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Foto di Marta Trombetta |
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Foto di Marta Trombetta |
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Foto di Marta Trombetta |
O magari un GRIFONE errante, ma oramai regolare in transito primaverile, nei cieli di Udine o in quelli di Ipplis (Ud).
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Foto di Gabriele Zamò |
Poi ci sono i FALCHI PECCHIAIOLI, quelli veri, con foto, quelli che in FVG (ma non dubito sia così anche nel resto d’Italia) arrivano regolarmente durante la terza decade di aprile, non quelli immaginati tra marzo e inizio aprile (e talvolta anche dopo, siano i tuoi occhi di novizio o di millantato esperto) che ogni volta che ti capita sottomano una loro presunta foto scopri che sono tutt’altro (leggi Poiane, quasi sempre).
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Foto di Marta Trombetta |
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Foto di Marta Trombetta |
E NIBBI BRUNI e FALCHI CUCULI, che mai come quest’anno si divertono a farci visita a domicilio.
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Foto di Marta Trombetta |
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Foto di PiZonta |
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Foto di Marta Trombetta |
Che poi, lungo quelle strade percorse per motivi di
salute, necessità e lavoro sappiamo che ci sono dei punti nevralgici nodali e
magnetici, sempre quelli, in cui le bestie indipendentemente da noi compaiono.
Così, con singole istantanee distanti e sfuocate, rubate dall’auto, i nostri piloti in
transito intercettano singole sagome sperdute nei campi. Dai PIVIERI TORTOLINI
ai mimetici PIVIERI DORATI (Video di PiZonta)
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Disegno di Stefano Sava |
Dalla MONACHELLA al TARABUSO.
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Foto di Pulotto |
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Foto di Pulotto |
Dal CHIURLO PICCOLO all’ultimo ramingo CORVO COMUNE.
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Foto di Pulotto |
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Foto di Pulotto |
Fino agli ORTOLANI che con un ultimo guizzo a fine mese in
mezzo alle prime gocce di pioggia gratificano le prime possibili passeggiate in
solitario allontanamento da casa (e non temete, al primo tentativo utile interviene prontamente la pattuglia ad intercettarvi perché allertata dalla segnalazione di un losco individuo che si intrattiene ad osservare a binocolo e fotografare le altrui dimore... tutto assolutamente vero, nel senso che losco individuo lo sono sempre stato, ma sulla qualità delle foto suggerisco di sorvolare),
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Foto di Gabriele Zamò |
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Foto di Pulotto |
... anelando nottetempo (ma con intrepidi e sconsiderati allenamenti diurni) alla Luna, in qualsiasi
formato essa si trovi a percorrere i sentieri del Cielo, trapassata da
microscopici puntini migratori.
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Foto di Elena vs Matteo Giraldi |
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Foto e Video di Matteo Giraldi |
In attesa di una nuova alba.
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Foto di Gabriele Zamò |
Infine, ci sono le storie della Natura che si muove
silenziosa e furtiva intorno a noi, cercando di non farsi notare, muovendosi
cauta e discreta come un OCCHIONE che dai campi limitrofi raggiunge la piazza
vuota di Rivolto (Ud), in barba alla spavalderia delle Frecce Tricolori che
continuano quotidianamente indomite ed imperterrite le loro esercitazioni
partendo dalla adiacente aerobase e solcando i cieli nostrani fino a
raggiungere quelli della capitale.
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Foto di Pulotto |
O come un GATTO SELVATICO in una Riserva Naturale (Foce Isonzo, Go), e non il solito domestico che attenta alle QUAGLIE nel campo di fronte alla casa del Pizonta, e lui deve immolarsi per salvarle. [Video di Matteo de Luca]
Così, per concludere, dopo l'ultimo guizzo di una PISPOLA GOLAROSSA (Video di PiZonta)
... lascerò che queste storie vi siano
svelate dalle parole di Renato Pontarini, direttamente dal suo angolo di cielo, a Tarvisio (Ud).
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Foto di Renato Pontarini |
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Foto di Renato Pontarini |
“Due foto documentative dell’ALLOCCO DEGLI URALI melanico
avvistato nel Tarvisiano a bordo strada mentre cacciava arvicole. Appena
fermata l’auto si è involato sui rami bassi di un abete. Nella stessa zona
pochi giorni prima era presente un individuo dal fenotipo classico, osservato
mentre predava uno scoiattolo. E’ verosimile che si tratti di una coppia
territoriale”
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Foto di Renato Pontarini |
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Foto di Renato Pontarini |
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Foto di Renato Pontarini |
“Tracce di FRANCOLINO DI MONTE osservate in varie località
del Tarvisiano durante lo snowtracking su lupo negli ultimi mesi in diverse
occasioni. In un caso le tracce erano di due individui in coppia che sono
riuscito a vedere mentre si alzavano in volo. La sensazione è che quest’anno
questo schivo animale sia (speriamo) in netta ripresa. I sentieri in cui li ho
incontrati li percorro ogni anno nello stesso periodo ma non avevo mai
constatato presenze così abbondanti.”
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